Liberarsi dal passato
Riconoscere le ferite e le loro tracce
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Ogni ferita lascia tracce e ogni percorso di guarigione passa necessariamente per la consapevolezza. Se non sappiamo da dove veniamo, non possiamo sapere chi siamo e, se non sappiamo chi siamo, non possiamo essere pienamente e autenticamente fedeli a noi stessi. Se non sappiamo da dove veniamo, non possiamo dirigerci verso il raggiungimento dei nostri obiettivi di vita.
Quando siamo bambini, avviamo la nostra conoscenza del mondo sotto la guida delle nostre figure di attaccamento principali che ci conducono e ci forniscono, più o meno inconsapevolmente ed implicitamente, delle chiavi di lettura delle cose che ci circondano. Crescendo, acquisiamo man mano una autonomia sempre maggiore finché, ad un certo punto, acquisiamo anche la capacità di mettere in discussione gli schemi interpretativi che i nostri genitori ci hanno fornito. Se è vero che alcuni di noi sono più fortunati di altri, perché possiedono figure di riferimento affidabili che consentono il loro sviluppo armonico in periodi critici della crescita, è altrettanto vero che il nostro punto di partenza non deve necessariamente coincidere con il nostro punto d’arrivo. Nessuno è condannato a meno che non si senta tale.
Il primo passo verso la guarigione risiede nel rendersi conto che ogni circostanza e relazione ci ha insegnato qualcosa, e ha contribuito a farci sviluppare la visione del mondo e di noi stessi che oggi, nel presente, ci caratterizza.
In particolare, esistono delle ferite che, più di altre, possono determinare il nostro sviluppo e il nostro funzionamento psicologico. Queste ferite colpiscono talmente nel profondo da avere effetti su noi anche a distanza di anni, spesso e volentieri, senza che ce ne rendiamo conto. Esse si generano dalla frustrazione di alcuni bisogni emotivi molto importanti, propri di ogni essere umano:
- Il bisogno di stabilità, cura e accettazione, bisogno di costruire con gli altri significativi legami stabili che restituiscano un senso di sicurezza.
- Il bisogno di definire la propria identità, guadagnare un senso di autonomia e di competenza.
- Il bisogno di espressione di sé, della propria personalità, attraverso la condivisione di pensieri ed emozioni.
- Il bisogno di giocare, di essere sé stessi e di farlo in modo spontaneo.
- Il bisogno di sviluppare il senso dei limiti, dell’autocontrollo e dell’autodisciplina.
Questi cinque bisogni, che ce ne rendiamo conto o meno, se non soddisfatti, ci possono portare ad un malessere psicologico che va osservato, accolto e guarito.
Il rifiuto e l’abbandono
Se vi siete mai sentiti rifiutati e abbandonati durante il vostro percorso di vita sapete quanto possa essere doloroso. Tra le cinque, questa ferita è la più antica e può generare un disagio psicologico significativo, in quanto maggiormente mina il senso di sicurezza di base, di fiducia in sé stessi, negli altri e nella vita. Vi sono diversi tipi di esperienze che possono procurarvi questa ferita: non è raro essere portatori della cicatrice dell’abbandono e del rifiuto. Ma come è vero che alcune circostanze sono inevitabili, è altrettanto importante riconoscerle e trattarle come ferite.
Come un abbandono nel vostro passato può condizionare il vostro modo di essere nel presente:
- Avete la credenza che le relazioni siano effimere e destinate a concludersi.
- Avete la credenza di non valere abbastanza e di non essere amabili.
- Avete paura che gli altri siano malevoli e che vogliano solo far di voi un uso utilitaristico e sfruttarvi per ciò che potete dare loro.
- Provate un sentimento profondo di inadeguatezza e di inferiorità rispetto agli altri e avete difficoltà a mostrarvi per quello che siete.
- Avete una difficoltà – più o meno marcata – di stabilire relazioni in cui sentirsi sicuri e gratificati, poiché i bisogni di cura e sicurezza non potranno mai essere soddisfatti.
L’autonomia e il senso di identità
Il secondo tipo di ferita è quella causata dalla mancanza di autonomia e del senso di identità. Quando cresciamo abbiamo bisogno quasi subito di sentirci autonomi. Chi ha dei figli lo sa, ben presto i bambini iniziano a dire: “faccio io”. Ed è naturale: abbiamo un bisogno innato di essere autonomi e di auto-determinarci attraverso le nostre azioni, contribuendo alla costruzione di un contesto che sia su misura per la nostra identità. Che si tratti di comportamenti, pensieri o emozioni dobbiamo riconoscerle come nostre, come parte integrante del nostro vissuto e di chi siamo. Quando però veniamo privati della possibilità di percorrere questo meraviglioso percorso di auto-determinazione e di conoscenza di noi stessi da genitori iper-protettivi che ci impediscono di cimentarci nelle sfide della vita, anche cadendo, oppure quando veniamo trascurati e non abbiamo punti di riferimento solidi da prendere come un porto sicuro da cui partire per esplorare il mondo, avremo come risultato un senso di identità fragile.
Come un passato caratterizzato da mancanza di autonomia può condizionare il vostro modo di essere nel presente:
- Avete poca fiducia in voi stessi e nelle vostre capacità.
- Avete difficoltà nel prendere decisioni in quanto non avete fiducia del vostro giudizio.
- Avete la credenza di “non potercela fare” e sentite di essere incompetenti di fronte alle più diversificate circostanze della vita.
- Vi sentite eccessivamente vulnerabili verso i pericoli presenti “lì fuori”.
