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La relazione fra l’innamoramento e gli stili di attaccamento

Una relazione “predittiva”

Image by Markus Spiske on Unsplash.com


L’amore e l’innamoramento costituiscono aspetti centrali della vita affettiva di tutti noi. Generalmente si crede che l’innamoramento sia un’emozione “spontanea” e non determinata da più fattori esterni, tuttavia, come ho già evidenziato in un mio scritto (Papadopoulos 2013), oltre agli aspetti sociali i legami di attaccamento della prima infanzia sono i fattori che più di ogni altro contribuiscono a determinare, in maniera quasi predittiva, le dinamiche relazional-affettive interne ad una coppia. Su questo argomento nel 1987 sono stati pubblicati ii risultati di una ricerca che evidenziava in quale modo gli “stili di attaccamento andavano ad influenzare queste dinamiche di coppia (Hazan & Shaver, 1987). Questi due ricercatori concepiscono l’innamoramento come un’attivazione adattiva del sistema di attaccamento adulto. Caratteristiche tipiche dell’innamoramento come ldealizzazione, desiderio di fusione, intensità emotiva e soprattutto ansia di separazione richiamano proprio elementi del comportamento di attaccamento.

In questo articolo quindi andremo ad analizzare la relazione fra gli stili di attaccamento e l’innamoramento di coppia e vedremo come le strategie di attaccamento arrivino a modulare l’intensità, la durata, la soddisfazione e le difficoltà nelle relazioni di coppia.


La teoria dell’attaccamento

La teoria dell’attaccamento fu il risultato di un lunghissimo studio dello psicologo evoluzionista John Bowlby sull’importanza del legame di attaccamento  nei primi anni di vita tra il bambino e la figura di accudimento (solitamente la madre). Il suo presupposto era che i bambini nascono con un bisogno innato di formare un legame affettivo con un adulto che si prenda cura di loro, in quanto  questo legame è necessario per la sopravvivenza fisica e per uno sviluppo psicologico sano.

Secondo Bowlby l’essere umano sviluppa, nei primi anni di vita, mediante le esperienze di attaccamento, un “Modello Operativo Interno” (MOI),  ovvero una rappresentazione mentale di sé, degli altri e delle relazioni e di conseguenza come esso agirà nel mondo. Sono insiemi di schemi interni più o meno rigidi che andranno ad influenzare la percezione, l’interpretazione degli eventi nonché le aspettative su tutte le relazioni future. Si comprende bene che secondo questa teoria anche e soprattutto le relazioni affettive saranno influenzati da questi MOI.

Gli studi di Bowlby furono poi ampliati sia da suoi collaboratori e collaboratrici, la più importante delle quali fu Mary Ainsworth che arrivò a categorizzare i risultati degli studi di Bowlby in tre stili di attaccamento:

  • Stile di attaccamento sicuro
  • Stile di attaccamento ansioso-ambivalente
  • Stile di attaccamento insicuro-evitante

Poi, a seguito di successive ricerche fu aggiunto un altro stile di attaccamento, quello disorganizzato, ma per i fini di questo articolo faremo riferimento solo ai primi tre. Vediamoli nello specifico. 


I primi tre stili di attaccamento

Lo stile di attaccamento sicuro è tipico di quei bambini che mostrano sicurezza ed esplorano curiosamente l’ambiente circostante in presenza della figura di riferimento e, quando questa si allontana, manifestano un certo disagio, ma al momento del suo ritorno l’accolgono con piacere ed in maniera aperta.

Lo stile ansioso-ambivalente (o preoccupato) è evidente in quei bambini che invece manifestano ansia eccessiva anche quando il caregiver è presente e per questo motivo non si spingono ad esplorare l’ambiente. Quando la figura di riferimento si allontana da loro hanno una reazione abnorme e angosciata e, quando la figura di attaccamento ritorna, spesso mostrano comportamenti contraddittori come indifferenza misti a forti crisi di pianto.

Infine, lo stile di attaccamento insicuro-evitante invece è tipico di quei bambini abituati a gestire le proprie emozioni da soli, tendono ad evitare la dipendenza dalla figura di attaccamento da cui non cercano (perché non si aspettano) consolazione o supporto. 


