Equilibrio tra sviluppo e tradizione
Le conseguenze sociali della corsa all’innovazione
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Si assiste oramai da decadi a un’accelerazione impressionante dello sviluppo tecnologico e scientifico nel mondo, come mai avvenuto durante i milioni di anni di evoluzione del nostro pianeta.
Dall’industrializzazione occidentale del post Seconda guerra mondiale fino ad arrivare alle ultime innovazioni sull’intelligenza artificiale, passando per lo sviluppo sempre più esteso e performante della grande rete mondiale internet, si sono fatti passi da gigante in tutti i settori che coinvolgono direttamente la vita umana.
Tutto questo deve essere considerato un bene e di certo non va demonizzato l’avanzamento tecnologico. Ma esiste sempre il rovescio della medaglia che in questo caso, a mio parere è simboleggiato dal fatto di aver tralasciato in tutto questo sviluppo materiale alcuni fattori molto importanti relativi all’essere umano.
Ad esempio, nel settore digitale non si è mai considerato un equilibrio tra l’evoluzione delle macchine e il fatto che la struttura fisica del nostro cervello è inalterata da migliaia di anni.
È vero che le nuove generazioni hanno uno sviluppo cognitivo molto più rapido sulle nuove tecnologie, ma va detto anche che questo va a discapito della perdita di vecchi principi e concetti. I ragazzi di oggi imparano all’istante le funzionalità di un touch screen e sono rapidissimi a passare da una schermata all’altra dello smartphone, ma non hanno coscienza di dove si trovino, di come è strutturato il pianeta Terra, della composizione dell’acqua, del fatto che l’uomo è composto (mediamente) dal 70% di acqua, solo per citare qualche esempio.
Ci stiamo dimenticando di una cosa molto importante, chi siamo e da dove veniamo.
Una persona potrebbe dire, questo fa parte del cambiamento evolutivo, e in effetti la maggior parte di noi non sa riconoscere i termini latini o greci e non si ricorda una poesia a memoria. E questo è sicuramente vero. A mio avviso ci siamo spostati da un’epoca di ” bellezza e contemplazione” , terminata nell’ultimo secolo, al periodo attuale che definirei di estrema ” rapidità e voracità” .
Le innovazioni “pericolose”
In migliaia di anni di sviluppo l’uomo ha lasciato tracce del suo percorso e molte di queste rimangono ancor’oggi. Opere maestose di ingegneria, affreschi e statue di impareggiabile bellezza, scritti di poesia e filosofia che hanno fatto da base al progresso della civiltà. Ogni tanto mi sorge questa domanda: in questi ultimi 70/80 anni quali opere di questo tipo sono state create?
Non ho memoria di nulla di particolarmente importante e tangibile, mi riferisco ad un qualcosa che possa simboleggiare la grandezza dell’uomo. Tutto è digitale, volante ed effimero, e di tutto questo non lasceremo nulla in memoria di ciò che siamo ai posteri. Questa visione forse potrà sembrare pessimistica, ma il ragionamento razionale mi porta a queste conclusioni.
Un’altra mancanza che riscontro al giorno d’oggi è la morale e il ragionamento legato all’etica: si fanno sviluppi ed evoluzioni di continuo, senza pensare alle ripercussioni che questi possono avere sulla società. Tuttalpiù si evidenziano solo i fattori positivi, che qualcuno mette in risalto per meri interessi. Ultimo esempio in linea temporale è l’argomento Intelligenza Artificiale (IA), che ancor prima dell’uscita formale del Garante della Privacy e di alcuni scienziati e personaggi famosi mi ha fatto riflettere. Motivo? Tutto troppo rapido.
Nel giro di qualche mese si voleva inserire questo modulo software in tutti i sistemi informatici più utilizzati, come mai tutta questa fretta? Bisogna ben riflettere sulle ripercussioni che questo nuovo strumento può avere sulla società.
Il potere della AI di creare o alterare delle immagini (o dei video) con una qualità quasi perfetta non può creare delle problematiche, considerato dato che tutti potenzialmente hanno accesso a queste funzionalità?
Il fatto che questa AI impari da noi non può rivoltarsi contro? E non parlo esclusivamente di situazioni da finale di film come Terminator, ma ad esempio mi riferisco ad una sostituzione del lavoro umano con quello delle macchine. Alcuni esempi a cui si sta già pensando sono nel campo del giornalismo e nello sviluppo informatico: questo software riesce ad elaborare dati e fornire risultati in pochissimo tempo, spesso anche migliori di quelli sviluppati dall’operatore.
Che senso ha per l’azienda mantenere un costo umano fisso?
Un altro esempio è dato dalla continua evoluzione delle chat, che dovrebbero essere idealmente dei “luoghi” di condivisione tra giovani, i quali però si sentono sempre più isolati e soli; hanno delle amicizie effimere e non reali e basano la loro esistenza e felicità sui ” like” che ricevono in una foto o in un video.
E per avere sempre più conferme creano ogni sorta di azione stravagante e spesso pericolosa, senza pensare alle conseguenze che questa può avere sulle loro o altrui vite.
Fermiamoci a riflettere
Non si riflette, e questo è un grosso problema. Una società che non riflette è facilmente soggiogabile e manipolabile, mi auguro vivamente che questo non sia il destino della nostra civiltà occidentale, e che vi sia presto una presa di coscienza sulle nostre vite.
Le discipline marziali mi hanno insegnato che è importante mantenere salde le tradizioni. Rammentiamo che senza di queste, e dimenticandoci chi è venuto prima di noi, non vivremo in una società tutto sommato pacifica e in cui vige un discreto benessere sul piano fisico. Quello che manca al giorno d’oggi è lo stare bene mentalmente; non si ha una tranquillità e si vive in uno stato di continua sofferenza dovuta al fatto di non sentirsi mai realizzati del tutto.
È qui che si deve ” lavorare”. Ritrovare la serenità mentale, un equilibrio tra nuovo e vecchio cercando di vivere nel presente (come insegna il buddhismo), imparando dalle azioni passate e avendo attenzione di mantenere un’etica corretta, con l’obiettivo di un futuro radioso.
Luca Bertoncello
Insegnante di Ving Tsun Kung Fu, Qi Gong e Filipino Martial Arts | Coordinatore Nazionale Ving Tsun Academy Int’l
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