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Crisi come opportunità di cambiamento

Ristrutturazioni identitarie in fieri

Image by Markus Winkler on Pexels.com


La nostra vita fatta di routine ci rassicura e ci fa sentire coccolati dalle ritualità e dalla ripetizione di azioni e comportamenti. È il nostro “posto al sicuro”, la nostra zona di comfort, in cui possiamo sentirci rilassati e tranquilli. Quello che accade lo diamo per scontato e questo ci dà la percezione di avere un controllo sugli eventi, facendoci dimenticare che in realtà, nella vita, niente è del tutto prevedibile e sicuro.

Questa routine ci serve comunque per vivere la vita giorno per giorno con serenità e senza eccessive preoccupazioni, godendo dei piccoli “fuori programma” che possono presentarsi nella giornata e che la rendono sempre un po’ diversa da tutte le altre. Sì, perché, a ben guardare, quello che ci sembra sempre uguale a se stesso, gli stessi tragitti ripetuti ogni giorno, le stesse azioni per prepararci prima di andare a lavorare, fare colazione…, in realtà è ogni giorno un po’ diverso e noi siamo un po’ diversi ogni volta che ripetiamo certi gesti: è diverso il nostro stato d’animo, notiamo particolari diversi quando percorriamo lo stesso tragitto quotidiano, incontriamo persone diverse… Il cambiamento e l’imprevisto e imprevedibile sono presenti in tanti piccoli modi durante le nostre giornate.

Questi piccoli cambiamenti progressivi e a volte microscopici, con il tempo ci trasformano e trasformano le persone che ci stanno attorno, gli ambienti e le situazioni. Con il passare del tempo alcune situazioni e persone le perdiamo, quelle stesse che una volta davamo per scontate; questi cambiamenti quotidiani, tutte le situazioni nuove che ci troviamo a vivere, trasformano anche noi con il passare delle stagioni e degli anni. Nulla rimane permanente e immutabile, siamo tutti dentro al flusso continuo e inarrestabile del tempo e delle trasformazioni.

Il film “Perfect day” del regista Wim Wenders rappresenta in modo emblematico tutto questo: una routine che rassicura e piccoli eventi imprevedibili quotidiani che permettono di vivere situazioni nuove che ci trasformano e ci emozionano, in positivo o in negativo.


Quando il cambiamento diventa inevitabile

Questa routine è talmente rassicurante che alcune persone tendono ad aggrapparsi ad essa caparbiamente e non se ne vogliono separare, anche a costo di trascinare situazioni ormai prive di energia e di emozioni positive. Individui che non vogliono separarsi dalla propria casa, nonostante si dimostri inadeguata alle esigenze contingenti, o ancora che non si vogliono separare da un gruppo di amici, nonostante offra ormai ben pochi stimoli e momenti di divertimento. Spesso in queste routine rientrano anche le relazioni affettive, quando vengono portate avanti nel tempo, nonostante si siano spente o nonostante siano solo fonte di dolore. Quel legame che si conosce così bene, seppure cominci a stare stretto, rassicura e permette di evitare l’angoscia di ritrovarsi soli, a ricominciare una nuova vita. Sì, perché affrontare i cambiamenti richiede energia e motivazione, richiede la capacità e la volontà di riadattarsi.

Ma quando si continua a portare avanti la vita di sempre, nonostante ci sia qualcosa che non va, solitamente prima o poi qualcosa succede che manda tutto all’aria. Perché gli equilibri che si tengono in piedi per inerzia sono, prima o poi, destinati a rompersi.

In altri casi il cambiamento sopravviene, inevitabile, a causa di fattori esterni che ci troviamo a subire, che intervengono a modificare la situazione. Possiamo ritrovarci a vivere un momento critico quando scopriamo di avere una malattia, oppure quando si ammala una persona cara, o, ancora, quando viviamo un lutto per la morte di una persona importante, o la fine di una relazione. Le conseguenze immediate spesso sono la disperazione, il dolore e la sofferenza. Quello che poco prima davamo per scontato, pensando che sarebbe stato sempre presente, improvvisamente lo perdiamo e dobbiamo fare i conti con un senso di precarietà delle relazioni e della vita, che ci porta a mettere in discussione tutto, i nostri valori e le nostre certezze.


Crisi come stimolo per una crescita personale

Durante le crisi e come conseguenza di esse, si determina una modificazione del valore attribuito al tempo: tendiamo a vivere di più nel presente, nel qui e ora, invece di essere sempre proiettati verso il futuro, come facciamo di solito. I momenti di crisi, soprattutto quando sopravvengono a causa di accadimenti esterni inevitabili, ci fanno capire quanto il tempo sia prezioso e quanto ciò che abbiamo non vada dato per scontato. Inoltre, tutte le emozioni forti e negative che viviamo durante eventi o situazioni critiche, possono favorire e facilitare un cambiamento positivo verso la crescita e l’evoluzione. I momenti critici, infatti, difficilmente ci lasciano uguali a prima: ci sconquassano e ci mettono a dura prova, ma ci conducono solitamente verso un nuovo equilibrio, più sano e fatto di serenità.

Spesso si rafforzano i legami e si esce fuori da dinamiche disfunzionali caratterizzate da giochi psicologici che portano solo vantaggi fittizi e un senso di disagio. Le relazioni si stringono e diventano più autentiche, perché tutto acquisisce un valore diverso. Le piccole vendette quotidiane perdono di senso e ci si rapporta agli altri e, in particolare, alle persone care con maggiore intimità e autenticità.

