Carcinomi femminili e vissuti psicologici
Corpo e mente: affrontare una malattia neoplastica
Durante l’arco della vita il corpo della donna può divenire testimone involontario di una serie di malattie neoplastiche specifiche del genere femminile in quanto tale.
Si tratta di carcinomi che possono interessare le mammelle, o carcinomi ginecologici che intaccano il corpo dell’utero, l’ovaio e la cervice uterina.
Il carcinoma mammario risulta essere il cancro che più frequentemente viene diagnosticato nella popolazione femminile italiana, con circa 55.000 nuove diagnosi nel 2020, una stima di 12.300 decessi nello stesso anno ed un numero pari a 834.200 di donne italiane che sono sopravvissute a tale diagnosi (3,1).
Il carcinoma al corpo dell’utero si presenta come tumore che nel 2020 è stato diagnosticato in 8.300 donne italiane, con una stima di 2.695 decessi (ISTAT, 2017) ed un totale di 122.600 donne italiane sopravvissute alla diagnosi (3).
Il carcinoma dell’ovaio risulta essere un tumore che nel 2020 ha colpito 5.200 donne in Italia, con una stima importante di 3.000 decessi, che evidenzia quanto tale tumore possa essere aggressivo, ed un totale di 49.800 donne italiana che ha superato la diagnosi (3).
Il carcinoma della cervice uterina si presenta come tumore che nel 2020 è stato diagnosticato in 2.400 donne in Italia, più frequentemente nelle giovani donne, con una stima di 494 decessi (ISTAT 2017) ed un totale di 51.100 donne italiane viventi dopo la diagnosi.
L’eziologia di tale tipo di cancro riguarda quasi totalmente l’infezione data dal Papilloma virus (HPV) trasmesso sessualmente (in questo caso quindi basso livello socio-economico, precocità e promiscuità sessuale, numero di partner possono favorire tale infezione) (3).
In generale i fattori di rischio che possono causare l’insorgenza di un tumore mammario sono molteplici: un insieme di fattori ambientali, ormonali e genetici.
Più nello specifico tali elementi multifattoriali riguardano: sesso, età, storia personale di tumore mammario, familiarità/ereditarietà, (mutazione genica BRCA 1 e 2), menarca precoce, menopausa tardiva, nulliparità, terapie ormonali, gravidanze dopo i trent’anni, mancato allattamento al seno, obesità, fattori dietetici e metabolici, esposizione a radiazioni ionizzate in età infantile, pregresse patologie benigne alla mammella, stile di vita, abuso di alcolici (3, 1, 2).
Anche per quanto riguarda i tumori ginecologici i fattori di rischio che possono concorrere nel causarli riguardano fattori endocrini, familiari, genetici, quindi menopausa tardiva, pregresse radioterapie, nulliparità, infertilità, prima gravidanze dopo i 35 anni, terapie ormonali, obesità, fattori diabetici, storia familiare di tumore ovarico, pregresso carcinoma colico, endometriale o mammario, mutazioni geniche ed ipertensione (3).
Per poter intervenire su tali tipologie di carcinomi si può ricorrere alle principali terapie, consigliate in base al caso specifico.
Queste possono essere:
– la terapia medica, la quale prevede radioterapia, chemioterapia, ormonoterapia e terapia a bersaglio molecolare, trattamenti effettuabili sia per carcinomi mammari che ginecologici;
– la terapia chirurgica, che prevede la rimozione diretta del tumore.
Sulla base della gravità per i carcinomi mammari si può ricorrere ad un intervento di tipo conservativo (rimozione della singola sezione di tumore assieme ad un’area circostante) o di tipo demolitivo (rimozione della singola mammella o di entrambe, in base alla diffusione del tumore), quindi si parla di mastectomia, al quale può conseguire un intervento di ricostruzione del seno (7, 5, 1, 2, 3).
