Il silenzio e il vuoto integratori naturali di benessere
Respirare nel vuoto, creare silenzio, perdersi nel nulla per ritrovare il proprio Sé-me
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C’è un libro che mi accompagna ed emoziona sin da quando ho intrapreso la strada della Naturopatia, ed è Il silenzio è cosa viva di Chandra Livia Candiani, un gioiello da leggere con tutti i sensi.
Nel silenzio, che abbraccia la meditazione, che può assumere diverse forme, si ritrova il proprio respiro, si manifesta l’emozione del cuore, dove si riflette la pace, la tranquillità, il fluire. Siamo talmente abituati a vivere nel rumore, che dimentichiamo a volte di ascoltare ciò che vogliamo realmente e tendiamo a rincorrere cose che spesso non ci appartengono.
Un luogo silenzioso è un luogo dove il nostro cuore esulta nei battiti che scandiscono il nostro appartenere ad un macrocosmo, dove il nostro essere microcosmo può risuonare in modo positivo con l’ambiente a noi affine.
Il silenzio ci conduce nel luogo del non conosciuto, dove possiamo entrare in contatto con l’es-senza che valorizza il vuoto, quale megafono della nostra voce interiore, spesso messa a tacere dai continui rumori esterni.
Il silenzio fa da trait union a tanti consigli naturopatici riportati negli articoli precedenti e che fanno parte del mio metodo, poiché è nella sua profonda manifestazione che lasciamo agire le forze a noi destinate. Creare silenzio nella propria casa, dopo una giornata di lavoro aiuta a ritrovare il benessere psicofisico, ascoltando il battito del nostro cuore, guardando una candela, rivestendoci dell’acqua della doccia per lasciar andare ciò che non ci appartiene, i pesi accumulati durante la giornata, i rumori che ci circondano continuamente, voluti e non, ma che ci allontanano dal momento presente.
Il silenzio è il luogo dell’amore, è lo spazio del Grande Maestro – Cuore, dove la fiamma vitale ritrova la sua accensione, dove la fantasia emerge per condurci nel mondo che vogliamo.
E’ proprio qui, che le illusioni scompaiono per lasciare spazio al respiro, che nell’inspiro prende, nell’espiro rilascia, ripulisce e rigenera l’energia del nostro corpo nella sua totalità.
Il respiro consapevole ci permette di poter creare silenzio, di spegnere il pensiero anche nelle situazioni più rumorose, portando l’attenzione sul nostro corpo, allontanandoci dagli stimoli esterni, per entrare in noi, dove sono racchiusi tutti i tesori che ci permettono di vivere in perfetta salute, gioia, immensità.
Le dipendenze il vuoto che riempiamo
La nostra società ci riempie di stimoli, di suoni, rumori, immagini, e associamo al vuoto la definizione di mancanza, di un qualcosa da evitare, da colmare, mentre è il luogo dove tutto nasce, dove tutto si crea, dove la nostra anima ritrova la sua voce.
Il continuo riempire è la radice delle dipendenze, fumo, alcol, droga, cibo, ma anche dipendenze dalle persone a noi care, poiché non crediamo che quello spazio di silenzio, sia la manifestazione più importante del nostro essere nell’esistere.
Chiudere gli occhi per immaginare e ritrovare il mondo della fantasia è uno stimolo incredibile per la nostra anima, per il nostro corpo e per il nostro benessere; chiudere gli occhi e farsi trasportare nel mondo del buio per accedere al nostro dentro, anziché vivere nel continuo fuori. Il nostro corpo ha tutti gli ingredienti per creare una torta meravigliosa di benessere e felicità, ma essi sono dentro di noi, mentre tendenzialmente andiamo alla ricerca di questo stato nel mondo esterno. Così gli stimoli, le persone a noi accanto, i beni materiali assumono un ruolo di riempitivo che non ci permette di ascoltare, accrescere, evolvere le nostre potenzialità, i nostri talenti.
Durante la pandemia il silenzio, il vuoto, l’avere a disposizione il tempo per noi stessi, ha generato in molte persone caos, ansia, panico, perché ritrovarsi con se stessi, ascoltarsi, guardarsi realmente allo specchio, togliendo giorno dopo giorno le maschere protettive dell’anima, vuol dire entrare nel nulla.
Come possiamo definire il nulla? Il nulla è semplicemente il nulla, uno stato da cui Dio ha creato tutte le cose, riprendendo la Bibbia, e dove noi stessi possiamo creare ogni giorno il nostro essere. Se osserviamo la Natura, possiamo vedere come dal nulla nascano forme di vita, nelle più svariate forme e nel buio, nel silenzio del terreno, il seme ben nutrito crea, germoglia e porta alla luce la vita.