È importante considerare inoltre che i momenti di cambiamento e di crisi sono fisiologici e “democratici”, perché tutti li sperimentiamo nel corso della vita. Lo ha ben teorizzato Erikson (1982) con la sua teoria dello sviluppo psicosociale. Per Erikson il cambiamento evolutivo avviene lungo tutto l’arco della vita; in particolare, sono otto le fasi di sviluppo da lui individuate e che si susseguono durante il corso della vita. In ciascuna fase, gli individui affrontano un compito evolutivo unico, che comporta una crisi psicologica da risolvere. Ognuna di queste crisi si caratterizza per un conflitto, che può rappresentare un punto di svolta: se l’individuo riesce a risolvere positivamente questo conflitto, può passare alla tappa successiva con un’identità personale integra e un senso di benessere interiore. Pertanto, le sfide affrontate in ciascuna fase influenzano la nostra crescita, la nostra identità e il nostro benessere emotivo.

Sulla stessa linea, Maria Teresa Romanini (1988), nell’ambito della teoria Analitico Transazionale, parla dell’importanza delle crisi epigenetiche per la crescita psichica umana; tali crisi fisiologiche, che tutti affrontiamo nella vita, ci consentono di evolvere al di là del nostro copione, al di là degli schemi ripetitivi di emozione, pensiero e comportamento che portiamo avanti. Questi momenti di crisi si determinano, in particolare, in periodi specifici della nostra esistenza, quali l’adolescenza, o nel passaggio alla mezza età: momenti della vita che possono essere affrontati con un cambiamento per arrivare ad una identità più complessa ed evoluta, ovvero, in altri casi, possono portare ad un rinforzo del proprio copione e quindi dei propri pensieri, emozioni e comportamenti disfunzionali e ripetitivi. Le ridefinizioni della nostra identità che si susseguono nel tempo, infatti, si determinano quando decidiamo di correre il rischio di sperimentare nuove opzioni di emozione, pensiero e comportamento, per procedere sempre di più verso una vita in autonomia, espandendo il nostro copione di vita. Crisi, quindi, come passaggi evolutivi fondamentali che rappresentano un’opportunità per una ristrutturazione di sé e della propria identità e che ci rendono sempre più capaci di prenderci cura dei nostri bisogni esistenziali, che inevitabilmente cambiano nel corso della nostra vita.


Nella stanza di terapia

Per esemplificare quanto suddetto, parlerò brevemente di Andrea, un cliente che seguo in terapia e che, ad un certo punto del suo percorso psicoterapeutico, parla della malattia della madre, da poco diagnosticata. Si tratta di una malattia molto grave.

L’impatto della madre con la malattia è stato molto duro e ha messo a dura prova tutta la sua famiglia. Sarà necessario intraprendere innanzitutto un processo diagnostico con numerose visite presso centri specializzati ubicati in grandi città, lontane dal piccolo paese di residenza.

Andrea supporta la madre in questa fase, sia concretamente, organizzando gli spostamenti e accompagnandola alle visite, sia dal punto di vista emotivo. Non è facile per lui affrontare questa situazione critica. Lui che ha sempre avuto con la madre un legame forte, ma caratterizzato da sentimenti ambivalenti; un rapporto, il loro, fatto prevalentemente di battibecchi e dove la rabbia è stata sempre l’emozione prevalente. Andrea si è sentito sempre sotto giudizio e valutato severamente dalla madre, continuamente critica e svalutante.

La malattia però la ammorbidisce. Una volta accolta ed elaborata la diagnosi, inizia a mostrarsi più premurosa con il figlio, inizia ad esprimere emozioni di affetto e tenerezza. Si mostra più attenta a lui e mostra apprezzamento e orgoglio nei suoi confronti, per tutto quello che ha ottenuto dal punto di vista personale e professionale. Lei che l’aveva sempre sminuito, comincia ad entrare in intimità con lui, uscendo fuori dal suo copione, da quei comportamenti che prima erano l’unico modo di relazionarsi che conosceva con Andrea.


Conclusioni

Tutti noi nutriamo la speranza di una vita lineare, fatta di momenti sereni, di benessere e di gioia. Tuttavia, ogni persona, inevitabilmente, nella propria vita, si trova a vivere dei momenti di crisi e di cambiamento che spesso si accompagnano ad emozioni e a stati d’animo di forte dolore, angoscia, paura o senso di solitudine, emozioni che non si vorrebbero sentire e vissuti dai quali si vorrebbe scappare, che si vorrebbero evitare, ma che richiedono di essere accolti e sentiti fino in fondo per essere superati.

E solo quando questi momenti bui vengono attraversati con tutto lo sconvolgimento che comportano, gradualmente, giorno dopo giorno, possono essere lasciati andare per far posto alla luce, finendo per rivelarsi particolarmente preziosi per la nostra evoluzione e per la nostra crescita personale.


Bibliografia

Erikson, E.H. (1982). I cicli della vita. Continuità e mutamenti. Roma: Armando editore.
Romanini, M.T. (1988). Un contratto per ogni età della vita, in Romanini M.T., Costruirsi persona. Milano: La Vita Felice.
Romanini M.T. (1991). Io Reale, in Romanini M.T., Costruirsi Persona. Milano: La Vita Felice.
Romanini M.T. (1999). Costruirsi persona. Milano: La Vita Felice.


Dott.ssa Claudia Cioffi Autrice presso La Mente Pensante Magazine
Dott.ssa Claudia Cioffi
Psicologa e Psicoterapeuta Analitico Transazionale
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