Per quanto riguarda invece i carcinomi ginecologici si può intervenire con diverse tipologie di isterectomie, in base alla diffusione del tumore: con un’isterectomia totale vengono asportati cervice uterina ed utero, mentre l’isterectomia subtotale prevede la sola rimozione dell’utero; con un’isterectomia totale con annessiectomia bilaterale vengono rimossi utero, cervice uterina, tube di Falloppio ed ovaie, mentre con un’isterectomia radicale si opta per la rimozione di utero, cervice uterina, parte superiore della vagina e dei linfonodi pelvici ed eventuale rimozione di tube di Falloppio ed ovaie (3, 7).
In aggiunta a tali terapie, fondamentale è il supporto che la donna necessita di ricevere dall’equipe medica, assieme all’essenziale contributo di un mirato percorso di psicoterapia, sia in fase di diagnosi che di prognosi, visti i possibili gravi effetti collaterali che tali tipi di interventi possono causare sin da subito.
Carcinomi femminili: conseguenze fisiche, psicologiche e (sopra)vissute
“Ho scoperto tutto per caso a 24 anni, dopo una visita ginecologica ed un Pap-test, i cui valori risultarono sballati.. il medico mi visitò e ad occhio nudo mi disse che avrei dovuto operarmi subito, dicendomi “se fossi venuta fra una settimana, ti avremmo poi dovuto togliere tutto”. Mi gelai. Uscì dallo studio e scoppiai a piangere, la mia mente non riusciva proprio a metabolizzare. Una doccia fredda. Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo, eppure iniziai a dare io coraggio alle persone a me vicino. Il mio unico pensiero era quello di non riuscire ad avere figli. Il lunedì successivo mi operai. ”
BARBARA, 42 anni, diagnosi ricevuta a 24 anni
“In un primo momento mi sono sentita completamente distaccata dalla realtà. Mi immaginavo che il responso fosse quello, ma sentirselo dire è stato una doccia gelata. Una volta da sola ho iniziato a tremare. Non sapevo come dirlo alle persone che amavo. È una sensazione terribile! Sai che farai del male a qualcuno e ti senti in colpa, anche se non è colpa tua. ”
FRANCESCA, 29 anni, diagnosi ricevuta a 27 anni
Terapie e carcinomi mammari e ginecologici comportano una serie di conseguenze fisiche primarie complesse quali ad esempio dolore, ansia, nausea, stanchezza, perdita di capelli.
Nello specifico un tumore mammario può causare dolore locale acuto, senso di tensione, formicolii/parestesie, linfodema, formazione di sieromi/ematomi, infezioni, possibili cheloidi, perdita di sensibilità nel petto e successivo deficit di cura di sé.
Un tumore ginecologico invece può causare menopausa indotta, incontinenza, affaticamento, cambiamenti anatomici, disfunzioni sessuali, infertilità (7, 1, 2).
In entrambi i casi si possono poi sviluppare disturbi psicologici, emotivi, relazionali e sociali, connessi all’immagine corporea ed alla sessualità (2, 1, 4, 6, 7, 5, 9, 8).
“Capitò tutto troppo in fretta, non ho davvero avuto tempo di pensare o rendermi conto di quello che mi era successo. Tornata a casa emersero confusione, tristezza ma soprattutto tanta paura per le conseguenze… un eventuale esito negativo dell’esame istologico, il pensiero di dover fare chemioterapia e perdere capelli.. era il mio pensiero fisso, insieme alla paura del pensiero della gente! Dopo qualche settimana in televisione andò in onda una notizia: era deceduta una ragazza di 20 anni per Papilloma virus… mi si gelo’ il sangue… pensai quanto fossi stata fortunata ad averlo scoperto sì per caso, ma preso in tempo… grazie a Dio l’esito era benigno quindi non dovetti fare né chemio né radio! ”
BARBARA, 42 anni, diagnosi ricevuta a 24 anni
Oltre all’oggettiva paura di morire ed all’arduo percorso di accettazione della malattia, delle cure e di ciò che questi comportano, scoprire d’avere un tumore mammario o ginecologico pone di fronte all’irreversibile nuova immagine corporea concreta e mentale con cui una donna dovrà fare i conti, con lo sconosciuto nuovo significato che dovrà dare e darsi come persona, come donna.
