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Life Coaching, Mentoring e Terapia

Definizioni, differenze e approccio al paziente


Nel 2017, due anni dopo aver conseguito con successo le certificazioni di Personal Performance Life Coaching e NLP Practitioner (PNL – Programmazione Neuro Linguistica) presso la The Coaching Academy, azienda Britannica leader nella formazione di Life Coaches, ho avuto l’onore di entrare a far parte del Team di Mentors for Life Coaches dell’Accademia.

Negli ultimi 4 anni ho aiutato centinaia di studenti ad affrontare al meglio il loro percorso formativo e a sviluppare solide basi per poter diventare Life Coaches di successo.

Ho risposto a migliaia di domande, e aiutato tantissimi giovani provenienti da diverse parti del mondo e con culture anche molto diverse tra loro a superare le difficoltà sia tecniche che emozionali che spesso si incontrano in un percorso di crescita e formazione personale e professionale.

In questa serie di articoli che ho deciso di raccogliere sotto il nome di “Vita da Life Coach“, ho deciso di utilizzare l’esperienza maturata in questi anni sia da Life Coach che da Mentor per Life Coaches e metterla a disposizione di coloro che hanno deciso di intraprendere un percorso formativo da Life Coach, o che lo hanno già intrapreso ma che hanno bisogno di qualche piccolo consiglio per affrontare la professione al meglio delle loro capacità.

In Italia, come in tante altre parti del mondo, il Coaching è una realtà in crescita e, ormai, i benefici sia sul piano professionale che personali sono noti a tutti. Ci sono, comunque, ancora tante aree da esplorare, e sviluppare, per questo spero che questa serie di articoli sarà utile a tutti coloro che hanno deciso di intraprendere un percorso formativo non solo da Life Coach ma in tutti quelle aree professionali dove la Crescita Personale, la Psicologia e l’aiuto del prossimo sono al centro dei propri obiettivi.

In ogni caso buona lettura a tutti.


Il Coach, il Mentore, e il Terapista

Un argomento molto importante che si affronta quando si inizia un percorso di formazione da Life Coach è quella di chiarire le differenze che esistono tra il Life Coaching e le altre forme d’intervento specialmente con quelle Terapeutiche, e di Mentoring.

Conoscerne, le differenze tra queste discipline è molto importante perché fornisce a possibilità a coloro che posseggono una o più di queste competenze di usarle al meglio delle loro potenzialità e anche a capire quando e se è possibile usarle in maniera interscambiabile.

Comunque, nonostante l’approccio sia diverso per ogni disciplina, l’obiettivo principale rimane lo stesso.

Aiutare e supportare altri individui a crescere e superare le difficoltà quotidiane.

Di seguito riporto una breve spiegazione delle tre principali forme di intervento:


Il Life Coach

Un life Coach è colui che facilita e spesso velocizza il percorso di crescita personale e professionale di un individuo.

L’obiettivo principale di un Life Coach risiede nel facilitare l’individuazione da parte del cliente di tutta una serie di obiettivi da realizzare, velocizzando, così, il processo di creazione di strategie e piani di azione per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

In un percorso di Life Coaching, il cliente impara a diventare più consapevole delle proprie forze, ma anche a essere in grado di non farsi sopraffare dalle proprie debolezze, anzi spesso ad accettarle e cercare di migliorarsi e ad utilizzare forze e debolezze per il raggiungimento di obiettivi specifici.

In poche parole, lavorando con un Life Coach il percorso di crescita professionale e personale di un individuo nonché la realizzazione dei propri goal, diventa molto più veloce ed efficace.


Il Mentore

Come per il ruolo di Life Coach anche il Mentore è una figura che ha come scopo principale quello di aiutare il prossimo.

Il Mentore (Mentor) è colui che condivide e utilizza la propria esperienza, i propri successi, m anche le difficoltà incontrate in un determinato settore professionale o percorso di vita per motivare, supportare e incoraggiare la crescita del proprio Mentee (colui che riceve il Mentoring).

Al contrario del Life Coach, però, che infatti non necessita di avere alcuna esperienza nella vita professionale o personale delle persone con cui lavora, il Mentore, invece, è generalmente colui che conosce in maniera specifica e particolareggiata un determinato argomento, una particolare attività o ha una specifica esperienza di vita sia professionale che personale che utilizza queste sue esperienze e conoscenze per aiutare, e motivare coloro che magari hanno bisogno di essere guidati e supportati in percorsi simili.


