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Adozione: i cambiamenti nell’era digitale

Adolescenza, legami adottivi, storia e origini


Internet ha rivoluzionato le nostre vite e, nello specifico anche gli scenari adottivi. Di conseguenza i cambiamenti avvenuti introducono delle nuove questioni e delle nuove modalità di affrontare la ricerca delle origini.

La rete permette di soddisfare le curiosità adottiva, rispondendo alle proprie questioni identitarie, con immediatezza e aggirando i vincoli legislativi.

La rapidità, la precocità, la bilateralità e l’imprevedibilità sono le novità introdotte da queste nuove modalità di ricerca.


I legami adottivi

La famiglia adottiva è strutturalmente complessa poiché è caratterizzata da:

  • una mancanza di appartenenza biologica e di continuità storica;
  • una nascita sociale;
  • presenza di due famiglie;
  • genitori che operano una scelta volontaria mentre il bambino no;
  • una genitorialità e una filiazione reversibili.

Inoltre, la vita del bambino è associata sin da subito ad un evento catastrofico, mentre nei genitori il trauma dell’abbandono e dell’incapacità generativa sono enigmi affettivi non eliminabili.

Quindi i legami adottivi nascono dall’incontro di due mancanze.

Il patto adottivo non è una sottrazione, ma un’assunzione e trasformazione delle reciproche mancanze, in questo modo il doppio riconoscimento del ruolo assunto dai genitori e dal bambino può lenire la ferita che si portano entrambi.

Per una prosecuzione sufficientemente buona del percorso adottivo, una variabile cruciale è la capacità di tollerare e accogliere la complessità data dalla coesistenza di somiglianze e differenze, infatti, sin da subito si è chiamati ad accogliere la presenza di una diversa origine di un figlio «venuto da altrove».


Il confronto con la propria storia

Il confronto con la propria storia non è un percorso lineare, ma è caratterizzato da ambivalenza.

Inoltre questo processo coinvolge tutte le parti del triangolo adottivo: genitori adottivi, genitori biologici e figli adottati.

Il confronto si colloca in una dimensione temporale molto lunga ed estesa, e non è detto che i bisogni dei diversi protagonisti del sistema adottivo siano in sintonia tra loro.

Le tre figure coinvolte possono ricercare il contatto con gli altri protagonisti per differenti motivazioni: i figli adottati per conoscere le proprie origini, i genitori adottivi per sapere/spiegare le circostanze che hanno portato all’adozione, mentre i parenti biologici principalmente per questioni mediche.

Questi tentativi di contatti avvengono principalmente in adolescenza, nel caso dei figli adottati, o in occasione di eventi importanti come la nascita di un proprio figlio, un imminente matrimonio, la morte dei genitori adottivi.

Dunque, con Internet già prima dell’età adulta si apre la possibilità di intraprendere decisioni attive su ricerca e contatti, passando da una mancata decisionalità di base a essere soggetto attivo nella ricerca.


Adolescenza e adozione

I figli adottivi che raggiungano l’adolescenza vivono una maggiore difficoltà nell’affrontare i compiti evolutivi. Inoltre, si trovano a gestire altri compiti:

  • l’elaborazione del senso di non appartenenza;
  • l’integrazione di due stirpi familiari;
  • a presenza di due coppie di genitori;
  • il bisogno di connessione tra passato, presente e futuro attraverso la ricerca delle proprie origini.

L’adolescenza è uno dei momenti più significativi nella costruzione identitaria, e l’identità è un processo continuo che impone delle scelte continue.

La continuità del sé e la continuità temporale tra passato presente e futuro è un elemento di fondamentale importanza per il consolidamento del processo identitario (Erikson, 1968).

Infatti, per soggettivarsi e aprirsi al futuro è indispensabile guardare al passato.

Di conseguenza, la costruzione dell’identità è un compito fisiologicamente più complesso per un figlio adottato.

Dunque, durante l’adolescenza il giovane affronta un doloroso confronto con la perdita di parti di sé ed esperisce una rottura originaria con il senso di continuità del sé.
Origini, identità e appartenenza

Innanzitutto, le crisi della relazione adottiva sono crisi d’ identità e del senso di appartenenza.