Iniziali sintomi di paura, rabbia, ansia, senso di colpa, disperazione, frustrazione, stress, solitudine, ideazione suicidaria possono divenire un reale Disturbo depressivo, un Disturbo d’adattamento, un Disturbo d’ansia o un Disturbo post-traumatico da stress (7, 6).
In aggiunta a ciò le sfere legate alla femminilità ed alla sessualità possono essere soggette a dei drastici cambiamenti: parti del corpo come il seno o gli organi riproduttivi vengono intaccati dalla presenza e dalla rimozione del tumore, causando infertilità, impossibilità futura di allattare al seno, rischiando quindi di mettere in crisi l’immagine sia mentale che corporea della donna, modulandone il significato stesso, le aspettative, le consapevolezze, minando identità ed integrità stessa della donna.
L’immagine corporea distorta può creare sofferenze, disagi di autostima, insicurezza, vergogna, sensazioni di mutilazioni, percepita mancanza di attrattività, estraneità, ripugnanza, incompletezza, forti emozioni negative, isolamento sociale, difficoltà di gestione, disturbi mentali, rendendo difficile il percorso di accettazione del nuovo corpo, percorso di lutto lungo e complesso che necessita una ristrutturazione mentale continua dell’idea e dell’immagine che la donna ha sempre avuto del suo corpo (7, 6, 1, 5, 2, 9).
“L’immagine corporea era già fortemente alterata dai vari cicli di chemio. Dopo la mastectomia ho cercato di guardare il mio “nuovo” corpo subito. Per me non è stato difficile, avevo avuto tanto tempo per metabolizzarlo! La cosa che però mi ha completamente destabilizzato è stata l’assenza totale di sensibilità al seno. Non me lo aspettavo, nessuno mi aveva avvisato. Son stata “fortunata” perché non mi hanno rimosso il capezzolo, ma è completamente inutile. Il mio seno è un sacco vuoto che non ha più alcuna utilità. Se sbatto non sento, se mi brucio non sento, se mi taglio non sento.. se mio marito lo tocca non sento. Non potrò allattare mio figlio da lì. È solo una questione estetica ed è snervante, perché TUTTI pensano solo a quello. Odio quando mi si dice ‘eh, dai! Non si nota neanche la differenza’“.
FRANCESCA, 29 anni, diagnosi ricevuta a 27 anni
Tale quadro complesso, assieme alle ulteriori conseguenze, può aumentare il rischio di disturbi psicologici ed ulteriori disfunzioni sessuali, problemi relazionali, di cui purtroppo non si parla abbastanza.
Un tumore ginecologico può direttamente condizionare la risposta sessuale femminile, comportando una perdita della libido, un insufficiente eccitazione e lubrificazione, difficoltà a raggiungere l’orgasmo, disturbi da dolore sessuale ed una riduzione generale della soddisfazione sessuale, ansia e paure per presenti e future interazioni sessuali, quindi disagi a lungo termine nelle sfere familiari, di coppia e sociali, situazioni che possono causare evitamento e rifiuto anticipati, tutti effetti rintracciabili anche in caso di carcinoma mammario (7, 4, 6, 5, 2).
“La cosa più difficile del post intervento è che la gente pensa che sia tutto finito. Ti vedono stare meglio e sminuiscono ogni sintomatologia. Non so come sia la menopausa fisiologica, ma quella farmacologica è terribile. Avere le caldane, dolori articolari, scarso desiderio, secchezza, sonnolenza ecc ti fa sentire vecchia a neanche 30 anni! Un’età in cui vedi le tue amiche fare figli, vivere una vita normale, senza che venga scandita da visite mediche o terapie! “
FRANCESCA, 29 anni, diagnosi ricevuta a 27 anni
Di fronte a tali problematiche nel percorso di accettazione e cura del nuovo corpo risulta fondamentale quindi ridefinire continuamente l’idea mentale dello stesso e riscoprire una nuova sessualità, da soli ed in coppia, dove la comunicazione si pone come elemento ancor più essenziale in quanto i partner ed i familiari dei malati di tumore soffrono a loro volta, sperimentando angoscia, impotenza e momenti di crisi (6, 4, 7, 5, 2).