Relazione fra stili di attaccamento e innamoramento 

Lo studio di Bowlby ha dato il via a numerose ricerche sulla teoria dell’attaccamento applicata all’amore adulto per cercare di capire come il proprio stile di attaccamento vada ad influenzare positivamente o negativamente le relazioni affettive. Come ho già accennato, una di queste ricerche è quella di Hazan e Shaver che mirava a verificare la relazione fra la teoria dell’attaccamento e le relazioni romantiche adulte (Hazan & Shaver 1987). La loro ipotesi centrale era che l’amore romantico si sviluppa e si manifesta con la stessa modalità del processo di attaccamento, di conseguenza le modalità emotive e relazionali degli stili di attaccamento infantile di ogni singolo individuo, ovvero i MOI, si manifesteranno anche nelle relazioni affettive adulte. Questa ricerca, anche se ha dei limiti metodologici, ha fatto emergere delle correlazioni fra i tre stili di attaccamento dei soggetti che partecipavano alla ricerca e e le caratteristiche delle loro relazioni di coppia. I ricercatori si sono concentrati specificatamente su tre aree della relazione di coppia: :quella della gelosia dei conflitti e della comunicazione. Vediamole nel dettaglio


Area della gelosia 

I soggetti con un attaccameno sicuro si fidano del partner, gesticono al meglio le incertezze di coppia e  presentano sentimenti equilibrati di gelosia che sono coerenti con la realtà dei fatti.

Quelli che ricadono nello stile di attaccamento ansioso-ambivalente hanno paura dell’abbandono e sono alla ricerca di costanti rassicurazioni; hanno forti sentimenti di gelosia che molto spesso sono del tutto irrazionali perché tendono ad deformare percettivamente la realtà dei fatti e intrerpretano qualsiasi ambiguità come una potente minaccia (come per esempio il partner che non risponde immediatamente al telefono o ai messaggi). Infine possono anche mettere in atto comportamenti di controllo compulsivi ed eccessivi.

Persone con attaccamento insicuro-evitante appiano invece meno gelose, non perché non lo siano internamente, ma solo perché evitano di ammettere a se stesse questa emozione, modalità che estendono a tutta la sfera emotiva e per questo risultano distaccate e fredde.


Area del conflitto

I soggetti con un attaccamento sicuro affrontano i conflitti in modo aperto e collaborativo, sono in grado di regolare le emozioni durante i disaccordi ed interpretano i conflitti come normali e possibili aspetti delle relazioni. 

I soggetti con un attaccamento ansioso-ambivalente nel conflitto si manifesta la loro paura dell’abbandono perché il conflitto attiva in loro la paura di essere rifiutati. Nei conflitti reagiscono il mutismo, con il mettere il broncio e con un rimuginnio continuo. A volte sono proprio loro però che paradossalmente sono loro tendono ad attivare i conflitti come strategia per cercare attenzione e rassicurazione.

Le persone con lo stile di attaccamento ansioso-evitante tendono generalmente a minimizzare i conflitti anche quando c’è un problema reale. Poi, come strategia difensiva, tendono ad una chiusura emotiva che comporta la difficoltà di riconoscere i propri bisogni emotivi, ovvero la propria posizione e quindi hanno anche difficoltà a comunicarli chiaramente agli altri.


Area della comunicazione

Gli individui con uno stile di attaccamento sicuro comunicano in modo chiaro, diretto ed empatico, sanno ascoltare e rispondere ai bisogni del partner; sono  capaci di autoregolarsi emotivamente, quindi sono in grado di affrontare discussioni difficili con il partner senza sentirsi minacciati o chiudersi.

I soggetti con uno stile di attaccamento ansioso-ambivalente generalmente parlano molto, ma il loro comunicare è spesso accompagnato da un atteggiamento dipenente e ansioso. Richiedono spesso conferme verbali ed a volte esagerano i problemi come strategia inconscia di attirare l’attenzione del partner.

Infine le persone con uno stile di attaccamento ansioso-evitante tendono a comunicare poco in particolare delle proprie emozioni per evitare conversazioni profonde o intime. Di conseguenza possono risultare freddi e distaccati, anche se internamente provano forti emozioni che per i loro meccanismi di difesa, rimangono bloccate. 


