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Tre modi per trovare pessime soluzioni

Come il tuo atteggiamento può offuscare la tua capacità di gestire momenti critici

Image by Sergey Semin on Unsplash.com


Il problema non è il problema. Il problema è il tuo atteggiamento rispetto al problema. Comprendi? – Capitano Jack Sparrow [1]

Immagina di attraversare la tempesta perfetta della tua vita. Gli eventi negativi sembrano non finire. Ti senti come il malcapitato navigante in balia delle onde alte nell’oceano, la nave su cui ti trovi, sembra un misero guscio di noce sotto il cielo pieno di nubi dense e minacciose. Nel bel mezzo del caos, il capitano Jack Sparrow si avvicina a te e ti sussurra: “Il problema non è il problema, il problema è il tuo atteggiamento rispetto al problema. Comprendi?”. Lì per lì la sua andatura strana e lo sguardo ironico ti spiazzano, distraendoti dall’attesa ansiosa dell’onda definitiva che segnerà la colata a picco dell’imbarcazione. Tuttavia questa breve rottura di schema ti permette di sentire che in quella frase esiste una verità salvifica, e ti affidi a essa.

Ti è mai capitato di trovarti in un momento drammatico della tua vita in cui ti sembra che tutto possa andare solo a peggiorare?

A me sì, due volte. Cosa ho fatto per uscire sana dalla tempesta? Tre azioni:

  1. Ho accettato che esistono eventi incontrollabili e ho accolto gli alti e bassi emozionali, senza fingere di essere sempre forte e capace di mantenere il buon umore e di far fronte a tutto.
  2. ho chiesto aiuto a persone esperte di crisi, ho chiesto supervisione e affiancamento nel mio network di Coaching. Il supporto mi ha permesso di creare la condizione emozionale propizia per reinterpretare gli eventi in modo gestibile.
  3. Ho praticato quotidianamente tecniche di gestione delle emozioni, mi sono tenuta saldamente aggrappata ai miei obiettivi personali imparando a tenere la rotta verso di essi anche con le onde alte, integrando deviazioni, pause, risorse e strategie nuove.

Posso quindi confermare che questa attitudine espressa così perfettamente e semplicemente dalla citazione di Jack Sparrow, è un pilastro di salvezza. Cosa significa in pratica?

Imparare a gestire le proprie risposte ai problemi della vita, per quanto importanti essi siano, significa evolvere.

Sappiamo dalla ricerca che una mente impegnata a valutare le situazioni con un sano distacco emotivo e a imparare nuove strategie per gestire la pressione e lo stress, sarà capace di elaborare soluzioni funzionali ed efficaci, nonché spesso anche salvifiche.

Quando affrontiamo una situazione stressante o negativa con un atteggiamento di apprendimento, la corteccia prefrontale è coinvolta nell’interpretazione e nella ristrutturazione cognitiva dell’evento, dando un significato diverso alla situazione. Questo processo può ridurre la percezione della minaccia, che è ciò che innesca l’attivazione dell’amigdala.

In altre parole, se la corteccia prefrontale interpreta la situazione come una sfida piuttosto che come un pericolo, l’attivazione dell’amigdala viene attenuata perché il cervello non la percepisce come una minaccia imminente. È quindi la ristrutturazione cognitiva dell’evento da parte della corteccia prefrontale che può indirettamente ridurre l’attivazione dell’amigdala. Questo permette di affrontare le situazioni difficili senza essere sopraffatti dalle emozioni negative.

Nel mondo del coaching, questo processo è essenziale. Il modo in cui affrontiamo le difficoltà della vita determina la qualità delle nostre esperienze e, in definitiva, il nostro successo. Tuttavia, spesso siamo i nostri peggiori nemici, grazie a un atteggiamento inefficace che ci porta a girare in tondo senza trovare una vera soluzione. Esploriamo ora, tre aspetti di un atteggiamento inefficace nei confronti dei problemi, offrendo uno sguardo psicologico e neuroscientifico sul perché ciò accade e come possiamo correggerlo.


I giudici interiori: quella sentenza interna che ti demolisce

Commodoro: “Senza dubbio siete il peggior pirata che si ricordi”. Capitano Jack Sparrow: Ma di me si ricordano almeno!.

I giudici interiori sono quelle voci, quegli sguardi correlati a emozioni, nella nostra testa che criticano definitivamente, mettono in dubbio e si oppongono a ogni tua azione. Queste rappresentazioni interne potrebbero essersi sviluppate da esperienze infantili, nelle quali le critiche dei genitori, insegnanti o altre figure di autorità cono state interiorizzate, diventando un dialogo interno costante e corrosivo. Non importa quanto abile o preparato tu sia, se la tua mente è costantemente occupata a dirti che sei incapace, ti bloccherà nel superamento del problema.

I giudici interiori attivano l’amigdala, la parte del cervello responsabile delle reazioni di paura e stress attraverso uno stato di ansia e aspettativa negativa continua. Questo ti fa sentire costantemente sotto attacco, anche quando non lo sei e genera comportamenti irrazionali. Di fronte a un problema, invece di reagire in modo costruttivo, ti trovi paralizzato o in preda all’ansia, incapace di prendere decisioni efficaci.

Per superare questo atteggiamento, è essenziale imparare a riconoscere e mettere in discussione queste rappresentazioni interne. Allenarsi a riformulare i pensieri negativi in modo più equilibrato e compassionevole può ridurre l’impatto dei giudici interiori, permettendoti di affrontare i problemi con maggiore lucidità e fiducia. Nel wingwave® Coaching[2] si può lavorare con l’integrazione delle personificazioni e con le costellazioni familiari immaginative.


