L’adescamento online
La definizione, le fasi e le vittime del Child Grooming
Dalla sua diffusione negli anni ’90, Internet è diventata una componente completamente integrata nella vita dei giovani di tutto il mondo.
La continua crescita degli utenti di Internet, in particolare tra i minori, riflette la natura sempre più mobile dell’ambiente virtuale che ha rivoluzionato la facilità con cui ci si può collegare online.
I giovani d’oggi usano Internet ogni giorno, non solo per comunicare tra loro, ma anche per stabilire e mantenere relazioni con gli altri, così che le loro sfere sociali spesso abbracciano le dimensioni online e offline senza alcuna netta separazione tra i due ambienti.
Poiché l’uso di Internet e delle tecnologie portatili da parte dei giovani minorenni si è evoluto negli ultimi decenni, sono aumentate anche le preoccupazioni su come la tecnologia possa contribuire a rendere i minori vittime di crimini nell’ambiente virtuale, come l’adescamento online, noto anche con il termine inglese grooming.
In particolare, la pandemia da Covid-19 ha determinato una crescita di questo fenomeno e la Polizia Postale e delle Comunicazioni riporta che, a partire dai primi mesi della diffusione del virus, sono aumentati i casi di adescamento online e di condivisione di materiale pornografico su Internet a danno di minori.
Cos’è il Child Grooming?
Il Child Grooming è il processo mediante il quale un adulto manipola psicologicamente un bambino o un adolescente al fine di stabilire o costruire una relazione intima per facilitarne un contatto sessuale, conquistandone la fiducia attraverso l’utilizzo di Internet, in particolare tramite chat, social networks, videogiochi online e blog.
Il grooming online può essere collegato ad una varietà di forme di sessualità e sfruttamento di minori, come conversazioni sessuali, la creazione di contenuti video e immagini sessuali, interazione tramite webcam, fino all’aggressione sessuale.
Il groomer, ossia colui che tenta di adescare minori, trae vantaggio dal relativo anonimato offerto dall’interazione online. I numerosi vantaggi che l’ambiente online può offrire ai suoi utenti hanno contribuito a determinare il passaggio del grooming da offline a online, anche perché Internet abbatte i confini geografici permettendo di aver accesso ad una più ampia gamma di contatti.
Inoltre, frequentemente i bambini navigano online senza alcun tipo di supervisione e sono generalmente più disposti a condividere informazioni, confidando nel fatto che la persona con cui interagiscono sia un amico.
Adescamento online: I minori a rischio
I minori in generale sono un target vulnerabile, poiché lo sviluppo delle loro abilità sociali non ha ancora raggiunto la completa maturazione, il che li rende meno inclini a cogliere segnali di pericolo rilevanti, come commenti inappropriati che i groomer possono fare durante le conversazioni.
In particolare, i minori con bassa autostima, mancanza di fiducia e ingenuità sono più a rischio e hanno maggiori probabilità di essere vittime di questo fenomeno. In particolare, gli adolescenti sessualmente curiosi, che spesso si eccitano facilmente, sono più disposti a correre dei rischi rispetto ai bambini più piccoli, rendendoli così un bersaglio facile.
Un progetto di ricerca europeo sull’adescamento online ha riportato che le ragazze sembrano essere più a rischio rispetto ai ragazzi.
Tuttavia, questi ultimi generalmente sono meno disposti a denunciare casi di abuso, pertanto, il divario tra ragazzi e ragazze potrebbe essere meno significativo di quanto indicano alcuni rapporti.
L’amicizia su Internet
È in età pre-adolescenziale che i bambini aprono i loro primi profili social e usano la messaggistica istantanea, il che determina un significativo aumento della rete di possibili conoscenze virtuali, che non necessariamente prevedono una conoscenza nella vita offline.
Avere tanti amici online o molti follower permette di condividere contenuti e informazioni con un più ampio pubblico di utenti.
Più grandi sono le cifre, maggiore è la popolarità di cui gode il minore e per questo motivo, soprattutto gli adolescenti aggiungono spesso nei propri social network numerosi “amici di amici” o sconosciuti e ricercano followers, senza essere consapevoli del fatto di dare potenzialmente l’accesso a una grande quantità di informazioni private, come dati sensibili, luoghi che frequentano, foto e molto altro.
