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Oltre le barriere del passato

Superare gli ostacoli posti dal condizionamento

Image by Towfiqu Barbhuiya on Unsplash.com


Molti di noi hanno perso il contatto con se stessi, sacrificando la propria individualità e scegliendo di vivere la vita che altri vogliono o che volevano vivessero.

Da bambini abbiamo bisogno di una guida e una direzione, mentre esploriamo il mondo abbiamo bisogno di dare un senso alle cose e imparare a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.

In questo senso, i genitori e in un senso più ampio, la cultura in cui cresciamo ci trasmettono un codice di comportamento e una morale ai quali fare riferimento.

Nel fare questo, i nostri genitori o qualsiasi altra figura di riferimento responsabile del nostro processo di crescita, ci danno quello che loro considerano importante e necessario per farci diventare adulti felici e appagati.

Lecito, se non fosse che questa modalità porta con sé degli aspetti problematici.

Innanzi tutto è importante considerare che ciò che ci è stato trasmesso, regole, convinzioni, morale, non diventerà mai realmente nostro se prima non lo avremo sottoposto ad una attenta valutazione mettendolo anche in discussione se necessario.

Solo cosi potremo essere certi di vivere in accordo con ciò che sentiamo e desideriamo e non secondo quanto ci è stato detto di fare o di essere.

Altro aspetto problematico da considerare è che spesso ciò che ci viene trasmesso è il risultato di un mix di paura, repressione, condizionamenti inconsci.

Anche i nostri genitori infatti hanno un vissuto emotivo basato sulle loro esperienze personali e tutto ciò che poteva avere un valore e un senso per loro potrebbe non averlo per noi.

Ma da bambini noi non abbiamo ancora sviluppato risorse e capacità che ci consentono di comprendere appieno ciò che ci viene trasmesso, di conseguenza noi accettiamo e ci adattiamo incondizionatamente. Molti di noi cresceranno senza mai mettere in dubbio valori e convinzioni e senza magari rendersi conto delle limitazioni che questo ‘modello’ di pensiero e comportamento porta nella nostra vita.

Ogni individuo nasce con delle caratteristiche proprie che, se ascoltate, potranno indicare la strada in accordo con la propria natura. Una vocina interiore che ci fa capire cosa è giusto per noi e cosa ci fa stare bene. Se veniamo incoraggiati ad ascoltare quella parte di noi allora svilupperemo la capacità di vivere secondo ciò che è meglio per noi.

Purtroppo però non è cosi semplice come potrebbe sembrare, molto spesso non avviene perché siamo portati ad ascoltare ‘chi ne sa più di noi’, chi vuole insegnarci a vivere perché sa che cosa è meglio per noi.

Ed è allora che ci viene ‘insegnato’ come comportarci per avere amore, rispetto, sostegno ed approvazione. Ogni bambino sviluppa la personale strategia di adattamento che gli permetterà di essere accolto e riconosciuto dal proprio nucleo familiare.

Da un certo punto di vista avere una morale, un codice di comportamento e regole ben definite ci da sicurezza, ‘ il nostro ‘mondo’ personale ci offre una identità precisa, un ruolo già stabilito dentro il quale noi già troviamo le nostre certezze, le personalissime linee guida e agiamo secondo ciò che a noi risulta più familiare, conosciuto.

Il più delle volte non stiamo bene, siamo limitati e non ce ne rendiamo conto. Abbiamo costruito una identità nella quale non ci riconosciamo ma comunque perseveriamo dell’interpretare quel ruolo. Scegliamo di vivere in una condizione difficile di vita che seppur dolorosa è molto spesso preferibile alla paura dell’ignoto.

Preferiamo’ l’inferno’ conosciuto piuttosto che affrontare l incertezza ed il rischio di nuove opportunità di cambiamento.

Tutto questo rappresenta un profondo tradimento nei confronti di ciò che siamo e certamente rappresenterà il limite maggiore allo sviluppo del nostro potenziale poiché per imparare ad avere fiducia in noi stessi dobbiamo mettere in atto un processo di apprendimento che ci permetta di sperimentarci in un modo non condizionato da esperienze del passato.


L’insorgenza del conflitto

Se ad un certo punto della nostra vita sentiamo di essere sbagliati e insoddisfatti senza riuscire ad identificare correttamente questa sensazione, allora sarà probabilmente arrivato il momento di andare oltre il nostro ‘schema mentale’ conosciuto e divenire più consapevoli di cosa ci muove.

Intraprendere un percorso di conoscenza di noi stessi significa mettere in discussione molto di ciò che abbiamo accettato inconsciamente e incondizionatamente. Significa scoprire che molte delle cose che facciamo e facevamo automaticamente non ci appartengono più e molto probabilmente dovremmo apportare dei cambiamenti nella nostra vita.

E qui il rischio di insorgenza di un conflitto interno è molto forte. Se ci allontaniamo dalle regole e convinzioni apprese potremmo avere attacchi d’ansia o sensi di colpa. 

Ci sentiremo schiacciati tra la necessità di migliorare la nostra condizione e la paura del cambiamento.

Certamente la parte del processo che maggiormente preoccupa è abbandonare le vecchie convinzioni, quindi il nostro porto sicuro, senza avere ancora la visibilità del prossimo approdo.

Spaventosa l’idea di non avere punti di riferimento, vero, ma è un passo necessario per poter acquisire la necessaria sicurezza e fiducia in noi stessi. Solo in quel momento saremo in grado di gestire ciò che ci accade, rispondere alle situazioni partendo dal ‘qui e orà e non da una idea del passato.


Identificare i nostri modelli di pensiero

Il primo passo prevede una auto-esplorazione per divenire consapevoli dei nostri modelli di pensiero acquisiti sui quali noi abbiamo basato le azioni e le scelte della nostra vita.

Possiamo porci alcune domande specifiche, come ad esempio :

  • Che cosa abbiamo dovuto fare e stiamo tutt’ora facendo per ottenere amore, approvazione e attenzione?
  • Cosa ci è stato insegnato a proposito di essere una brava persona e qual è la nostra idea oggi su ciò che fa di noi una brava persona?
  • Quanti e quali ruoli abbiamo dovuto assumere, e ci assumiamo ancora oggi per sentirci a posto con noi stessi e ottenere rispetto e approvazione?
  • Che cosa ci era permesso e cosa no, per esempio rispetto alla sessualità, alla creatività, alla gioia, alla espressione delle emozioni in generale?
  • Qual è la nostra idea rispetto alla possibilità di fallire/sbagliare?
  • In che modo ci rapportiamo alle difficoltà della vita?
  • Quali sono le emozioni o i comportamenti per il quali oggi ci giudichiamo?

Noi siamo i primi a resistere ad un eventuale cambiamento, quindi la domanda più importante di tutte è : per risolvere le nostre difficoltà, per smettere di soffrire per ciò che ci fa soffrire, per crescere e vivere il più possibile coerentemente con la nostra natura, siamo disposti a mettere in discussione il nostro modello di pensiero e di conseguenza i nostri modelli di comportamento?


Raffaella Lione Autrice presso La Mente Pensante Magazine
Raffaella Lione
Counselor Relazionale
Bio | Articoli | Video Intervista AIIP Aprile 2024
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