In merito alle dipendenze, chiediamoci cosa vogliamo riempire ogni qualvolta che ci accendiamo una sigaretta, ad esempio, che sentiamo il continuo bisogno di stare a contatto con qualcuno, o che introduciamo nel nostro corpo sostanze che ci riempiono, ma non ci nutrono, che colmano quel vuoto, così assoluto, così costruttivo, che non vogliamo vedere e in cui non vogliamo entrare.
Stare nel qui e ora e stare nel vuoto, come dice la ia Spiritual Coach Marina Reina, nell’istante che avviene tra un inspiro e un espiro, è proprio lì che si genera la consapevolezza, la realizzazione che siamo in continuo divenire.
E’ nel vuoto che porto i miei clienti con le Pratiche Biocorporee Emozionali ®️, dove lasciano andare il pensiero, dove il corpo ha la possibilità di attivare quella forza innata, guaritrice, che abbiamo dentro di noi, che ci fa stare bene. Quanto è bello stare bene, dobbiamo ripetere ogni mattina, questa frase, perché abbiamo tutti gli strumenti per farlo e sono a portata di mano, anzi di corpo, ma abbiamo la tendenza a scegliere la strada più complicata, a cercare dirupi, anziché sentieri piani, senza salite e facilmente percorribili.
Il senso di vuoto
Nella società occidentale, che i più definiscono civilizzata, ma su cui avrei dei forti dubbi, il senso di vuoto viene visto come un qualcosa da riempire, da colmare. Ci sono numerosi manuali che danno consigli su come colmare questa sensazione, ma a mio avviso non deve essere riempito, ma bensì ascoltato. Il vuoto deve essere accudito, protetto, respirato, trasformandolo in una danza capace di farci riscoprire la nostra vera essenza.
Viviamo in una società del con, che non è capace di percepire il valore assoluto del senza, della mancanza, che non tolgono, ma bensì creano. Per i taoisti il vuoto è quello spazio necessario dove il soffio vitale, detto il ki, può agire dando vita ad un flusso armonico e continuo. Se noi lo riempiamo non gli diamo di agire, così si creano blocchi, disagi che si innescano nel nulla, dove prendono forma le nostre emozioni, dove creiamo ricchezza, possibilità, aperture e libertà. E ancora una volta sottolineo che è proprio qui, in queste preziosità appena elencate che si manifesta lo stato di salute, del vivere appieno delle proprie energie, del toccare la nostra vera essenza.
Lao Tzu ricorda quanto il non essere sia utile, di come il vuoto sia un terreno da coltivare, da nutrire, è una condizione essenziale che tutto accoglie e tutto trasforma. La vera essenza di ogni cosa non è nella materia che la compone, ma nello spazio che la contiene dandole scopo, è questo è proprio il vuoto.
Immaginiamo un bicchiere, solo quando è vuoto possiamo riempirlo di acqua, di sostanze che possono dissetarci in modo nuovo, se fosse già pieno non ci sarebbe spazio per il nuovo. Senza di esso generiamo una ripetizione malsana di atteggiamenti, di abitudini, che nulla accrescono, ma bensì generano malessere mentale e infiammazioni al nostro corpo, accresciute da un disequilibrio dove non c’è spazio per elaborare e accogliere il nuovo.
Lasciare andare, svuotare, togliere, qui si manifesta la luce del nostro benessere, qui possiamo prendere nuove forme, dare aria al nostro Sé, che spesso soffochiamo dal troppo riempire, dal non ascoltare il soffio creatore del vuoto.
Scrive Lao Tzu : “Trenta raggi convergono nel mozzo di una ruota; grazie al suo vuoto, al suo non-essere, abbiamo l’utilità del carro. Modelliamo l’argilla per farne un vaso e grazie al suo vuoto abbiamo l’utilità del vaso. Ritagliamo porte e finestre nel fare una casa e grazie al loro vuoto abbiamo l’utilità della casa. Perciò, se l’uso dell’essere è benefico, l’uso del non-essere è ciò che ne crea l’utilità”.
Proviamo così a svuotare i nostri cassetti, il nostro frigorifero, liberiamo i nostri spazi per far entrare di volta in volta il nuovo che nutre, che si genera da uno stato di vuoto, dove ogni giorno possiamo ricreare, generare, rifiorire, riaccendere la fiamma che chiamiamo vita.
Beatrice Pazi
Laurea In Filosofia | Diploma di Naturopatia presso Riza
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