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Disorientamento post laurea: cosa fare?

Affacciarsi nel mondo dopo anni di studio


Quanto è facile ritrovarsi in uno stato di totale disorientamento non appena termina il percorso universitario?
Capita a molti di essere colti all’improvviso dalla paura di un profondo cambiamento, dopo la quotidianità di anni caratterizzati dal ritmo frenetico di lezioni, esami, amicizie e condivisioni varie.

Come si può affrontare un disorientamento post laurea che minaccia le insicurezze e il terrore di un fallimento, perché non si sa cosa fare, come agire, come cercare un lavoro?


La paura del cambiamento

La parola cambiamento con tutte le sue sfumature porta con sé sensazioni contrastanti: un vortice di sorprese, stravolgimenti e dinamiche nuove. È facile sentirsi completamenti disorientati nel momento in cui ci troviamo di fronte ad un mutamento sostanziale nella nostra vita.

Questo succede quando termina un lungo percorso. L’esempio concreto è la sensazione immediatamente successiva all’euforia della conclusione dell’università, ovvero un repentino stato di confusione e timore.

Spesso gli anni universitari sono considerati una vera e propria palestra, se non un campo di battaglia, in cui dover fare a pugni con esami, professori, ma soprattutto con sé stessi, le proprie insicurezze e i propri limiti.

Eppure, per un certo numero di anni, l’università diventa una comfort zone, qualcosa che si conosce e si può affrontare. E, quindi, nel momento in cui il tanto atteso traguardo arriva e il percorso universitario giunge alla sua conclusione, ci si trova catapultati in una realtà nuova, quella immediatamente successiva: il nulla.


Disorientamento post laurea: il confronto con gli altri

Sei fermo, dopo anni di corse, frenesia, paure, successi, momenti che ti hanno messo completamente in movimento, adesso sei fermo.

E tutte le prospettive che avevi immaginato, lo spirito motivazionale che nei mesi precedenti ti avevano caricato per il futuro vengono meno, anzi spariscono del tutto e non sai cosa fare.

Ti senti disorientato, non sai cosa devi fare, dove devi cercare, cosa vuoi fare nell’immediato. Hai la sensazione che il tempo sia in una gara di velocità fortissima e tu non riesci a prenderne parte.

Ti guardi attorno e ti sembra che tutti gli altri siano esattamente dove devono essere, ma tu no. È così facile guardare gli altri e sminuire sé stessi, non riuscendo a guardare, però, la concretezza dei fatti: sei appena uscito dalla tua comfort zone, respira, prendi contatto con il mondo e celebra quello che hai.

Fermati un attimo e respira.


Ricordati dove sei arrivato e da dove sei partito

Il grande cambiamento è trovarsi in una situazione nuova in cui si è chiamati a definire sé stessi e questo fa paura, perché bisogna fare i conti con i propri desideri e le difficoltà che essi portano con sé.

Immettersi nel panorama del lavoro, soprattutto in periodi complicati come il difficile momento storico che l’intera umanità sta vivendo, diventa un’incognita ancora maggiore e senti il peso del fallimento già vicino.

In realtà, invece di pensare troppo al futuro, dovresti innanzitutto concentrarti sul momento presente. Pensaci: hai appena concluso il percorso universitario, sei nel momento ideale in cui poter allentare un po’ la corda e prenderti del tempo per te, facendo tutto quello che in questi anni non hai potuto realizzare. Banalmente, quest’anno puoi trascorrere le semplici vacanze di Natale senza lo stress di una sessione imminente.


Le cause del disorientamento: perdita del controllo

La verità è che tu sull’università puoi avere un certo controllo – sebbene, spesso, si possa incorrere in difficoltà oggettive -, ma su quello che viene dopo no: dipendi dalla concorrenza con altre persone, da mille candidature, dalle scelte altrui e, anche, da una tua iniziale impossibilità di decidere cosa voler fare.

Quindi, il problema più grande, ciò che scatena la paura del cambiamento vera e propria, può essere tradotto proprio nella mancanza di un possibile controllo da parte tua su tutto ciò che ti circonda, perché dipende da altri fattori. E, allora, ogni cosa diventa insormontabile e ti senti sconfitto già in partenza.

Ti rivedi in tutto questo o, almeno, in qualche in parte di quanto scritto in queste righe? Io credo di si, perché è una sensazione fin troppo comune e, se in questo articolo è traslata nel mondo universitario, in realtà si può ritrovare in tante altre situazioni.


Come affrontare questo senso di disorientamento post laurea?

Quale potrebbe essere una soluzione per poter affrontare tale disorientamento?

Abbracciare il cambiamento. Andare incontro al cambiamento, non osteggiarlo, ma accoglierlo. Comprenderlo come l’inizio di un qualcosa di nuovo e formativo per la crescita come individui, individui che si mettono in gioco in un nuovo panorama di vita.

Non sono semplici parole o frasi motivazionali, c’è concretezza in quanto sto scrivendo. Nel momento in cui viene modificato il modo in cui ci si pone dinanzi ad un qualsiasi problema – come può essere, in questo caso, la fine di qualcosa e il conseguente cambiamento – l’affrontare e il recepire le novità acquisisce un colorito diverso e il futuro diventa un po’ più chiaro.

Probabilmente, spesso, si è vittime di un pessimismo generale che tende ad oscurare la naturalezza delle situazioni come, appunto, la fine di un percorso e l’inizio di un altro, o semplicemente quel momento intermedio che si trova tra queste due fasi. Un po’ è la società che porta ad essere disillusi a tratti, sconfitti già in partenza.

Cambiare approccio nei confronti del cambiamento

Una possibile risoluzione potrebbe cercare di porsi in maniera differente nei confronti del cambiamento, forse un po’ abbandonandosi ad esso, come se le onde del mare cullassero un vortice di avvenimenti.

Forse senza cercare, per l’ennesima volta, di programmare, organizzare, meditare su un determinato aspetto che non risulta immediato…ecco che si potrebbe provare ad abbandonarsi un po’ all’eventualità che il momento in cui ci si trova adesso, con tutta la staticità del caso, è destinato ad esserci ed è giusto che ci sia.

Perché è importante fermarsi un attimo e respirare. Prendere coscienza della propria situazione attuale e fermarsi. Non c’è niente che fugga via, sei nel tuo tempo e, nel momento in cui te ne rendi conto, riesci a domare questo tempo, senza doverti torturare su quello che può essere e quello che non può essere.


Cristina Distefano Autrice presso La Mente Pensante Magazine
Cristina Distefano
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