Violenza sulle donne: le numerose ombre del potere
I segni invisibili agli occhi che fanno male dentro
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Nel tessuto intricato delle relazioni umane, la violenza sulle donne assume molte sfaccettature, alcune delle quali si celano dietro il velo delle apparenze quotidiane. I rapporti interpersonali sono intessuti di prevaricazioni subdole, che spesso sono accettate, sopportate oppure non rilevate. Perché?
Le donne si abituano ad essere accondiscendenti, oppure non vogliono destare polemiche. Inoltre una donna che puntualizza spesso è definita una rompiscatole, che vuol creare problemi. Alcune donne sono talmente abituate a stare all’angolo che neanche ci fanno più caso.
La violenza infatti, non è sempre un urlo minaccioso o un colpo potente; a volte, sono un’espressione del volto strana, una parola ambigua, che graffiano appena la consapevolezza, e che come un veleno lentamente s’insinuano nel territorio dell’autostima, goccia dopo goccia, inquinandola.
È così che proliferano dinamiche relazionali compromesse, in cui le donne possono trovarsi intrappolate prima ancora di riconoscere l’eco dei segnali di pericolo. Il tema è purtroppo sempre attuale, lo è diventato ancor di più negli anni recenti, e le sfaccettature sono infinite. La globalizzazione e la connessione in tempo reale hanno messo a contatto e diffuso culture diverse, creando discontinuità e contaminazioni nelle tematiche di genere da un lato, maggiore consapevolezza e sostegno oltre le distanze geografiche e le differenze, dall’altro.
Durante le restrizioni del periodo Corona, c’è stata un’impennata di violenze domestiche. Gli spazi fisici ed emozionali ristretti hanno generato stress e tensioni, hanno favorito dinamiche di potere e controllo nei confronti della donna. Inoltre la mancanza di interazioni sociali ha favorito l’aumento del senso di solitudine e mancanza di sostegno. La costante vicinanza, l’incapacità di gestire lo stress e la mancanza di spazi emotivi separati, hanno favorito l’esplodere di conflitti e tensioni.
Con il progetto di Coaching Solidale “Siamo Vicini Senza Frontiere” che ho attivato nel mio centro di formazione per Coach, coinvolgendo colleghi volontari, abbiamo aiutato nel 2020 e nel 2021 molte persone in Italia, Spagna e Grecia, con differenti problematiche legate a quella situazione straordinaria di limitazioni. Abbiamo creato una scheda online in cui scegliere il motivo della richiesta da un elenco, e i temi emersi in modo determinante sono stati la gestione dello stress, emozioni negative fra cui la rabbia e il senso di solitudine, insofferenza e mancanza di visione del futuro. È comprensibile che in un terreno emozionale simile, il pretesto per un conflitto è a portata di mano.
Torniamo ora a focalizzare su alcuni aspetti significativi della condizione con cui noi donne ci troviamo a fare i conti ogni giorno nei diversi ruoli della nostra vita. Affianco professionalmente numerose donne, madri di famiglia, imprenditrici, manager e donne leader. Contrariamente a quanto si pensa una donna di potere non ha la vita più facile di una casalinga. Almeno non dal punto di vista della discriminazione. L’alta esposizione in ambienti tradizionalmente frequentati da uomini importanti, l’immagine pubblica, le responsabilità, la visibilità, espongono le donne leader a pressioni altissime e giudizi spietati. Sono persone di ogni genere e di ogni età che si accaniscono contro le donne di potere, a conferma che la cultura sessista può annidarsi in ogni essere umano. In più può capitare che a casa ci siano insofferenza o ripicche da parte di un partner geloso del potere. Uno studio pubblicato dalla Harvard Business Review di cui sono autrici la professoressa associata alla Clarkson University Amber Stephenson, Leanne Dzubinski, professoressa associata alla Biola University e Amy Diehl, ricercatrice specializzata sulle ineguaglianze di genere mostra risultati interessanti:
Qualsiasi caratteristica, come il suo contrario vanno bene per criticare le donne professionalmente.
E in effetti basta leggere i commenti nei social: “È troppo grassa, è troppo magra, è troppo preparata, è ignorante, è troppo femminile, sembra un uomo”.
