La metafora come linguaggio dell’anima
Il potere trasformativo della metafora nella pratica psicoterapeutica
Image by TopSphere Media on Unsplash.com
La metafora è uno strumento potente e versatile utilizzato in psicoterapia per aiutare i pazienti a comprendere e affrontare i loro problemi emotivi, comportamentali o relazionali. Si tratta di un mezzo comunicativo che trasmette significati in modo indiretto, sfruttando analogie, immagini e narrazioni per veicolare concetti complessi in modo più accessibile e comprensibile.
Ma perché questa è così potente? Perché le metafore vanno oltre le parole. Coinvolgono il nostro lato emotivo, il nostro immaginario e le nostre esperienze passate. Ascoltando una metafora, non solo sono compresi concetti, ma “sentiti”: le metafore permettono una connessione profonda ed emotiva con il materiale, rendendolo più significativo e memorabile.
La metafora come “linguaggio dell’anima”
La metafora è un mezzo linguistico che sposta il significato di un concetto, esprimendo una cosa diversa da quella nominata sulla base di una similitudine, senza utilizzare il termine “come”.
Il suo nome stesso, derivante dal greco “μετά φέρειν“, indica il suo potere di andare oltre, trasferire e trasformare. La metafora crea collegamenti tra il mondo reale e quello immaginario, tra l’esperienza sensoriale e quella psicologica, usando parole evocative e suggestive che giocano sull’ambiguità rivelando significati nascosti e molteplici dietro la superficie letterale del linguaggio.
La metafora si erge come un prezioso strumento al servizio della psicoterapia, contribuendo a illuminare il senso profondo della vita e a promuovere la consapevolezza individuale. La psicoterapia stessa, come la metafora, fonde ragione e sentimento, logica e poesia, scienza ed arte. Rivolgendosi all’intera persona, essa considera l’intelligenza insieme alle componenti emotive e intuitive. In questo contesto, la comunicazione non è lineare ma avviene su diversi livelli, integrando contenuti e relazione.
L’innovativo approccio di Milton H. Erickson
Uno dei principali promotori dell’uso della metafora in psicoterapia è stato Milton H. Erickson (1901-1979), famoso psichiatra e psicoterapeuta americano, noto soprattutto per il suo contributo fondamentale alla terapia ipnotica e alla terapia breve strategica.
Erickson ha sviluppato un approccio terapeutico altamente innovativo che si basava ampiamente sull’uso della comunicazione indiretta e delle metafore. Erickson era noto per l’abilità di utilizzare racconti educativi, parabole e metafore per comunicare con i suoi pazienti in modo efficace. Si trattava di storie singolari, episodi fantastici o anche enigmatici, che potrebbero inizialmente confondere l’ascoltatore ma che spesso portavano a risultati sorprendenti.
Erickson, dunque, è stato uno dei primi a riconoscere l’importanza della narrazione e della metafora nel processo terapeutico e ha dimostrato come queste tecniche potessero essere utilizzate per facilitare il cambiamento terapeutico. Le sue tecniche hanno influenzato profondamente molte scuole di pensiero in psicoterapia e l’uso della metafora è diventato così un elemento chiave in molte di queste approcci terapeutici, poiché è stato dimostrato che può essere efficace nel facilitare la comunicazione, la comprensione e il cambiamento nei pazienti.
L’arte terapeutica della metafora nella relazione paziente-terapeuta
Attraverso il fascino della metafora, il paziente avvia un processo di ricerca inconscia che lo porta ad allontanarsi dai suoi schemi abituali di percezione della realtà.
La metafora terapeutica, infatti, ha il potere di lenire ferite recenti e antiche, senza essere invasiva, alleviando anche le sofferenze più profonde. Le parole della metafora sono delicate ma intense evocando stati d’animo e pensieri, aprendo varchi su aree oscure e problematiche ricorrenti. Essa penetra fino al nucleo del dolore senza ferire, offrendo alternative visive e soluzioni senza imporle.
Il terapeuta trasmette messaggi complessi attraverso di essa, consentendo loro di sedimentarsi su vari livelli della coscienza del paziente. Attraverso la visualizzazione e l’astrazione, la metafora sussurra all’inconscio del paziente che, seguendo la logica del discorso, collega ciò che viene detto con la propria esperienza. La metafora non viene offerta come un prodotto finito, non viene spiegata, ma appare in forma grezza che il paziente da plasma, interpreta ed integra nel suo personale sistema di significati e, in base ai suoi parametri personali, trae insegnamenti che risuonano con la sua esistenza.
