Borneo: vivere il momento per dare spazio alla serendipity
Un’isola per un Viaggio da Gulliver
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Era dicembre, mi trovavo in Vietnam, e dovevo organizzare la mia prossima meta.
Decisi di aprire Google Earth per vedere quale posto che non avessi ancora visitato mi ispirasse di più. Il Borneo colse la mia attenzione. Quest’isola immensa divisa tra Indonesia, Malesia e il Sultanato del Brunei aveva qualcosa da regalarmi di cui non ero ancora consapevole.
Zoomando notai che sulla costa orientale di quest’isola il mare aveva un colore mozzafiato: un turchese cristallino che dalla visione satellitare avevo notato solo nelle Bahamas. La località si chiamava Semporna, era in Malaysia, nella regione di Sabah. Cercai fotografie di questo luogo su Google immagini e rimasi sbalordito dalla meraviglia che questo paradiso aveva da offrire. Acque trasparenti, pesci coloratissimi, montagne verdi a strapiombo sull’infinito azzurro.
Non avevo mai visto nulla di simile, nemmeno in foto. A questo punto era ovvio che la mia prossima destinazione sarebbe stata quella.
Organizzazione del viaggio, o forse no
Non ponderai a lungo prima di cimentarmi nella ricerca dei voli per quel luogo. Ahimè, non trovai nulla. Forse, però, quella che sembrava una sfortuna era in realtà una grande fortuna. Se quel luogo fosse stato ben collegato, sarebbe sicuramente stato preso d’assalto dal turismo e quegli spazi incontaminati non sarebbero più esistiti da tempo. Io però ci volevo andare.
Non potevo rinunciare a questo paradiso solo perché non era facilmente raggiungibile. Decisi quindi di recarmi nel Sultanato del Brunei per approdare quantomeno all’isola del Borneo. Una volta a Bandar Seri Begawan, la capitale del Brunei Darussalam, che significa “Dimora della pace ” (vige la pena di morte per omosessuali, spacciatori e altre categorie di persone. Sarà questo il modo per mantenere la pace e l’armonia in un paese?) cercai un mezzo per raggiungere quel luogo tanto bramato, ma nulla. Nessuno era in grado di fornirmi indicazioni su come arrivarci. Decisi dunque di rimanere in Brunei per una settimana e riposarmi dopo l’adrenalina del viaggio appena terminato.
Semporna o non Semporna?
La settimana in Brunei si era quasi conclusa e quel luogo non aveva più nulla da offrirmi. Ripresi così la ricerca di mezzi di trasporto per giungere a Semporna, ma ancora nulla. Mi dissi che forse semplicemente non ci dovevo andare.
Credo molto nelle forze universali. Se le carte non giocano a nostro favore, un motivo più grande che sfugge alla nostra logica mentale ci deve essere. In mancanza di altri mezzi di trasporto più economici, presi un taxi e mi feci portare al porto. In biglietteria chiesi un biglietto per un traghetto QUALSIASI per uscire dal Brunei. La signora si mise a ridere di fronte alla mia richiesta, e un signore in fila con me mi consigliò di acquistare un biglietto per Labuan, una piccola isola e porto franco della Malaysia. Giunto sull’isola decisi che non volevo rimanerci. Semplicemente non mi piaceva. Andai in biglietteria e chiesi un altro traghetto QUALASIASI che mi portasse in QUALSIASI luogo che non fosse il Brunei. Così giunsi sulla terraferma malaysiana, nella città di Menumbok. Venni subito richiamato da due uomini che volevano dividere le spese del viaggio in pick-up per Kota Kinabalu. Non avevo la più pallida idea di dove fosse, ma andai con loro. Guardando la mappa notai che mi stavo avvicinando, seppur a grandi linee, a Semporna. Quantomeno mi stavo dirigendo a est. A un certo punto, durante il viaggio di circa due ore in pick-up, offrimmo un passaggio a un autostoppista. Parlai con lui dei nostri viaggi reciproci, da dove venivamo e dove eravamo direzionati. Gli dissi piuttosto sconfortato che sarei tanto voluto arrivare a Semporna ma a quel punto qualsiasi posto meritevole sarebbe andato bene. “Io prendo un volo stasera per Tawau, da lì puoi prendere un taxi per Semporna, poi ti prendi un hotel in città e ti giri tutte le isole con tour in giornata” mi disse. Cosa? Era così semplice? Cercai subito un volo ed effettivamente ve n’era uno diretto da Kota Kinabalu a Tawau. Perdipiù a soli 50€ e sarebbe partito da lì a qualche ora. “Acquistato. Vengo con te! “ gli dissi. Di nuovo questa mia spontaneità suscitò ilarità da parte di tutti i passeggeri.
Dopo 17 ore di viaggio senza meta, due traghetti, un van, due taxi e un aereo ero finalmente giunto a destinazione. Mi fiondai a letto e cadetti in un sonno profondo e ristoratore.
Semporna, eccome!