Resta in memoria la frase dispregiativa rivolta da uno dei nostri politici a una delle donne più potenti al mondo, la Cancelliera Angela Merkel, frase che suscitò simpatie e un compiacente passaparola nei social media. Tuttavia le donne, poiché sono abituate alla critica, la prendono sul serio e si danno ancora di più da fare per migliorarsi, scrivono le ricercatrici nella Harvard Business Review.
Attraverso la lente di un’analisi più approfondita, esploriamo ora, le forme più sottili di violenza che, come ombre, si fondono con il tessuto quotidiano delle interazioni umane. Un’indagine necessaria in un mondo che, anche nei suoi silenzi, racconta storie di sofferenza e resistenza.
Le relazioni e le forme più comuni di violenza sottile
Verbale e Psicologica
- Parole che minano la fiducia e l’autostima, un linguaggio manipolatorio, colpevolizzante, dubitativo e insinuante: “È sempre colpa tua”, “Sei un’incapace”, “Se non fosse per me”, “Chi altro ti sopporta”, “Sei ingrassata”, “Sei inadeguata”…
- Azioni svalutanti come ignorare la partner in situazioni sociali. Fare in modo di impegnarla continuamente con compiti da svolgere per gli altri e critiche di inadeguatezza, in modo da farla sentire in colpa, isolarla e impedire che si occupi di sé, della sua professione o dei suoi amici e contatti sociali.
Controllo e Isolamento
- Un’altra trappola per la donna in una relazione è l’eccesso di controllo da parte del partner, spesso scambiato per protezione e affetto. Anche la gelosia può essere scambiata per amore ed accettata come lusinga.
- L’isolamento sociale è una forma subdola di controllo. Instillare insicurezza nella partner, senso di colpa se esce o frequenta altre persone, impegnarla in richieste e critiche continue, allontana sempre di più la donna dai contesti sociali rilassati e amicali.
Manipolazione emotiva
- Con la proiezione emotiva il partner attribuisce alla donna sentimenti e intenzioni che gli appartengono – “Sei un’egoista se ti diverti mentre io lavoro per te”. Con questa tattica emotiva il partner intimidisce, ribalta la situazione, confonde e fa sentire in colpa la vittima.
- Queste emozioni minano la percezione della realtà portando la donna in uno stato di estrema insicurezza e vulnerabilità.
Microaggressioni
- Piccoli atteggiamenti aggressivi, verbali e fisici, che creano un clima di tensione accumulandosi nel tempo.
- Lo stress generato dal clima dalla tensione continua impedisce spontaneità, rilassamento e fomenta la paura.
Economico finanziaria
- Limitare l’accesso alle risorse economiche e controllarle, esigere sottomissione in cambio di disponibilità economica, gratificare atteggiamenti consensuali.
- La donna diventa dipendente economicamente, vivendo una vita limitata e con maggiori difficoltà a liberarsi dalla relazione.
Tecnologica
- Controllo, stalking, commenti sarcastici, ridicolizzazione, creare un clima emozionale negativo intorno al partner, online.
- Questa forma di violenza può essere subdola, poiché può sfuggire alla percezione immediata o sembrare uno scherzo, ma nel tempo può contribuire a un clima di abuso psicologico.
Cicli di Tensione e Riappacificazione
- Il ciclo della violenza individuato dalla psicologa americana Leonore E. Walker nel 1979, descrive un circuito di dipendenza affettiva malata. Il ciclo è costituito da quattro fasi: accumulo della tensione, esplosione, luna di miele e scarico delle responsabilità.
- Poiché in questo ciclo si alternano fasi di violenza a fasi di false promesse e apparente tranquillità, ci può volere molto tempo prima che la donna si renda conto che la relazione è malsana.
Sessuale
- Pressioni, somministrazione di sostanze, ricatti emotivi, manipolazione delle fragilità psicologiche, insistenza e minacce velate.
- La donna si può sentire in colpa, confusa o in debito. Potrebbe cedere all’insistenza e per compiacimento mettersi in situazioni in cui non può più negarsi.
Educazione sentimentale a scuola. E i programmi televisivi e i media?