Il bias della catastrofizzazione: quando un sasso diventa una montagna

Capitan Barbossa: “Il mondo era un tempo un posto più grande” – Capitano Jack Sparrow: “Il mondo è sempre uguale. é il resto che è più piccolo”.

Un altro atteggiamento inefficace è la tendenza a catastrofizzare, ovvero a vedere il problema molto più grande e grave di quanto non sia in realtà. Questo bias cognitivo, ben documentato dalla psicologia, ci porta a immaginare il peggior scenario possibile e a reagire come se fosse già realtà.

La catastrofizzazione può essere collegata all’iperattivazione della corteccia prefrontale, che è responsabile della pianificazione e della previsione del futuro. Quando questa parte del cervello diventa troppo attiva, puoi perdere il contatto con la realtà, ingigantendo i pericoli e minimizzando le risorse a tua disposizione. Questo atteggiamento ti porta a reagire in modo sproporzionato, spesso causando più danni che benefici.

Nel wingwave lavoriamo con la ristrutturazione delle convinzioni depotenzianti, con l’abbattimento dello stress emozionale, con la visualizzazione del panorama futuro e con l’uso della app, nella funzione Magic Words, e con lo Story Telling, per fare alcuni esempi.

Una volta riportato l’equilibrio nella capacità di valutare concretamente il problema, puoi elaborare i piani pertinenti, fare proiezioni di efficacia e scegliere le soluzioni migliori.


Paralisi da analisi: quando pensare troppo è un problema

Giacché ti trovi lì, fai attenzione: sono solo due le regole che contano davvero. Quello che un uomo può e quello che un uomo non può. Per esempio, o tu puoi accettare che tuo padre fosse un pirata ed un brav’uomo o non puoi. Ma hai sangue pirata nelle vene e dovrai farci i conti un giorno o l’altro. Prendi me per esempio: posso lasciarti affogare, ma non posso portare la nave fino a Tortuga solo soletto, comprendi? Quindi, puoi navigare sotto il comando di un pirata? O non puoi? – Capitano Jack Sparrow

Infine, uno dei più grandi nemici dell’efficacia è la “paralisi da analisi”. Questo fenomeno si verifica quando passi così tanto tempo a riflettere, analizzare e considerare tutte le opzioni, che finisci per non fare nulla. Sei sopraffatto dalla quantità di informazioni e dalle possibili conseguenze, e ciò ti impedisce di agire.

Dal punto di vista neurologico, la paralisi da analisi è spesso associata un’eccessiva attivazione del sistema dopaminergico, che è coinvolto nella ricerca di ricompense. Quando aneli alla decisione “perfetta”, il tuo cervello è inondato di dopamina. Tuttavia questa ricerca incessante di perfezione finisce per bloccarti. Non riesci a decidere perché vuoi essere sicuro al 100% di fare la scelta giusta, e in questo modo il problema persiste, o addirittura peggiora.

Nel wingwave lavoriamo in questo caso con il formato per le trappole dell’euforia, con il refraiming, elaborando delle convinzioni più razionali. Alla fine un nuovo goal setting sul modello SMART, e simili formati di strutturazione e gestione di obiettivi e priorità, sono d’aiuto.


Crea la tua attitudine al successo

Dritto alla meta e conquista la preda !!! – Capitano Jack Sparrow

Jack Sparrow potrebbe sembrare un capitano, ovvero una guida strampalata, ma la sua saggezza è profondamente radicata in una comprensione intuitiva della psicologia umana. Non è mai il problema in sé a definirti, ma come lo affronti. Se lasciamo che i giudici interiori ti schiaccino, che la catastrofizzazione ti paralizzi e che l’analisi eccessiva ti blocchi, il problema diventa insormontabile.

La buona notizia è che puoi cambiare. Puoi allenare la tua mente a riconoscere questi atteggiamenti inefficaci e sostituirli con un approccio più positivo e costruttivo. Invece di vederti come vittima dei problemi, puoi diventare i capitano della tua nave, guidando con sicurezza anche nelle acque più tempestose.

In fin dei conti, il problema non è mai il problema. Il vero problema è come scegli di affrontarlo. E mentre gli eventi a volte arrivano inaspettati e indesiderati, la tua risposta a essi è, fortunatamente, una scelta che puoi sempre fare.


Note:

[1] Jack Sparrow è un personaggio immaginario, protagonista della serie di film “Pirati dei Caraibi”, interpretato da Johnny Depp. È un pirata eccentrico e astuto, noto per il suo comportamento imprevedibile, il suo spirito libero e il suo atteggiamento ironico di fronte al pericolo. Nonostante le sue apparenze caotiche, è un capitano abile e dotato di una mente strategica, capace di uscire dalle situazioni più disperate con ingegno e fortuna.

[2] Il wingwave Coaching è un metodo di coaching che combina la stimolazione bilaterale alternata degli emisferi cerebrali (spesso tramite movimenti oculari), la Programmazione Neuro-Linguistica
(PNL) e il Test Miostatico. È utilizzata per ridurre stress, migliorare le prestazioni e affrontare blocchi emozionali, permettendo di superare rapidamente situazioni di disagio e ottimizzare le risorse personali. Nato ad Amburgo all’Istituto Besser-Siegmund, da due psicoterapeuti autori di numerosi metodi di Coaching di successo, il wingwave conta oltre 20 studi di ricerca universitaria che offrono una solida base scientifica alla sua efficacia. Il metodo è certificato ISO29993 a livello internazionale e si è diffuso in 2° anni in 40 Paesi del mondo.


Teresa Burzigotti Autrice presso La Mente Pensante Magazine
Teresa Burzigotti
NLC Master Coach e Teaching Trainer
Bio | Articoli | Video Intervista AIPP Giugno 2024
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