Considerazioni 

In sostanza, nella ricerca di Hazan e Shaver si arriva alla conclusione che le persone con stile sicuro vivono l’innamoramento come un desiderio naturale di connessione e lo integrano in una relazione stabile; quelle con stile ansioso lo vivono con una forte preoccupazione per la paura  rifiuto; quelle con stile evitante lo vedono con sospetto e spesso intrecciano relazioni dove l’intimità è blanda e  contenuta.

Le caratteristiche dei diversi stili di attaccamento sopra esposte però non vanno intese in maniera rigida ed autoescludentesi perché in genere sussiste uno stile predominante in co-presenza con le caratteristiche degli altri stili di attaccamento. Inoltre queste categorizzazioni, anche se risultano molto utili per la comprensione della storia affettiva personale, possono correre il rischio di semplificare in naniera estrema la complessità delle relazioni, ma una persona esperta nel campo sicuramente non corre questo rischio. 


Intimità e indipendenza

Da questa ricerca, confermata a grandi linee anche da altre ricerche successive, si può estrapolare che i soggetti con uno stile di attaccameno sicuro in una relazione di coppia si trovino a proprio agio nella sfera dell’intimità e riescono a rimanere in un contesto di indipendenza reciproca, laddove un soggetto con uno stile di attaccamento ansioso/ambivalente (preoccupato) gravita costantemente in una sfera emozionale caratterizzata da un forte bisogno di vicinanza, timore dell’abbandono e ipervigilanza nei confronti della relazione, mentre all’opposto un soggetto caratterizzato da uno stile di attaccamento evitante (o distaccato) è caratterizzato da diffidenza o disinteresse verso l’intimità, indipendenza reattiva con minimizzazione del bisogno dell’altro.

Come abbiamo visto ognuno di questi stili di attaccamento si configurano a seguito di specifiche dinamiche dell’esperienze infantili dell’attaccamento e a questo punto dovrebbe essere chiaro che riconoscere il proprio stile di attaccamento (nonché quello del partner) aiuterebbe a migliorare la comunicazione di coppia e a prevedere e prevenire le aree di conflitto.


Implicazioni terapeutiche

Il riconoscimento del proprio stile di attaccamento a volte può essere difficoltoso ma non impossibile, mentre invece è estremamente arduo riuscire ad affrancarsene per andare oltre i propri schemi mentali ed emotivi. La psicoterapia (individuale ed a volte ance di coppia) rappresenta il metodo di elezione per affrontare questa tematica. In una psicoterapia l’individuazione del proprio stile di attaccamento (e di quello del partner) può aiutare la coppia a comprendere comportamenti reciproci che appaiono incongrui e che sono attivatori di conflitto in quanto, come ho già evidenziato in altri scritti, in una coppia si ripetono automaticamente schemi appresi nel passato (Papadopoulos 2013).


Conclusioni 

Da quanto esposto in questo articolo risulta evidente come il proprio stile di attaccamento non solo influenza l’innamoramento iniziale, ma condiziona lo sviluppo futuro della relazione a partire dalla prima attrazione, allo sviluppo dell’intimità di coppia, alla vicinanza affettiva con il partner fino alla eventuale separazione. La buona notizia è che anche se le esperienze infantili possono essere “predittive” di scenari della vita adulta di un individuo, le esperienze di vita possono modificare fortemente questa ineluttabilità se si riesce a rimanere aperti e non rigidamente posizionati sulle proprie convinzioni, ma il punto è che a volte non basta cambiare le proprie credenze per potersi liberare dei propri schematismi emozionali ma sicuramente è il riconoscere i propri meccanismi è un punto essenziale di inizio.


Bibliografia

Bowlby J., (1969, 1973, 1980) Attaccamento e perdita, (Volume I, II, III), Boringhieri, Torino
Hazan C. & Philip Shaver P., “Romantic Love Conceptualized as an Attachment Process”, in Journal of Personality and Social Psychology, 1987.
Papadopoulos I., I meccanismi di innamoramento, Terre Sommerse Editore, Roma 2013.



Dott. Ivo Papadopoulos Autore presso La Mente Pensante Magazine
Dott. Ivo Papadopoulos
Psicologo Clinico | Sociologo
Bio | Articoli | Intervista scrittori pensanti | AIPP Novembre 2023
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