Si parla tanto oggi di insegnare ad amare nella scuola, a partire dai piccolissimi. Se la famiglia non è più un modello utile per i bimbi, la scuola diventa il luogo in cui l’istruzione entra a gamba tesa nel privato.
L’intenzione potrebbe essere buona, tuttavia siamo consapevoli del fatto che i bambini e i giovani sono circondati da media che esprimono molto altro?
Tv, musica e social media pullulano di esempi tutt’altro che luminosi. Nei programmi televisivi, urla e insulti sono all’ordine del giorno. Nei talk show le emozioni di rabbia, gelosia, invidia sono alterate e intensificate dalla rappresentazione scenica. Alcuni di questi programmi sembrano parodie di bullismo, tanto è l’accanimento verso alcuni partecipanti o ospiti fissi o occasionali e generano tifoserie ed emulazioni. I colpi di scena sono costruiti su quelli che sono i temi più sensibili della vita privata di una persona per incollare gli spettatori al monitor.
E spesso sono le donne protagoniste e vittime di questi modelli comportamentali irrazionali e insulsi. E la musica ascoltata da milioni di giovani descrive la donna con parole terribilmente denigranti e sessiste, spacciate per arte e poesia. Video di situazioni oscure e morbose in cui le donne sono vittime e protagoniste, sono a libero accesso in quei social media, che tanto vantano algoritmi di qualificazione etica dei messaggi, che stranamente funzionano ben poco.
Un ramo di studi in psicologia si occupa dell’influenza dei modelli e personaggi popolari sul comportamento umano. Questo fenomeno è noto come “imitazione di modelli” o “modeling”.
Più i modelli sono di tendenza, prominenti, invidiati e desiderabili e più è forte la tendenza ad imitarli.
Lo psicologo canadese Albert Bandura ha sviluppato la Teoria dell’Apprendimento Sociale, che sottolinea l’importanza dell’osservazione, dell’imitazione e del rinforzo nella formazione del comportamento.
Lo studio di Bandura noto come “Bobo Doll Experiment” (1961) ha dimostrato come i bambini imparino comportamenti aggressivi osservando e imitando gli adulti.
Noto in psicologia anche “l’Effetto Werther” coniato dal sociologo David Phillips nel 1974, gli studi hanno indicato che la rappresentazione sensazionalistica e dettagliata del suicidio nei media può influenzare il comportamento di persone vulnerabili.
La cultura della celebrità e degli influencer, esalta e idolatra personaggi celebri, influenzando le tendenze comportamentali delle persone che cercano di emularli. Esaminando le tristi storie di video con contenuti violenti, che hanno ottenuto nel giro di pochi minuti milioni di like e visualizzazioni, incoronando a influencer gli autori del video, nonché a volte anche della violenza filmata, sarebbe il caso di porsi qualche domanda su come proteggere davvero le giovani menti. Ricerche di psicologia sociale evidenziano come l’identificazione con persone famose possa influenzare scelte di stile di vita, valori e atteggiamenti.
L’importanza della famiglia
È un mondo contradditorio questo, pieno di buoni propositi e cattivi modelli. Affianco molte donne nel Coaching ed è bellissimo vedere queste sorelle conquistare grandi risultati, ritrovare la gioia e la fiducia, rafforzare l’autostima e scoprire l’uso consapevole del proprio carisma personale. In ogni caso che seguo emerge l’importanza dell’imprinting e della cultura familiare. Sono convinta che la famiglia abbia un ruolo e una responsabilità importantissimi nell’educare i figli al rispetto di genere. I genitori dovrebbero passare più tempo di qualità con i propri figli e riprendersi la funzione educativa, staccare i cellulari e smettere di filmare e pubblicare le proprie figlie con pose ammiccanti nei social media.
Oggi più che mai, in una “modernità liquida” così definita dal sociologo Zygmunt Bauman, in cui i valori sono evanescenti, i messaggi contradditori e miliardi di persone comunicano all’unisono i più disparati modelli di pensiero e di comportamento, le figlie, le giovani donne, le bambine, i figli in generale hanno bisogno di genitori attenti ed equilibrati.
Teresa Burzigotti
NLC Master Coach e Teaching Trainer
Bio | Articoli | Video Intervista AIPP Giugno 2024
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