Il Terapista

Le forme di terapia esistenti sono innumerevoli, e lo scopo di questo articolo non è quello di creare in compendio sulle varie professionalità, esistenti, quindi, mantenendoci sul generale, un terapista è colui che è in possesso di un diploma universitario abilitante, opera nell’ambito della prevenzione, cura e riabilitazione di tutti quegli individui affetti per lo più da patologie di origine psichica e mentale.

Infatti, per esempio, il termine “terapista“, viene spesso utilizzato per raccogliere in una macro categoria coloro che si occupano dei vari rami della Psicologia, della Psicoterapia e del Counselling. Comunque anche in questo caso lo scopo principale della terapia è quello di aiutare individui in difficoltà, questa volta, però, coloro che affrontano problematiche e patologie di tipo più specifico e dove sono necessarie conoscenze e abilitazioni professionali più tecniche spesso associate al campo medico.


Life Coaching: le differenze che fanno la differenza

Seppure tutte le forme di intervento menzionate in questo articolo hanno lo scopo di aiutare il prossimo, la differenza sostanziale tra il Life Coaching e le altre professionalità sono essenzialmente tre.

La prima e che il Life Coaching è completamente orientato al raggiungimento di obiettivi futuri.

Se non ci sono obiettivi che il cliente o coachee vuole raggiungere o realizzare, vengono a mancare i principi fondamentali su cui un Life Coach Opera: Obiettivi, Strategie e Azioni.

La seconda caratteristica, molto importante è che il Life Coaching è generalmente definito come intervento atto ad aiutare coloro che sono “psicologicamente stabili”.

Qui si potrebbe sicuramente aprire un lungo dibattito su chi, in un mondo del genere è “psicologicamente stabile“, ma, quello che intendo dire è che per persone affette da patologie mediche specifiche o seri disturbi mentali e psicologici di un certo tipo, potrebbe essere necessario, inserire, insieme al Life Coaching (comunque intervento sempre utile) anche altre forme di aiuto professionali più tecniche e specifiche.

La terza caratteristica che fa si che il Life Coaching sia un po diverso dalle altre forme di intervento è il fatto che il Life Coach aiuta il proprio Coachee attraverso l’utilizzo di domande atte ad accrescere la consapevolezza di sé senza mai, però, dare il proprio input, il proprio consiglio o la  propria interpretazione sulla situazione del coachee. Questo per non influenzare e quindi diventare il responsabile delle scelte e delle azioni che il Coachee andrà poi ad attuare nella propria vita.

Un Life Coach professionale riesce distaccarsi completamente dal proprio “io”.

Ascoltare profondamente la persona che si ha davanti senza mai avere pregiudizi, senza mai voler imporre il proprio modo di vedere la situazione o condividere la propria esperienza ma, completamente focalizzarsi sul cliente e sulle sue necessità è la caratteristica principale di un Life Coach di successo.


Una scelta professionale ed etica

Spesso coloro che iniziano un percorso formativo da Life Coach posseggono già una o più qualificazioni professionali nel campo della psicologia, per esempio, o hanno maturato esperienze importanti nel campo della terapia e del counselling.

Nella mia esperienza da Mentor per Life Coaches spesso ho lavorato con studenti che mi hanno chiesto:

…per essere considerati Professional Life Coach devo abbandonare o accantonare le conoscenze che posseggo per esempio nel campo della Crescita Personale e nella Psicologia?

Domanda molto interessante e anche legittima, ma a cui  non esiste né una risposta completamente giusta e neanche una totalmente sbagliata.

Credo che la risposta a questa domanda risieda essenzialmente nella scelta soggettiva del professionista. Professionista che si troverà a dover decidere il tipo di approccio da avere con il cliente, in base alla propria attitudine,  alle proprie conoscenze e abilità professionali, ma anche, e direi soprattutto, in base le esigenze e necessità del cliente e/o paziente il tutto sempre condito da una profonda etica professionale a da i principi fondamentali di “buon senso” .

