Alla ricerca della Perfezione
L’accondiscendenza come strumento per essere amati
Quante volte ci rendiamo conto di vivere la nostra vita assecondando sempre il volere degli altri?
Quello che sto per dire potrebbe esserti già stato rivelato oppure potrebbe aprirti gli occhi su qualcosa che non riesci a vedere. Accorgersi di essere accondiscendente non è sempre facile.
Assecondare la volontà degli altri significa non ascoltare i propri bisogni e per una marea di ragioni più profonde (paure, ansie, preoccupazioni..) tendiamo a non esporci per non essere giudicati o addirittura temere di essere, in qualche modo, allontanati.
Vivere assecondando costantemente il volere e il desiderio del prossimo, fa sì che il nostro io, la nostra personalità, venga spesso annientata. Ci trasformiamo, così, in esseri “passivi”, non solo nei confronti degli altri, ma cosa ancor più grave, nei nostri stessi confronti.
La passività, se non curata può trasformarsi in:
- avere un costante senso di inadeguatezza;
- avere un dialogo interno negativo;
- essere sempre d’accordo anche quando non lo si è;
- avere paura di essere rifiutati;
- non essere mai in grado di dire di “No”;
- giungere a compromessi per evitare i conflitti;
- non valorizzare i propri bisogni;
- non riuscire a realizzare ciò che desideriamo.
Essere accondiscendenti: il vero motivo
Il tempo, le risorse e tante energie spese lavorando su noi stessi, ci danno la possibilità di capire che qualcosa non sta funzionando del tutto ed ecco, è proprio in questo momento che iniziamo a “scavare” nel nostro io per capire cosa succede.
Ed è proprio in questa ricerca profonda, dopo tanti giri di boa, che…”tana per il lupo”, ci rendiamo conto che, l’accondiscendenza nei confronti degli altri è diventato uno strumento di validazione, in poche parole, per farsi voler bene.
Il modo in cui viviamo la nostra vita sembra dipendere in tutto e per tutto da ciò che facciamo, come lo facciamo, quando lo facciamo solo in relazione agli altri.
Quando ciò accade, purtroppo significa che abbiamo completamente perso di vista il nostro essere, il nostro “IO” con tutte le problematiche che ne conseguono.
Creare un personaggio “perfetto”
Parliamo della”sindrome del bravo bambino”. Bravissimo a scuola, aiuta in casa, asseconda ogni scelta dei genitori, non esprime i propri pensieri se non validato, insomma mette in scena un personaggio teatrale “perfetto” in un mondo di apparente perfezione.
Ma qual è lo scopo di fare ciò?
Lo scopo è farsi notare ed essere etichettato come quello “bravo, buono, intelligente…”. Ma cosa c’è veramente dietro le quinte di quella “perfezione”?
Una “strategia”. Una strategia che ha come scopo principiale quella di conquistarsi il bene e l’amore degli altri, sia in famiglia che nel mondo esterno, che nel caso di un bambino può essere la scuola, lo sport che frequenta, gli amici
Purtroppo, però, queste dinamiche non restano confinate soltanto alla tenera età, ma spesso diventano parte dei nostri comportamenti da adulti, influenzando negativamente il nostro lavoro, gli affetti, le relazioni e la nostra vita.
Prima o poi, però, purtroppo (o per fortuna) dipende dai punti di vista, salgono a galla tutte le grandissime difficoltà mentali, fisiche e psicologiche dell’apparire e di reggere tutta questa finta perfezione.
Alla ricerca della perfezione
Viviamo alla continua ricerca della perfezione, con il costante bisogno di validazione e di riconoscimento da parte degli altri, dovendo poi affrontare, il più delle volte, la conseguente rabbia repressa, e la delusione per le cose che non vanno come vorremmo. Ecco che, il senso di vuoto ed inadeguatezza, compare nuovamente, facendoci ricominciare questo circolo vizioso: “assecondare, farsi voler bene…e così via”.
In molti potranno sottolineare il fatto che le dinamiche a cui è soggetta una persona adulta sono molto diverse da quelle a cui è soggetto un bambino. Assolutamente si! La differenza principale sta nel fatto che da adulti, attraverso un profondo lavoro su noi stessi, possiamo modificare certe dinamiche negative, attraverso lo sviluppo di una maggiore consapevolezza dei nostri valori, del nostro “IO”, e del nostro potenziale.
Possiamo racchiudere tutto il concetto in una sola parola: autostima. Con molto sforzo, studio e profondo desiderio di cambiamento, iniziamo a capire che ognuno di noi, merita di essere amato per quello che è, e non per quello che dà o che fa!
Tutta quella finta perfezione che abbiamo costruito negli anni, pian piano perde il suo potere, cade, lasciando spazio a tutte quelle bellissime fragilità, alle piccole insicurezze e meravigliose imperfezioni che tutti noi abbiamo e che fanno della nostra intrinseca e stupenda natura di esseri umani.
Desiderio di cambiamento e perfezione
Da dove si inizia un lavoro così profondo?
Sicuramente da percorsi di crescita personale o psicologici (supportati da persone professioniste) che si decide di voler iniziare di propria spontanea volontà, senza nessun tipo di influenza esterna Dobbiamo sentire il bisogno, la necessità e il desiderio di voler cambiare. E’ così che pian piano ci si riscopre esseri umani fighissimi, fatti di amore e ricchezza.
Si arriva alla consapevolezza che tutto è già dentro di noi e per questo, non serve andare a cercare nulla che non sia già presente nel nostro “io”. Iniziamo finalmente a renderci conto del nostro valore e del fatto che, non serve a nulla piacere, essere voluti bene, essere validati, se non prima da noi stessi.
Da oggi in poi, il “vado bene così come sono, che ti piaccia o meno”, fa che diventi il tuo nuovo mantra.
Ricorda: il modo in cui decidi e scegli di essere, di porti e di comunicare con gli altri determina la tua felicità!
Fai la scelta giusta.
Ilaria Campana
SEO Copywriter | Consulente Web
Bio | Articoli | Video Intervista AIPP Gennaio 2024
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