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Elogio alla Noia

Guarda un punto fisso che ti passa


Il mio primo articolo scritto per questo magazine digitale è stato un elogio alla tristezza, oggi voglio invece porre l’accento su un altro sentimento spesso evitato, ovvero la noia.


Guarda un punto fisso

Quando i miei figli erano piccoli talvolta mi dicevano “Uff, mamma, non so che fare, mi annoio!” e io puntualmente davo una risposta che li faceva arrabbiare un sacco. “Beh, se ti annoi guarda un punto fisso sul muro, prima o poi qualcosa ti verrà in mente”.

Ma perché, vi starete chiedendo, dare una risposta così assurda? Perché volevo che sfruttassero la loro intelligenza per uscire dall’impasse, volevo veder girare le rotelle nel loro cervello, volevo che ci arrivassero da soli.


Stimoliamo la creatività

Dalla noia nascono le idee.

Vedo ancora oggi genitori che si affannano ad occupare ogni singolo minuto della vita dei propri figli: alle 13 pranzo, alle 14 pianoforte, alle 16 pallavolo, alle 18 basket e alle 20, con un po’ di fortuna, tornano a casa. Ma perché?

Sono una forte sostenitrice del far partecipare il più possibile i ragazzi ad attività sportive e, in generale, a farli stare con i loro coetanei, però… se programmano tutto i genitori, i figli come sviluppano la creatività? Come imparano ad annoiarsi e ad affrontare questo sentimento con le loro forze?

Per alcuni la creatività è innata, per altri va incentivata e supportata.

Mi viene in mente la mia nipotina Giulia: 12 anni di argento vivo, guai a tenerla ferma e una creatività impressionante.

Nessuno le ha insegnato come essere creativa, nessuno le ha programmato le giornate, non ce n’è mai stato bisogno. Lei crea dal nulla, con tre ingredienti in croce ti fa una torta, con due colori e qualche foglio di carta costruisce delle girandole…Ma non siamo tutti così, ognuno ha le sue predisposizioni e attitudini, che vanno coltivate e nutrite.


Definizioni di noia

Spesso alla noia è associata una connotazione negativa, ma negli anni molti filosofi e scienziati hanno elaborato definizioni che la rendono un sentimento positivo, quasi maieutico.

Vediamo insieme un esempio di entrambe le versioni:

  • Blaise Pascal, matematico e filosofo francese, ne “I Pensieri” sostiene che la noia sia positiva, perché consente di uscire dalla ricerca ossessiva del divertissement, inteso come stordimento di sé, come tendenza a non voler pensare, a fuggire dalla realtà per non affrontare le complessità che la popolano. L’eccesso di divertimento porta appunto alla noia e la noia ci obbliga ad una riflessione interiore
  • Sǿren Kierkegaard, filosofo danese, nel “Diario di un seduttore” afferma che la noia metta a nudo la pochezza e la ripetitività del non scegliere. Il suo seduttore sceglie di non scegliere e proprio a causa di ciò subisce la noia anziché agirla.

Utilità della noia: “l’occasione” della pandemia

La pandemia da Covid 19, che pare stia finalmente volgendo al termine, ha costretto una quantità esorbitante di persone a restare chiuse in casa.

Per alcuni purtroppo ha inasprito una convivenza già difficile, ma per molti è stata un’occasione per riscoprire la vicinanza tra i componenti del nucleo famigliare (la paura spesso avvicina), almeno inizialmente, ma ad un certo punto è subentrata la noia.

Non potersi recare al lavoro, non poter uscire, non poter incontrare nessuno è stato molto avvilente, ma è anche stata una situazione che ci ha obbligati a fermarci.

Noi, nel 2020 ci siamo dovuti fermare.

Il passare da ritmi talvolta estremamente frenetici ad una immobilità pressoché totale ci ha destabilizzati.

Provate a tornare con la memoria a quei mesi di lockdown: cosa avete escogitato per gestire la noia?

Personalmente ho avviato due attività per la prima volta: ho fatto volontariato per un’associazione del mio paese, andando a fare la spesa e consegnandola direttamente a domicilio a chi, per varie ragioni, non poteva provvedere in autonomia. Mi sono data alla pittura…beh…pittura è un po’ eccessivo, diciamo che ho provato a mettere a frutto ciò che avevo appreso in un breve corso a tema, conclusosi bruscamente proprio a causa della pandemia.

Ho DOVUTO fermarmi e pensare a cosa fare, a come impiegare il mio tempo nel modo più proficuo possibile, ma ho POTUTO dedicarmi a qualcosa che avrei sempre voluto fare, per cui mi erano mancate le occasioni.


Sconfiggere la noia …con i webinar

Ora che ci penso prima della pandemia non credo di aver praticamente mai sentito parlare di webinar. Sembra quasi blasfemo dire che la pandemia ci abbia dato l’occasione di riprenderci in mano il nostro tempo…però c’è un fondo di verità se ci pensiamo attentamente.

