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Come proteggersi dai mezzi d’informazione

Due semplici pratiche


Gli eventi che stanno accadendo nell’ultimo periodo storico mi hanno fatto molto riflettere sul modo in cui ognuno di noi si mette a conoscenza delle notizie nel mondo.

Fin dai tempi dell’esplosione della pandemia, il ruolo dei mezzi d’informazione è cambiato.

Infatti, a marzo e aprile del 2020, i notiziari hanno percepito un aumento dell’audience del 5% rispetto all’anno precedente.

Per alcuni, il notiziario è diventato un appuntamento fisso immancabile, per altri ha rappresentato una novità, per altri ancora si è trasformato in una relazione tossica.

Dico “relazione tossica” perché, proprio come in qualunque relazione di questo tipo, il rapporto con questi strumenti ci influenza, e non esattamente in modo positivo.

Persone morte per mano di un altro, malattie che si diffondono a vista d’occhio, catastrofi naturali e tanto altro, sono tutte notizie all’ordine del giorno.

Cosa fare, quindi?

Non possiamo di certo iniziare a vivere come eremiti, o indossare un paraocchi o un paraorecchie.

È indubbio che sia importante rimanere aggiornati su quel che accade al di là della nostra soglia di casa.

Tuttavia, dovremmo sempre tenere presente che qualsiasi informazione riceviamo, dai contenuti online che ci passano sotto gli occhi mentre scorriamo il nostro feed, alla cartellonistica pubblicitaria a lato della strada, nutre la nostra mente e modifica il nostro sguardo.

Come il cibo alimenta il nostro corpo e ci fa sentire più o meno carichi di energia, allo stesso modo, le conversazioni che intratteniamo, i pensieri che abbiamo, le notizie che ascoltiamo e le immagini che guardiamo, influenzano la nostra psiche.


Due pratiche per proteggersi dai mezzi d’informazione

Internet ha ampliato incredibilmente le nostre possibilità, e questo è un dato di fatto.

Basti pensare ai tantissimi nuovi ruoli professionali, il libero accesso all’informazione e all’apprendimento, i nuovi metodi di comunicazione e tanti altri vantaggi.

Non riesco nemmeno a immaginare la mia vita senza navigatore, per dirne una.

Ma come tutte le cose, anche con i mezzi d’informazione è necessario un uso consapevole.

Vediamo due semplici pratiche per proteggersi dai mezzi d’informazione:


Non abusarne

Come già anticipato, quello che entra nella nostra testa ha il potere di condizionare il nostro umore, la nostra visione sul mondo e l’umanità, persino le nostre azioni.

Avete mai pensato perché i notiziari riportano soprattutto notizie negative?

Siamo così abituati a sentire questo genere di notizie, che magari non ci facciamo neanche più caso.

Le cose brutte sono la normalità e quelle belle le eccezioni.

Così, giorno dopo giorno, iniziamo a pesare, a credere, a parlare e ad agire negativamente.

Quando impariamo una nuova lingua, subito non capiamo una parola. Ma che dico una parola, neanche mezza parola. Ci suona tutto così strano, confuso, senza senso.

Ma se continuiamo a sentire parlare quella lingua, magari, dopo un paio di settimane riusciamo a riconoscere qualche parola, poi qualche frase, fino a quando non iniziamo a pronunciare noi stessi qualcosa.

Se siamo stati perseveranti, dopo un paio di mesi, siamo in grado di fare qualche discorso, finché iniziamo a pensare in quella lingua se non addirittura sognare.

Diventa una parte di noi.

Lo stesso vale per qualunque altra cosa ci circondi: se intorno a noi sentiamo solo brutte notizie, inizieremo a vedere, parlare, pensare, credere e sognare in modo negativo, finché la negatività diventerà parte di quello che siamo.

Non bisogna fare di tutta un’erba un fascio: il mondo non è tutto cattivo, come invece i media vogliono farci credere.

I mezzi d’informazione comunicano soprattutto brutte notizie perché è quello che crea maggiore rumors, in altre parole, attira di più.

Semplicemente, non abusarne.


Seleziona le fonti

 L’era digitale ci mette di fronte a una quantità di contenuti enorme.

Secondo una ricerca condotta del 2008, un americano è esposto a 3,6 zettabyte di informazione, cioè 1 miliardo di terabyte, che significa 34 gigabyte al giorno.

Basta solo immaginare a quanto ammonti oggi questo dato.

Con l’aumento delle informazioni disponibili, la lotta a chi ottiene più visite, interazioni e condivisioni si fa più intensa, aumentando, così, anche il rischio di trovare contenuti di scarsa qualità, se non addirittura fake.

Per questo motivo, è importante selezionare accuratamente le fonti da cui ci informiamo.

Secondo una recente ricerca, tra le testate giornalistiche più fidate dalla popolazione italiana troviamo in prima posizione ANSA, con Sky TG24 e Il Sole 24 Ore in seconda e terza posizione.

 Lo scrittore statunitense Chuck Palahniuk dice:

“Per avere in mano la propria vita, si deve controllare la quantità e il tipo di messaggi a cui si è esposti.”

E tu hai in mano la tua vita o è lei che ha in pugno te?


Chiara Lugli Autrice presso La Mente Pensante
Chiara Lugli
Communication Specialist | Copywriter
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