Serendipità
Come trovare la magia ovunque
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Cos’è la serendipità e come può aiutarci a dare maggior valore alla nostra esistenza? La parola serendipità, risalente al XVIII secolo, indica quelle particolari occasioni durante le quali siamo intenti a cercare qualcosa e invece ne troviamo un’altra che non ha niente a che vedere con quello che avevamo in mente.
Il termine fu utilizzato per la prima volta dallo scrittore Horace Walpole per riferirsi a “I tre principi di Serendippo”, una fiaba persiana in cui i protagonisti incontrano sul loro cammino degli indizi che li salveranno in più occasioni.
La scoperta di questi segni non viene accostata semplicemente a fortunate coincidenze, ma si sottolinea lo spirito sagace che caratterizza i personaggi della favola, mossi da una vivace curiosità e da una profonda capacità di osservazione che permette loro di apprezzare e utilizzare a proprio favore dei dettagli apparentemente insignificanti.
Catapultandoci nell’era moderna, quando parliamo di serendipità, agli amanti delle commedie romantiche non può non venire in mente Quando l’amore è magia – Serendipity, film in cui i protagonisti John Cusack e Kate Beckinsale, conosciutisi casualmente in un centro commerciale, affidano al destino l’eventualità di un secondo incontro.
In questo caso un fatto apparentemente di nessuna importanza cambierà completamente il corso degli eventi.
La serendipità può riguardare qualsiasi settore della nostra esistenza: quando parliamo di questo fenomeno, infatti, ci riferiamo a qualsiasi evento che non prevedevamo di vivere e che per noi si rivela positivamente significativo, un’occasione di piacere e arricchimento personale.
Anche il settore scientifico ha tratto grande vantaggio da questo modo di porsi nei confronti dell’esperienza: un esempio per tutti quello relativo alla penicillina, che il microbiologo inglese Alexander Flaming scoprì per caso nel 1928, cambiando radicalmente le sorti dell’umanità.
Serendipità vs Pregiudizio
Quello della penicillina non è sicuramente l’unico caso di serendipità nel mondo della scienza: molte importanti scoperte sono avvenute mentre si stava cercando altro.
Com’è potuto accadere questo? Perché è stato messo da parte l’approccio scientifico basato su un’indagine sistematica volta a confermare esclusivamente le conoscenze già in proprio possesso, e si è invece cercato di tenere conto di un qualche elemento di casualità, fattore indispensabile per fare in modo che anche l’intuizione abbia potuto avere un ampio spazio di manovra.
Se dovessimo sistematicamente confermare quello che già sappiamo, infatti, non sarebbe possibile evolverci, non solo nelle varie branche della conoscenza, ma anche nella vita di tutti i giorni. Soffriremmo di una sterile cecità che ci condannerebbe a rimanere per sempre nel posto in cui siamo.
Quindi la serendipità non va identificata, come credono in molti, con la fortuna o con il caso: è qualcosa di molto più complesso, in cui l’essere umano gioca un ruolo da protagonista. Consiste infatti in un atteggiamento nei confronti della vita caratterizzato da apertura e curiosità intellettuale, tipico di chi, pur vivendo un’occasione apparentemente insignificante, ne riesce invece ad apprezzare tutte le sfumature, godendo appieno di ciascuna di esse.
Per fare un esempio banale, mentre stiamo riordinando la nostra casa, attività che potrebbe risultare noiosa ai più, potremmo trovare per caso un libro che sarebbe perfetto da leggere in quel particolare momento della nostra vita, o il numero di telefono di una persona che, per un motivo o per un altro, non sentiamo da tempo e che finalmente potremo ricontattare.
Si tratta di piccoli eventi che, se osservati con il giusto sguardo, possono rivelarsi preziosi.
La serendipità è quindi un atteggiamento mentale e, come tale, può essere allenato.
Come favorire la serendipità
Ma come si fa ad agevolare la serendipità? Ci sono alcuni trucchetti che possiamo utilizzare per accorgerci del bello che ci sta intorno e vivere una vita più appagante.
- Uno di questi è coltivare la calma e la pazienza. Essere sempre di fretta, farsi travolgere dalla frenesia della vita quotidiana sicuramente non aiuta. L’ideale sarebbe riuscire a riservare per noi anche pochi minuti di silenzio al giorno, che ci permettano di ritrovare il contatto con noi stessi e una connessione più profonda con l’ambiente che ci circonda.
- Non essere perennemente concentrati su qualcosa. A volte è necessario che il nostro sguardo si faccia più ampio, che si perda nella bellezza di un paesaggio senza l’intento di cercare qualcosa di specifico, ma solo, semplicemente, per accorgerci dell’immensità in cui siamo immersi.
- Sospendere il giudizio. Se ci approcciamo alle situazioni e alle persone non tenendo in conto che possano essere diverse da quello che ci aspettiamo, quasi sicuramente andremo a confermare i nostri pregiudizi. Questi quindi peseranno come una coltre che ci impedirà di vedere la luce che ogni situazione e ogni persona intrinsecamente possiedono.
- Avere una vita mentalmente attiva. Se tutti i giorni ci limitiamo a fare le stesse identiche cose, rendendo le giornate un grigio susseguirsi di avvenimenti sempre uguali, ci convinceremo a poco a poco che la vita è tutta lì. Proviamo a fare ogni tanto qualcosa di diverso: uscire con qualcuno anche se non lo conosciamo bene, vedere un film che non è proprio il nostro genere, iscriversi a un corso di scrittura creativa per provare a guardare le cose da più punti di vista.
Sono tanti gli strumenti a nostra disposizione per far sì che il nostro pensiero laterale, ovvero quello legato all’intuizione, si sviluppi e ci renda più propensi, come lo sono naturalmente i bambini, a trovare la magia dove pensavamo ci fosse solo noia.
Giulia Adamo
Autrice
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