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Il cerchio maieutico

Il potere delle domande

Image by Erlend Ekseth on Unsplash.com


La maieutica, l’arte di fare domande, rappresenta un potente strumento trasformativo da utilizzare nelle nostre relazioni. Particolarmente utile in contesti educativi e terapeutici e nell’ambito della gestione dei conflitti, l’arte maieutica, concepita come disciplina di origine socratica, deriva dal greco maieutiké (téchne), che si traduce con “arte ostetrica” o “arte della levatrice”. Si tratta, di fatto, dell’utilizzo delle domande come strumento per “tirar fuori” il sapere presente in ogni persona.

Tutti facciamo domande nella nostra vita quotidiana. Tuttavia, nella maggior parte dei casi le domande elaborate hanno come obiettivo ricevere informazioni, indagare, controllare o giudicare. L’arte maieutica propone una maniera differente di utilizzare la domanda. Nella maieutica il domandare è concepito come un percorso che permetta all’altra persona di comprendere e approfondire la relazione con sé stessa e con il mondo da cui è circondata. Il cerchio maieutico prevede l’utilizzo della maieutica in contesti collettivi e costituisce per questo motivo uno strumento dal valore sociale e politico.


Costruire la comunicazione maieutica: dall’ascolto passivo all’ascolto attivo

L’ascolto profondo è un’attitudine di attenzione piena e di rispetto verso l’altra persona, in modo da creare il campo che le permetta di raccontare sé stessa con libertà e pienezza. Esistono due maniere di praticare l’ascolto profondo: l’ascolto passivo e l’ascolto attivo.

L’ascolto passivo si manifesta attraverso una predisposizione silenziosa. Se siamo predisposti a praticare l’ascolto profondo la nostra energia viene percepita, in maniera sottile, dal cuore dell’interlocutore. In questo modo staremo comunicando la nostra apertura ad ascoltare la sua storia senza intervenire. L’ascolto passivo presuppone, in ogni caso, una presenza empatica, ovvero la capacità di sentire le emozioni dell’altra persona e attraverso di esse di intuire i suoi bisogni e i suoi desideri. Per attivare uno spazio di ascolto passivo potremmo chiedere all’interlocutore “hai voglia di raccontarmi come stai?”, lasciando che manifesti ciò che vuole emergere.

L’ascolto attivo presuppone un livello di maggiore di interazione verbale tra la persona protagonista e chi accompagna. Prevede la possibilità di porre domande con l’intenzione di aiutare chi parla a focalizzare il proprio racconto e ad andare in profondità rispetto alla ricerca di idee trasformative. La maieutica è lo strumento dell’ascolto attivo. Si tratta della capacità di far uscire fuori, di fare in modo che l’altra persona partorisca la saggezza che contiene dentro di sè. Per attivare uno spazio di ascolto attivo, o ascolto maieutico, possiamo chiedere all’interlocutore domande di diverso genere come: “potresti dirmi che emozioni stai provando in questo momento?”, “potresti approfondire e raccontarmi l’evento che più di altri ti ha turbato della storia che stai raccontando”, “quali sono gli insegnamenti che hai ricevuto da questo momento di dolore che hai vissuto?”. Questi sono solo alcuni esempi di domande, che possono essere elaborate a partire dall’ascolto e dalla percezione dei dettagli della storia che viene raccontata e dalle necessità dell’altra persona.

Esistono tre tipi di domande maieutiche. Il primo tipo è costituito da domande che aiutano la persona protagonista a focalizzare la propria riflessione. Spesso chi ci troviamo di fronte a persone che aprono molte parentesi per includere racconti periferici al racconto principale. Alle volte sono proprio i racconti periferici a contenere il nocciolo della questione, ovvero la radice della situazione di sofferenza. Chiedere di spiegare il fatto concreto che genera turbamento, aiuta a fare una selezione e a ridurre il campo di lavoro.

Il secondo tipo è costituito da domande di ristrutturazione che permettono a una persona pessimista di ritrovare le risorse per il cambiamento ovvero di attivare uno spazio di ricerca positiva in cui riconoscere chiavi di svolta utilizzate con efficacia in situazioni del passato simili a quella attuale, oppure riconoscere il messaggio che la situazione di tensione attuale sta portando nella sua vita.

Il terzo tipo è la domanda operativa, che permette alla persona protagonista di definire i prossimi passi a partire dalle proprie possibilità. Questo tipo di domanda è una domanda magica. Aiuta a costruire scenari futuri possibili e a costruire uno spazio di sostenibilità e di speranza

La maieutica si oppone alla cultura della spiegazione che presuppone una relazione in cui un insegnante trasferisce il proprio sapere agli studenti chiedendo loro di memorizzare e ripetere le informazioni che hanno ricevuto per poter ottenere un buon voto. Il successo, secondo questa concezione verticale, è considerata come la capacità di riprodurre informazioni che provengono da un sistema sociale, economico e culturale statico e anchilosato in valori e principi che non vogliono essere modificati. Questa è l’eredità che proviene da un concetto tradizionale della scuola e ancora molto presente nelle nostre istituzioni educative.

