Mind Reading: la psicologia dietro la “lettura” della mente
Cold Reading: L’esperimento di Forer
Quante volte ci è capitato di soprenderci davanti ad un mentalista in grado di leggere il pensiero dei suoi spettatori? O davanti ad un medium che, con finalità decisamente meno etiche rispetto al primo, riesce a rivelarci dettagli molto precisi su di noi?
Entrambi utilizzano delle tecniche di Mind Reading: parliamo di Cold Reading e l’Hot Reading.
Cold Reading
Traducibile in italiano con “lettura a freddo”, la Cold Reading simula la lettura della mente creando un effetto in cui il prestigiatore riesce a rivelare, anche con precisione, alcuni particolari caratteriali ed emotivi allo spettatore, sconosciuto, che ha davanti a sé.
Non ci sono regole univoche per compiere una Cold Reading. Gran parte del risultato dipende dalla capacità del reader di analizzare i segnali verbali, paraverbali e non verbali dello spettatore durante le affermazioni proposte.
Anche l’abbigliamento, la prossemica e l’atteggiamento sono indizi utili a fornire dettagli sulla persona.
La lettura a freddo segue uno schema ad imbuto partendo inizialmente da affermazioni generiche che, a seconda delle reazioni a queste, diventeranno progressivamente sempre più specifiche fornendo dettagli sorprendentemente precisi.
Una delle tecniche che rende questa analisi così efficace è la tecnica del fishing (pesca) che permette di creare informazioni generiche in cui tutti si rispecchiano, chiamate Shotgun Statements e Barnum Statement (Forer, 1948) gettando gradualmente diversi “ami” per vedere su quali, tra questi, la persona si focalizzi di più manifestando, esplicitamente o meno, il proprio interesse sul tema.
Possiamo notare molte analogie con le profezie, nel linguaggio molto vago delle affermazioni proposte e nella tendenza del nostro cervello ad ignorare le informazioni errate in favore di quelle corrette.
L’efficacia delle informazioni generiche in cui tutti si rispecchiano è stata studiata in un esperimento dello psicologo Bertram R. Forer nel 1948.
Il fine di questo esperimento era di testare la validità dei protocolli diagnostici in voga tra i colleghi.
Forer è infatti convinto che, offrendo una descrizione di una persona, questa la confermi nella maggior parte dei casi, vittima dei suoi di bias interpretativi.
Questo avviene nella maggior parte dei casi, come abbiamo visto, con affermazioni vaghe e generiche, non del tutto assurde.
La dimostrazione di Forer
Lo psicologo Bertram R. Forer, chiese ai suoi studenti di compilare il Diagnostic Interest Blank, uno strumento in grado di dare un’analisi qualitativa basata su hobby, caratteristiche e aspirazioni personali.
Dopo una settimana, distribuì i risultati del test chiedendo di mantenere la massima riservatezza sulla propria valutazione senza confrontarsi con gli altri.
I risultati del test erano infatti uguali per tutti e contenevano le seguenti affermazioni:
-
- Hai molto bisogno che gli altri ti apprezzino e ti stimino.
- Tendi ad essere critico nei confronti di te stesso.
- Possiedi capacità inutilizzate che non hai volto a tuo vantaggio.
- Pur avendo alcune debolezze nel carattere, sei generalmente in grado di porvi rimedio.
- Il tuo equilibrio sessuale è stato in qualche modo problematico.
- Disciplinato e controllato all’esterno, tendi ad essere preoccupato ed insicuro dentro di te.
- A volte dubiti seriamente di aver preso la giusta decisione o di aver fatto la cosa giusta.
- Preferisci una certa dose di cambiamento e varietà e ti senti insoddisfatto se obbligato a restrizioni e limitazioni.
- Ti vanti di essere indipendente nelle tue idee e di non accettare le opinioni degli altri senza una prova che ti soddisfi.
- Hai scoperto che è imprudente essere troppo sinceri nel rivelarsi agli altri.
- A volte sei estroverso, affabile, socievole, mentre altre volte sei introverso, diffidente e riservato.
- Alcune delle tue aspirazioni tendono ad essere davvero irrealistiche.
- La sicurezza è uno degli obiettivi principali nella tua vita.
Dopo la lettura, gli studenti dovevano con un punteggio tra 0-5 basato su quanto si rispecchiassero in queste affermazioni.
La media dei punteggi ottenuti dai soggetti è stata di 4,26.
Lo psicologo concluse quindi il suo lavoro sostenendo che la sopravalutata validità degli strumenti psicologici acclamata dai colleghi diagnosti poteva essere facilmente superata da una validità soggettiva del paziente, di fronte a frasi e approssimative, dimostrando la fallacia di certe profilazioni basate su un’autovalutazione del paziente, perché questa non avrebbe potuto essere oggettiva.
Analizzando i risultati, Forer affermò che nella valutazione di singole proposizioni aumenta la capacità di giudizio critico, mentre la lettura di un report generale sulla propria personalità i soggetti sono indotti a riconoscersi in misura maggiore.
Alcuni studi recenti hanno dimostrato come venga dato un voto di accuratezza più alto se:
- Il soggetto crede che l’analisi sia personalizzata.
- Il soggetto è sensibile all’autorità dell’esaminatore.
- L’analisi elenca tratti generici e comuni.
- L’analisi elenca principalmente tratti positivi.
Questo meccanismo è quello che ci permette di rimanere impressionati quando, ad esempio, leggiamo l’oroscopo.
Hot Reading
Esiste anche una “lettura a caldo” (Hot Reading) meno “onesta”, ma molto più utilizzata di quanto si creda.
Alex Rusconi, prestigiatore, divulgatore e direttore della rivista Magia dà una definizione di Hot Reading citando quella del mentalista Matteo Filippini:
L’hot reading […] è una lettura eseguita conoscendo precedentemente delle informazioni assolutamente segrete e importanti a proposito dello spettatore; in letteratura vi sono molte storie gustose a proposito dei sistemi utilizzati dai medium per carpire informazioni agli incauti clienti. Ad esempio, si racconta che alcuni medium facessero accomodare i clienti nella sala d’attesa per poi poterli osservare attraverso le telecamere a circuito chiuso prima del in modo da poter osservare con tranquillità le movenze, la postura, gli abiti senza essere visti. […]
In passato alcuni sensitivi facevano attendere in sala d’attesa il cliente, mentre, sgattaiolando fuori da un’uscita secondaria, andavano a controllare se nella sua automobile vi fossero indizi o informazioni utili al consulto.
Provate a pensare alle possibilità di un cartomante o sensitivo oggi, nell’ epoca di Google e dei social network!
Alcuni medium e sensitivi sono arrivati a creare delle vere e proprie banche dati, arrivando a scambiarsi e vendere informazioni personali sui clienti tra di loro.
Alla fine, la nostra capacità di stupirci di fronte a tutto questo è stata brillantemente riassunta in una frase dal celebre autore di Sherlock Holmes:
Non c’è nulla di così ingannevole come un fatto ovvio. – Sir Arthur Conan Doyle
Bibliografia
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Edoardo Ares
Formatore Aziendale | Esperto di Processi Percettivi | TEDx Speaker
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