La metafora è un modo per superare le resistenze: la comunicazione indiretta consente al terapeuta di ridefinire le relazioni tra il paziente e la realtà. Poiché le metafore possono offrire una cornice più sicura e meno minacciosa per esplorare esperienze difficili, i pazienti possono sentirsi più incoraggiati a esplorare i propri vissuti emotivi. Il terapeuta inizia a comprendere e adottare il linguaggio del paziente, entrando nel suo modello del mondo per poi ristrutturarlo in modo creativo. La metafora diviene un ponte comunicativo tra terapeuta e paziente aiutando a creare un clima di fiducia e comprensione nella relazione terapeutica. Attraverso una storia inventata, ma con parallelismi nascosti con la storia del paziente, il terapeuta offre soluzioni o sistemi per ottenerle, facendo sì che il paziente si senta responsabile della scoperta senza percepire pressioni esterne.
Il paziente come narratore del proprio mondo
Nell’incontro psicoterapeutico, l’esplorazione della soggettività è innanzitutto merito del paziente. Lui stesso si addentra, con il suo dire, in significati sempre più essenziali.
La metafora perciò non è di uso esclusivo del terapeuta poiché anche il paziente stesso si esprime attraverso di esse: nel tentativo di comunicare le sue esperienze, nel suo auto-raccontarsi, nel suo modo di esprimere i propri disagi tende inevitabilmente a utilizzare metafore, che sono il mezzo più efficace per dare un’idea della sua situazione. Quando il paziente usa metafore per descrivere la propria vita, sta implicitamente facendo riferimento al suo modello di mondo, anche senza rendersene conto. Il terapeuta, in questo contesto, deve perciò sviluppare un orecchio particolarmente sensibile per cogliere queste metafore ed entrare così nel mondo simbolico del paziente. Essendo una finestra attraverso la quale poter esplorare il suo mondo interiore, il terapeuta deve stare attendo a non “leggere” la metafora in base al suo modello, sovrapponendo la propria interpretazione, piuttosto è preferibile che adotti approcci più umili che permettano al paziente di scoprire autonomamente le connessioni nascoste tra le sue esperienze, l’inconscio ed i suoi vissuti emotivi.
Costruire una metafora: la sapienza della scelta e della calibrazione
Così come non esiste un seme adatto a tutti i terreni, anche le metafore non possono essere utilizzate in modo indiscriminato: devono essere selezionate con attenzione in base al momento e alla personalità del paziente.
Perché una metafora sia efficace, è fondamentale che il terapeuta presti attenzione al problema del paziente e tenga presente la sua individualità. La metafora dovrà essere calibrata in riferimento alla natura del problema, all’individuazione dei cambiamenti desiderati, alle strutture cognitive, alle abilità di astrazione e di elaborazione e alle mappe emotive che influenzano il modo di percepire il mondo. In tal senso la costruzione della metafora deve garantire isomorfismo alla situazione del paziente, affinché il paziente possa identificarsi con il messaggio metaforico, ed offrire uno stile comunicativo alternativo a cui il paziente potrebbe aspirare per affrontare il problema in modo diverso. Una metafora terapeutica efficace produce la possibilità d’ispirare i pazienti a considerare nuove prospettive e possibilità di cambiamento. Sfruttando l’immaginazione e la creatività, le metafore possono incoraggiare i pazienti a esplorare nuove soluzioni ai loro problemi e ad adottare comportamenti più adattivi. Infine, considerando le capacità di autoregolazione del paziente, il terapeuta stabilirà una “distanza di sicurezza” che permetta al paziente di comprendere che la metafora riguarda lui senza provocare eccessivo turbamento.
Bibliografia
Barker, Ph., “L’uso della metafora in psicoterapia”, Astrolabio, Roma 1987
David, G., ” Metafore terapeutiche”, Astrolabio, Roma 1992
Masseria, E., “L’uso terapeutico della metafora”, Edizioni Psiconline-Francavilla al Mare, 2017
Dott.ssa Eleonora Scancamarra
Psicologa Clinica
……………………………………………………………..