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Guida alla scelta dello psicologo

Come affrontare il prima e dopo seduta


Ci sono momenti nella nostra vita in cui risulta davvero difficile risolvere un problema interiore in completa autonomia. Le esperienze passate influenzano la nostra personalità futura. È vero che “ciò che ci ferisce oggi ci rende più forti domani” nel momento in cui il nostro cervello processa le informazioni che riceve dall’esterno, le analizza, le accetta e trova un compromesso tra ciò che è, come mente pensante, e ciò che il mondo offre.

Più spesso di quanto si creda, invece, le emozioni negative, ossia il risultato di esperienze poco piacevoli, seducono il nostro inconscio spingendolo verso una chiusura totale con ciò che ci circonda, pensata appositamente per impedirci di soffrire.


Come scegliere lo psicologo e come affrontare il prima e dopo seduta

È così che ci ritroviamo imprigionati tra mura di difesa psicologica che invece di renderci più forti ci limitano nel quotidiano. Nel momento in cui la situazione che stiamo vivendo diventa insostenibile – per gli altri e per noi stessi, e comprendiamo di aver bisogno di aiuto – ecco che subentra la figura dello specialista.

Ma come si fa a scegliere lo psicologo adatto a noi? E soprattutto: come bisogna comportarsi prima, durante e dopo le sedute?

Vediamo nel dettaglio quali sono i consigli che possono esserci utili nella scelta dello psicologo.

Pubblico o privato?

L’unica effettiva differenza tra un supporto psicologico offerto dalle ASL della propria città e un libero professionista con uno studio privato è la fascia di prezzo. Infatti, se sceglieremo di affidarci ad una ASL, le spese da affrontare saranno decisamente ridotte rispetto alla seconda alternativa. Tutto dipende dalla nostra disponibilità economica.

Per quanto riguarda la preparazione, un dipendente pubblico non ha meno competenze rispetto ad un libero professionista, dunque non vi è alcun motivo di scegliere un servizio piuttosto che l’altro. E soprattutto, se non ci trovassimo in piena sintonia con lo specialista che ci segue, il motivo non risiederà di certo sull’opzione più economica da noi scelta.

Uomo o donna?

Non c’è differenza. Una donna non è più competente rispetto a un uomo o viceversa. Scegliamo in base alle nostre preferenze, perciò: con chi ci troveremmo meglio a discutere delle nostre problematiche, per poi risolverle?

L’importante è sperimentare e capire qual è l’approccio che più funziona con noi.

Sperimentazione

Sperimentare è fondamentale. Lo psicologo a cui decideremo di affidarci dovrà essere sulla nostra stessa lunghezza d’onda, dovrà essere un piacere affrontare con lui il problema senza il rischio di sentirci a disagio o tesi. Il rapporto che si dovrà andare a creare è importante che sia trasparente, chiaro e privo di imbarazzo.

Chi ha avuto una brutta esperienza iniziale con uno psicologo solitamente decide di non fare un secondo tentativo (oppure si mostra titubante all’idea).

Bisogna pensare che il problema, in questo caso, non risiede nella mancata efficacia del trattamento adottato bensì nella bassa affinità tra noi e lo psicologo che abbiamo scelto. Dunque, nel caso in cui la prima volta non fosse andata bene, non significa che la situazione sia destinata a rimanere invariata.

Sincerità

Se abbiamo iniziato a considerare l’idea di affidarci ad uno psicologo significa che stiamo cominciando a comprendere di non potercela fare da soli (e non c’è niente di cui vergognarsi).

Decidiamo, dunque, di investire tempo e denaro per affrontare un blocco, un ostacolo che ci limita nella quotidianità, e non raccontare per filo e per segno la situazione che stiamo vivendo o che abbiamo vissuto in passato è uno spreco sia di tempo sia di denaro. Senza contare che omettere informazioni importanti metterà in difficoltà lo psicologo nella scelta del tipo di trattamento da utilizzare con noi e il tipo di obiettivi da raggiungere.

Lo psicologo non giudica il nostro comportamento o le nostre esperienze ma ci accompagna in un viaggio introspettivo che ci consenta di capire cosa è meglio per noi stessi e chi siamo nella realtà di tutti i giorni, senza limitazioni.

Analisi del metodo di approccio

Solitamente, le prime due sedute servono allo psicologo per conoscere noi e la problematica che vogliamo andare a trattare.

Farsi seguire da un esperto nel campo non significa parlare per un’ora intera senza aver alcun tipo di riscontro, anzi; è fondamentale che ci vengano poste domande e chiarimenti. Per questo dobbiamo essere a conoscenza del tipo di trattamento che egli vorrà utilizzare con noi, in modo tale da poterlo eseguire anche in autonomia, successivamente ad ogni seduta.