Monitoraggio periodico e psicoeducazione
Di fondamentale importanza risultano essere le indicazioni che sarebbe opportuno evidenziare e diffondere circa il momento post operatorio anche sul lungo termine.
Le buone pratiche riguardo ai più sani stili di vita da seguire in ottica preventiva valide a tutto tondo per la buona salute dell’essere umano, vengono sottolineate nel caso di sopravvissuti a malattie neoplastiche anche a distanza di anni dalla ripresa: una dieta sana assieme all’attività fisica sono importantissime, unite ad una monitorata salute mentale.
Altrettanto essenziali sono i periodici esami di screening preventivi, come l’esame strumentale senologico, la risonanza magnetica, lo screening della cervice uterina, con Pap-test e test HPV per Papilloma Virus.
In aggiunto a ciò è importante ricordare quanto il supporto sociale continuo e una corretta comunicazione professionista-paziente-famiglia-partner possa fare la differenza in ogni momento della vita.
Spesso conseguenze ed aspetti legati alle sfere psicologiche, relazionali, sessuali, sociali della vita del paziente vengono trascurati o posti come secondari, sia durante il processo diagnostico e di cura, sia nel post operatorio.
Sarebbe invece auspicabile sensibilizzare sempre più e far leva sull’importanza di riuscire a comunicare e condividere circa questi aspetti determinanti per la vita quotidiana del soggetto, attraverso l’aiuto di servizi e professionisti come psicologi, psicoterapeuti, gruppi di sostegno, riuscire a comunicare anche con personale medico, operatori sanitari, con l’obiettivo di accompagnare ed aiutare il paziente nel percorso di cura e monitoraggio continui, per un maggiore riconoscimento clinico di tale delicata tipologia di tematiche quali carcinomi ginecologici e mammari e loro conseguenze, al fine di ridurne i possibili rischi (1, 8, 6).
Bibliografia
1. Bortolin A., (2021). Le conseguenze psicologiche della mastectomia: focus sulla sessualità. Unpublished master’s thesis, Università degli Studi di Padova, Padova, Italia.
2. Grosselle G. (2015). Immagine corporea e sessualità nelle donne dopo la mastectomia. Unpublished master’s thesis, Università degli Studi di Padova, Padova, Italia.
3. https://www.aiom.it/i-numeri-del-cancro-in-italia/
4. https://www.fondazionegraziottin.org/it/scheda.php/Il-ruolo-dello-schema-sessuale-nella-modulazione-del-vissuto-psicosessuale?EW_CHILD=13059
5. Iglesias A. e Dos Santos T.F. (2018). Interventi infermieristici per sostenere le donne con tumore al seno sottoposte a intervento chirurgico con disturbi dell’immagine corporea e/o disfunzioni sessuali. Unpublished master’s thesis, Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, Manno, Svizzera.
6. Iżycki D., Woźniak K., Iżycka N. (2016). Consequences of gynecological cancer in patients and their partners from the sexual and psychological perspective. Menopause Review/Przegląd Menopauzalny 15, 2.
7. Martinetto S. (2022). L’impatto psicologico di un tumore ginecologico: depressione, ansia, solitudine, hopelessness e sintomi post-traumatici in un campione di pazienti italiane. Unpublished master’s thesis, Università degli Studi di Padova, Padova, Italia.
8. Rizzuto i., Oehler M.K, Lolandrelle S. (2021). Sexual and Psychosexual Consequences of Treatment for Gynaecological Cancers. Clinical Oncology, 33, 9.
9. Singh U., Verma N. (2007). Psychopathology among Female Breast Cancer Patients. Journal of the Indian Academy of Applied Psycholog, 3,1.
Dott.ssa Vanessa Nardelli
Psicologa, specializzanda in Consulenza Sessuale e Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale
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