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La paura degli insetti

Aspetti psicodinamici e psicoterapia

Image by Shutterstock.com (ID: 2303033477)


La fobia degli insetti viene definita entomofobia o insettofobia (Guidapsicologi.it, 2022). Nel DSM-5, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, rientra tra le fobie specifiche ed è inserita tra i disturbi d’ansia. Infatti, se la fobia raggiunge un grado elevato di gravità rappresenta un vero e proprio disturbo che può diventare invalidante, fino a portare all’evitamento di ogni circostanza in grado di produrre forti stati di ansia e angoscia; nei casi più estremi l’evitamento può estendersi in maniera così importante da compromettere e limitare le attività quotidiane fino a determinare l’isolamento sociale (Scarselli, 2019; Inferrera, 2022).

La sintomatologia fisica e psicologica che solitamente si presenta nella situazione fobica è la seguente:

  • Intensi sentimenti di paura e ansia quando si vede o si pensa all’insetto temuto;
  • Paura e ansia aumentano d’intensità con l’avvicinarsi dell’insetto;
  • Incapacità di controllare l’ansia e la paura, nonostante la consapevolezza della loro irragionevolezza;
  • Evitamento di determinate situazioni a causa dell’estrema paura degli insetti;
  • Sintomi fisici quali battito cardiaco accelerato, senso di oppressione al petto, sudorazione, iperventilazione, gola secca, vertigini, gambe molli, sensazione di perdita di contatto con la realtà, paura di svenire, attacchi d’ansia fino ad arrivare a veri e propri attacchi di panico (Legacci, 2017).

Le emozioni di paura e ansia, di disagio e di angoscia esperite di fronte all’insetto temuto sono persistenti e irrazionali, in quanto vengono provate nei confronti di insetti che non sono realmente ed oggettivamente pericolosi. In alcuni casi basta la vista o anche solo un’immagine dell’insetto a provocare reazioni di paura intensa. Nei casi più gravi, la persona è convinta di essere sul punto di morire, di impazzire, di perdere il controllo, in altri casi teme di danneggiare qualcuno o di fare qualcosa di disgustoso o umiliante.

Tali reazioni emotive vengono solitamente esperite come “pericolose” e incontrollabili (paura della perdita del controllo di sé), per cui la persona comincia a mettere in atto comportamenti di evitamento delle situazioni che le hanno scatenate, provando un’ansia anticipatoria, che non fa che rinforzare la paura. Si determina così un circolo vizioso sempre più invalidante: l’evitamento conferma la pericolosità della situazione evitata e l’intollerabilità delle emozioni di ansia e paura sperimentate, e predispone all’evitamento successivo. Si genera la convinzione di non farcela ad affrontare l’oggetto fobico: il sollievo conseguente all’evitamento degli insetti è solo temporaneo e incrementa il senso di inadeguatezza e incapacità personale, così che l’evento tanto temuto appare sempre più impossibile da fronteggiare.


Origini e aspetti psicodinamici

Rispetto alle origini, talvolta l’entomofobia è determinata da un evento traumatico, come la puntura di un insetto, in altri casi deriva da un condizionamento da parte delle figure genitoriali che trasmettono al/alla figlio/a la percezione del pericolo connesso all’esplorazione del mondo, che si può focalizzare poi su un insetto specifico. Spesso, infatti, l’insetto rappresenta qualcosa di ignoto e poco conosciuto, di cui non si ha il controllo e che spaventa (Lazazzera, 2022).

Alla base di questo disturbo, c’è un meccanismo di difesa denominato identificazione proiettiva (Klein, 1946), per il quale parti di sé rimosse o negate vengono proiettate all’esterno su un insetto che diviene oggetto di fobia. Solitamente si tratta di parti che vengono rifiutate perché si associano ad emozioni di dolore o angoscia e che nascondono bisogni profondi insoddisfatti: senso di inadeguatezza, vergogna, rabbia, aggressività, senso di inutilità legati alla percezione di rifiuto, di squalifica, di svalutazione, se non di vero e proprio disprezzo da parte degli altri, che risultano intollerabili e che pertanto, per difesa, vengono scissi e allontanati dalla coscienza.

Queste parti di sé rifiutate vengono quindi proiettate su un insetto, che viene così ad incarnare tutte le emozioni negative che non vogliamo sentire, divenendo oggetto di paura, disprezzo, repulsione, schifo.


Quale terapia? La risposta dell’Analisi Transazionale

Solitamente chi presenta l’entomofobia è consapevole del fatto che la propria fobia è irragionevole ed eccessiva, ma non riesce a liberarsene. La terapia può aiutare a superare la paura, facendo sì che la persona familiarizzi con l’insetto temuto, così da conoscerlo e vederlo come meno estraneo.

Uno dei possibili approcci psicoterapeutici che si possono utilizzare per intervenire sulle fobie per gli insetti è quello dell’Analisi Transazionale. In particolare, appare rilevante il contributo dei Goulding (1979) con la loro Terapia della ridecisione, che veniva utilizzata per lo più nell’ambito della terapia di gruppo.