Primo giorno a Semporna. La città è brutta, sporca, il mare pressoché paludoso, la povertà aleggia nelle strade sterrate. Ma io sono felice, perché non è per la città che sono venuto, ma per il paradiso terrestre che mi aspetta a pochi minuti di traghetto. E questa felicità la proietto e la vedo negli occhi dei bambini sporchi e nudi che giocano nel fango. La noto nelle gesta dei mercanti, che essendo io un turista ci pensano se fregarmi o meno, ma ci ripensano e rimangono nel cuore. Felicità è anche il barbiere del villaggio sull’acqua, di cui sono stato il primo cliente non malaysiano e che mi fece un taglio eccezionale per 6 ringgit (poco più di 1€). O ancora una fattispecie di custode di una moschea che inizialmente era restio al fatto che non fossi musulmano, ma che anche lui, aprendo il suo cuore, mi fece visitare la moschea e mi raccontò per quasi un’ora della realtà in quella frazione abbandonata di mondo. Tra le tante curiosità, quella che mi rimase più impressa è il fatto che è consuetudine avere anche 16 figli a famiglia, senza però la possibilità di occuparsi di loro; e da qui si spiegano quei bambini sporchi e nudi che giocano nel fango. Un altro fatto curioso che mi raccontò è che in quel luogo ci sono comunità che nascono, crescono, vivono, si sposano e muoiono sulla barca di famiglia. Non è concesso loro lasciare la barca per nessun motivo. Per questo si nutrono solamente dei pesci del porto che riescono ad acchiappare e non mi è ancora chiaro come reperiscano acqua potabile.
Che dire, brutto sì, ma quanto è bello testimoniare in prima persona queste realtà tanto lontane dal concepibile per una mente che, seppur aperta, è condizionata dai valori basici occidentali?
Isole immacolate nel Borneo
Durante la mia prima giornata a Semporna incontrai un ragazzo malaysiano al mercato del pesce. Anche lui era in visita poiché originario della capitale, Kuala Lumpur, ma essendo già stato a Semporna per le vacanze in altre occasioni, mi mostrò la città come un vero local e mi consigliò di visitare le isole con dei tour organizzati in diverse giornate. Mi diede il numero telegram dell’agenzia e decisi di farli tutti.
Durante il secondo giorno visitai Boheydulang, Mantabuan e Sibuan. Boheydulang è stata la prima e mia preferita in assoluto per quanto riguarda la vista. È necessario scalare una montagna per circa 30 minuti e la vista dall’alto è qualcosa che mi ha regalato una gioia incredibile. Quei colori che vedevo da Google Earth erano ora lì davanti a me, ma ancora più accesi. Mozzafiato sono la vegetazione a strapiombo sul mare e l’acqua a chiazze di diversi colori che lascia solo immaginare la flora e la fauna che nasconde. Fortunatamente, la tappa successiva, l’isola di Mantabuan me le fece scoprire con i miei occhi. Trascorsi tutto il tempo a fare snorkeling perché quelle forme di vita simil pokémon non sapevo nemmeno che esistessero. Per concludere la giornata visitammo Sibuan, una striscia di sabbia al confine con le Filippine che, nonostante l’aspetto paradisiaco, nasconde militari armati in mezzo alle palme pronti a sparare in caso di attacco dalle Filippine.
Il terzo giorno visitammo Mabul, Timba Timba, Mataking e Pom Pom. Mabul era l’isola che avevo tanto sognato. Costituita prevalentemente da palafitte ricoperte da gerani rossi, rosa e bianchi, offre un’esperienza maldiviana intesa come perfetto connubio tra lusso e incontaminazione. Anche qui, tuttavia, mentre mangiavo nella palafitta dando le spalle alla ringhiera in legno, notai dei bambini nudi e malnutriti che si arrampicavano dal mare sulla palafitta per chiedermi un po’ di riso. Sembravano animali, e non lo dico con alcuna meschinità. Timba Timba e Mataking sono “normali “, ho messo le virgolette perché normali non sono, ma paragonate a tutto il resto mi sono sembrate mediocri. Pom Pom, onomatopeicamente, è servita a concludere questo giro col botto. Per la prima volta in vita mia riuscii a nuotare con una tartaruga marina!
Resoconto e ringraziamenti
In seguito a questo viaggio raccontai tutto telefonicamente a una cara zia con cui mi confido spesso. Mi disse che aveva visto le mie storie di Instagram e anche lei, nonostante abbia viaggiato molto, non aveva mai visto nulla del genere. Mi chiese se pensassi di aver trovato il paradiso. Ci riflettei un secondo. La mia risposta fu approssimativamente la seguente:
Qui è tutto bellissimo, la natura è stratosferica, le persone sono di cuore e tante altre belle cose, ma comunque i bambini non hanno un futuro e muoiono di fame, i militari sparano al paese vicino e tante altre brutte cose. Forse il paradiso in terra non esiste perché questa dimensione è basata sulla dualità, sullo yin e yang, sul benevolo e sul malvagio. Forse il paradiso risiede nella nostra capacità di accettare questa realtà e vederlo comunque.
Desidero concludere questo articolo con dei ringraziamenti e un breve resoconto per fare il punto dell’insegnamento.
Ringrazio il pianeta terra per queste meraviglie, ringrazio i cuori gentili che ho incontrato sul percorso (sia gli abitanti del luogo che gli stranieri come me conosciuti durante le escursioni), ringrazio la vita stessa per questi regali preziosi e ringrazio me stesso per la mia capacità di continuare a vedere il mondo con gli occhi di un bambino e non smettere di sorprendermi, e per essere riuscito a farmi guidare dallo spirito del viaggio che mi ha offerto un insegnamento che non dimenticherò mai: vedere il paradiso spetta a me.
P.S. Questo racconto in formato fotografia lo puoi trovare nelle storie in evidenza sulla Malaysia nel mio profilo Instagram. Credo sia carino vedere quello che ho raccontato, un po’ come guardare un film dopo aver letto un libro.
Andrea Ferri
Interprete | Traduttore | Nomade Digitale
Bio | Articoli | Video Intervista AIPP Febbraio 2024
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