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Neuromagia: cos’è l’Effetto Priming

Cosa succede nelle performance degli illusionisti


Gli umani dedicano la loro vita a ripetere cose, gesti e comportamenti che chiamano abitudini. – Luis Sepulveda

Ecco un tema a me molto caro che ho affrontato durante la mia esperienza come speaker quando sono stato invitato a parlare sul palco del TEDx.

Gustav Khun dell’università di Durham, ha tracciato i movimenti oculari di trentotto studenti mentre visionavano video sull’illusionismo.

Nel video un prestigiatore lanciava una pallina per più volte per poi riafferrarla con la stessa mano. Al terzo lancio, la pallina svanì nel nulla, lasciando sbalorditi tutti gli spettatori.

Nella review “Scienza della Magia; Una Revisione della Letteratura Sull’Antico Dialogo e le Nuove Sinergie fra Illusionismo e Psicologia” (Clerici, Casey e Albati 2016) leggiamo a proposito del gioco con la pallina:

Esperimenti moderni basati sul tracciamento dei movimenti oculari degli osservatori (Kuhn, Land 2006) hanno mostrato come questi non fissino il luogo dove la palla è immaginata sparire ma l’ultimo punto di osservazione era molto più vicino alla mano del mago di quanto avessero previsto. Tale fatto suggerisce che il sistema che regola il movimento oculare non rimane ingannato dall’illusione. Si presume che l’effetto illusorio sia causato da un implicito ridirezionamento del punto focale dell’attenzione nella posizione dove si prevede che si trovi la palla. Questo fenomeno risulta fortemente influenzato dallo sguardo del mago che risulta potente stimolo sociale in grado di indirizzare lo sguardo degli spettatori verso una zona di interesse.

Questo è possibile grazie tramite attenzione congiunta (Kuhn e Land 2006, Kuhn et al. 2009), di cui parleremo nei successivi articoli dedicati ai processi attentivi.

Il priming, dal verbo inglese “to prime” (preparare, attivare) non è ancora stato definito in modo univoco.

Molto genericamente, si potrebbe definire come un fenomeno che basato sull’influenza di uno stimolo su un altro, generando un miglioramento di prestazione in termini di rapidità e accuratezza della risposta.

McNamara (2005) lo definisce come un «miglioramento nella prestazione di un compito visivo o cognitivo, relativo ad una baseline appropriata, prodotto dal contesto o da un’esperienza precedente».

Secondo Anolli e Legrenzi (2012), invece, il priming viene definito come «un meccanismo di regolazione in base al quale l’elaborazione precedente delle informazioni influenza l’elaborazione delle informazioni successive».

Il priming è stato anche definito come un particolare tipo di memoria implicita frutto dall’esposizione precedente a stimoli simili o identici.

Nel caso del video della sparizione, è più probabile vedere la sparizione di questa se abbiamo assistito, in precedenza, ad altri lanci, creando nella nostra mente una vivida immagine della pallina in aria.

Negli anni, esperimenti in laboratorio hanno mostrato come noi veniamo influenzati nelle nostre risposte nel momento in cui veniamo precedentemente esposti ad altri stimoli.

Tra questi, nei test sono stati utilizzati: serie specifiche di parole, test matematici, scritte lampeggianti sul computer e cartoni animati contenenti pubblicità di specifici prodotti.

Tra le varie risposte misurate, invece, vennero prese in considerazione: la velocità con i soggetti si dirigevano verso l’ascensore dopo l’esposizione allo stimolo, l’incremento dei risultati in test con domande specifiche, il desiderio di tè freddo e il consumo di crackers durante la visione di uno spot.

Nel libro “In un batter di ciglia. Il potere del pensiero intuitivo” di Malcolm Gladwell, giornalista e sociologo canadese, si legge che l’effetto durava poco ma la differenza era evidente.

Come abbiamo visto con l’esperimento di Khun con la pallina, il priming, oltre agli esperimenti in laboratorio, è presente nella nostra vita di tutti i giorni.

Un interessante studio condotto in Arizona nel 2000 ha dimostrato come il voto elettorale possa essere condizionato dall’ubicazione del seggio elettorale.

