La Compassion Focused Therapy: un approccio terapeutico per il benessere bio-psico-sociale
Sviluppare amorevolezza verso se stessi e verso gli altri
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La Compassion Focused Therapy (CFT) è un approccio psicoterapeutico che fa parte delle Psicoterapie Cognitivo Comportamentali, sviluppato da Paul Gilbert (2012; Gilbert e Choden 2019; Gilbert e Simos, 2023), professore di psicologia clinica presso l’Università di Derby. Gilbert ha approntato questo approccio a partire dalle sue ricerche sull’autocritica, sul senso di colpa e sulla vergogna che ha rilevato essere presenti trasversalmente in ogni problematica e disturbo psicologico.
Ma quando si parla di Compassion, cosa si intende? Il termine Compassion tradotto in italiano ha una connotazione negativa che non appartiene al termine inglese. Nel vocabolario Treccani (2003), infatti, il significato attribuito al termine compassione è il seguente: “Sentimento di pietà verso chi è infelice, verso i suoi dolori, le sue disgrazie, i suoi difetti; partecipazione alle sofferenze altrui”. In CFT invece la Compassion non rappresenta un “sentimento di pietà”, ma piuttosto “una particolare sensibilità alla sofferenza di se stessi e degli altri, unita ad un forte desiderio e impegno a prevenirla e alleviarla” (Gilbert 2017); in particolare, comprende tre qualità: saggezza, forza e dedizione.
Sono tre i flussi della compassione:
- Compassione verso gli altri
- Compassione verso se stessi
- Accoglienza della compassione che ricevo dagli altri
Il modello evoluzionistico dei tre sistemi emotivi e la Compassion
Secondo il modello evoluzionistico della Compassion Focused Therapy, alla base delle psicopatologie c’è una mancanza di equilibrio tra tre sistemi di regolazione delle emozioni:
- Il sistema rosso della minaccia caratterizzato da emozioni quali rabbia, disgusto, ansia, che si attiva di fronte a minacce esterne (pericoli del mondo esterno), o interne (pericoli del mondo interno: paure, pensieri negativi…) per aiutarci a fronteggiarle con comportamenti di attacco, fuga, immobilizzazione, sottomissione, svenimento; vede l’attivazione del sistema simpatico, dell’amigdala e dell’asse dello stress (asse ipotalamo-ipofisi-surrene) con gli ormoni adrenalina, noradrenalina e cortisolo (Petrocchi, 2023);
- Il sistema blu della ricerca di stimoli e risorse caratterizzato da eccitazione, ricerca e vitalità, è ugualmente mediato dal sistema simpatico, ma con l’intervento di ormoni come la dopamina, il testosterone e gli estrogeni, e si associa ad emozioni come divertimento, gioia, eccitazione e piacere;
- Il sistema verde calmante di appagamento-sicurezza caratterizzato da benessere, safeness, connessione, rilassamento, è uno stato che serve per riposare e digerire ed è mediato dal sistema parasimpatico, principalmente tramite il nervo vago che aumenta la variabilità del battito cardiaco (HRV); è caratterizzato da un rilascio di serotonina, endorfina e ossitocina.
A partire dal sistema verde calmante si è sviluppato nei mammiferi il sistema dell’accudimento, della cura e dell’amorevolezza, legato in primis alla funzione di accudimento della prole. È dal sistema dell’accudimento che nell’uomo si è evoluta la compassione, che richiede capacità di empatia, di mentalizzazione, di astrazione, di anticipazione, la consapevolezza di avere un sé e che anche gli altri ne hanno uno.
Il sistema verde calmante di appagamento-sicurezza
Il sistema verde calmante connesso al sistema dell’accudimento, a livello cerebrale è mediato dall’area del sistema limbico ed ha la funzione di regolare i due sistemi della minaccia e della ricerca di stimoli. Se all’inizio della nostra vita l’accudimento e la cura ci vengono dalle figure genitoriali, successivamente tale funzione viene interiorizzata e si determina una regolazione interna. Pertanto, la qualità delle cure ricevute è fondamentale per sviluppare una adeguata capacità di prenderci cura di noi stessi e degli altri. Se abbiamo fatto esperienza di una base sicura, svilupperemo fiducia in noi stessi e negli altri, ci sentiremo in grado di affrontare le sfide della vita, ci vivremo come amabili e avremo l’aspettativa che le relazioni siano fonte di soddisfazione, benessere e sicurezza; al contrario, se abbiamo vissuto abusi, trascuratezze, svalutazioni e critiche, la nostra capacità di volerci bene e di prenderci cura di noi stessi potrebbe essere compromessa (Paiaro, 2022a), per cui potremmo sviluppare un atteggiamento critico, giudicante, svalutante, poco rassicurante ed amorevole verso noi stessi e verso gli altri.
