Elogio alla Tristezza
Un punto di vista “altro” su un sentimento poco apprezzato
“Ma come? Un elogio alla “tristezza”? vi starete chiedendo. Quando elogiamo qualcuno o qualcosa solitamente è per un aspetto positivo…ma la tristezza, cosa potrà mai esserci di positivo nella tristezza? Seguitemi, vi spiegherò il perché.
Un caso fortuito
Alcuni anni fa mi è capitato di guardare con i miei figli che allora avevano meno di dieci anni un cartone animato che ha segnato una svolta importante nel mio modo di vedere le cose. “Un cartone animato?”. Già, proprio così.
La pellicola in questione si chiama Inside Out (Pixar). Qualcuno tra voi forse la conosce e in questo momento vedo accendersi una luce nel vostro sguardo e abbozzare un sorriso sulle vostre labbra. Altri, forse la maggioranza, non l’hanno mai sentita nominare.
In questo cartone, in modo a mio parere geniale, si immagina cosa succede nella nostra testa quando ci emozioniamo, fin dalla primissima infanzia per arrivare agli arbori dell’adolescenza, con un confronto divertente e mai inopportuno con le emozioni che passano nella testa di un genitore o dell’altro. I protagonisti sono infatti le emozioni più ricorrenti che ci spingono all’azione o alla non-azione: gioia, paura, disgusto, rabbia…e tristezza, appunto.
“Allora perché non scrivere un elogio alla gioia?” vi chiederete.
Perché la gioia è un sentimento positivo agli occhi di tutti, pertanto non ha bisogno di un incoraggiamento.
Disgusto, Paura, e Tristezza: breve analisi delle emozioni
La tristezza spesso è interpretata e rappresentata come un sentimento da cui fuggire, da evitare , ma la pellicola, in un modo a tratti doloroso, ci mostra che in realtà grazie ad essa potremmo riuscire a superare alcuni momenti bui della nostra vita. Lo so, vi sta sembrando un controsenso: non voglio spoilerarvi l’intera trama del cartone, ma provo a spiegarmi con degli esempi.
Il disgusto: a prima vista non è un sentimento positivo, ma se ogni tanto non lo provassimo rischieremmo forse di mangiare, toccare, calpestare qualcosa di non opportuno. Sì, lo vedo, lo percepisco…state iniziando a comprendere.
La paura: pensare in anticipo a quali potrebbero essere i piccoli o grandi pericoli che incontriamo ogni giorno ci permette di “fare attenzione”, tanto che spesso diventa un automatismo.
La tristezza: quante volte ci è capitato nella nostra adolescenza o quando ci siamo così arrabbiati col nostro partner che…abbiamo mai pensato “basta, adesso me ne vado!”? Cosa ci ha trattenuto? Sì, proprio così, la tristezza. Il ripensare ai momenti belli trascorsi con la famiglia, il ricordare gli aspetti positivi del rapporto di coppia…ricordi forti, intensi ma velati da una profonda tristezza.
Salto nel buio
I grandi passi avanti, i salti nel buio, le svolte che hanno contraddistinto la nostra vita, a ben pensare, sono spesso fortemente legati a momenti di tristezza, momenti dolorosi, che ci hanno lasciato il segno, ma che ci hanno anche permesso di assaporare più intensamente la gioia che quel cambiamento ha portato con sé.
Sono piuttosto certa che molti di voi dissentiranno, altri si riconosceranno in quanto ho scritto, ma ciò che spero vivamente è di aver alimentato la nascita di nuove domande e riflessioni, i classici “però…non ci avevo pensato” o di aver scaturito qualche sano dibattito tra fratelli, all’interno della coppia, tra amici.
Una grande sfida
Ogni sentimento ci è stato dato per una ragione, la grande sfida è riuscire a raggiungere e mantenere un buon equilibrio tra le emozioni per godere appieno di ogni piccolo attimo, di ogni sensazione senza farci sopraffare, bensì in armonia e serenità.
Simona Battistella
HR Manager | Trainer
Bio | Articoli | AIIP Dicembre 2023
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