
Soffrire di scarsa autostima…
Consigli ed esercizi per imparare a volersi bene
C’è una parola che deriva dal greco e dalla quale dipende il nostro modo di vedere noi stessi e, di conseguenza, il mondo che ci circonda. Stiamo parlando dell’autostima, ovvero, secondo la definizione dell’American Psychological Association “il grado in cui le qualità e le caratteristiche contenute nel proprio concetto di sé sono percepite come positive”.
Lo psicoterapeuta Nathaniel Branden ha individuato alcuni pilastri fondamentali sui quali si basa: vivere consapevolmente, accettarsi, essere responsabili e sicuri di sé, essere assertivi, essere positivi, porsi degli scopi e possedere integrità personale. Il grado di autostima dipende da un mix di fattori interni, come il giudizio che una persona ha di sé stessa, i suoi pensieri, le sue emozioni e i suoi comportamenti, e fattori esterni, come gli accadimenti e i giudizi degli altri. Se questi sono negativi, il livello di autostima di una persona diminuisce, causando l’emergere di un atteggiamento passivo nei confronti della vita, la ricerca spasmodica dell’approvazione altrui e una forte dipendenza dal giudizio di amici, parenti e conoscenti. Si entra, quindi, in un circolo vizioso dal quale è difficile uscire, perché è molto faticoso rimarginare le ferite emotive e gli choc del passato. Difficile, ma non impossibile.
Autostima, l’individuazione dei sintomi
Se decidiamo, infatti, di iniziare un lungo e mirato lavoro su noi stessi, alla fine possiamo vedere la luce in fondo al tunnel. Innanzitutto, bisogna individuare, come se si trattasse di una malattia fisica, i sintomi che provocano uno stato di bassa autostima. Coloro che non hanno fiducia in sé stessi e nelle proprie potenzialità sono, nella maggior parte dei casi, persone insicure che, vergognandosi facilmente e sentendosi inadeguate, si sentono impacciate nelle situazioni per loro potenzialmente stressanti, in cui devono per forza uscire dalla propria zona di comfort, come occasioni di lavoro in cui vengono confrontati con colleghi e competitor oppure situazioni extra lavorative di tipo sociale. Inoltre, sono vittime dei sensi di colpa, hanno paura di sbagliare e di essere giudicati, ricercano ossessivamente il consenso altrui, dipendono dagli altri, sono profondamente pessimisti e ansiosi ed hanno scarso spirito di iniziativa. Infine, oltre a detestare i propri tratti di personalità, possono soffrire anche per il proprio aspetto fisico, perché tendono ad enfatizzare eccessivamente particolari difetti del volto o del corpo che a loro non piacciono assolutamente.
Quali i motivi di un’autostima “sotto i tacchi”?
Fatto questo primo grande passo, ovvero l’individuazione dei sintomi, occorre mettere a fuoco le cause che hanno determinato una bassa autostima, che possono essere diverse, anche perché bisogna tenere conto che non esiste un solo tipo di autostima, ma ben quattro: quella familiare, quella sociale, quella fisica e quella scolastica o professionale. Naturalmente, un’infanzia difficile avrà un impatto negativo in età adulta, soprattutto se, tra i banchi di scuola e in famiglia, gli insegnanti non tengono conto delle peculiarità dei singoli alunni e i genitori non accettano i propri figli per come sono, risultando assenti e severi. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che un bambino ipersensibile sarà maggiormente traumatizzato da una critica eccessivamente negativa e da episodi di trascuratezza rispetto ad uno che non lo è. Altre cause scatenanti possono essere il bullismo, l’emarginazione, le cattive compagnie, le esperienze traumatiche come i lutti e gli abusi psicologici e/o sessuali, l’appartenenza a gruppi sociali particolari o minoritari, l’autosuggestione sul proprio aspetto fisico e psicologico ed obiettivi di vita irrealistici che provocano frustrazione.
Cosa fare per uscire da questa situazione? Ci sono diversi comportamenti che possono essere adottati, oltre a dei semplici esercizi mirati da fare a casa, con calma, regalando un po’ di tempo a sé stessi.
Qualche suggerimento
Questi i nostri consigli per imparare ad amarvi:
- Uscite dalla vostra zona di comfort, che può proteggervi ma che, alla lunga, non vi fa stare bene, iniziando a prendere decisioni di vostra spontanea volontà. Siate curiosi di ciò che vi sta attorno, sperimentate qualcosa di nuovo, insomma, mettetevi in gioco, anche adottando nuove abitudini.
- Non paragonatevi mai agli altri: ciascuna persona è unica e irripetibile, con i propri tratti di personalità, pregi e difetti, e questo significa una sola cosa: siete solo voi che potete prendere per mano la vostra vita qui e ora, vivendo il presente, senza confrontarvi con amici, parenti, colleghi, vicini di casa e semplici conoscenti. Il confronto è tossico e fa stare male, quindi perché paragonarsi, attirando energie negative?
- Individuate la vostra qualità primaria, di cui potete sempre fare tesoro sia nella vita professionale che nella vita privata.
- Non compiacete sempre gli altri e non abbiate timore, quando è il caso, di saper dire di no.
- Elogiatevi, mettendo in risalto le vostre qualità.
- Esprimete la vostra insicurezza perché, contrariamente a ciò che si pensa, mostrarla è il primo passo per diventare propositivi.
- Imparate a riconoscere le vostre emozioni.
- Circondatevi di persone autentiche che vi apprezzano per quello che siete.
- Prendetevi cura di voi, sia dal punto di vista fisico, praticando attività motorie, sia dal punto di vista mentale, affidandovi a uno psicologo adatto a voi o praticando un percorso di mindfulness.
- Inseguite sempre obiettivi realistici.
- Non abbiate aspettative troppo elevate, altrimenti la discrasia tra ciò che vi aspettate da una situazione e la realtà vi farà soffrire.
E, dopo i consigli, passiamo agli esercizi.
- Trattatevi bene praticando l’auto-compassione. Attenzione, il termine, in questo caso, non ha un’accezione negativa, ma positiva; significa, infatti, essere buoni, gentili e generosi con voi stessi, evitando di essere troppo severi giudicandovi male o pretendendo troppo. Qualche mantra da ripetere a voce alta? “Sono capace e competente”, “io valgo”, “merito amore e rispetto” e “posso superare le sfide”.
- Scrivete una lettera a voi stessi, è utilissimo. Usate la seconda persona singolare per raccontare chi siete, quali sono le vostre qualità (tutti quanti ne abbiamo, basta solo fare mente locale e le troverete sicuramente), i successi passati e quelli sperati. Concludete la lettera scrivendo parole come “ti sostengo” o “ti sono vicino”. Dopo alcuni mesi, riscrivete questa lettera senza rileggere la precedente. A questo punto, chiedetevi se, rispetto alla prima, notate qualcosa di diverso oppure no.
- Tenete un diario di gratitudine, scrivendo, quando potete, “oggi sono grato per…” etc. etc.
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Alessandro Da Col
Mentor & Mindset Coach | Video Intervista
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