Stress da eccesso di informazioni
Cosa fare e come gestirlo
Lo stress da eccesso di informazioni è un male contemporaneo da non sottovalutare.
Mai come oggi, un gran numero di persone può venire a contatto con la più vasta quantità di informazioni elaborate dall’intera umanità in tutta la sua storia.
Pur con tutti i problemi legati all’autenticità o meno delle sue notizie, la Rete ha un potenziale infinito: in poche ore si possono acquisire, su uno solo argomento, più informazioni di quante ne avrebbe avute a disposizione in passato un comune mortale in tutta la sua vita.
Come siamo passati dall’informazione “zero”…
Nel diciannovesimo secolo, il “volgo” aveva a disposizione pochissime cose da leggere e davvero poche erano le fonti da cui attingere informazioni.
Un libro era considerato quasi un lusso.
Peraltro “le cose da leggere”, come i feuilleton, erano il più delle volte semplici romanzi di scarsa qualità letteraria.
Nel diciannovesimo secolo la lettura era appannaggio quasi esclusivo delle donne, le quali venivano ritenute addirittura frivole se dedicavano troppo tempo ai loro momenti di evasione.
Si trattava per lo più di semplici storie dallo sviluppo narrativo scontato, con personaggi che fungevano da archetipi banali nei quali la lettrice poteva ritrovarsi senza troppi sforzi.
Lo scrittore veniva pagato generalmente “a cottimo”, cioè in base alla quantità di parole che consegnava all’editore, ragion per cui i romanzi erano prolissi e spesso infarciti di inutili descrizioni.
Fatta eccezione per i pochissimi che avevano a disposizione intere biblioteche dal contenuto eterogeneo (generalmente nobili ed ecclesiastici), il libro era generalmente uno strumento assai povero dal punto di vista culturale.
Sacerdoti e nobili avevano anche qualche manuale, qualche libro di scienza o di storia, ma erano generalmente piuttosto rari.
I pochi libri, spesso addirittura uno solo, venivano letti più e più volte e questo fenomeno, la cosiddetta “lettura intensiva”, dava luogo ad una conoscenza approfondita su pochissimi argomenti, spesso di scarso valore.
Non era raro che la lettrice recitasse a memoria interi brani di libri che aveva letto decine e decine di volte.
Oggi la situazione è totalmente invertita: la quantità di informazioni che abbiamo a disposizione è “estesa”, tendente all’infinito, con un grado di approfondimento praticamente pari allo zero.
…allo stress da eccesso di informazioni
Il rapporto che abbiamo oggi con la cultura è schizofrenico.
Un piccolo smartphone ci mette in contatto con un numero di informazioni miliardi di volte più esteso rispetto alla biblioteca tra le più fornite del diciannovesimo secolo.
Benché la cultura media sia decisamente aumentata, esiste un netto divario tra potenziale a disposizione ed effettivo raggiunto.
Basti guardare molti degli scambi che quotidianamente avvengono sui Social per rendersi conto di quanto il cosiddetto analfabetismo di ritorno abbia assunto proporzioni preoccupanti.
Alcuni teorici sostengono che esista una stretta correlazione tra eccesso informativo e disfunzione culturale.
Qual è l’effetto sulla psiche?
L’eccesso di informazioni alla quale siamo sottoposti, spesso contro la nostra stessa volontà, attiva alcuni meccanismi psicologici potenzialmente dannosi per il nostro equilibrio mentale.
Il primo problema è quello relativo all’attendibilità dell’informazione.
Ben più della metà delle nozioni che ritroviamo in Rete sono prive di fondamento e spesso è difficile scindere quali siano corrette da quelle che non lo sono. Non è raro trovare informazioni ragionevoli proprio a fianco di altre totalmente infondate.
In questo groviglio la mente si destabilizza e può perdere la direzione.
Una volta superato il primo, difficilissimo, scoglio, c’è poi da scremare le informazioni fondamentali da quelle di contorno, o eventualmente amplificate per motivi di parte. Per scopi politici o di marketing, ad esempio, il lettore può essere “tirato per la giacca” in modo inconsapevole.
Questi fenomeni di sovraccarico mentale possono portare ad ansia generalizzata e disturbi dell’umore.
Quando si hanno troppe direzioni, troppe scelte, è come se non se ne avesse nessuna.
Anzi, dal punto di vista psicologico potrebbe essere addirittura peggio.
Chi non conosce la libertà trova nella ricerca della stessa il motivo fondante della propria esistenza, che a quel punto ha “un senso”, chi invece ha troppe scelte rischia di smarrirsi.
