Manipolazione dei processi attentivi
Un approfondimento su Attenzione e Misdirection
Quando un mago agita la mano e dice: «Qui è dove sta avvenendo la magia», il vero trucco avviene da un’altra parte. – Thaddeus Bradle in “Now You See Me” (2013)
Sia nell’effetto della pallina, di cui abbiamo parlato in più articoli precedenti, che in molti altri effetti, i prestigiatori riescono sapientemente a dirigere la nostra attenzione in punti a loro congeniali.
La capacità di sviarla, sfruttando cornici e controllo dell’attenzione, viene definita misdirection.
Non è vero che la mano è più veloce dell’occhio: la maggior partedegli effetti di magia a cui assistiamo sono eseguiti a velocità normale, l’effetto sta nella capacità del prestigiatore di dirigere la nostra attenzione dal metodo verso l’effetto con il corretto tempismo.
Questa manipolazione non è utilizzata solamente dai prestigiatori ma da tutti noi quando, ad esempio, sviamo la conversazione volontariamente la conversazione da un determinato argomento spiacevole verso un altro.
L’illusionista sposta, quindi, in modo naturale l’attenzione in un determinato spazio, su una carta, una moneta, una persona o un determinato punto del palco restando completamente “coperto” nel momento in cui quell’insieme di mosse (metodo) che non verranno percepite dal pubblico.
I neuroscienziati la chiamano cattura sensoriale, gli psicologi cattura attentiva esogena (esterna), i maghi invece misdirection passiva.
Uno tra i principi che regola la misdirection è che “Un movimento grande ne copre uno più piccolo“.
L’effetto conosciuto come “cups and balls“, con palline e bussolotti, mostra, meglio di ogni altro, l’applicazione dei principi di misdirection che abbiamo citato.
La conoscenza di tecniche per sviare l’attenzione sono antichissime.
Questo effetto era infatti già documentato 5000 anni fa in Egitto e anche Seneca ne parlava già nelle sue Epistolae Morales ad Lucilium:
Sic ista sine noxa decipiunt quomodo praestigiatorum acetabula et calculi, in quibus me fallacia ipsa delectat. Effice ut quomodo fiat intellegam: perdidi lusum.
(Così questi giochetti non sono dannosi, come i bussolotti e le pietruzze dei prestigiatori che divertono proprio per i loro trucchi. Svelami il meccanismo e il divertimento è finito).
Prendendo in considerazione la versione di questo effetto portata in scena dal duo Penn & Teller (Guarda il video di riferimento) notiamo come la nostra attenzione venga inevitabilmente portata a seguire la capacità di giocoleria del primo nell’eseguire una cascata con tre palline.
Smettiamo di seguire le palline muoversi in aria solo quando lo stesso Penn, gettandole in aria, ci informa che la magia è accaduta da un’altra parte pur essendo sotto i nostri occhi.
Penn, disfandosi delle palline, sottolinea anche a voce ciò che è appena successo:
«This is not juggling. This is call misdirection».
L’ampiezza dei gesti e la descrizione verbale di cosa stava avvenendo hanno una contribuito a creare una solida misdirection non permettendoci di cogliere altri movimenti esterni che devono necessariamente passare inosservati per creare l’effetto sorpresa, come evidenzia Stephen Macknik:
The fact that magic works is evidence that multitasking doesn’t exist, because if it did, you’d be able to see the method behind every magic trick […] If being able to simultaneously attend to multiple things happening at once was possible, there’d be no magic trick.
Esiste, oltre alla misdirection passiva, anche quella attiva: il prestigiatore assegna, ad esempio, dei task specifici allo spettatore in modo da portarlo attivamente la sua attenzione alle azioni che sta compiendo, come mischiare un mazzo di carte, rispondere a domande specifiche o sfogliare le pagine di un libro (Video: Darren Brown Pickpocketing).
Questa, chiamata dagli psicologi cattura attentiva endogena, è dovuta al fatto che il nostro controllo dell’attenzione top-down è concentrato sul compito assegnato piuttosto sull’illusionista, le cui azioni fanno in modo di aumentare l’attività dei neuroni che si occupano di svolgere il task inibendo quelli che potrebbero prestare attenzione a lui.
«Non esiste la mossa perfetta, esiste il momento perfetto per eseguirla» questa citazione di un classico principio contenuta in un libro di Gianfranco Preverino, tra i più colti e stimati prestigiatori italiani, riassume molto bene il concetto di misdirection temporale conosciuta anche come parentesi di dimenticanza o di anticontrasto.
Questo concetto è strettamente collegato al concetto di timing: gli illusionisti ricorrono spesso a una dilazione dei tempi tra l’utilizzo delle azioni segrete (metodo) ed effetto sorpresa in modo che il pubblico non riesca ad individuare legami causali tra i due.
Spesso molti prestigiatori spostano l’attenzione sul risultato di azioni che sono, in realtà, avvenute decine e decine di minuti prima, in maniera invisibile, sotto lo sguardo di tutti, magari durante gli applausi o durante la risata per una gag.
Bibliografia
MAURINE C., MILBOURNE C., “The Illustrated History of Magic.”. New York: Avalon Publishing Group, 2006.
SENECA L.A., “Epistulae morales ad Lucilium”, 62-62 a.C.
SENECA L.A., Epistola n.45 in “Lettere a Lucilio”, BUR Biblioteca Universale Rizzoli, 1974
La frase durante la performance di Penn e Teller si può sentire chiaramente nei primi secondi di questo video.
FEENEY N., “It’s Neuromagic: How Penn and Teller Are Helping Brain Science (and Vice Versa)“, in Time, 14 Febbraio 2013.
KUHN G., & TATLER B. W., “Magic and fixation: Now you don’t see it, now you do”, in Perception, vol. 34, 2005.
KUHN G., TATLER B. W., FINDLAY J. M., COLE G. G., “Misdirection in magic: Implications for the relationship between eye gaze and attention”, in Visual Cognition, vol.16, 2008.
PREVERINO G., “Il baro al poker”, Stampa Alternativa, 2010, p.146.
DE ASCANIO A., “The Magic of Ascanio”, vol. 1. Madrid: Páginas Libros de Magia, 2007.
QUIROGA Q. R., “Magic and cognitive neuroscience”, in Current Biology, vol.26, n. 10, 2016, pp. R391.
Edoardo Ares
Formatore Aziendale | Esperto di Processi Percettivi | TEDx Speaker
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