Il flusso delle emozioni positive e negative
Guardarle, ascoltarle, lasciarle andare per vivere in uno stato di benessere
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“Oggi mi sento emozionato”, “mamma mia che emozione”, sono alcune delle frasi che spesso diciamo in momenti della vita in cui il nostro cuore batte, la pelle del viso diventa rossa, ci sentiamo preda di qualcosa che non sappiamo controllare.
Questa vibrazione che ci scuote, a volte in modo positivo a volte in modo negativo, è causata dalle emozioni. Una parola che usiamo spesso, ma sappiamo realmente cosa sono?
La risposta più semplice e accademica che si delinea è che l’emozione è uno stato psicofisico soggettivo e spontanea che nasce da uno stimolo esterno o interno che provoca un disequilibrio nel corpo. Andando ancora più in profondità e giungendo alla radice etimologica della parola emozione, scopriamo che deriva dal latino emovere, che significa rimuovere, trasportare fuori, scuotere, dallo stato attuale.
Ma la cosa che più colpisce e allarga il pensiero offrendo lo spunto a una giusta osservazione riflessione è la sua radice emo: sangue. Come il sangue, infatti le emozioni devono fluire, scorrere, perché quando esse vengono trattenute, bloccate conducono ad uno stato di disagio che si riflette nel corpo, ma anche nella mente.
Che siano positive o negative, le emozioni hanno necessità di essere viste, riconosciute e vissute per permetterci di abbandonarci ad una evoluzione di noi, ad una manifestazione di uno stato di salute e alla scoperta del nostro essere che si amplia rispetto al semplice esistere.
I disagi psicosomatici si manifestano nel momento in cui neghiamo stati emozionali convincendoci che non è “giusto” manifestarli, pensiamo alla rabbia che il più delle volte viene vista come un’emozione da non esprimere, perché l’educazione ci impone di essere pacati e quindi a non essere consapevoli di cosa accade in noi quando siamo arrabbiati. In realtà essa viene a trovarci, perché causata da un fattore scatenante, per tanto necessita di essere accolta, vista in una condizione che la vede fluire per poi dare spazio al nuovo. Marshall Rosemberg nel suo libro “Le sorprendenti funzioni della rabbia. Come gestirla e scoprire il dono” scrive:
Esprimere pienamente la rabbia vuol dire concentrare la nostra consapevolezza sul bisogni insoddisfatto.
Lasciar andare, far fluire le emozioni, è un atteggiamento fondamentale per creare lo stato di buona salute. Molti paragonano le emozioni ad un’onda, immagine chiara e perfetta, poiché come le onde arrivano, raggiungono il punto di massima vibrazione per poi andarsene, lasciando spesso belle conchiglie da raccogliere.
Citando Carl Jung:
Senza l’emozione, l’oscurità non può essere trasformata in luce, né l’apatia in movimento.
Le emozioni quando represse o quando bloccate in stati d’animo come il rimuginare continuo, il non lasciar andare, il non perdonare eventi o persone che ci hanno ferito in passato, quando ci affidiamo cioè ad un controllo razionale e analitico delle stesse, ecco che si genera un processo negativo, un controllo che ci impedisce di sentire ciò che proviamo e trasformiamo ciò in uno stato di disagio dannoso, in quanto le emozioni sono correlate al sistema endocrino, immunitario e nervoso.
Le emozioni negative e gli organi nella visione psicosomatica
Ogni emozione è collegata ad un organo del nostro corpo, quando il suo ascolto viene procrastinato, oppure ignorate ecco che creano stati infiammatori ovvero disagi, che nella peggiore delle ipotesi divengono malattie.
Il rapporto psicosomatico nell’espressione di un disagio dovuto a emozioni negative come la rabbia, l’aggressività, l’odio la frustrazione, l’invidia, i sentimenti di vendetta, ma anche la paura, se non fatte fluire, si manifestano soprattutto nel fegato.
Il fegato, l’unico organo che ha capacità autorigenerative, rappresenta la forza divina, è il grande purificatore, il laboratorio alchemico dove avvengono le trasformazioni del corpo in un aspetto purificante e luminoso. Quando controlliamo emozioni negative, esse si manifestano in problematiche legate al fegato essendo l’organo più ricco di sangue. L’insorgere di epatiti, ad esempio, è collegato ad un atteggiamento di repressione della rabbia che traligna in un manifestarsi corrosivo tipico del disagio e della malattia.
Paura, difficoltà a manifestarsi e impotenza si manifestano nei reni, organi legati principalmente all’acqua, allo scorrere dei liquidi, al legame con il materno.
Aggressività, sensi di colpa, ma anche rabbia, mancanza di autostima e di gioia si rivelano in disagi nello stomaco e nell’apparato digerente, che è collegato alla trasformazione, alla realizzazione del proprio Sé.
