Tempo: la difficile conciliazione all’interno della famiglia
Rispettare l’altro significa anche rispettare i suoi tempi
Cos’è il tempo? Non è semplice dare una risposta a questa domanda solo apparentemente banale.
L’inesorabile scorrere di secondi, minuti, ore, giorni, settimane, mesi e anni può essere conteggiato da un orologio o un calendario, ma ciò non impedisce ad ognuno di noi di averne una percezione diversa, in base all’età, alle attività più o meno piacevoli che stiamo svolgendo, agli appuntamenti prefissati e alla loro importanza, alla stanchezza accumulata, e così via…
Io, che in qualità di madre, ho l’arduo compito di portare ogni giorno la mia famiglia fuori di casa e di farlo “in tempi ragionevoli“, mi rendo conto che la maggior parte delle volte in cui perdo la pazienza è questione di “tempi” non rispettati.
Non c’è un modo facile per conciliare le esigenze di ognuno, ma un primo passo per migliorare la gestione degli impegni familiari è riconoscere che ciascuno ha i suoi tempi.
Un neonato può stare per ore a guardare i suoi genitori, sorridendo e giocando, eppure, quando è affamato e piange, i pochi minuti necessari allo scalda-biberon per intiepidire il latte sembrano durare un’eternità.
Una madre farebbe (e fa di tutto!) per placare immediatamente il pianto del suo piccolo.
Un padre, seppur presente e attento alle esigenze della famiglia, considera quel pianto una “normale” manifestazione di un bisogno del neonato che non ha ancora la capacità di parlare.
Non perde la testa, non si preoccupa eccessivamente, proverà a soddisfare l’esigenza del figlio con i suoi tempi di padre e sempre che la madre non sia già intervenuta.
Un bambino che la mattina deve andare a scuola non ha nessuna voglia di alzarsi, sciacquarsi, vestirsi e arrivare puntuale.
Starebbe volentieri a letto, si alzerebbe con calma, giocherebbe almeno un po’ con quei giochi che la sera ha dovuto abbandonare troppo in fretta perché gli è stato detto che era “tempo di dormire“.
Accetta la routine che gli è stata imposta dagli adulti con difficoltà.
Infatti, mentre per il neonato la routine è confortante, perché gli permette di sapere cosa aspettarsi, per il bambino che inizia ad avere impegni scolastici ed extra-scolastici è una forzatura.
Ha tempi diversi da quelli dei genitori che non possono essere rispettati perché mamma e papà devono andare al lavoro o perché sta per iniziare l’attività del costosissimo corso a cui è stato iscritto.
I suoi genitori vogliono il meglio per lui, sanno quanto sia importante che socializzi con gli altri bambini, impari una lingua o pratichi uno sport, ma spesso ignorano il suo bisogno di “annoiarsi” senza impegni, che è uno stimolo importante all’immaginazione e a inventare nuovi giochi e storie.
Un adulto che inizia la sua giornata lavorativa ha dei tempi da rispettare, ha messo in conto di dover accompagnare il figlio a scuola, ma non può ritardare per un capriccio infantile.
Così, lo rimprovera, spiegandogli l’importanza di rispettare gli impegni presi, mentre il bambino lo implora di cambiare i suoi piani e trascorrere la giornata insieme.
Un adolescente alle prime uscite con gli amici si chiede perché non possa fermarsi sino a tardi con i suoi coetanei e gli siano concesse così poche ore di libertà.
Un amico single si sente trascurato perché la persona con cui per anni ha condiviso serate e divertimenti è così assorbito dagli impegni familiari da non trovare il tempo per un aperitivo, una passeggiata o un caffè.
Non comprende perché l’amico annulli gli appuntamenti all’ultimo momento adducendo scuse sempre uguali, quali la febbre del figlio o l’eccessiva stanchezza.
Un pensionato è deluso perché figli e nipoti non hanno trovato il tempo per passare a trovarlo o per effettuare quella commissione che per lui è importante.
Vorrebbe che ogni sua richiesta sia soddisfatta subito, ma è costretto ad aspettare.
La conciliazione del tempo all’interno di una famiglia inevitabilmente sacrifica le esigenze di ciascuno, così l’organizzazione degli impegni quotidiani diventa ragione di discussione e incomprensioni.
Abbiamo pochi momenti liberi e spesso li riempiamo di bronci, rabbia, stress per gli impegni futuri.
La giornata volge al termine e ci accorgiamo di essere insoddisfatti di quel tempo che è sfuggito via come sabbia tra le mani.
Pensiamo al tempo trascorso insieme agli altri componenti della famiglia: siamo sicuri che mentre ci sforzavamo di “essere presenti” ai loro occhi, non avessimo la testa altrove?
Magari siamo stati distratti dallo smartphone o dalle faccende domestiche.
Il tempo non sembra mai abbastanza per far tutto e ci sentiamo inadeguati come genitori, partner, figli e amici.
Siamo frustrati e nervosi, perché impieghiamo il nostro tempo e le nostre energie ad assecondare bisogni e a conciliare esigenze altrui, con risultati non soddisfacenti, almeno secondo gli elevati standard che ci siamo prefissati.
E allora ogni tanto prendiamoci del tempo, magari una domenica senza impegni di alcun genere.
Dimentichiamo l’orologio e assaporiamo la bellezza di ogni momento insieme.
Magari un giorno ricorderemo con un sorriso quella giornata in cui il tempo si è magicamente fermato e ne abbiamo potuto assaporare l’essenza.
Eliana Romeo
Scrittrice | Giurista | Mediatrice familiare
Bio | Articoli | Video Intervista Scrittori Pensanti
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