I corsi, spesso gratuiti, in quei primi mesi piovevano dal cielo, ce n’erano davvero per tutti i gusti.

Ricordo con particolare piacere il primo che ho seguito: si trattava di un percorso molto illuminante ideato da Luca Bozzato, CEO di In Consulting che, promuovendo il suo fantastico libro “Come usare VERAMENTE Linkedin” mi ha letteralmente catapultata nel social che all’epoca conoscevo in modo molto superficiale, consentendomi di apprendere segreti che ancora oggi mi sono di grande aiuto, sia nell’uso personale che in quello professionale di Linkedin.

La formazione si è reinventata: pur di non chiudere i battenti molte realtà si sono convertite inizialmente ad una modalità “full remote” per poi passare spesso a modalità “blended“, che alternano incontri in presenza a sessioni da remoto.

Quelle grigie giornate a volte interminabili acquistavano colore grazie all’opportunità di accrescere le proprie competenze  senza spostarsi da casa. Non da tutti, però, è stata vissuta come opportunità, c’è chi ha sofferto molto in quel periodo…


La noia nella pandemia: un pensiero agli anziani

Che dire degli anziani soli, di quelli con i figli lontani (o anche solamente in un paese vicino, ma non raggiungibile per le forti restrizioni)?

Qui la differenza l’ha fatta molto l’essere più o meno “nonni digitali“: coloro che sapevano usare i social network, fosse anche solo whatsapp e le sue videochiamate, hanno potuto trarre un po’ di calore da lunghe telefonate con figli e nipoti, ma per gli altri spesso alla noia si è affiancata una fortissima solitudine.

Se penso a chi viveva nelle strutture ospedaliere o nelle RSA… non ci sono parole per definire la tristezza di quei momenti.


La noia nella pandemia: la vita difficile di bambini e adolescenti

Personalmente ritengo che l’impatto maggiore l’abbiano avuto proprio loro: sia i bambini in età scolare e pre-scolare sia i ragazzi più grandi, ma che vivevano ancora con i genitori.

Quel tempo perduto non glielo restituirà nessuno.

Per un adulto di 30 o 40 anni è stato sicuramente impattante, ma vogliamo paragonare a chi ha vissuto il passaggio da scuola dell’infanzia a scuola elementare da remoto, senza di fatto poter socializzare in alcun modo con compagne e compagni? Oppure a chi ha sostenuto  l’esame di terza media collegato dalla propria camera? O ancora a chi ha festeggiato i 18 anni coi genitori, poiché in quei giorni si era in piena “zona rossa”?

Chiudete gli occhi e ritornate col pensiero a quel periodo: cosa provate?

Forse alcuni di voi ricorderanno di come hanno sconfitto la noia leggendo finalmente quella pila di libri impolverata, altri penseranno all’incubo di vivere in quattro in 50 metri quadrati, di cui magari due a lavorare da remoto e due a studiare, con la connessione altalenante.

Un proverbio di Vince Lombardi dice:

Non importa quante volte cadi, ma quante volte cadi e ti rialzi.

Qualcuno ha riscoperto una forza che non pensava di avere e si è alzato, più e più volte, ma alcuni la forza non l’avevano  o ancora non avevano imparato cosa fosse…la stavano costruendo nella relazione con i coetanei…e hanno faticato immensamente a rialzarsi.


Saper chiedere aiuto

Superare, o meglio, gestire la noia, ci può aiutare quindi anche a migliorare la nostra autostima, ci può rendere più forti, perché dirci ogni tanto “Caspita, però sono stata proprio brava!” fa bene al cuore e all’anima.

Un altro insegnamento da trarre è legato al saper chiedere aiuto: se parliamo di noia nella gestione del quotidiano è una cosa, se lo riferiamo ad un periodo prolungato può essere molto più difficile da affrontare, soprattutto da soli.

Non dobbiamo aver paura di affermare di non farcela da soli, di avere necessità di un supporto…Un altro valore aggiunto di quel periodo è forse stato proprio questo: molte più persone si sono aiutate a vicenda, molte hanno avuto il coraggio e la forza, qualora ciò non bastasse, di chiedere aiuto a specialisti in ambito psicologico, abbattendo un tabù ancora molto forte (“dagli psicologi ci vanno solo i pazzi o chi ha problemi gravi, io non ne ho mica bisogno!“).


E quindi?

In conclusione spero di non avervi annoiato … ma se anche fosse mi auguro sia stata una noia maieutica, che vi abbia fatto venir voglia di fare, di dire, di agire.

Una noia positiva insomma.

Evviva la noia!


Simona Battistella Autrice presso La Mente Pensante Magazine
Simona Battistella
HR Manager | Trainer
Bio | Articoli | AIIP Dicembre 2023
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