Il dolore emotivo
Come agire a favore del nostro benessere
Image by pat__ on Unsplash.com
Da cosa nasce il dolore emotivo?
Dall’ansia, dalla preoccupazione, dalla paura, vergogna, senso di colpa, da innumerevoli accadimenti che affrontiamo quotidianamente e che spesso vanno nella direzione contraria alla nostra serenità.
Noi tutti vorremmo condurre una vita tranquilla, certamente priva di spiacevoli imprevisti e disgrazie, ignorando il fatto che le difficoltà non solo sono frequenti ma anche necessarie per agevolare un appropriato sviluppo psicosociale.
Basti pensare a quanto l’intero percorso dell’essere umano, scoperte, ricerche e progressi in ogni campo siano stati legati in qualche modo alla sofferenza e alla necessità di crescere ed evolvere sempre di più per migliorare la nostra condizione.
Il dolore non andrebbe quindi mai demonizzato e rifiutato ma ascoltato, perché il dolore gestito bene ci aiuta a crescere.
Molto spesso tentiamo di soffocarlo con autoinganni o con farmaci che rendono più tollerabili i sintomi ma di fatto ci impediscono di arrivare a comprendere la natura della nostra sofferenza.
In questo modo perdiamo una importante occasione di affrontare direttamente il problema, impedendoci di apprendere insegnamenti importanti, talvolta fondamentali per la nostra evoluzione e di conseguenza la nostra capacità di divenire più forti e sicuri.
Se impariamo a trasformare le difficoltà in opportunità non solo conquisteremo più sicurezza ma saremo in grado di ridimensionare l’impatto travolgente che il dolore ha su di noi.
Perché soffriamo?
Spesso a causa della nostra paura e dalla nostra immaginazione.
La paura è profonda ed irrazionale. Il più delle volte potremmo accorgerci che non c’è nulla di cui aver paura. Ad un grado di maggior consapevolezza potremmo anche realizzare che gran parte della nostra paura è illusoria e che deriva da esperienze passate.
Fino ad allora tutte le nostre prefigurazioni (incidenti, malattie, difficoltà) che magari non si avvereranno mai, provocheranno nella nostra psiche e nel nostro corpo un dolore che, per quanto irreale, sarà da noi percepito come reale.
E’ importante quindi imparare a conoscerla e non confonderla con la realtà perché diversamente si trasformerà nella nostra più acerrima nemica limitando in maniera considerevole il nostro campo di azione.
Soffriamo per Ie aspettative insoddisfatte
Quali sono le nostre aspettative nei confronti di noi stessi, della vita, degli altri?
Come immaginiamo la nostra vita?
Molto spesso interiorizziamo e facciamo nostre le aspettative degli altri. Ci trasformiamo in qualcosa che non siamo per aderire a dei modelli comportamentali che ci vengono assegnati e che poco ci corrispondono.
Ci dicono come dobbiamo essere, pensare ed agire e noi ci crediamo e ci costruiamo l’immagine di un mondo “ideale” nel quale ci muoviamo in modo goffo ed insicuro perché per nulla corrispondente a ciò che desideriamo; e quando la distanza tra l’ideale e il reale è così importante da impedirci di compiersi, ecco che subentra la frustrazione e di conseguenza un dolore che avremmo potuto evitare.
Le aspettative nelle relazioni
Mi aspetto che l’altro sia affidabile, sensibile, sincero, presente, disponibile, comprensivo, che mi sostenga economicamente, che mi ascolti, che mi capisca anche senza parlare e via così, la lista potrebbe continuare all’infinito.
Quando ci aspettiamo qualcosa da qualcuno, non è importante quanto ragionevole possa sembrare, in quel momento noi non stiamo considerando l’altro per quello che è ma siamo esclusivamente concentrati sul nostro bisogno.
Un atteggiamento tanto radicato quanto inconscio che provoca un dolore profondo poiché nessuno mai cambierà tanto da soddisfare le nostre aspettative.
Osservare ed indagare le paure e le insicurezze che si nascondono dietro le aspettative diventa senz’altro utile per indebolirle e ridimensionare anche in questo caso il dolore che esse provocano.
Soffriamo per il cambiamento
Dietro il concetto di cambiamento spesso si cela un pregiudizio. Il cambiamento è spesso visto come pericoloso, un grande punto interrogativo dietro al quale si possono celare rischi di qualsiasi natura e l’oggettiva incapacità di prevedere cosa avverrà dopo ci paralizza.
Cerchiamo quindi la stabilità credendo che ci procurerà tranquillità e serenità. Ci adoperiamo per controllare tutto ed a volte l’incontrollabile, e costruiamo difese che ci proteggono dai cambiamenti, preferiamo lo status quo.
Ma la vita è di per sé instabile e in continua trasformazione e l’essere umano è per sua natura desideroso di crescere e di evolversi.
L’eccessiva protezione e immobilità finirà per privarci della nostra energia rendendoci ancora più deboli ed insicuri.
Alleniamoci al cambiamento e accettiamolo affinchè questo non venga più percepito come una minaccia e nel momento in cui si verificherà, noi saremo in grado di disinnescare l‘effetto prorompente che ci procura sofferenza.
Soffriamo perché non potrebbe essere diversamente
Si perché al di la dei nostri autoinganni, paure, giudizi, vergogna, senso di colpa, maschere, illusioni che ci provocano dolore, dobbiamo fare i conti con la vita che fa soffrire, inevitabilmente.
Potremmo anche tentare di allontanare le difficoltà e creare un mondo tutto nostro nel quale sentirci protetti e al sicuro.
Ma quando muore un nostro caro, ci viene diagnosticata una grave malattia, vediamo soffrire un figlio o un genitore, allora in questo caso ci troviamo di fronte all’aspetto più crudele della vita e comincia la sfida.
Imparare a lavorare con il dolore, a dargli in giusto spazio nella nostra vita , attivare tutte le nostre risorse e la nostra forza emozionale per affrontarlo, perché se è vero che non possiamo cambiare la situazione certamente possiamo intervenire sul nostro modo di gestirla.
Ecco perché è importante sviluppare ed utilizzare, una ad una, tutte le tecniche e le strategie che insieme contribuiscono a rafforzare la nostra competenza emotiva.
Raffaella Lione
Counselor Relazionale
Bio | Articoli | Video Intervista AIIP Aprile 2024
……………………………………………………………..