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Come essere felici con il metodo Ikigai

Alla ricerca del senso della vita


In un mondo che va sempre più veloce, dove le relazioni appaiono caratterizzate da fugacità e inconsistenza e le esperienze assumono valore solo in quanto merce da esporre in vetrina, la ricerca del “senso della vita” è un tarlo che accompagna l’esistenza di molti.

Sugli scaffali delle librerie abbondano i libri di autoaiuto: come lasciarsi il passato alle spalle e vivere felici, trucchi per fregarsene del giudizio altrui, strategie per superare l’ansia e così via.

Ognuno di questi volumi, alcuni in modo più approfondito, altri più semplicistico, ci raccontano di come molte persone abbiano un estremo bisogno di trovare il proprio centro in un mondo sempre più caratterizzato da frenesia e competizione.

Al di là delle apparenze, dei milioni di post che appaiono ogni giorno sui social, emerge in molti la necessità di creare uno spazio silenzioso in cui incontrare il bambino o la bambina che erano, per poter chiedere loro cos’è che li rende davvero felici, qual è il sogno che prima o poi vorrebbero vedere realizzato.

Esiste un termine giapponese che parla di scopo dell’esistenza: è Ikigai, dove iki sta per “vivere”, mentre gai rimanda a “senso”.

Si tratta di un atteggiamento nei confronti della vita basato sulla continua ricerca del suo significato.

Non è un filosofeggiare fine a sé stesso, un pensiero circolare che trova esclusivamente in sé la sua ragion d’essere, tutt’altro: è un mettersi in contatto con i con i propri desideri più profondi, per cercare di tradurli in azioni concrete atte a migliorare la qualità della vita.

Si ritiene che gli abitanti dell’isola giapponese di Okinawa siano persone particolarmente in contatto con il proprio Ikigai: nonostante l’età avanzata, infatti, godono di ottima salute fisica e mentale, lavorano e a praticano sport e sono la popolazione più longeva al mondo, tanto da aver fatto meritare all’isola l’appellativo di “Paese degli Immortali”.


I quattro pilastri dell’Ikigai

Gli abitanti di Okinawa, oltre a condurre uno stile di vita sano, appartengono a uno o più gruppi, dai quali traggono sostegno e per i quali allo stesso tempo si prodigano.

La salute mentale e fisica è strettamente collegata anche alla qualità delle relazioni instaurate con gli altri: chi ha trovato il proprio Ikigai è una persona che è felice di alzarsi la mattina perché sa che lo aspettano delle attività piacevoli, ma anche che la sua quotidianità non andrà persa nel fiume grigio dello scorrere del tempo, ma sarà fonte di luce per sé e per gli altri.

Secondo la filosofia giapponese ognuno di noi possiede il proprio Ikigai e tutti abbiamo la possibilità di scoprirlo.

La nostra ragione di vita dovrebbe essere l’intersezione tra queste quattro componenti:

  1. ciò che amiamo fare;
  2. i nostri punti di forza;
  3. quello di cui gli altri hanno bisogno;
  4. ciò da cui potremmo ottenere un guadagno, non necessariamente economico.

Dato che il lavoro di solito occupa gran parte della nostra giornata, l’ideale sarebbe svolgere una professione che soddisfi tutti e quattro i requisiti.

Se questo però non fosse possibile, non dobbiamo farcene un cruccio: essere felici vuol dire anche imparare ad apprezzare ciò che abbiamo a disposizione.

Possiamo valorizzare il nostro Ikigai dedicandoci a tante piccole passioni, anche molto diverse tra loro, alle quali però dobbiamo avere l’accortezza di riservare il giusto spazio.

Per esempio, se amiamo leggere, partecipare a un gruppo di lettura ci permetterebbe non solo di svolgere un’attività appagante e per la quale ci sentiamo particolarmente portati, ma anche di dare il nostro contributo ad altri in termini di nuove letture e spunti di riflessione e, allo stesso tempo, di “guadagnare” nuovi amici, persone con interessi simili ai nostri con le quali poter entrare facilmente in sintonia.