La maggior parte dei disagi psicologici e relazionali delle persone derivano proprio da un eccesso di attività critica e svalutante da parte di un Genitore interno severo e Critico (Berne, 1976), definito anche Giudice interiore. Questa parte di noi non è completamente negativa, anzi è funzionale al nostro benessere e alla nostra integrazione nel contesto sociale, perché ci consente di conformarci alle regole della società e di regolare i nostri impulsi; nell’infanzia assume solitamente un ruolo protettivo nell’ambiente familiare in cui viviamo, permettendoci di soddisfare i nostri bisogni. Diventa disfunzionale quando dà origine ad un Genitore interno troppo rigido e iperattivato che determina sofferenze e disagio: in questi casi c’è un eccesso di attivazione del sistema della minaccia e, talvolta, per compensare il senso di inadeguatezza, anche del sistema di ricerca di stimoli, per cui ci si sente costantemente in allarme con attivazione prolungata dell’asse dello stress (Paiaro, 2023c).
Da qui l’importanza del sistema verde calmante che, con l’attivazione del nervo vago, ci permette di rilassarci e tranquillizzarci. Questo sistema può essere attivato in diversi modi: tramite dei cicli di respiro più profondi, con una postura aperta, accennando un sorriso sul volto o con l’auto-contatto; oppure può attivarsi nel rapporto con gli altri, ad esempio quando una persona ci trasmette un intento di bene tramite un sorriso ed uno sguardo rassicuranti, quando una persona con cui c’è un rapporto affettivo ci abbraccia o ci tocca in modo amorevole, quando ci parlano con un tono caldo, calmo ed amichevole.
Squilibri tra i sistemi emotivi e problematiche conseguenti
Alcune persone hanno difficoltà ad accedere al sistema emotivo calmante e alla compassion e, conseguentemente, hanno difficoltà a provare sensazioni di tranquillità, sicurezza, “calore” e amabilità. Prevale, al contrario, una parte di sé autocritica e auto-svalutante e i sistemi della minaccia e della ricerca di stimoli possono iper-attivarsi, ipo-attivarsi o attivarsi in modo incongruo (Paiaro, 2022b). Si possono verificare pertanto diversi tipi di squilibri tra i tre sistemi:
- se il sistema rosso della minaccia è iper-attivato e il sistema verde calmante è inefficace, anche il sistema blu di ricerca di stimoli si blocca e si determinano stati ansiosi e/o depressivi con inibizione del comportamento;
- se il sistema blu della ricerca di stimoli è iper-attivato, il sistema verde calmante è ipo-attivato e anche il sistema della minaccia funziona in maniera ridotta, si determina una spasmodica e incessante ricerca di stimoli e ricompense ed una scarsa percezione del pericolo, oltre ad una scarsa soddisfazione; solitamente questo tipo di squilibrio si rileva negli stati maniacali, nella dipendenza da sostanze, nelle persone con disturbi narcisistici, in cui non si arriva mai ad uno stato di soddisfazione e persiste piuttosto il bisogno compulsivo di “averne di più”; la tranquillità, la calma e l’assenza di attività vengono vissuti come pericolosi ed evitati;
- se sia il sistema blu della ricerca di stimoli che quello rosso della minaccia sono iper-attivati e il sistema verde calmante ha un funzionamento ridotto, vi è una paura di fondo e per gestirla si determina una iperattivazione finalizzata a prevenire i rischi; questo tipo di squilibrio si rileva negli stati ansiosi con una forte componente di ricerca di soluzione, ad esempio in persone che lavorano compulsivamente e in maniera eccessiva per paura di non farcela, oppure che si sottopongono a continue visite mediche per scongiurare la presenza di una malattia, o ancora negli stati ansiosi ossessivo-compulsivi, in cui una paura di fondo attiva compulsivamente comportamenti o pensieri con la finalità di neutralizzarla.
Compassion Focused Therapy: le tecniche
La Compassion Focused Therapy nasce come approccio che mira ad incrementare il senso di benessere bio-psico-sociale, lavorando sul potenziamento della parte di noi “verde”.
Le tecniche approntate per sviluppare e potenziare questa parte di noi amorevole e compassionevole sono diverse.
La respirazione clamante, con espirazioni più prolungate delle inspirazioni, determina un rallentamento e favorisce un senso di appagamento e di sicurezza, oltre ad un senso di connessione, aumentando i livelli di ossitocina nel nostro corpo e l’attivazione del sistema parasimpatico, e determinando un rallentamento cardiaco.
La tecnica del sorriso, del tocco e del tono di voce interiore favorisce un senso di affiliazione, di cura e di sicurezza. Si tratta di accennare un lieve sorriso, di accarezzarsi, salutarsi e parlarsi con un tono amichevole e caldo, favorendo un dialogo interno empatico e generando un ambiente interno “sicuro”. Il prendersi cura di sé ricalca le buone cure materne rivolte al proprio figlio nei primi periodi di vita.
