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Perfetti o felici

Diventare adulti in un’epoca di smarrimento di Stefania Andreoli

Se riteniamo di dover essere solo perfetti, nessuno potrà mai diventare niente. Niente di vero, niente di realistico, niente di tridimensionale, niente di spontaneo, niente di interessante, niente di affabulante, niente di felice. Niente di soggettivo, niente di unico. Niente di sano.

In vetta alle classifiche, appena uscito in libreria per Rizzoli Bur, Perfetti o felici. Diventare adulti in un’epoca di smarrimento è l’ultimo saggio della psicoterapeuta Stefania Andreoli, che volge lo sguardo alla sfida che i giovani adulti – orientativamente di venti-trent’anni, che potremmo definire i Millenials, generazione a cavallo tra gli Ottanta e i Novanta – e gli adulti giovani, con un’età che si estende sino alle soglie dei quarant’anni, vivono quotidianamente: provare a definire chi si è, all’interno di una società liquida, in un mondo sempre più schiacciato sul presente, privo di orizzonti futuri di senso, alle prese con un’emergenza climatica senza precedenti e portando addosso gli strascichi di una pandemia globale.

L’autrice

Quello di chi fa il mio lavoro è un contributo che per natura disturba, dal suo etimo dis-turbare «turbare fortemente», «scompigliare». Dà fastidio, prima di sollevare. Solleva polvere, prima di ordinare. Ordina la guerra, prima di siglare la pace. Di mestiere, sono scomoda. (Andreoli S., 2022).

La psicoanalista Stefania Andreoli, voce autorevole nel paesaggio della psicologia evolutiva italiana, è considerata una delle più importanti terapeute dell’adolescenza e i suoi interventi – eleganti, incisivi e coinvolgenti –, sono ospitati in numerosi convegni e proposti dalle maggiori testate giornalistiche, emittenti radio e tv nazionale.

Seguitissima sui social, conta oltre duecentomila followers su Instagram, dove gestisce un format imperdibile: “Il martedì delle parole”, una rubrica di domande grazie alla quale gli utenti possono proporre alcuni interrogativi esistenziali, principalmente i temi riguardano le relazioni – familiari, amicali, amorose – e la salute mentale.

Per Rizzoli, ha pubblicato numerosi saggi sulla genitorialità e l’adolescenza; l’ultimo bestseller risale al marzo dell’anno scorso: Lo faccio per me. Essere madri senza il mito del sacrificio.

Ma chi sono i giovani adulti?

I giovani adulti emergono quale nuovo soggetto antropologico, un insieme numericamente forte e con la compattezza di un esercito, i cui componenti risultano però autocentrati nella convinzione di essere gli unici a portare sulle spalle la fatica dell’esistere, nella dolorosa solitudine di credersi i soli bollati da un vergognoso marchio di inettitudine e fallimento, trincerandosi dietro un silenzio comune che finisce per sostenere il vicendevole inganno di non dirselo, che non sono gli unici.

Perché quel supposto primato di insuccesso e pusillanimità, che ognuno di loro – ognuno di noi – crede di avere, costituisce in realtà un’impronta generazionale comune, che la dottoressa Andreoli è riuscita a cogliere, con grande accortezza, e proporre, con eguale rispetto, facendo da megafono ai racconti che, giorno dopo giorno, ha raccolto nella stanza di terapia, negli scambi social e negli incontri di vita con i giovani adulti

Mi portano la loro fatica ad abitare il mondo che frequentano ogni giorno, un malessere di gravosa portata, un’inconsistenza dell’esistere, un’assenza di senso, una nostalgia di sé, un’odiosa impotenza, un’inaffidabilità del proprio gusto.

Di famiglia, amore e lavoro

Il saggio tocca diversi temi, che compongono un faticoso percorso che, dalla relazione con gli altri – familiari e amici – e il rapporto con sé stessi, si snoda nei sentieri impervi del lavoro e dell’università

Il complesso tema dello svincolo familiare, nel passaggio dalla dimensionale filiale a quella dell’autonomia adulta, si pone come centrale: viene esplorata la tendenza della famiglia contemporanea a pararsi di fronte al giovane adulto, impedendogli il passo e sbarrandone l’uscita libera e autonoma, con la formulazione non richiesta di sentenze sull’identità del figlio – sulla scorta della credenza magica “io so chi sei, meglio di te” – che si traducono nell’impedimento al divenire se stessi, un monito da parte di chi ritiene di sapere, dei giovani adulti, più di loro stessi.

