Viaggiare: per davvero…o solo con la mente, ma facciamolo!
Il viaggio come metafora di vita e come stacco dalla realtà
Mi è sempre piaciuta molto l’idea di viaggiare.
Ricordo ancora distintamente l’eccitazione che mi pervadeva durante il viaggio verso le mete di vacanza con i miei genitori.
In uno dei miei articoli precedenti ho argomentato il pensiero per cui ‘l’attesa del piacere è essa stessa il piacere‘. Beh…continuo a esserne fortemente convinta, ma credo anche che stia a noi rendere non solo l’attesa del viaggio, ma il viaggio stesso un’esperienza memorabile.
Viaggio come metafora di vita
Spesso si associa al concetto di viaggio quello della vita quotidiana: si parte, si raggiunge una destinazione, si torna …come nella vita di tutti i giorni ci si alza, si va al lavoro o a scuola e si torna a casa.
Ho spesso avuto la sensazione che alcuni dei miei viaggi, particolarmente lunghi, durassero davvero un’eternità e quando ci ripenso immagino la mia vita come una retta e questi momenti come delle diramazioni che per poco mi hanno allontanata dal cammino principale per poi ricondurmici.
Montagna o mare?
Da bambina viaggio significava due cose: tendopoli con amici in montagna o riviera romagnola con genitori e nonni.
Il primo era molto breve quindi i miei ricordi sono più legati agli splendidi momenti trascorsi a destinazione che non al viaggio stesso.
Il secondo me lo sognavo per mesi… Sveglia prestissimo, vecchi scompartimenti del treno a sei posti, le barbie o i lego per intrattenermi nel tragitto, il contare i campanili (ebbene sì…ancora oggi mi viene l’istinto di tenerne a mente il numero!!), ogni anno gli stessi rituali, quasi a confermare ‘no, non sto sognando, sta accadendo davvero!’.
Le rassicurazioni e le trappole della ripetizione
Vi è mai capitato di sentirvi sereni, rilassati nel ripetere alcuni rituali?
La ripetizione delle azioni che ci fanno stare bene ci permette di mantenere o ritrovare sensazioni piacevoli, rassicuranti, che difficilmente possono darci sorprese, ma come accade per i viaggi ad un certo punto dobbiamo avere la forza per tornare.
Evadere dalla realtà, liberare la mente dai pensieri che ci affliggono nel quotidiano in alcuni momenti è necessario e salutare …purché non si inizi a confondere l’evasione con la realtà stessa.
Questa riflessione non vi fa venire in mente nulla? Sicuri? Non ricorda il buon vecchio concetto di ‘zona di comfort’ reinterpretato?
La ‘comfort zone‘ è quel posto, quella situazione in cui sappiamo di essere al sicuro, che nulla di sconvolgente potrà succedere, quella in cui ci sentiamo a nostro agio, quella da cui spesso non abbiamo alcuna voglia di uscire.
Ecco … vedendo il viaggio come un ‘fuga‘ dal quotidiano forse riesco a dare un’idea più chiara del concetto di ‘trappola‘.
Se imparo a godermi il viaggio usandolo anche come contesto alternativo, come ambito altro in cui vedere ed affrontare i problemi da un diverso punto di vista, da un’angolazione nuova e più rilassata, potrò rendermi conto che quel grande problema in realtà non è così grave, potrò inaspettatamente trovare nuove soluzioni e tornare serena e appagata.
Non fraintendetemi, è assolutamente fondamentale trovare il modo e il tempo per ‘staccare‘ dalle difficoltà per concentrarci su noi stessi, per dedicarci a ciò che ci piace fare, per trascorrere tempo di qualità con i nostri cari.
Suggerisco solo di farlo con accortezza e al momento giusto: se andiamo via anche solo per un weekend quando abbiamo un problema molto complesso da affrontare…stiamo fuggendo, col rischio di ritornare ancora più angosciati e preoccupati di prima.
Viaggiare con la mente: il beneficio delle ‘scarpinate’
Alcuni di noi hanno la possibilità di concedersi viaggi più o meno lunghi anche più volte durante l’anno, altri non hanno modo di farlo, chi per motivi prettamente economici, chi perché non può lasciare l’abitazione per necessità di assistenza famigliare…i motivi posso essere molteplici.
A queste persone auguro con tutto il cuore di avere in futuro modi e mezzi per poter viaggiare, ma nell’attesa possono viaggiare …con la mente.
Come?
Beh…banalmente anche solo una passeggiata col proprio cane, una breve gita ad un’ora da casa…può già dare grandissimi benefici.
Personalmente ho scoperto negli ultimi anni che una bella ‘scarpinata’ in montagna può essere un ‘ricarica-batterie‘ naturale estremamente potente!
L’altro lato della ‘costrizione’ in casa
Fino a pochi mesi fa eravamo divisi in zone a seconda del numero di casi di persone affette da epidemia da Covid-19 registrati.
Siamo stati costretti da una causa di forza maggiore a limitare di molto i nostri spostamenti e spesso anche a non vedere i nostri cari per mesi.
Avendo la grande fortuna di abitare in un paesino circondato da montagne ho iniziato, anche in pieno inverno, a camminare nei boschi: è stata una rivelazione.
I rumori, i colori di questi posti mi hanno letteralmente incantata: ho riscoperto la bellezza del silenzio (io per lavoro – ma anche per carattere, devo ammetterlo! – parlo molto, quindi soprattutto alle prime uscite la sensazione era davvero strana), il piacere di ritrovare profumi che non ricordavo più mi ha davvero permesso di viaggiare, anche se in realtà ero a due passi da casa.
Quando cammino nei boschi viaggio con la mente, assaporo ogni singolo attimo imprimendomelo a fondo nella memoria.
Col tempo queste piccole fughe sono diventate una necessità, un piacere che condivido con mio marito e con la mia splendida cagnolina.
Viaggiare nel quotidiano
Sono una forte sostenitrice dello smart working, intimamente convinta che sia una modalità valida ed efficace di conciliare vita e lavoro, ma credo con la stessa intensità che occorra alternarlo a momenti di lavoro ‘tradizionale’, per non perdere di vista l’aspetto sociale e confrontarsi periodicamente anche solo davanti ad una macchinetta del caffè.
Impiego circa trenta minuti per raggiungere in auto il mio ufficio: alcuni tra voi potrebbero commentare ‘quindi un’ora al giorno la perdi nel viaggio‘.
Beh no… quei minuti mi aiutano a passare gradatamente da casa a lavoro e viceversa, sono minuti tutti miei.
A volte chiamo (rigorosamente MAI tenendo il telefono in mano, solo con sistemi U connect) un’amica o qualcuno che ho piacere di ascoltare, altre ascolto la mia radio preferita.
Pur concentrandomi sulla guida, ogni giorno scopro un albero con una forma particolare che non avevo mai notato, uno stormo di uccelli che attraverso il cielo proprio mentre sto transitando in quel preciso punto, una nuvola con la forma di un gatto … e mi sento incredibilmente libera!
Simona Battistella
HR Manager | Trainer
Bio | Articoli | AIIP Dicembre 2023
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