Il primo step dell’intervento terapeutico prevede di far immaginare al cliente la presenza dell’insetto temuto nella stanza di terapia ad una distanza che senta sicura; si lavora poi su quello che il cliente prova nei suoi confronti e sulla responsabilità che ha per le emozioni e sensazioni che vive di forte all’oggetto fobico; in questo modo la persona prende consapevolezza che tali reazioni emotive non dipendono dall’insetto, ma sono autodeterminate: comprende che si mette paura da sola. Si lavora quindi sull’episodio dal quale ha avuto origine la fobia e sulle credenze e vissuti nei confronti dell’insetto.

Poi si invita il cliente ad impersonare l’insetto che teme. In questo modo emergono le caratteristiche della persona che sono state proiettate sull’oggetto fobico.

Si riprende quindi l’idea della presenza dell’insetto nella stanza, avvicinandolo sempre più al cliente e, quando comunica che ha paura, lo si riallontana e gli si chiede che fantasia sta usando per farsi paura; infine, si lavora su come può proteggersi dall’insetto per evitare che gli vada addosso, ad esempio, spingendolo via.

Con questo intervento terapeutico la persona ha la possibilità di rendersi conto che si mette paura da sola, che l’insetto non è pericoloso e non può fargli male. Nella fase conclusiva dell’intervento sarebbe molto utile far sì che venga a contatto con l’insetto dal vivo.

Gli interventi terapeutici dei Goulding prevedevano l’utilizzo del divertimento e dell’umorismo, per aiutare ancora di più il cliente ad “abbassare la guardia” e a lasciarsi andare.


Quale terapia? L’entomia

In linea con l’intervento analitico transazionale sopra descritto c’è l’entomia, una disciplina olistica che mira al benessere e all’evoluzione personale, favorendo processi di cambiamento. Le sue origini sono da ricercare nell’ambito di antiche tradizioni sciamaniche rielaborate alla luce delle più recenti conoscenze psicodinamiche e neuroscientifiche, nonché delle più moderne terapie psico-corporee.

La metodologia utilizzata è stata ideata e sperimentata dallo psichiatra Mario Betti (2022), che a partire dal 1996, l’ha sperimentata presso il Centro di Salute Mentale della Valle del Serchio, nella ASL 2 di Lucca.

Questa metodologia parte dalla considerazione suddetta che parti di sé rimosse o negate vengono proiettate all’esterno su un insetto che diviene pertanto oggetto di fobia.

L’entomia consente di lavorare in profondità e favorisce l’integrazione di queste parti rifiutate e scisse attraverso l’utilizzo della mindfulness in movimento, risolvendo così i blocchi emotivi alla base del disturbo; prevede infatti la messa in atto di sequenze motorie, definite forme entomiche che richiamano i movimenti dell’insetto temuto (mimesi psico-corporea), favorendone l’identificazione tramite le sensazioni cinestesiche provate.

Il termine entomia significa infatti “entrare dentro”, ossia divenire l’insetto temuto per interrompere la fobia e far emergere nuove potenzialità nascoste dietro di essa.

Questa tecnica permette di risolvere conflitti interiori e stati d’angoscia, favorisce l’equilibrio interiore ed il benessere e promuove l’empatia e la capacità di entrare in risonanza emotiva con l’altro. Si sperimentano vissuti di serenità e di armonia, di sintonia con la natura e con l’universo che ci circonda, quello stato che gli antichi Greci chiamavano “eudaimonia”.

In conclusione, è possibile affermare che familiarizzando con l’insetto temuto e reintegrando le parti di sé rimosse o negate su di esso proiettate, è possibile arrivare ad uno stato di integrazione e di unitarietà, sperimentando uno stato di benessere psicofisico.


Bibliografia

Betti, M. (2022). Entomia. Anime animali e trasformazioni del sé. Roma: Alpes Italia.
Goulding, M.M., Goulding, R.L. (1979). Il cambiamento di vita nella terapia ridecisionale. Roma: Astrolabio.
Guidapsicologi.it (2022). Entomofobia (fobia degli insetti): 5 segnali e come superare questa paura irrazionale da www.guidapsicologi.it
Inferrera, G. (2022). Entomofobia, la paura degli insetti
Klein, M. (1946). Notes on Some Schizoid Mechanisms. International Journal of Psychoanalysis, vol.27, 99-110.
Lazazzera, E. (2022). Superare la fobia degli insetti – Metodo di approccio di psicoterapia dello Studio Burdi per superare la fobia degli insetti
Legacci, A. (2017). Paura degli insetti: cosa è, come superarla
Scarselli, V. (2019). Paura degli insetti: l’entomofobia


Dott.ssa Claudia Cioffi Autrice presso La Mente Pensante Magazine
Dott.ssa Claudia Cioffi
Psicologa e Psicoterapeuta Analitico Transazionale
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