Il comune senso di solitudine, straniamento e inadeguatezza, circolante tra i giovani adulti, spiega bene l’incapacità collettiva di fare squadra e gruppo, ma la fatica più grande sembrerebbe l’amore. Da sottolineare come le vicende sentimentali dei giovani adulti, caratterizzate da difficoltà soprattutto sul piano sessuale, patiscano l’ingerenza e l’ingombro della famiglia, descritta come una “rete intricata di sacrifici, rinunce, sensi di colpa, promesse di lealtà, silenzi e alleanze”, che mantiene i figli al suo interno, il più a lungo possibile, non promuovendo l’affrancamento in qualità di adulti.

Ampio spazio viene dedicato al tema del lavoro, tratteggiando l’esperienza reale dei giovani adulti attraverso dei bozzetti ricavati da storie cliniche. Secondo la dottoressa Andreoli, il lavoro costituisce una questione sociale dal forte impatto individuale e collettivo, che ha visto frapporsi i Millennials e i baby boomers – loro genitori, parenti, colleghi senior e dirigenti a lavoro – in una sorta di lotta generazionale, nella quale il dialogo è messo al bando.

Di paure e futuro

Nella mente dei giovani adulti, il fantasma del futuro è presente, ma non si evoca, sfuggente e sfumato com’è; appare così poco affrontabile da suggerire ai più di mantenere un canale diretto con il passato per tornarvi quanto prima o restarvi ancorati, finendone immobilizzati, come risucchiati dalle sabbie mobili.

A detta della dottoressa Andreoli, nemica giurata del futuro è la paura, che immobilizza, soffoca la speranza e non lascia accadere alcunché. Le testimonianze raccolte in anni di esperienza clinica riconducono molte di queste paure al timore del giudizio altrui e del fallimento personale, alla paura di non divenire mai, di non affrancarsi ed emanciparsi, al turbamento di essere sé stessi, al terrore ossessivo di raggiungere la perfezione.

Ma non può esserci futuro senza identità, perché quel luogo dai confini sfumati non potrà essere abitato da nessuno: chi ci fai andare all’incontro con il futuro, il non ancora?
“Non mi è possibile figurarmi il futuro, perché non riesco a pensarlo o a pensare il mondo, se prima non mi capisco io”, afferma uno dei pazienti della dottoressa, in una delle testimonianze riportate nel libro.

Essere sé stessi: la sfida del giovane adulto

Autorizzare se stessi a essere è farsi acqua trasparente, che permette di vedere il fondo su cui sono posati sia detriti che pagliuzze d’oro.

L’invito ad abbracciare una vita all’insegna dell’autenticità si alza con forza dal coro di giovani adulti che popolano le pagine e le giornate della dottoressa Andreoli.

Rispecchia il bisogno di coerenza e senso, la ricerca spasmodica di una verità – la propria verità –, la volontà di toccare il cuore delle cose, il desiderio di un incontro autentico con l’altro.
“Quanto costa cercare sé stessi, scorgersi all’orizzonte, venirsi incontro e infine trovarsi?”, è la domanda che si pone Martina, studentessa ventiseienne, in un’intensa lettera recapitata alla dottoressa Andreoli e citata sul finire del saggio.

La questione non è affatto semplice, ma risulta dirimente: diventare autenticamente se stessi – un viaggio faticoso e doloroso, che non potrà mai dirsi del tutto compiuto – sembrerebbe l’unica cura al male di vivere una vita che non è la propria, al rischio di divenire un altro lontano da Sé.

Essere sé stessi credo significhi fare sul serio, educare il pensiero per dire ciò che davvero si pensa senza bisogno di censure, contattare tutte le proprie emozioni ed esprimerle senza mimarle, riservare sorprese (sia in negativo che in positivo: siamo fallibili!) ma non imitarci, non mandare un avatar al posto nostro, non farci sostituire dalla strategia.

Conclusioni

Come parte attiva di questo imponente coro di giovani voci – definito in passato dalla dottoressa Andreoli, durante un bellissimo TED TALK del 2021 che consiglio di recuperare, “un vento che spezza ma non viene spezzato” –, non posso che sostenere fortemente la lettura di questo libro, in grado di restituire una visione autentica dei giovani adulti, bistrattati dalla politica e mal rappresentanti dai canali social, ridicolizzati dal mercato del lavoro e ostaggi della famiglia d’origine, ragazzi e ragazze che, sin dalle prime pagine, divengono protagonisti generazionali adulti, finalmente meritevoli di attenzione, ascolto e cura.

Buona lettura!
Annamaria Nuzzo

Perfetti o felici

Diventare adulti in un’epoca di smarrimento
Valutazione
5/5

Autrice: Stefania Andreoli
Editore: Rizzoli
Genere: BUR Parenting
Anno: Marzo 2023
Pagine: : 256 p., Brossura
ISBN: 978-8817178952

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