Anche da questo punto, non meno importante dei primi due, capiamo se lo psicologo scelto è quello giusto per noi oppure no.


Quale terapia fa per noi?

Le metodologie possibili da utilizzare per correggere un atteggiamento tossico per noi e per chi ci circonda sono le seguenti:

  • Cognitivo Comportamentale
  • TBS (Terapia breve strategica)
  • Terapia Sistemico Relazionale
  • Psicoanalisi
  • Bioenergetica

Approfondiamone ora i concetti, partendo dal presupposto che ogni approccio funziona a suo modo se applicato con impegno e costanza anche al di fuori delle sedute.

Cognitivo comportamentale

Tale metodologia viene spesso sfruttata nel trattamento di attacchi di panico e disturbi come il DOC (disturbo ossessivo compulsivo). Essa agisce direttamente su comportamenti, schemi cognitivi ed emozioni tossiche per noi, a livello interiore, e per gli altri, a livello sociale, andando a modificarli.

TBS (Terapia Breve Strategica)

Il secondo approccio è quello della cosiddetta Terapia Breve Strategica. Quest’ultima si occupa di introdurre consistenti cambiamenti nel presente senza elaborare ricerche delle cause delle problematiche passate in quanto, ad esse, non possono essere apportate modifiche di alcun tipo.

Dunque, in breve: la Terapia Breve Strategica non si focalizza sul perché esiste la limitazione ma come funziona la limitazione.

Terapia sistemico relazionale

La Terapia Sistemico Relazionale, invece, agisce su più fronti. Anziché occuparsi di analizzare il disagio proprio dell’individuo, focalizza la sua attenzione sullo sviluppo di tale disagio nell’intero contesto sociale, culturale e relazionale.

Psicoanalisi

Famosa metodologia grazie agli studi e sperimentazioni di Jacques Lacan e Sigmund Freud, la psicoanalisi lavora direttamente a livello inconscio, analizzando (e successivamente interpretando) lapsus, sogni, associazioni e proiezioni di sentimenti.

Lo scopo del terapeuta attraverso la psicoanalisi è quello di portarci alla consapevolezza di contenuti inconsci che si tramutano in tutto ciò che noi reputiamo una limitazione al nostro benessere mentale.

Bioenergetica

Tale approccio non si concentra semplicemente a livello mentale per correggere la problematica che ci limita nel quotidiano bensì agisce considerando il rapporto tra corpo e mente. Dunque, essa analizza i processi energetici che avvengono nel corpo in presenza della condizione tossica.


Costanza

Come spiegato in precedenza, nel momento in cui decidiamo di affidarci ad uno psicologo investiamo tempo e denaro per sistemare una situazione che ostacola il nostro personale benessere mentale.

È un po’ come andare a scuola: non bastano le lezioni di matematica in classe per comprendere la materia. Bisogna far tesoro degli insegnamenti per poi metterli in pratica nel quotidiano. Dunque non sarà sufficiente fare un paio di sedute e aspettarsi risultati positivi. Dobbiamo mettere in conto che nel momento in cui inizieranno le sedute sarà necessario armarci di impegno e costanza, perché è solo così che il trattamento potrà avere effetti positivi su di noi.

E non solo.

Ad esempio: se il nostro psicologo ci consiglia un percorso che richiede quattro sedute mensili, è importante rispettare il programma per ottenere buoni risultati. Possono capitare imprevisti di diversa natura; l’importante è non prendere con leggerezza il lavoro da svolgere.


Se ci rendiamo conto che lo psicologo da noi scelto non fa al caso nostro, anziché interrompere bruscamente le sedute sarebbe bene optare per una sana comunicazione tra noi e lui.

Dialogare e cercare di capire il motivo per cui non stiamo facendo progressi o perché non ci troviamo in piena sintonia con lo psicologo può essere davvero d’aiuto.


Conclusione

La scelta dello psicologo è importante. È come quando decidiamo di comprare una macchina: ci assicuriamo sempre che funzioni bene, perché dovrà accompagnarci in ogni viaggio che decideremo di intraprendere. Il terapeuta ha lo stesso scopo, dunque quello di accompagnarci in un viaggio alla scoperta di noi stessi, rendendoci consapevoli di limitazioni, blocchi e disturbi che ci rendono prigionieri e che necessitano di essere corretti e tenuti sotto controllo.

È normale, inoltre, non trovare lo psicologo giusto al primo colpo. Ciò che non dobbiamo fare è spaventarci e perdere la speranza. Ricordiamo sempre che in gioco c’è la nostra vita ed è un nostro diritto tentare e ritentare finché non raggiungeremo l’obiettivo di correggere tutto ciò che non ci fa stare bene.


Martina Tacchini Autrice de La Mente Pensante   Martina Tacchini – Graphic Designer | Content Writer | Email | LinkedIn Firma Autori

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