Allo stesso modo chi “ignora” totalmente cresce nell’apprendere anche una sola informazione, chi invece viene investito, ad ogni momento, da uno tsunami informativo, potrebbe finire per annegare e non trattenere nulla di ciò che pensa di aver appreso.
Sovraccarico cognitivo: un po’ di numeri
Troppa informazione, nessuna informazione
-Umberto Eco
Già nel 2008 uno studio americano dell’Università della California aveva calcolato che, mediamente, un essere umano viene travolto ogni giorno da qualcosa come 35 Gigabyte di informazioni.
Un vero diluvio che sovraccarica la mente di un peso del tutto inutile e che ci allontana dall’obiettivo di valorizzare il tempo che abbiamo a disposizione.
Il cervello umano è in grado di processare correttamente circa 100 bit al secondo, tutto il resto viene perso già da subito.
Per di più, se non viene immediatamente applicata, l’80% delle informazioni è destinata ad essere dimenticata nell’arco di poche ore.
Quando siamo sommersi da questa folle quantità di stimoli, inconsciamente tendiamo ad assumere informazioni “irrilevanti”, in modo da darci l’illusoria sensazione di metterci al riparo dalle troppe cose importanti.
Così facendo, invece, non facciamo altro che aumentare ulteriormente il carico mentale.
Esiste un limite nel numero di informazioni che il cervello può assorbire persino nell’arco della sua intera esistenza.
Il fatto di trovarsi quotidianamente di fronte a stimoli che mettono a dura prova questa barriera cognitiva, può creare senso di frustrazione, ansia, addirittura apatia.
In questo caso l’apatia è una fisiologica reazione della nostra mente che, bombardata da troppi input, decide autonomamente di mettersi in “stand-by”.
Difficile fare calcoli precisi, ma ogni giorno vengono pubblicati sui Social un quantitativo di informazioni pari a qualcosa come centinaia di migliaia di Bibbie.
Impossibile, invece, quantificare le nozioni quotidiane pubblicate nell’intera Rete.
L’attenzione come merce di scambio
Lo stress da eccesso di informazioni non è il solo pericolo psicologico dei nostri tempi.
Così come la quantità di informazione che possiamo assorbire ha un limite, anche la nostra capacità di attenzione ne ha uno ed è facilmente misurabile: il numero di cose sulle quali possiamo “poggiare” la nostra attenzione è…uno.
È impossibile fare bene più cose contemporaneamente e il fenomeno del multitasking è totalmente illusorio.
Se ci troviamo di fronte a due compiti l’unico modo per farli entrambi, prima e meglio, è di affrontarne uno alla volta.
Lo sanno bene coloro che si occupano di marketing: il loro lavoro in Rete è proprio quello di calamitare la nostra attenzione, che se diretta da una parte, non può esserlo da un’altra.
I numerosi banner, per altro indirizzati su misura a seconda degli interessi dimostrati in precedenza dall’utente, concorrono a creare l’effetto di straniamento e ad accrescere lo stress da navigazione.
Pensiamo di essere concentrati su un articolo quando invece la nostra attenzione è diretta verso tutt’altro, agitando il nostro pensiero e la nostra mente.
Una schizofrenia del focus da prendere seriamente in considerazione.
In questo senso la nostra attenzione è la merce di scambio più preziosa: in cambio di contenuti gratuiti veniamo bombardati da flussi laterali di informazioni che non abbiamo richiesto.
Il mito del multitasking
Il multitasking è possibile a patto che le azioni che si stanno compiendo a latere rispetto a quella principale, siano automatiche.
Se c’è bisogno del nostro focus mentale, invece, non ti sarà in alcun modo possibile fare più di una cosa alla volta.
Guidare e parlare, ad esempio, è possibile proprio perché l’azione del guidare è fatta in automatico e non abbiamo bisogno di pensare ad ogni singolo passaggio.
Quando navighi in Rete, invece, non potrai mai concentrarti su più cose contemporaneamente. È illusorio pensare di poterlo fare.
Dunque, il segreto è tutto qui: devi fare una cosa alla volta.
Quando decidiamo di navigare su Internet, fosse anche solo per gioco, non dobbiamo fare altro.
La quantità di stimoli che la Rete ci invia ogni secondo è già destabilizzante di suo, sovraccaricare ulteriormente la mente seguendo, ad esempio, un programma televisivo, sarebbe totalmente deleterio.