Il concetto di appartenenza è strettamente legato a quello d’identità in quanto, la costruzione identitaria avviene attraverso l’interazione continua con l’ambiente affettivo e sociale a cui apparteniamo sin dalla nascita.

Il bisogno d’appartenenza, rispetto al sistema familiare prima, e ai vari gruppi ricercati per affinità poi, è una spinta motivazionale di base, innata e predeterminata.

Dunque, il senso d’appartenenza rappresenta l’esperienza di sentirsi accettato, voluto e valorizzato.

Di conseguenza, per i ragazzi adottivi la prima esperienza di appartenenza è rivolta ad un ambiente familiare che rifiuta, il che determina un senso di vergogna, una rappresentazione di sé come non desiderabile e non amabile.


Gli usi di Internet nella ricerca delle origini

Possiamo individuare dei vantaggi e degli svantaggi associati all’uso di Internet nella ricerca delle origini.

Gli svantaggi sono costituiti dal rischio di reperire informazioni in rete non veritiere, dall’età precoce dei fruitori dei social, dall’assenza di supporto psicologico per i sentimenti di solitudine, dall’impatto del contatto con la famiglia d’origine e dal rifiuto successivo al contatto.

Per quanto riguarda i vantaggi, Internet consente di regolare le distanze, permette di agire nell’immediatezza, può rappresentare uno spazio/tempo terzo, consente la conoscenza delle proprie origini e delle circostanze dell’adozione e favorisce la positività derivata talvolta dallo stabilire contatti con la famiglia d’origine.

Se internet ha trasformato per sempre il percorso adottivo, viene naturale chiedersi come posizionarsi rispetto questo cambiamento?

Si distinguono due diverse posizioni:

  • controllare e vietare i rischi;
  • individuare delle nuove modalità.

Le riflessioni sul tema portano ad una serie di conclusioni:

  • Il divieto e il controllo non sono stili di gestione sostenibili: infatti il divieto di usare Internet o il tentativo di gestire i contatti possono costituire una soluzione a breve termine, ma non sono operazioni sostenibili nel lungo periodo (Fursland, 2015);
  • Accompagnare: sarebbe preferibile tenere aperti i canali comunicativi, creando occasioni di dialogo per parlare precocemente dell’adozione, supportare il desiderio naturale di informazione e accompagnare nel processo di ricerca delle origini (McCormack, 2014);
  • Prendersi il proprio tempo: usufruire con saggezza di questi contatti tramite i social prendendosi il proprio tempo, piuttosto che condannare a priori l’uso di Internet nel ricongiungimento, vale la pena valutare e lavorare a riguardo (Pavao, 2010);
  • Supporto e preparazione precedente: è raccomandato un supporto precedente, che possa consentire uno spazio di pensiero circa le proprie aspettative, le possibili reazioni e i propri vissuti (Child Welfare Information Gateway, 2015).

Alcuni professionisti ritengono sia importante che i genitori adottivi siano preparati alla possibilità di improvvisi contatti digitali con la famiglia d’origine, suggerendo l’importanza che questi vengano guidati nel gestire le comunicazioni elettroniche.

Dunque, sembrerebbe che non resta che individuare modalità originali di gestione.


Adozione: i consigli degli esperti

I professionisti consigliano di tenere sempre a mente che la ricerca delle origini è un bisogno evolutivo, che l’adozione non rappresenta un rifiuto della famiglia adottiva, esso non è un fallimento ma è un viaggio dell’adottato, che può fare lui solamente, il quale deve comprendere che ricontattare non coincide con il ritrovarsi.

Il ruolo dei genitori è quello di accompagnare, nel viaggio di ricerca della verità affettiva, autorizzare la curiosità e lasciar spazio alle domande.

Devono aver consapevolezza dell’inevitabilità del contatto e favorire la comunicazione e relazione, in modo da evitare i non detti.

Inoltre, è importante avere in mente sin da subito la necessità di confrontarsi con i genitori biologici che entreranno, quantomeno simbolicamente nella famiglia, insieme al bambino che adotteranno.


Dott.ssa Fiordalisa Melodia Autrice presso La Mente Pensante Magazine
Dott.ssa Fiordalisa Melodia
Psicologa Clinica | Videogame Therapist
Bio | Articoli | AIIP Febbraio 2023
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