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Un genitore per amico

Ovvero, il genitore trendy

Image by Jimmy Dean on Unsplash.com


Ai tempi attuali l’importanza di offrire ai propri figli dei modelli educativi validi e funzionali è ormai data per assodata ed il presente articolo rappresenta un modesto contributo alla presa di coscienza da parte dei genitori sulle dinamiche che stanno attuando con i propri figli che, anche se ad un livello superficiale possono apparire congrue, a volte invece nascondono dei “pericoli” educativi. In questo articolo si affronterà una nuova ed abbastanza recente modalità relazionale genitore-figlio, dove il genitore si pone in una posizione più di amico che di genitore.

La contestazione studentesca del 1968, oltre ad una messa in discussione dei valori dominanti, provocò uno scossone nelle relazioni di coppia e diede l’avvio ad una lenta ma inesorabile trasformazione alla configurazione ed alle dinamiche interne alla famiglia. Infatti ora, alle relazioni genitori-figli prive di comunicazione di un cinquanatennno fa, si sono sostituiti i nuovi genitori del terzo millennio che sono andati oltre, sia del patriarcato che della relazione paritaria, perché hanno impostato la relazione con i propri figli come un rapporto “amicale”.

Questa modalità del “genitore per amico” nonostante la sua nobile intenzione, oltre agli aspetti notevolmente positivi che offre (che verranno discussi nell’uiltima parte dell’articolo), può però nascondere e dar vita ad alcuni effetti e conseguenze non sempre desiderabili che andiamo subito ad esaminare.


Cinque possibili efffetti collaterali – 1 l’autonomia

Il nuovo paradigma genitoriale si basa sul tentativo di distruggere il concetto di potere insito nelle relazioni genitoriali del passato. Molto spesso questa buona intenzione si traduce in un azzeramento dei rapporti gerarchici che secondo diversi psicologi autorevoli, come per esempio Salvador Minuchin, sono invece considerati indispensabili per la salute mentale soprattutto dei figli stessi. (Minuchin 1974). Ogni sistema familiare può essere diviso in sottosistemi familiari: sottosistema dei genitori, dei figli, dei nonni, ecc.  Così ogni individuo appartiene contemporaneamente a diversi sottosistemi in cui ha differenti gradi di potere e svolge differenti funzioni. Per esempio un genitore appartiene sia al sottosistema genitoriale sia al sottosistema dei figli in quanto egli stesso è figlio. Sempre secondo il modello descrittivo di Minuchin si può immaginare che ogni sistema familiare ed ogni suo sottositema abbia un suo confine e la struttura di questi confini può essere immaginata come un continuum dove ad un polo troviamo dei confini eccessivamente rigidi (famiglie disimpegnate) e al polo opposto dei confini diffusi e non chiari (famiglie invischiate). La via di mezzo, che rappresenta la situazione più funzionale per tutti i componenti di una famiglia, presenta dei confini chiari e flessibili (Ibidem). Quindi, secondo questa visione, una relazione genitore-figlio impostata più su una dimensione amicale piuttosto che genitoriale, corre il rischio di eliminare proprio questo sistema gerarchico complementare (1) ed apre la possibilità all’instaurazione di una famiglia invischiata che, secondo Minuchin, può creare nei figli una carenza nel padroneggiamento della sfera dell’autonomia. 


La debolezza caratteriale

Una relazione genitoriale tutta impostata sulla dinamica “amicale”, in cui si sono annullati i rapporti gerarchici, può avere come effetto anche quello di rendere il figlio debole dal punto di vista caratteriale, anche se in genere per lo sviluppo di questa debolezza è necessario che la relazione amicale sia sporcata da una sorta di “incesto emotivo” che generalmente si presenta nei genitori separati, divorziati o che non hanno una soddisfacente relazione emotiva ed affettiva con il proprio partner. Infatti, anche senza accorgersene, è comune che in questi casi l’offerta e la richiesta di vicinanza emotiva-affettiva venga spostata dal partner ad un figlio.

Inoltre, quando una famiglia si configura con dei confini particolarmente invischiati, è più facile che si creino quelle inversioni di ruoli dove è un figlio ad assumere il ruolo di genitore che, se da una parte può essere gratificante per il ruolo importante che assume all’interno della famiglia, dall’altro entra in conlitto con l’ordine naturale delle relazioni familiari (Ellinger 1998). Questa “infanzia negata” potrà dar vita a diverse conseguenze soprattutto nella sfera affettiva ed emotiva del futuro adulto. il doversi occupare di un genitore durante l’infanzia determina un alto livello di stress per la bambina o il bambino e naturalmente ciò presuppone alcune disfunzionalità a livello personale dei genitori, altrimenti non si creerebbe questa inversione di ruoli.


Le frustrazioni

Altra conseguenza di un rapporto amicale eccessivo genitore-figlio è costituita dalla difficoltà di porre dei limiti al figlio da parte del genitore. Sappiamo bene che più vi è intimità, più si tollerano comportamenti che difficilmente accetteremmo da altri. L’effetto sul figlio di ciò è che avrà difficoltà di gestione delle frustrazioni, perché se non è mai stato abituato ad incontrare dei “No” normativi quando nella vita reale incontrerà dei limiti ai suoi impulsi il livello di frustrazione potrà essere a volte intollerabile con conseguenti reazioni abnormi


Il narcisismo al contrario

Si può pensare che questa relazione “speciale” con il genitore-amico, se associato ad un’esaltazione da parte del genitore delle abilità della figlia o del figlio, a prescindere da un giudizio “oggettivo” delle sue capacità, possa contribuire alla costituzione di una personalità narcisista.

