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Domande che trasformano il pensiero

Interrogare l’intelligenza

Image by Ann H on Pexels.com


Nell’era di internet e dell’intelligenza artificiale, siamo ancora in grado di porci domande significative? Sugata Mitra, il geniale professore indiano di tecnologia didattica, ci sprona a riflettere sul valore intrinseco delle domande:

In un’epoca in cui la tecnologia ci fornisce un flusso incessante di informazioni, la capacità di formulare le domande giuste diventa la nostra arma vincente.

“Il pensiero critico ha radici nelle domande,” sostiene W. Berger, e ogni domanda è come un raggio di luce che illumina nuovi orizzonti.

Dai recenti studi neuroscientifici emergono interessanti risvolti: sembra che il semplice atto di porsi una domanda attivi le regioni cerebrali legate al pensiero creativo.


Non facciamo abbastanza domande, perché?

Fare domande è un istinto naturale, a giudicare da come vengono spontanee ai bambini, almeno fino ad una certa età.
Col passare del tempo, prima a scuola e poi a lavoro, smettiamo di essere incoraggiati nel fare domande e ne perdiamo l’abitudine.

Chi sono i “nemici delle domande”, che ci trattengono dal dare sfogo alla curiosità?

Primo tra tutti la paura del giudizio, che porta tante frasi a girarci in testa del tipo “e se faccio una domanda stupida?” “e se chiedo qualcosa che dovrei sapere” “penseranno tutti che sono incompetente, farò una pessima figura!”

Dal lato opposto, un altro freno potrebbe essere la troppa sicurezza di sapere. Spesso la nostra conoscenza diventa una trappola, quando ci affidiamo solo a ciò che già sappiamo, smettendo di ampliare le nostre prospettive. Non c’è spazio per dubbio e per ascolto quando siamo certi di sapere già tutto.

I famosi BIAS, preconcetti che ci impediscono di fare domande, poiché crediamo di possedere già la verità.

E poi c’è il problema del tempo: in un’epoca in cui siamo spinti freneticamente al “fare”, chi si ferma a riflettere? Non c’è tempo per fare domande quando si è abituati a cercare direttamente la soluzione. Paradossalmente la spinta all’efficienza che ci frena dal domandare potrebbe portarci al risultato opposto: quando non ci prendiamo il tempo necessario per porre domande, rischiamo di imboccare strade errate che richiedono correzioni o rilavorazioni in seguito.


Un’arma segreta per decidere meglio

Prendere decisioni è un compito difficile, reso ancora più duro da alcuni elementi:

  • c’è il “bias dello status quo” che ci spinge a non cambiare “il vecchio” per “il nuovo”,
  • c’è il rischio di chiudersi nella bolla della “echo chamber” che ci culla con opinioni uguali alle nostre,
  • c’è la tendenza a ragionare basandosi su preconcetti o su informazioni parziali.

In tutto questo le domande possono essere un valido alleato per prendere decisioni migliori.

Cosa è cruciale chiedersi?

1. Da dove nascono le mie convinzioni? Cercare l’origine delle convinzioni permette di mettere a nudo i presupposti e, di conseguenza, poter valutare se sono oggettivi e/o se sono ancora validi. Spesso le convinzioni nascono da esperienze passate, se il contesto fosse cambiato potrebbero non essere più valide.

2. Ho tutte le informazioni? Cosa mi sfugge? Manca qualche dato? È troppo semplice prendere decisioni sulla base di informazioni parziali. Ignorare un dato può portare ad una criticità inaspettata.

3. Quale è la tesi opposta alla mia? Su cosa è basata? Quando siamo convinti di una cosa, spesso non prendiamo neppure in esame la tesi opposta. Comprendere il punto di vista contrario al nostro, ascoltare e capirne la genesi ci aiuta ad avere un quadro completo.


3. Le domande per connetterci

Un ulteriore super-potere delle domande è quello di facilitare la connessione tra le persone.
Quando riusciamo ad andare oltre il “come stai?”, mostrando un interesse genuino e una curiosità senza giudizio pronta all’ascolto, le persone ci aprono le porte della loro fiducia.

Ponendo le giuste domande non solo possiamo conoscerci meglio, ma possiamo anche aiutare gli altri a ragionare in modo diverso, vedere le cose da un’altra prospettiva e trovare risposte alle proprie sfide.

Nelle organizzazioni, le domande facilitano la connessione persona/persona, migliorando la collaborazione, e promuovono la crescita del gruppo attraverso la libera circolazione delle idee.

In un mondo che avanza rapidamente, le domande diventano la nostra bussola, la chiave per sbloccare la creatività, il ponte per connetterci agli altri e il motore dell’apprendimento continuo. Siamo ancora in grado di porci domande significative? La risposta è nelle domande che scegliamo di fare.

E adesso, chiudiamo il sipario con la filosofia di Warren Berger sulle domande che fanno brillare la mente, quelle che:

  1. Sfidano i presupposti.
  2. Cambiano il punto di vista.
  3. Considerano la tesi opposta.

Cosa aggiungeresti? Quali le domande che preferisci fare o ricevere?


Bibliografia

Il libro delle domande brillanti” – W. Berger


Simona Bargiacchi Autrice presso La Mente Pensante Magazine
Simona Bargiacchi
Internal Communication & University Relations Manager
Bio | Articoli | Video Intervista AIPP Marzo 2024
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