Bramosia, tristezza, rifiuto, ansia, difficoltà nel lasciarsi andare, colpiscono invece l’intestino, oggi considerato anche secondo cervello, in quanto spia delle emozioni, organo capace di lavorare in modo autosufficiente e quindi ha un ruolo importante nel segnalare felicità e dolore. La sua sensibilità elevata agli stati emozionali si manifesta in episodi di stipsi o dissenteria. Nel primo caso avviene la difficoltà nell’evacuare le scorie a causa del non lasciarsi andare, nel non manifestare il vero Sé, mentre quando avvengono episodi di eccessiva liberazione, governano emozioni legate alla paura e all’ansia.
Rabbia, paura, tristezza, sensazione di soffocamento, di sentirsi imbrigliati, intaccano anche i polmoni e il sistema respiratorio. Osservare in modo approfondito come un individuo respira ci fa comprendere il suo stato emozionale, se accelerato è in preda alle emozioni negative, se calmo e rilassato alle emozioni piacevoli o positive. I polmoni, infatti, rappresentano gli organi dello spazio personale, del nostro spazio vitale, che quando è attaccato agisce sulla capacità di respirare o di sentire il respiro espandersi nel corpo.
Le emozioni negative sono spesso dettate dall’ego, basti pensare all’invidia, alla gelosia, che è in contrapposizione con il manifestarsi emotivo del Cuore, l’organo che Annie Marquier nel suo prezioso libro “Usare il cervello del cuore“, definisce il Grande Maestro, il condottiero del quieto vivere, che se ascoltato conduce al manifestarsi naturale delle emozioni positive. Il cuore, in quanto centro dell’anima, come lo definivano gli antichi egizi, quando in preda ad atteggiamenti emozionali negativi va incontro a problematiche importanti, essendo un catalizzatore dei sentimenti, sia positivi che negativi, capace di influenzare il corretto funzionamento dell’intero organismo.
L’elisir di lunga vita
Conoscere le emozioni negative, il ruolo che hanno nella creazione del disagio ci permette di attivare un processo trasformativo che vede le emozioni positive essere dominati, così da poter creare uno stato di ben-essere generale, capace di espandersi in tutto il corpo e anche nell’ambiente che ci circonda.
Ma quali sono le emozioni positive? Gratitudine, gioia, fiducia, meraviglia, amore, divertimento, senso di sicurezza, compassione, fratellanza, gentilezza, amore incondizionato sorpresa, sono tra le principali fonti emozionali che generano in noi uno stato di salute ottimale, ma che aiutano a stabilire comportamenti sociali volti a creare una società mossa da sani principi o da sane emozioni.
Il potere vibratorio delle emozioni ha una capacità di espansione così forte da poter contagiare l’ambente in cui viviamo. Spesso tendiamo a dimenticare che siamo energia e come tale, abbiamo la capacità capace di influenzare in modo positivo o negativo anche le persone che ci stanno accanto.
Esprimere gratitudine, anche con un grazie a Sé stessi, a tutto ciò che abbiamo, genera un’energia invisibile positiva, un potere di risvegliare le proprie attitudini capaci di far fluire nel corpo uno stato di benessere e positività che cura in modo naturale i nostri organi e non solo. Proviamo a iniziare la giornata semplicemente con un “grazie perché sono vivo, grazie perché ho l’opportunità di un nuovo giorno!”
Per Osho:
La gratitudine è certamente uno dei più preziosi processi alchemici. Se prende possesso di te, allora ogni tipo di nevrosi, psicosi, o qualsiasi altra psicopatologia, svanisce in modo del tutto naturale. Per me questa è l’unica preghiera.
Le emozioni positive generano così uno stato di pace psicofisica capace di far esprimere all’individuo stesso le potenzialità della propria vita in modo intenso, fluido e allargato, dove lo stato di benessere permanente attiva processi liberatori, ma anche di unione e positività anche sugli altri.
Esse contribuiscono ad accendere il fuoco che arde in ognuno di noi, il fuoco della vita, della creazione che illumina le capacità presenti in ognuno di noi, trasformando in modo naturale stati depressivi, stress, ansia, apatia e di sovrappeso, che si manifestano quando gli stati emozionali negativi prendono il sopravvento.
Percorrere la via del cuore e non quella dell’ego è il passo da compiere per dirigersi verso uno stile di vita sano, dove le radici affondano proprio nel campo emozionale che stimola l’individuo a vivere in modo attivo e nello stato presente del qui e ora, germogliando in uno stato di salute che si nutre di un elisir composto da un atteggiamento attivo e positivo.
Far scorrere nel corpo questo potente elisir di lunga vita composto da stati d’animo positive, conduce ciascun individuo all’utilizzo inconsapevole di comportamenti sociali sani, di dare spazio ad attività educative, culturali e artistiche, a far fiorire ciò che è dentro di noi ancora prima di diventare ovulo.
Beatrice Pazi
Laurea In Filosofia | Diploma di Naturopatia presso Riza
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