Si osservò che se il seggio si fosse trovato in una scuola, avevano più probabilità di essere votati quei candidati che avevano inserito una proposta di maggiori finanziamenti alle scuole all’interno del loro programma elettorale.


L’Effetto Priming e la cronaca

Lo stesso Khun, racconta di come il collega Peter Tse, neuroscienziato del Dartmouth College, fosse stato chiamato in qualità di esperto di processi percettivi durante un caso di omicidio colposo in cui il priming ebbe un ruolo determinante.

Nel Vermount, un ragazzo ventunenne e il fratello erano impegnati in una battuta di caccia, quando il maggiore dei due uccise un uomo scambiandolo per un orso.

Poche ore prima, infatti, l’altro fratello era riuscito a uccidere un orso, creando una distorsione percettiva nel ventunenne che, quando vide la vittima muoversi tra i cespugli e senza il gilet catarifrangente ad altà visibilità, sparò uccidendola sul colpo.

Secondo Tse, la capacità critica del ragazzo di percepire un falso allarme era stata abbassata dalla visione dell’uccisione di un orso da parte del fratello.

Anche la cronaca nera italiana è sfortunatamente ricca di casi analoghi, che rientrano della teoria della detezione del segnale o teoria di rilevamento del segnale (Signal Detection Theory), una tecnica nata per aiutare gli operatori radar inglesi a decidere quando far decollare i caccia per fronteggiare reali attacchi bombardieri tedeschi evitando falsi allarmi che portavano a sprechi di carburante, errori definiti di omissione che potevano portare ad attacchi diretti al cuore di Londra.

Oggi, viene usata dagli psicologi ogni qualvolta si trovano a misurare il modo con cui un soggetto prende le decisioni in condizioni di incertezza (per esempio: sulla valutazione della distanza in caso di nebbia).

Nel caso del cacciatore, la sua convinzione e determinazione nell’uccidere un orso lo portò in uno stato d’animo impulsivo, con una errata gestione dell’inevitabile tensione tra falsi allarmi e omissioni.

Un caso analogo, studiato da Keith Payne dell’università del North Carolina a Chapel Hill, ha mostrato come priming, tempi di reazione e sistemi di credenze siano legati anche a pregiudizi (razziali, di genere o altro).

In uno studio ha rilevato come i soggetti americani collegassero più facilmente gli individui di pelle nera ai fucili e i bianchi a degli arnesi.

A New York, nel 1999, uno studente africano di nome Amadou Diallo venne ucciso dalla polizia con 41 colpi di pistola perché nel momento di identificazione da parte della polizia (NYPD), si era infilato una mano in tasca con l’intento di estrarre il portafogli.

Nel suo paese d’origine, davanti alla polizia viene estratto il portafogli per mostrare i documenti. Lo stato d’animo di allerta e di pronta risposta in unione alle distorsioni cognitive degli agenti, li portarono a interpretare questo gesto come una minaccia.

Alcuni sostennero persino di aver visto l’arma tra le mani del giovane anziché un portafogli. Gli agenti furono tutti assolti.

Per sapere di più su questa storia incredibile su molto altro legato all’effetto priming vi rimando al video del mio speech per TEDxUniversitàIULM.


Bibliografia

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CLERICI C.A., CASEY L., ALBASI L., “B10. Anticipo percettivo” in “Scienza della magia; una revisione della letteratura sull’antico dialogo e nuove sinergie fra illusionismo e psicologia“, Psichiatria e Psicoterapia, n. 3, 2016, p. 83
CLERICI C.A., CASEY L., ALBASI L, “B4. Sguardo del prestigiatore, comunicazione non verbale e mimica facciale”, in “Scienza della magia; una revisione della letteratura sull’antico dialogo e nuove sinergie fra illusionismo e psicologia“, Psichiatria e Psicoterapia, n. 3, 2016, pp. 78-79
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Edoardo Ares Autore presso La Mente Pensante Magazine
Edoardo Ares
Formatore Aziendale | Esperto di Processi Percettivi | TEDx Speaker
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