La maieutica, al contrario, identifica il successo come la capacità di ogni persona di ritrovare dentro di sé i valori e le risorse necessarie alla propria evoluzione. In questo modo sarà in grado di fare scelte innovative che accompagnino il suo cammino in maniera libera e creativa.


Il cerchio maieutico

La maieutica può essere applicata ad un ogni ambito di relazione, includendo i contesti collettivi come i cerchi di parola. Il cerchio è il contenitore simbolico e materiale in cui tutte le persone partecipanti possono guardarsi negli occhi per sviluppare un dialogo basato sulla comunicazione autentica, empatica e senza giudizio. Questo tipo di comunicazione facilita l’emersione del potere personale di ciascuno e la  sua manifestazione in un’ottica di non violenza e di cooperazione. Il cerchio è dunque il luogo dove attivare uno spazio di ascolto collettivo che, a partire dall’ascolto passivo e passando per l’ascolto attivo, può dar luogo al cerchio maieutico.

Un cerchio maieutico si può sviluppare in differenti dimensioni: aiuto verso l’individuo, aiuto verso l’individuo con al collaborazione attiva del gruppo, aiuto a beneficio del gruppo.

L’aiuto verso l’individuo implica la presenza di due personaggi: chi riceve l’aiuto e chi sostiene attraverso le domande maieutiche. Sebbene in questo livello il focus si trovi nella relazione tra due persone, il resto del gruppo può contenere il processo con un attitudine di ascolto passivo e di vibrazione empatica con ciò che viene raccontato.

Se all’interno del gruppo vi sono più persone con competenza e esperienza maieutica, l’intero collettivo può sostenere il processo. In questo caso, la persona protagonista potrà ricevere domande maieutiche da varie persone, a condizione che queste domande siano connesse tra loro e conducano lungo un cammino orientato alla chiarezza del processo e ai risultati da raggiungere. Il campo gruppale maieutico, così concepito, aumenterà in maniera esponenziale la velocità e la profondità del processo a beneficio della persona protagonista e del resto del collettivo.

Il cerchio maieutico può essere anche uno strumento per costruire sapere collettivo all’interno di un contesto educativo o formativo. Un’insegnante che elabora una serie di domande maieutiche inerenti l’argomento trattato attiva un processo che, a partire dalle differenti risposte che emergono, abilita la creazione di una sintesi che rappresenterà il germoglio di un nuovo sapere: il sapere del gruppo. Se l’argomento di interesse riguarda la violenza nella nostra società una domanda maieutica potrebbe essere: “Quali sono le cause della violenza che ciascuno osserva o vive nella propria vita quotidiana?” Se è in corso una riflessione sull’identità di genere una domanda maieutica potrebbe essere: “Come vive, ogni membro del gruppo, la propria identità di genere?”. Se l’argomento è il denaro e il lavoro una domanda da presentare al gruppo potrebbe essere “Come definisce ciascuno il termine abbondanza?”

Per quanto omogeneo, un gruppo rappresenta una cellula della società in cui viviamo. Il cerchio maieutico finalizzato alla costruzione di sapere collettivo condurrà verso definizioni che possono essere proiettate sull’intera società. In questo modo, il cerchio maieutico diventerà un laboratorio sociale.


Il Cerchio maieutico e la gestione dei conflitti

Esiste un’ulteriore dimensione del cerchio maieutico, quella della gestione dei conflitti. L’arte maieutica in fin dei conti è uno strumento per la gestione trasformativa dei conflitti. Proporre domande maieutiche significa aiutare a riconoscere la parte non detta del conflitto, scoprire cosa si trova al di sotto di quella tensione e di quel senso di scomodità. Grazie all’arte maieutica possiamo riconoscere emozioni, bisogni, desideri e obiettivi quando sono nascosti dietro lo spazio giudicante, spesso presente all’interno di un conflitto. Questo vale sia in presenza di una sola delle parti in conflitto sia in presenza delle altre parti.

Attivare un cerchio maieutico attorno a due persone in conflitto permette al gruppo di sostenere la ricerca della consapevolezza all’interno di quella relazione. Un gruppo competente può attivare domande maieutiche, ovvero domande che non siano orientate a portare soluzioni e che non nascano dal posizionamento di chi le elabora ma che, piuttosto, possano aiutare le parti in conflitto a sostare nel conflitto per raggiungere maggiore profondità e maggiore ordine.

Non esistono ricette pronte per l’approccio maieutico, né domande maieutiche ideali. Tuttavia, ciò che può fare la differenza è la predisposizione ad attivare momenti di ascolto profondo e di creatività trasformativa.

Il cerchio maieutico rappresenta un luogo in cui le persone in conflitto non si sentono sole riconoscendo di essere accompagnate da una comunità che vuole il bene di ciascuno dei suoi membri.


Antonio Graziano Autore presso La Mente Pensante Magazine
Antonio Graziano
Motivatore | Scrittore | Insegnante
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