Ieri o domani? Oggi!
Imparare a focalizzarsi sul presente
Eravamo gli unici ad animare quella stradina di campagna l’altra sera.
Eravamo il vento ed io in una sera come tante altre, ma comunque diversa dalle altre.
Cammino lungo la strada a passo svelto e vorrei correre più veloce del vento.
Il vento. Il vento e lo scorrere del tempo. Il vento ed il disordine del tempo. Il vento ed il mio caos dentro. Il vento è poesia. Mi fermo d’un tratto. La mia attenzione viene catturata da un pezzetto di carta svolazzante impigliato tra i rami di un albero.
L’avvenire ci tormenta, il passato ci trattiene, il presente ci sfugge.
– Gustave Flaubert
Sul foglietto sono riportate le parole del grande scrittore francese, Gustave Flaubert. Parole che continuano a risuonarmi in testa, ancora adesso, mentre provo a dare ordine a ciò che mi passa per la mente. Sono parole che tutti noi abbiamo sentito, almeno una volta, magari declinate in qualche altra forma. Pensiamo al ripetuto e abusato “carpe diem, quam minimum credula postero” di Orazio. Abusato sì, usato fuori luogo, tanto perché si usa dire, tanto per avere una didascalia sotto un post Instagram.
Adesso però vorrei davvero riflettere su questo tema e sono contenta di farlo con voi che state leggendo.
Tra passato e futuro
La nostra mente è in continuo movimento soprattutto quando il nostro corpo è a riposo. Se da una parte ci basta un odore, una canzone, un colore per rivivere l’estate del 2006 e se basta spostarsi un po’ più in là per fare un salto nel domani, fantasticare sul futuro, vivere in mondi mai esistiti, dall’altra, i pensieri che albergano nella nostra mente fluiscono senza controllo, si mescolano, si fondono ed infine si arrestano sui nostri:
“Se avessi fatto…”, “Se avessi detto… ” , “Se fossi stato… ” ed ancora “Quando sarò capace di… ”, “Sarò felice se domani… ”, “Quando avrò tempo… ”
Per la strada incontriamo continui lavori in corso, semafori rossi e sensi unici.
I nostri “se” ed i nostri “ma” ci arrestano, ci mettono le manette, talvolta ci portano in galera e ogni tanto buttano via la chiave della cella.
Allora, sconsolati, non ci resta che tornare indietro o rimanere lì bloccati davanti a loro.
Quindi il grande dono che abbiamo di fare un viaggio nel futuro o un tuffo nel passato si trasforma in qualcosa di negativo.
La nostra mente vaga tra i meandri più bui del nostro passato e noi la seguiamo, lei alimenta dubbi, paure, ansie che riguardano il futuro e noi la assecondiamo.
E l’oggi che fine ha fatto? L’oggi viene quasi snobbato.
Se il passato era ieri ed il futuro è domani non ci rimane che agire oggi. Agire per davvero oggi e sull’oggi. La nostra libertà e la tanto auspicata felicità è qui ed ora.
Tutti noi abbiamo vissuto difficoltà più o meno grandi, abbiamo dovuto superare momenti complicati, situazioni apparentemente inaccettabili. Tuttavia ciò che di più sbagliato possiamo fare è concentrarci sugli eventi negativi che hanno caratterizzato il nostro passato e alimentare le paure verso il futuro. Se ieri abbiamo fallito in qualcosa, questo non deve diventare il segno particolare che caratterizza la nostra esistenza presente e futura.
Ieri riguarda qualcosa che non possiamo cambiare, ma quello che possiamo fare è cambiare oggi. Sorridere al cambiamento ed avere il coraggio di lasciarci alle spalle tutti quei “se” ed i nostri “ma”. Certo è che cambiare ci spaventa.
Perché?
Cambiare fa paura perché comporta modificare qualcosa nella nostra vita. Abbandonare qualche vecchia e, forse, comoda abitudine per abbracciare qualcosa di nuovo. Cambiare significa rischiare, ma rischiare vuol dire mettersi in gioco per raggiungere qualcosa che può renderci davvero felici oggi e domani.
Il fatto è che, spesso, preferiamo vivere una situazione stagnante, se così si può dire, nel nostro nido ovattato e lontano dai pericoli della vita, lontano da ciò che ci fa più paura.
Fare un passo verso l’ignoto, verso l’infinito oltre la siepe, ci mette a nudo e noi siamo abituati a metterci a nudo solo nella nostra stanzetta, soli, la sera, quando cala il sipario o, forse, nemmeno lì. Uscire dal nido comporterebbe, probabilmente, perdere il controllo di noi stessi e della situazione. Si correrebbe il rischio di essere giudicati, male possibilmente e, sicuramente, non saremmo all’altezza di affrontare qualcosa di nuovo incorreremmo per certo in un altro fallimento.
La vita comincia dove finisce la tua zona di comfort
– Neale Donald Walsch
“È andata così”
Cosa significa è andata così?
Procuratevi una grande gomma e cancellate dalla vostra testa questa frase, ma fatelo per davvero! Lo faccio anche io.
È andata così, come se il nostro domani fosse ormai segnato, come se il destino avesse scelto al posto nostro. Il destino siamo noi. Il primo passo verso la libertà e la tanto auspicata felicità è scegliere per noi in prima persona e non lasciarsi trasportare passivamente dal corso degli eventi. Lasciarsi trasportare da un flusso incontrollato ci porterebbe verso un domani troppo domani rubandoci, ancora una volta, l’oggi.
Come facciamo a focalizzarci sul presente?
Scommetto che tutti voi, almeno una volta, avete sentito ripetervi
“Dovremmo imparare dai bambini a…”
Sì, è così. Lo ripeto io stessa, impariamo dai bambini ad affrontare la vita con un pizzico della loro incoscienza ed una buona dose di coraggio nel vivere e coltivare il nostro hic et nunc, come dicevano i latini. Impariamo ad essere registi ed attori del nostro film e smettiamo di essere spettatori presi in ostaggio da paure.
Vivere nel qui e ora significa dare valore al nostro tempo. Significa agire nel mondo con consapevolezza e non come automi che devono eseguire meccanicamente le proprie abitudini quotidiane. Dobbiamo vivere con la stessa intensità ogni singola azione che compiamo durante il giorno, a partire da quella che ci appare la più insignificante e banale, come fare colazione o lavarci i denti.
Quando compiamo un’azione dobbiamo focalizzarci sulle sensazioni che proviamo in quell’istante, sulle emozioni che entrano in gioco in quel momento. Tutto questo per non perdere di vista il nostro oggi.
Nel mondo dei bambini il qui e ora è una costante poiché sono in grado di assaporare e vivere attivamente il momento presente. I bambini sono capaci di provare gratitudine per ciò che hanno a disposizione in quel momento. Osservandoli possiamo ammirare con quanta meraviglia guardano il mondo, loro sono capaci di stupirsi per cose che noi nemmeno vediamo. Però il bambino che abita in te non dà nulla per scontato, nemmeno che il sole sia al suo posto.
Giulia Spano – Autrice | Attrice | Copywriter | Email |