In un qualunque percorso di studi, come ovvio che sia, bisogna prima di tutto imparare, memorizzare e fare pratica, e solo successivamente attenersi agli standard e alle regolamentazioni della materia studiata.

Essere un Life Coach significa rispettare delle regole sia etiche che professionali, ad ogni incontro con il cliente.

Come in ogni campo, sia di vita personale, che professionale, una volta che si conoscono appieno le regole da rispettare, si diventa, poi, anche consapevoli di cosa è legittimo fare e cosa, invece è meglio evitare. Si diventa anche consapevoli delle proprie capacità su come affrontare determinate situazioni e problematiche sempre assumendosi la piena responsabilità delle proprie scelte e delle azioni intraprese.

La priorità, comunque, deve sempre essere il completo rispetto e la salvaguardia della salute mentale e fisica del cliente/paziente.


Life Coaching “puro” vs “ibrido

Per quanto mi riguarda, sia per una scelta personale che professionale, ho deciso di rendere la mia figura professionale da Life Coach quanto più versatile possibile.

Lavorando soprattutto con persone che affrontano problemi di carattere emozionale, spesso afflitti da stati depressivi che spesso sfociano nello sviluppo di comportamenti deleteri e di dipendenze di vario genere, il mio supporto avviene utilizzando un mix di skills che ho sviluppato e che continuo a migliorare nel corso degli anni attraverso corsi periodici e specializzazioni.

Non mi sono mai considerato un Life Coach “puro”, infatti, le mie sessioni di Life Coaching sono sempre un mix di principi e tecniche che vanno dal Life Coaching al Mentoring, passando per attività di Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT), fino alla Programmazione Neuro-Linguistica (NLP o PNL), ma spesso sono anche sessioni puramente motivazionali e di incoraggiamento psicologico ed emotivo dove, attraverso la mia esperienza personale, cerco di alleviare, per quanto possibile, le pene delle persone con cui lavoro spingendole ad affrontare le proprie difficoltà e aiutarle nel attuare un cambiamento, spesso, personale e psicologica prima e professionale dopo.

Un Life Coaching “versatile”

Con alcune persone decido lavorare come Life Coach “puro“, perché magari è ciò di cui hanno bisogno, con altre invece, posso ricoprire più un ruolo da Mentor o se è necessario da Trainer nel caso in cui debba utilizzare la mia esperienza personale per aiutare il mio cliente ad evitare delle difficoltà o degli ostacoli.

Il punto principale che vorrei condividere è che quando si conoscono bene le differenze tra i vari ruoli e le relative responsabilità, quando si è consapevoli delle proprio forze ma anche delle proprie debolezze, diventa poi la sensibilità ed etica del professionista che insieme al cliente definiscono le migliori vie di azione.

Indipendentemente dallo skill che si possiede, alla fine , l’obiettivo principale è, e sarà sempre quello di dare ai nostri clienti e/o pazienti, il miglior aiuto e supporto possibile sia a livello personale, che professionale. Credo fermamente che sia questa la prerogativa principale di tutti quei professionisti che hanno fatto della loro missione principale quella di aiutare il prossimo.


In conclusione…

Aiutare gli altri è una missione e anche una grandissima responsabilità.

La scelta di come e quando farlo è soprattutto una scelta che deve essere sempre coscienziosa, etica e altamente professionale. Il rispetto deve essere totale non solo nei confronti del cliente ma anche di noi stessi e della nostra professionalità.

Aiutare gli altri significa essere sempre consapevoli delle proprie capacità ma anche dei propri limiti.

Per aiutare il prossimo, bisogna essere preparati, qualificati e non smettere mai di migliorare le proprie conoscenze.

Sia che lavoriamo come Life Coaches, Psicologi, Terapisti o Dottori con diverse abilità, conoscenze e specializzazioni, l’obiettivo comune deve essere sempre quello di voler metter a disposizione degli altri le nostre conoscenze, competenze ed esperienze.

L’obiettivo dovrebbe essere quello di poter alleviare, per quanto possibile le sofferenze e le difficoltà presenti nella vita degli altri.

Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno non è vissuto invano. – Madre Teresa di Calcutta


Antonio Esposito Editor-In-Chief e Autore presso La Mente Pensante
Antonio Esposito
LMP Editor-In-Chief | Life Coach | Mentor
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