Cosa fare per fronteggiare l’overload informativo
Mai come in questo caso la soluzione è semplice: per non cadere vittima dello stress da eccesso di informazioni, bisogna fare una cosa alla volta.
Se stai leggendo qualcosa, concentrati su quella pagina, sul suo contenuto, e solo su quello.
Se ti rendi conto che un banner, una call to action, o qualsiasi altro elemento “di disturbo”, sta captando la tua attenzione, lasciati trascinare. Non opporre resistenza.
La tua mente ha già deciso per te, è inutile continuare a leggere l’articolo se qualcosa ti dice che dovresti rivolgere l’attenzione altrove. Anche se si tratta di un semplice advertising, se in quel preciso istante ti senti attratto altrove, abbandonati con tutta la tua mente verso quella direzione.
Concentrati sulla pubblicità di quel libro o di quel capo di abbigliamento; è il tuo cervello a ordinartelo, non puoi farci nulla.
Quando avrai soddisfatto la tua curiosità, allora il tuo inconscio ti lascerà finalmente libero di concentrarti su ciò che veramente ti interessa.
Lottare contro la tua stessa inclinazione mentale è ciò che di più sbagliato puoi fare.
Ricorda: è impossibile dirigere la propria attenzione su più cose contemporaneamente; quel banner è costruito apposta per te e sarà molto difficile che la tua mente non ne venga attratta.
Non continuare a leggere l’articolo “buttando un occhio” al banner.
Non concentrarti mai su più cose contemporaneamente.
La dipendenza da eccesso di informazioni
Il non sentirsi soddisfatti della propria cultura, come del proprio aspetto fisico o di altri aspetti della nostra persona, può portare a pericolosi fenomeni di dipendenza.
Se pensi di non aver ricevuto abbastanza informazioni su un argomento, difficilmente tornerai a leggere le stesse cose affrontandole in modo diverso, per esempio con più attenzione.
Al contrario, molto probabilmente andrai a cercarne altre correndo affannosamente verso una totalità irraggiungibile.
Molte filosofie (orientali, ma non solo) ci ricordano che “less is more”. E lo vanno ripetendo da ben prima che nascesse Internet.
Dunque, se pensi di non essere ancora sufficientemente informato, torna sui contenuti che hai già affrontato piuttosto che aprire pagine su pagine in modo compulsivo.
Se hai letto qualcosa che ha stimolato la tua curiosità, rileggere quella determinata pagina sarà molto più incisivo rispetto a leggerne altre.
Generalmente è meglio ritornare con la mente su informazioni già affrontate, che non andare alla rinfusa alla ricerca di altre nozioni sullo stesso argomento. Placa i tuoi pensieri, la tua sete di tutto, concentrati su poche cose tentando di farle una alla volta e al meglio.
Lentamente, ma inesorabilmente. Prendi il possesso della tua mente e non lasciare che venga travolta da questo mare magnum informativo, deleterio e irragionevole.
La famosa frase di Socrate “so di non sapere” riflette proprio l’impossibilità di abbracciare lo scibile umano.
Come riconoscere la dipendenza dall’eccesso di informazioni
Facendo le dovute proporzioni, così come per la dipendenza da alcol e droghe “più se ne ha più se ne vuole”, anche per le informazioni succede la stessa cosa: più se ne hanno a disposizione, più la mente ne richiede.
Giocoforza, questo eccesso va a scapito della qualità.
Ricorda: “less is more”, “meno è più”.
Vediamo insieme quali sono gli atteggiamenti riconducibili ad una dipendenza da informazioni (e dunque da Internet):
- Scarsa produttività a fronte di molte energie mentali spese: prova a guardare la tua giornata con obiettività. Se hai la sensazione di aver fatto molto, ma alla fine ti trovi con un pugno di mosche, probabilmente hai perso tempo nel tentativo di assimilare più informazioni di quante effettivamente te ne servissero.
- Scarsa concentrazione: passi spesso da un’azione all’altra, senza concludere nulla di concreto.
- Frustrazione: vedi i tuoi obiettivi allontanarsi sempre di più.
- Hai “troppe” cose in testa: hai accumulato impegni su impegni senza averne portato a termine nemmeno uno.
Combatti lo stress da eccesso di informazioni seguendo il motto del Festina lente, come dicevano gli antichi.
Un ossimoro che consigliava di “affrettarsi lentamente”, cioè di andare dritti al punto, senza esitazioni, ma con tutta la serenità d’animo di cui disponiamo.
Gabriel Tibaldi – SEO Copywriter | Email