La sessualità online
Pornografizzazione, cybersex e sexting
La sessualità in rete è un mondo articolato e multisfaccettato che assume diverse forme, dimensioni e significati.
Attraverso la rete, gli individui non sono necessariamente solo spettatori di stimoli sessuali (visione di contenuti pornografici), né vanno necessariamente a caccia di occasioni di incontro reale o virtuale, infatti, questo fenomeno comprende una serie di forme di relazioni online e la ricerca di conferme, rassicurazioni e informazioni.
La sessualità in rete prevede che il corpo abbia un ruolo centrale, ma ubiquitario: senza corpo ma con il corpo.
Si tratta di un corpo che viene immaginato, fantasticato, fotografato, videoregistrato, mostrato in diretta o in differita, comunque coinvolto, eccitato e presentificato.
Sessualità in rete, dunque, non significa solo pornografia perché la curiosità e il bisogno di informazioni dei giovani in materia di sessualità trova in Internet un’offerta di risposte immensa e variegata, così come molteplice e discutibile risulta l’affidabilità delle fonti.
In questo modo, il rischio è che Internet riempia un vuoto di risorse educative, preventive e informative che mancano nel mondo reale ma che sarebbero fondamentali per accompagnare la crescita dei più giovani. Infatti, venendo a mancare un presidio educativo adulto, questo spazio viene occupato dalla sottocultura della rete.
Precocizzazione e fluidità
Negli ultimi decenni si assiste a una precocizzazzione delle condotte sessuali e dei comportamenti nelle nuove generazioni.
Ad esempio, basti pensare a come oggi i bambini vengano incoraggiati e spinti verso la conquista dell’autonomia sempre di più e sempre più precocemente e vengono vestiti ed esibiti nella stessa maniera degli adulti.
Emerge che la fluidità, l’ambiguità e la sfumatura ormai esistente tra l’identità maschile e femminile sono sempre più presenti.
L’orientamento sessuale non appare necessariamente come dimensione definita e unilaterale, ma ammette più possibilità, così come il desiderio, ibrido, fluttuante e multidimensionale.
È fuori discussione il senso di conquista raggiunto nel nostro contesto sociale, in cui molti tabù sono venuti meno per dare spazio al libero pensiero e alla libera espressione di parti di sé e della propria identità, anche sessuale, prima ostacolati della morale comune.
L’aspetto problematico è piuttosto legato all’impatto che la sessualizzazione in termini di esagerazione, sovraesposizione ed eccesso ha sulle scelte, sui comportamenti e sui modelli di identificazione.
La pornografizzazione
Il termine “pornografizzazione” è stato introdotto dal sociologo americano Brian McNair (1996) per descrivere un processo sociale della cultura post moderna che vede estendere la pornografia oltre i confini in cui era presente nel passato.
La rete ha consentito una colonizzazione della pornografia nell’immaginario e nello spazio comunicativo, perché ha enormemente facilitato l’anonimato e l’accesso, abbattendo costi e difficoltà di reperimento.
Sempre di più, nell’immaginario collettivo, viene promossa la sessualità come prestazione e non come scambio emotivo e affettivo caratterizzato dal desiderio reciproco.
Solo la narrativa e il cinema per l’infanzia sembrano impegnati a contrastare questa tendenza, promuovendo la conoscenza e la legittimazione del mondo emotivo.
L’invasione dei canoni pornografici non si limita alla pornografia in sé, ma costruisce un universo simbolico pubblico nel mondo dei media. Le immagini legate alla sessualità, al corpo erotico e prestazionale sono ovunque: in televisione, teatro, cinema, pubblicità, videoclip musicali, opere d’arte.
La pornografizzazione si riferisce all’esposizione incontenibile che i media e i soggetti fanno non solo del sesso, ma di tutto ciò che dovrebbe rimanere celato dietro veli di pudore personale o collettivo.
Lo spazio tra pubblico e privato si è assottigliato e si concretizza in un flusso continuo di racconti, confessioni, frasi, immagini, filmati, che espongono costantemente la dimensione dell’intimo, del vivere quotidiano, del pensiero istantaneo.
Cene, compleanni, risvegli mattutini, vacanze, istantanee di momenti celebrativi o, al contrario, di estremamente banali del quotidiano vengono immortalati di continuo e pubblicati al mondo.
Il cybersex
Il sesso virtuale è un’azione che viene svolta in tempo reale e che coinvolge due o più soggetti che chattano e parlano attraverso chat room predisposte per gli incontri on line, che prevedono l’uso di videocamere e microfoni.
Solitamente si incontrano soggetti conosciuti online, mai incontrati prima nella vita reale.