- Confondete i desideri degli altri con i nostri e viceversa e siete per questo altamente influenzabili e insoddisfatti delle vostre scelte di vita.
La mancanza di limiti e di autocontrollo
La ferita derivante dalla mancanza di limiti e di autocontrollo si verifica quando abbiamo avuto delle figure di riferimento eccessivamente permissive. Così, crescendo, facciamo molta difficoltà a gestire la frustrazione che il compromesso può generare. Il compromesso e la negoziazione di significati rappresentano un elemento fondamentale della vita di tutti noi, in quanto ci consentono di intrattenere con l’altro diverso da noi una relazione armonica e soddisfacente per entrambi gli attori. Quando da bambini ci è stato concesso tutto, non abbiamo sviluppiamo la capacità di riconoscere l’altro come individuo con i propri bisogni e desideri che possono essere diversi dai nostri. Così come non impariamo a gestire la frustrazione che, a volte, l’altro può generare quando non agisce in funzione dei nostri desideri ma dei suoi.
Come un passato caratterizzato da mancanza di limiti può condizionare il vostro modo di essere nel presente:
- Potreste far fatica a rispettare gli altri e ha difficoltà a cooperare per un obiettivo comune.
- Potreste risultare agli occhi degli altri impulsivi ed egocentrici.
- Potreste non aver sviluppato la capacità di autocontrollarvi a livello emotivo e comportamentale, risultando prepotenti.
- Potreste sentirvi migliori degli altri e, per questo, non accettare condizionamenti esterni e limiti.
- Potreste sempre essere alla ricerca di gratificazioni immediate, incapaci di moderarvi e di guardare al lungo periodo.
- Potreste essere motivati ad avere successo e potere, ma non aver sviluppato delle competenze empatiche che vi consentano di vedere l’altro nella sua profondità.
Impossibilità di espressione
Se siete portatori di questa ferita siete probabilmente cresciuti in una famiglia giudicante o che vi ha impedito (o non incoraggiato a sufficienza) di seguire naturalmente le vostre inclinazioni, “tarpandovi le ali”.
Oppure potreste anche essere stati incoraggiati a mettervi eccessivamente a disposizione degli altri, dando priorità ai bisogni degli altri a discapito dei vostri o prioritizzando la desiderabilità sociale rispetto a ciò che vi fa stare veramente bene. O ancora, potete esservi sentiti giudicati negativamente quando esprimevate voi stessi in modo spontaneo e autentico.
Come un passato caratterizzato dall’impossibilità di espressione può condizionare il vostro modo di essere nel presente:
- Potreste tendere ad assumere un atteggiamento passivo e sottomesso, lasciandovi definire dall’altro e trascurando i vostri bisogni e desideri. Che sia per paura della reazione dell’altro o di un rifiuto, vi sentite a disagio all’idea di esprimervi o avete la sensazione che sia inutile farlo.
- Potreste eccedere di disponibilità verso gli altri, sentirvi obbligati a far ciò che vogliono gli altri per la volontà di compiacere tutti.
- Potreste essere naturalmente votati al sacrificio in virtù di bisogni altrui anche rinunciando consapevolmente. Il problema, in questo caso, è che tale scelta risulta troppo rigida e inflessibile. È una scelta obbligata, fatta per non far soffrire l’altro o per evitare il senso di colpa, o per entrambi i motivi.
- Potreste essere alla costante ricerca di approvazione e riconoscimento altrui, tralasciando la vostra vera identità. La vostra bussola, infatti, non sono le vostre emozioni, bisogni e pensieri, ma le reazioni degli altri a ciò che fate.
Iper-controllo e inibizione
Il quinto ed ultimo tipo di ferita è quella dell’iper-controllo e dell’inibizione. Quando il vostro bisogno di essere spontanei viene frustrato, svilupperete naturalmente la tendenza a reprimervi, non sentendovi liberi di manifestare impulsi ed emozioni, concentrandovi eccessivamente sul dovere e sulle regole, ma non sullo svago e sul piacere. Magari avete sviluppato una tendenza al perfezionismo e fate molta fatica a lasciarvi andare. Quando la famiglia è eccessivamente severa ed improntata al dovere o ha una visione negativa del mondo, il figlio può diventare iper-vigile e controllante verso sé stesso e anche verso gli altri.
Se siete reduci da questo tipo di ferita:
- Potreste avere una visione pessimistica della vita e una tendenza a concentrarvi soltanto sugli aspetti negativi.
- Potreste presentare un’inibizione emotiva, non sentendovi liberi di esprimere onestamente e spontaneamente le vostre emozioni per paura di mostrarvi fragili agli occhi degli altri.
- Potreste avere la tendenza ad essere ipercritici sia verso voi stessi che verso gli altri: sentite di dover raggiungere a tutti i costi standard parecchio elevati, per evitare di vergognarvi di voi stessi o di essere disapprovati dagli altri. Vi sentite costantemente sotto pressione al fine di raggiungere i vostri standard, senza rendervi conto di quanto siano severi. Oppure potreste essere intransigenti sul piano morale o religioso.
- Potreste ritenere che ogni sbaglio debba essere severamente punito senza attenuanti, facendo fatica ad accettare l’imperfezione dell’essere umano. Potreste avere molta difficoltà ad essere indulgenti e a perdonare.
E tu? Quale ferita hai? Riconoscendola avrai fatto il primo passo verso la guarigione.
Bibliografia
Le 5 ferite emotive primarie: ritrova il tuo benessere imparando a capirle e a guarirle.
Ylenia De Carlo, Schema Therapy
La relazione terapeutica nella Schema Therapy: una carta vincente, State of Mind
Dott.ssa Alice Tentor
Laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche
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