Affinché si strutturi una personalità narcisista devono sussistere però diverse condizioni relazionali; la più importante di queste è che il genitore entri solo apparentemente in relazione profonda con il proprio figlio o figlia. Ciò crea una confusione cognitiva ed “identitaria”, perchè se ad un livello ci si sente esaltati dai complimenti e dalle lusinghe del genitore (che quasi sempre non hanno alcun riscontro oggettivo) dall’altra si ha una sensazione di invisibilità.

Nel tipo di relazione che stiamo esaminando si verifica però esattamente l’opposto, ovvero che il figlio può esser “visto” in maniera troppo massiva e si può creare una sorta di “invasione di campo”, che anche in questo caso può determinare nella vita adulta delle difficoltà nelle relazioni d’amore (Papadopoulos 2013).


Lo status symbol

Infine, questa modalità del “genitore per amico” è diventata una sorta di status symbol culturale. Inizialmente era più caratteristico di famiglie socialmente ed economicamente altolocate appartenenti alla cosidetta area “progressista”, ma ora si è diffusa in tutti i giovani genitori di tutti gli ambienti sociali e culturali. Quindi ora se un genitore non si mostra aperto, democratico, permissivo ed amico dei suoi figli, non è trendy non è al passo con la “moda” perché non segue questa nuova modalità genitoriale.


Cinque caratteristiche evolutive – 1 padre, padrone: addio

Nel titolo di queso paragrafo ho usato il termine “evolutive” perchè questo tipo di relazione rappresenta un distacco rispetto alle modalità passate di rapporto fra genitori e figli che spesso erano basati su una gerarchia rigida soprattutto da parte dei padri. Quindi il primo effetto di questa nuova modalità relazionale è che viene a sparire quella relazione basata sul potere fine a se stesso, il famoso “padre padrone”. Fra l’altro, la maggior parte dei nuovi giovani padri sono molto amorevoli, delicati e pazienti verso i propri figli e figlie, spesso anche più delle loro mogli o compagne.


Il genitore confidente

In questo tipo di relazione il livello di intimità è talmente alto che il figlio o la figlia andrà naturalmente a confidare al genitore-amico le sue paure, i suoi dubbi, ma anche i suoi segreti più reconditi, dando così la possibilità di farsi aiutare dal genitore stesso. Ovvio che affinché ciò si verifichi il genitore deve avere una risposta neutrale e non accusatoria  rispetto ciò che ode dai propri figli.


Il controllo indiretto

 In questo modo il genitore, in maniera indiretta e non invasiva, potrebbe avere il controllo più totale sia sul cosa fanno che sul dove vanno i prorpi figli, aspetto che ha sempre creato una certa preoccupazione in tutti i genitori.


La direzione

Allo stesso tempo questa confidenza profonda offre al genitore la possibilità di capire quale strada interiore ed esteriore stanno prendendo i propri figli. Però se ci si accorge che un figlio stia prendendo “una brutta piega”, la prima cosa da osservare è il proprio comportamento, perché anche se l’ambiente esterno può influenzare molto i figli, l’esempio reale di vita e dei valori dei propri genitori è ciò che dà la direzione valoriale e comportamentale ai propri figli. Infatti questi, fin di primi mesi di vita, sono in continua osservazione del proprio ambiente circostante ed in in particolare di ciò fanno, dicono e “pensano” i popri genitori. Questi esempi di vita rappresentano il laboratiorio di apprendimento dei piccoli umani e tutto ciò che viene appreso in qesti primi anni tenderà ad essere riproposto in maniera automatica nella vita adulta a meno che non si effettui un lavoro profondo su se stessi per andare a scardinare i propri pregiudizi di base (Papadopoulos 2014).


Attaccamento sicuro

Dal punto di vista psico-emotivo una tale relazione basata sull’ amore, sul riconoscimento e sul rispetto genitoriale, tende a favorire lo sviluppo di una personalità sicura e ben centrata perché basata appunto sulla sicurezza e la presenza psico-affettiva del genitore (bowlby 1988).


Conclusioni

Quando è quindi che una tale relazione produce effetti negativi e quando positivi?  In psicologia non ci sono mai conseguenze di causa perfettamente deterministiche perchè le variabili individuali, familiari e sociali sono tante ed in continua evoluzione. Si può solo ipotizzare alcune tendenze consequenziali di determinate configurazioni familiari. A mio avviso, rispetto all’argomento di cui stiamo trattando, per la buona riuscita di tale nuova modalità genitoriale è necessario Un equilibrio fra vicinanza empatica e confini normativi, quindi il modello descrittivo di salvador minuchin descritto prima. A tale modello aggiungerei il monitoraggio da parte del genitore del proprio coinvolgimento emotivo sui figli, per evitare quell’invadenza affettiva che può generare invece tutti gli aspetti negativi discussi sopra.


Note

Bowlby j., (1988), una base sicura, raffaello cortina, milano 1989..
Hellinger b., miclavez s., (1998), gli ordini dell’amore. Un manuale per la riuscita delle relazioni, feltrinelli, milano 2013.
Minuchin s., (1974), famiglia e terapia della famiglia, astrolabio, roma 1976.
Papadopoulos i., i meccanismi di innamoramento, terre sommerse, roma 2013.
Watzlawick p., beavin j.h., jackson d.d. (1967), pragmatica della
Comunicazione umana, astrolabio, roma, 1971.


Dott. Ivo Papadopoulos Autore presso La Mente Pensante Magazine
Dott. Ivo Papadopoulos
Psicologo Clinico | Sociologo
Bio | Articoli | Intervista scrittori pensanti | AIPP Novembre 2023
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