Questa tendenza espone i giovani a rischi importanti, poiché queste informazioni rese pubbliche possono essere utilizzate da sconosciuti e malintenzionati, con potenziali ripercussioni negative nella vita del minore.
Social network e videogames
L’ambiente online fornisce ai groomer una piattaforma per creare un personaggio e, in alcuni casi, per mascherare la loro vera età e identità. In questo modo è più facile per loro connettersi con i minori e ottenerne la fiducia e cooperazione.
I siti di social network sono ampiamente utilizzati per l’adescamento online, in particolare per reperire le informazioni personali di un giovane prima di contattarlo.
Ad esempio, i groomer possono utilizzare tali siti per accedere alle immagini del profilo, alle informazioni demografiche, agli interessi e alle comunicazioni con gli altri, tramite i feed di notizie, i post sul profilo e i commenti nei post.
La funzionalità delle piattaforme di gaming online oggigiorno includono elementi di messaggistica e di condivisione di foto e video, consentendo così alle persone di tutto il mondo di comunicare e giocare insieme in tempo reale.
I groomer utilizzano sempre più i videogiochi come mezzo per accedere facilmente e connettersi con i minori.
I videogiochi permettono di individuare un interesse comune tra un groomer e un minore, aggirando alcune delle paure di quest’ultimo di stabilire una relazione con un estraneo.
Una volta creata la fiducia, il groomer può incoraggiare a comunicare su altre piattaforme come chat room private, messaggistica istantanea e app di social media, facilitando ulteriormente lo scambio di conversazioni sessuali e immagini/video e persino atti sessuali in diretta streaming.
Le fasi dell’adescamento online
È possibile distinguere cinque fasi nel fenomeno del grooming:
- Creare un’amicizia: a seguito dei primi contatti, il groomer instaura un rapporto con il minore e, nella maggior parte dei casi, lo invita a inviare una foto, anche non sessualmente esplicita;
- Creare un legame relazionale: il groomer manipola il minore cercando di conquistare la sua fiducia e ottenere informazioni sulla sua vita privata;
- Valutare i rischi: il groomer valuta i possibili fattori di rischio legati al suo comportamento, indagando ad esempio dove si trova il computer in casa, se sono presenti dei genitori, quando e se controllano il minore;
- Esclusività: è la fase in cui il groomer manipola il minore per creare una situazione di intimità in cui solitamente avvengono i primi contatti via webcam con il fine di indurlo a confidarsi;
- Fase sessuale: il groomer inizia ad indagare la sfera sessuale del minore, mostrando immagini pedopornografiche, con l’obiettivo di incontrarlo.
Il grooming dagli occhi di un minore
In un’ampia indagine condotta sui minori, è emerso che questi ritengono naturale avviare una conversazione online con qualcuno che non conoscono e riferiscono di sentirsi capaci di identificare una persona che cerca di adescarli online.
In particolare, riescono a identificare il grooming quando presenta sin dall’inizio elementi sessuali, come la richiesta o l’invio di foto, messaggi con contenuto sessuale o tentativi di convincerli a incontrarsi.
Mentre, è meno probabile che considerino parte dell’adescamento quando il groomer dispensa loro complimenti e lodi, richiede informazioni di contatto o mira a fare amicizia.
Generalmente, i giovani vittime di grooming riportano che la conversazione sia stata sessualizzata fin dall’inizio con domande personali o intime, con la condivisione delle foto dell’adulto stesso e con offerte di ricompense in cambio di atti sessuali.
Dunque, quest’ultimo è stato spesso visto come minaccioso proprio a causa delle sue richieste sessualizzate esplicite.
Questi dati però sollevano preoccupazioni sulla capacità dei minori di identificare coloro che sono più cauti e che non rivelano informazioni su sé stessi o i loro fini sessuali.
Un messaggio importante per gli adulti è che i minori avviano conversazioni online con gli adulti perché annoiati, curiosi o perché non capiscono cosa stia succedendo. Nonostante la maggior parte di loro riferisca di essere a conoscenza del grooming, questi tengono la conversazione perché non la identificavano come grooming e dunque non percepiscono il rischio nascosto.
Di conseguenza, i minori hanno bisogno di maggiori informazioni sul fenomeno e di supporto da parte di un adulto di riferimento per proteggersi al meglio nell’ambiente online.
Dott.ssa Fiordalisa Melodia
Psicologa Clinica | Videogame Therapist
Bio | Articoli | AIIP Febbraio 2023
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