La gentilezza come valore fondamentale
…per una migliore qualità della vita
Viviamo in una società che dà sempre tutto per scontato, soprattutto nei rapporti interpersonali. È così facile pretendere dagli altri determinate azioni, determinati gesti e determinate parole.
È così semplice e immediato, in modo particolare, pensare di poter gettare sugli altri qualsiasi cosa -un problema, un’affermazione forte, un’offesa- senza considerare il peso che essa potrebbe avere su chi la riceve.
Oggi è così banale concepire gli altri come sacchi da box, ben piantati sul pavimento ad accettare attacchi di vario genere, senza aver ricevuto, per lo meno, la domanda “Sei pronto?”.
Siamo tutti così superficiali e non ci siamo nemmeno resi conto di esserlo diventati e come: l’individualismo ha preso il sopravvento su concetti concreti come la condivisione e la comunità, che non sono solo idee ma aspetti fondamentali della vita di una persona.
Eppure, ormai siamo così abituati a privarci di tutto questo in vista del proprio interesse, del singolo obiettivo, dimenticando la presenza dell’altro.
E, alla base di questa nuova condizione umana, c’è la perdita più importante, ovvero la progressiva e quasi totale scomparsa di uno dei valori cardine della nostra società, la gentilezza.
La banalità della gentilezza
Siete un po’ sorpresi? Non vi aspettavate la considerazione della gentilezza come uno dei valori fondamentali dell’essenza umana? Posso capirlo, anche per me è stata una grande scoperta.
La gentilezza è come un fiore, apparentemente anonimo o molto semplice -come una margherita, per esempio- che rischia di essere calpestato continuamente, perché è così facile non prestare attenzione alle cose che appaiono banali o inutili o non eccessivamente vistose. Ecco, la gentilezza è qualcosa di invisibile, a tratti inesistente, un valore che viene, spesso, obliterato dalla società contemporanea.
Come concepire la gentilezza?
Quindi, che cos’è davvero la gentilezza? Come possiamo descriverla in poche parole?
Quando parlo di questo valore intendo rivolgermi ad un atteggiamento che permette di porsi in maniera diretta con gli altri nel massimo rispetto e in una forma totale di cura.
Per essere gentili non sono necessari grandi gesti o atti estremamente plateali, basta anche un semplice riguardo nelle piccole cose.
Una parola, uno sguardo, un sorriso possono fornire speranza e accoglienza. Sembrerebbe una banalità, ma non è così.
Ogni giorno siamo coinvolti e sommersi totalmente dalla nostra quotidianità, da problemi e difficoltà di vario tipo e, spesso, si ha la sensazione di sentirsi completamente soli ad affrontarli.
E, allora, basta pure il semplice atteggiamento gentile di qualcuno, magari anche un estraneo, a ricordarvi che non siete soli e che tutto passa o trova il modo di risolversi.
Come rendere concreto questo valore umano
Ma la gentilezza concreta puoi riceverla, anche, da chi ti è più vicino: quando costruisci dei rapporti umani ricordati di farlo sempre nella massima gentilezza, ovvero con un’attenzione mai scontata, volta a consolidare, elaborare e, talvolta, a ricucire gli animi quando le ferite sembrano troppo profonde.
Ma non farlo per ricevere qualcosa in cambio. Non pretendere un comportamento uguale da chi hai di fronte.
La gentilezza non ha pretese, non deve averle, perché deve generare spontaneità a sua volta.
E non fare riferimento al detto “Si raccoglie quello che si semina”, perché il più delle volte, pur “seminando” in maniera positiva, non c’è un risvolto altrettanto positivo.
Quindi non pensare di agire con gentilezza, per ottenere lo stesso trattamento. Potresti rimanere deluso.
Ma tratta le persone con gentilezza per te stesso e per infondere questo valore ovunque, un po’ come una battaglia personale e globale, insieme. C’è, ancora, troppa poca gentilezza pur essendo moltissimi su questo pianeta. Non c’è una buona ed equa proporzione.
Nutrire il difficile seme della gentilezza
Come fare, allora, a resistere? A non lasciarsi trascinare dalla mancanza di tale “condotta” da parte di molte persone che ci circondano?
È così facile mollare, dire “Basta, allora anche io mi comporto in maniera diversa”. Come fare per portare avanti questo nostro valore e difenderlo fortemente?
Bisogna essere tenaci e rimanere saldi nelle proprie convinzioni. Forse questa è la vera sfida, quando nasce qualcosa, quando lo coltiviamo e, poi, fattori o influenze esterne provano a sminuirlo o a cancellarlo del tutto.
È molto facile essere condizionati, è difficile rimanere sé stessi e, soprattutto, rimanere fedeli ai propri valori. Ancor di più a qualcosa come la gentilezza, un valore dai contorni estremamente sfumati, irriconoscibile nella sua semplicità e candida bellezza.
Linee guida generali per una pratica gentile
Dunque, quali potrebbero essere le linee guida per non abbandonarla?
- Ricordarsi perché abbiamo ottenuta in dono la gentilezza e abbiamo deciso di investirla come uno dei elementi fondamentali nelle nostre relazioni con l’altro;
- Pensare che con un semplice gesto possiamo sollevare l’umore o la giornata intera di una persona, che, magari, sta affrontando un momento difficile e non riesce a condividere il suo stato d’animo con gli altri;
- Individuare e comprendere la gentilezza come il passo più semplice e immediato per abbracciare qualcosa di più ampio e, spesso, apparentemente troppo astratto: la solidarietà umana.
Una volta un regista, Carlo Mazzacurati, disse una frase molto importante, destinata ad avere grande successo e diffusione, ma, soprattutto, si tratta di parole che contengono una profonda e concreta verità.
E, quando la incontrai per la prima volta, mi resi conto dell’effettivo realismo che tale frase trasudava nella sua immediata bellezza:
“Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile. Sempre.”
In poche semplici parole è stata condensato un grande insegnamento, il cui preziosismo è incastonato nel concetto di gentilezza.
Non possiamo conoscere le storie di tutti, i loro cammini, tutto ciò che hanno subìto per diventare quello che sono e, proprio per questo, non possiamo permetterci di avanzare sentenze o accuse o cattiverie gratuite.
O, forse anche peggio, totale indifferenza.
Quindi, l’unico modo per mostrare vicinanza e cura, anche nei riguardi di un estraneo, è la semplice e pura forma di gentilezza, un valore che si può sintetizzare nel riguardo di gesti immediati e spontanei.
La gentilezza può permetterci di aprire uno spiraglio di positività nei confronti dell’umanità, senza risultare invadenti e fuori luogo, ma avanzando una silenziosa e mai inopportuna promessa di fiducia e ottimismo nei confronti dell’altro.
La promessa di non essere soli e abbandonati a sé stessi. La promessa di poter trovare un conforto ovunque, senza essere respinti.
“Sii gentile. Sempre”.