Ulteriori tecniche sono volte a favorire una presa di consapevolezza corporea tramite la mindfulness e l’assunzione di una postura compassionevole; altre sono volte ad immaginare un colore compassionevole e/o un luogo compassionevole dove ci si sente al sicuro, o ancora a richiamare memorie di persone compassionevoli, fino ad arrivare a tecniche volte alla creazione di una creatura compassionevole interna. Gradualmente, poi, si lavora affinché la creatura compassionevole possa essere incarnata, dando origine ad un Sé compassionevole interno.
Un Sé compassionevole che si presenta come:
- saggio e non giudicante, in quanto rappresenta una parte di noi che è consapevole che non abbiamo scelto il nostro cervello, l’ambiente in cui siamo cresciuti, le esperienze di vita difficili e fonte di sofferenza che abbiamo vissuto, non abbiamo neanche scelto di essere nati;
- forte, coraggioso e solido, in quanto non è sopraffatto dal dolore e dalla sofferenza e desidera affrontare le difficoltà proprie e altrui;
- caratterizzato dalla dedizione, ovvero dal desiderio di prestare aiuto, supporto per affrontare e alleviare la sofferenza (Petrocchi e Baldi, 2023).
Un altro concetto importante della CFT è quello dei “Sé multipli” presenti in ogni persona: si tratta di diverse parti di noi ognuna delle quali pensa, sente, ha desideri e si comporta in determinati modi; esistono il Sé ansioso, il Sé pauroso, il Sé triste…. Anche il Sé Compassionevole rappresenta una di queste personalità che, come abbiamo visto, va coltivata e che, rapportandosi con gli altri Sé interni in maniera compassionevole, favorisce l’armonizzazione di queste diverse parti di noi. La CFT favorisce tale processo, in particolare, con l’utilizzo di tecniche teatrali, attraverso la visualizzazione e l’immaginazione.
Conclusioni
Sviluppare e potenziare la Compassion non significa eliminare la nostra parte Genitoriale critica interna, bensì imparare ad accoglierla e a trattarla con gentilezza. Infatti, è proprio come esito di questa accoglienza, che può divenire più “morbida”, meno rigida e disfunzionale.
L’attivazione della Compassion va allenata: l’amorevolezza interiore richiede di essere esercitata in modo intenzionale, così da poter essere attivata in maniera sempre maggiore e automatica.
La Compassion, oltre ad essere autodiretta, ci porta a mostrarci amorevoli nei confronti degli altri e ad accogliere l’amorevolezza e le cure degli altri nei nostri confronti, permettendoci di sviluppare relazioni di intimità, fiducia e accoglienza con noi stessi e con le altre persone.
Bibliografia
Berne, E. (1976). Analisi Transazionale e psicoterapia. Roma: Astrolabio.
“Compassione”. Def. Treccani – Sinonimi e Contrari (2003) (consultato il 22/01/2024).
Gilbert, P. (2012). La terapia focalizzata sulla compassione. Caratteristiche distintive. Milano: FrancoAngeli.
Gilbert, P. (2017). Compassion: definitions and controversies, in P. Gilbert (Ed), Compassion: concepts, research and applications (pp. 3-15). London: Routledge.
Gilbert, P. e Choden (2019). Mindful Compassion. Roma: Giovanni Fioriti Editore.
Gilbert, P. e Simos, G. (2023) (a cura di). Compassion Focused Therapy – Guida Pratica alle Applicazioni Cliniche. Trento: Erickson.
Paiaro, G. (2022a). I 3 sistemi motivazionali di base, dal Corso online Amorevolezza interiore, marzo 2022.
Paiaro, G. (2022b). Tipologie di squilibrio dei 3 sistemi, dal Corso online Amorevolezza interiore, marzo 2022.
Paiaro, G. (2022c). Il potenziamento del sistema di amorevolezza interna, dal Corso online Amorevolezza interiore, marzo 2022.
Petrocchi, N. (2023). Slides e Libretto del partecipante dal Corso online Compassion Focused Therapy – Training Di 1° Livello, e-learning community FCP – Formazione Continua in Psicologia, ottobre 2023.
Petrocchi, N. e Baldi, B. (2023). Libretto del partecipante. Intensivo Compassion Mind Training, Roma, 30 giugno – 1, 2 luglio 2023.
Sitografia
https://www.compassionatemind.co.uk/
https://www.compassionatemind.it/
https://formazionecontinuainpsicologia.it/cft-terapia-basata-sulla-compassione/
Dott.ssa Claudia Cioffi
Psicologa e Psicoterapeuta Analitico Transazionale
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