Questa forma di sessualità può rappresentare un completamento della propria vita sessuale reale, favorendo l’esplorazione della propria sessualità, oppure può fare da ponte verso l’incontro offline.
La relazione sessuale virtuale protegge dalle implicazioni che il rapporto reale con l’altro e con la propria e altrui corporeità comporta.
Inoltre, può offrire maggiori potenzialità di espressione dei desideri che non possono trovare spazio e soddisfacimento nella vita reale, perché ostacolati dalla morale comune e dalla vergogna.
Cybersex in adolescenza
Il cybersex sembra assumere caratteristiche specifiche per gli adolescenti, i quali sarebbero meno propensi a tale modalità di scambio erotico per tre rischi fondamentali:
- invasione del proprio spazio;
- perdita della reputazione;
- interazione fallace.
Questo tipo di pratica viene incentivata principalmente dalla necessità di sperimentazione: da soli o in coppia per finalità erotico-esplorative, o in gruppo per finalità ludiche.
Accade anche che in queste chat nascano relazioni e frequentazioni assidue che possono comprendere anche lo scambio di tipo affettivo, non solo sessuale, online.
Dunque, il cybersex si caratterizzerebbe come un laboratorio di sperimentazione sessuale e relazionale protetto dall’assenza del contatto tra corpi reali.
Quindi Internet, da un lato, offre un’utile palestra relazionale e, dall’altro, promuove i rischi connessi alla sovraesposizione della propria immagine.
Educazione affettiva e sessuale ai tempi di internet
In famiglia si parla poco di sesso, a volte male, e la scuola non dedica particolare attenzione all’educazione affettiva e sessuale.
Questo vuoto educativo e relazionale viene colmato da Internet, che diventa il luogo privilegiato dell’educazione sessuale, grazie alla mole di materiale informativo e visivo che mette a disposizione, garantendo allo stesso tempo anonimato e protezione dalla vergogna.
I ragazzi e le ragazze sono abbastanza consapevoli dei rischi connessi all’informazione online, ne riconoscono i limiti legati alla scarsa attendibilità delle fonti e al riferimento a esperienze personali che, in quanto tali, possono offrire una visione distorta o parziale della realtà.
Ancora oggi, restano però troppo scarse le iniziative di educazione sessuale, sono poche le occasioni in cui qualcuno parla con i ragazzi di sesso e, soprattutto, di amore e relazione.
Appare evidente il bisogno di dialogo e di confronto su questo tema, di un presidio adulto capace, non solo di offrire informazioni corrette, ma anche una relazione che possa supportarli nell’elaborazione delle proprie insicurezze, angosce e aspettative, e che li aiuti a integrare la pratica sessuale con il mondo emotivo e affettivo.
Più sexting, meno sesso
Il termine “sexting“, dall’unione delle parole “sex” e “texting“, fa riferimento all’invio di messaggi, testi e immagini sessualmente espliciti. Ultimamente questa pratica è diventata argomento di cronaca per il fenomeno del revenge porn, ossia la vendetta pornografica che consiste nella diffusione non autorizzata di immagini intime, con lo scopo di offendere e umiliare.
Tra le varie app social, quella maggiormente diffusa tra i giovani per questo scambio di contenuti è Snapchat, la cui funzione principale è inviare foto che si autodistruggono nell’arco di pochi secondi dall’invio e dalla ricezione, in modo che non ne resti traccia sulla memoria degli smartphone.
Il sexting è una pratica molto diffusa tra gli adolescenti, e la frequenza con cui i ragazzi dichiarano di ricevere e inviare foto intime, induce a considerarlo come una nuova normalità, un nuovo linguaggio relazionale legato ai cambiamenti che sono avvenuti negli ultimi decenni.
Lo scambio di foto intime e sessualizzate rientra tra i nuovi codici della relazione amorosa, prendendo il nome di “flirty fun“, ossia un giocoso scambio di immagini erotizzate che avviene all’interno della relazione di coppia.
Secondo Twenge (2017) i ragazzi di oggi, se paragonati a quelli delle generazioni precedenti, fanno meno sesso, perché si sentono soli, insicuri quindi sperimentano una maggiore vulnerabilità fisica ed emotiva correlata al sesso.
Questo andamento di “recessione sessuale” indica che la pratica sessuale è in forte diminuzione tra i giovani a causa della difficoltà a gestire la relazione e il legame di dipendenza dall’altro.
Di conseguenza, si preferisce praticare il sexting piuttosto che il sesso dal vivo dal momento che l’incontro sui social o nel virtuale protegge rispetto alle tensioni e alle fragilità narcisistiche che caratterizzano gli adolescenti di oggi.
Dott.ssa Fiordalisa Melodia
Psicologa Clinica | Videogame Therapist
Bio | Articoli | AIIP Febbraio 2023
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