Come trovare il proprio Ikigai

Nel libro “Ikigai. Il metodo giapponese: trovare il senso della vita per essere felici“, l’autrice Bettina Lemke mette in evidenza come la frenesia che caratterizza le nostre giornate rappresenti un grosso ostacolo per il raggiungimento dell’obiettivo.

Ci invita quindi a rallentare e a ricordare come semplici regole di buon senso ci possono aiutare a raggiungere una serenità nella quale ritrovare il senso profondo della nostra vita.

  • Respirare consapevolmente. Capire quando stiamo respirando in modo superficiale è il primo passo per iniziare a cambiare il ritmo. Respirare in maniera calma e profonda ci aiuta infatti a immergerci completamente nella situazione che stiamo vivendo, evitando un inutile dispendio di energie.
  • Curare l’alimentazione. È risaputo quanto nutrirsi in maniera equilibrata, seguendo una dieta povera di grassi e zuccheri e ricca di frutta, verdura e legumi, abbia un ruolo determinante per la nostra salute fisica e mentale.
  • Svolgere attività fisica e dormire bene. Prenderci cura di noi praticando sport regolarmente e concedendoci il giusto riposo è alla base del benessere fisico e psicologico.
  • Equilibrio vita/lavoro. Possiamo svolgere la professione che più amiamo, ma a volte questa può rivelarsi un’arma a doppio taglio e trasformarsi in un mezzo per fuggire da noi stessi. Dedichiamoci anche ad altro, per scoprire a valorizzare tutte le parti che compongono il nostro essere e avvicinarci il più possibile al nostro nucleo più profondo.
  • Coltivare la resilienza, ovvero provare a far fronte alle difficoltà della vita con flessibilità e ottimismo.
  • Valorizzare le relazioni. È uno dei punti più importanti per trovare il proprio Ikigai. L’uomo è un animale sociale, che ha bisogno di coltivare relazioni basate su autenticità e fiducia. Sentirsi accolti e valorizzati contribuisce infatti a creare dentro di sé quello spazio in cui la propria interiorità diviene libera di respirare e di esprimersi al meglio.

Capire quali sono le cose importanti

Trovare il proprio Ikigai è un po’ come tornare bambini, riscoprire ciò che ci piace fare e dedicargli tempo ed energie, spesso disperse in attività prive di importanza.

È diventare consapevoli del valore del momento presente, non vivere nel rimpianto del passato e nell’ansia del futuro, proprio com’eravamo abituati a fare da piccoli, quando ogni minuto era prezioso e ogni esperienza veniva vissuta come una meravigliosa scoperta.

Riempire il nostro tempo di impegni col terrore di perderci qualcosa, tenere sempre in mano il cellulare nella vana speranza di scovare una notizia che ci salvi dalla noia, non concederci mai un momento di pausa ci fa perdere di vista chi siamo e ciò che vogliamo davvero.

Viviamo tante esperienze e, paradossalmente, pochissime. Siamo dappertutto e mai davvero in nessun luogo.

Si tratta di una fuga dettata dalla paura di scoprire che probabilmente non siamo poi così felici come ci vogliamo raccontare, che forse uscire dal tourbillon delle nostre giornate ci metterebbe di fronte al fatto che nella nostra vita ci sono tanti buchi che non abbiamo voluto o potuto colmare, che quel sogno che avevamo da bambini l’abbiamo nascosto sotto una coltre pesante di preoccupazioni che non riusciamo a sollevare.

Sì, a volte la vita è davvero complicata, spesso siamo sommersi da impegni e responsabilità da cui è difficile districarsi.

Ma è anche vero che frequentemente riempiamo di cose inutili ogni piccolo spiraglio per non vedere ciò di cui abbiamo davvero bisogno, dimenticandoci che basta mettersi un attimo in ascolto di sé stessi e delle persone a noi vicine per comprendere cos’è che è davvero importante e renderci conto che la vita potrebbe essere vissuta in maniera molto più leggera – e profonda – di quello che pensiamo.


Giulia Adamo Autrice presso La Mente Pensante
Giulia Adamo
Autrice
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