Il coaching con i cavalli
Un incontro con i nostri limiti e punti di forza
Nel 2018 mi sono trovata, per una serie di eventi fortuiti messi in moto un po’ dalla curiosità e un po’ dalla mia volontà di passare tempo con i cavalli per godere della loro presenza benefica, a intraprendere un percorso di coaching mediato dai cavalli.
Non sapevo ancora in cosa mi stessi imbarcando e mi pareva un bel modo di passare qualche fine settimana nella natura e di provare una tipologia di coaching non del tutto usuale.
In realtà, quella che sembrava una decisione presa quasi per gioco si è poi rivelata una tappa importante nel mio cammino verso una maggiore consapevolezza e conoscenza di me.
Sono emerse verità scomode, ma ci sono stati anche attimi di pura gioia e ilarità.
Ricordo un seminario con i cavalli, ad esempio, nel quale ci era stato chiesto di far indietreggiare un cavallo avanzando verso di lui e muovendo le braccia, cosa non facile se non si è abituati ad avere a che fare con i cavalli.
Un certo grado di insicurezza e un pizzico di paura di fronte a un animale tanto imponente era sicuramente presente in molti di noi, me compresa.
Ovviamente, il cavallo se n’è subito accorto e la sua reazione è stata quella di afferrare la mia sciarpa con i denti, lasciandola andare solo alla fine dell’esercizio. Vani sono stati i miei tentativi di ribellione mentre lottavo con l’imbarazzo e la frustrazione.
Era un seminario sull’autorevolezza…
In quell’occasione è emerso un mio limite che mi crea spesso non poco disagio, ma dai cavalli ho appreso anche molto altro: ad esempio, quali emozioni tendo a nascondere non solo a me stessa, ma anche agli altri, e che non sempre sono presente con il mio corpo e le mie sensazioni.
Nell’interazione con loro, ho imparato anche cosa significa essere davvero focalizzati su un obiettivo e scoperto quali ostacoli mi impedivano di raggiungere gli obiettivi che sognavo.
Mostrandosi in tutta la loro autenticità e vulnerabilità, come solo gli animali sanno fare, i cavalli hanno permesso anche a me di lasciar cadere la maschera.
Che cos’è il coaching con i cavalli
Di tutti gli animali con i quali si può svolgere una terapia assistita, il cavallo è sicuramente quello che, più di tutti, ha la capacità di tirare fuori il meglio e il peggio di noi.
Chiunque abbia avuto a che fare con i cavalli sa che possono essere animali alquanto dispettosi e ribelli, soprattutto se si trovano davanti a una persona che mostra insicurezza o poca capacità di imporsi.
Ma, proprio per questo, sono anche abilissimi maestri che sanno insegnarci su cosa dobbiamo ancora lavorare per diventare più sicuri di noi stessi e per costruire relazioni interpersonali più soddisfacenti.
Per la sua grande sensibilità e l’empatia che tende a crearsi nel suo rapporto con l’essere umano, ma anche per la sua imponente fisicità, il cavallo si presta particolarmente, al di là delle terapie di riabilitazione equestre, a percorsi di coaching volti a identificare in tempi brevi le nostre potenzialità e i nostri limiti e a fornirci degli strumenti utili per capire a che punto ci troviamo e dove intervenire in base agli obiettivi che ci siamo posti.
Mentre le terapie di riabilitazione equestre affrontano problematiche di tipo comportamentale, cognitivo e psico-relazionale, l’horse assisted coaching può essere svolto da chiunque voglia mettersi in gioco e diventare più consapevole di sé, dei propri limiti e delle proprie potenzialità.
Esistono anche formazioni con i cavalli pensate per le aziende nelle quali si lavora soprattutto sul team building e sulla leadership. Ne parlo più avanti.
Poiché i cavalli vivono nel qui ed ora, con la loro sola presenza sono in grado di trasmettere anche a noi maggior consapevolezza del momento presente e di metterci in contatto con le nostre vere emozioni.
I cavalli instaurano da subito una relazione speciale con un essere umano e sanno capire il tipo di persona che hanno di fronte dai nostri comportamenti, dalla nostra forza di volontà e dal linguaggio non verbale, che spesso noi umani non consideriamo o non siamo comunque in grado di interpretare.
La loro sensibilità fuori dal comune fa sì che riescano a leggere le persone e le loro reali motivazioni. Un cavallo sarà sempre in grado di portare alla luce ciò che si cela sotto alla superficie e di mostrarcelo, fornendoci uno specchio nel quale osservare i nostri comportamenti e le nostre reali intenzioni.
Sapranno, per esempio, se siamo persone autorevoli o che si fanno sottomettere e faranno in modo che questi aspetti della nostra personalità emergano nella sessione di coaching, aiutandoci a capire come regolare i nostri comportamenti per vivere più serenamente le relazioni con gli altri.
Ci mostreranno di cosa abbiamo paura, che tipo di leader siamo, se stiamo già usando tutto il nostro potenziale e, ultimo ma non meno importante, ci permetteranno di rallentare il ritmo e immergerci, insieme a loro, in un bel percorso in mezzo alla natura.
Se ci apriamo ai loro insegnamenti, scopriremo come superare limiti e paure per condurre una vita più piena e soddisfacente.
Come si svolge il coaching con i cavalli?
Quando il cavallo veste i panni del coach, il feedback è immediato e ci viene restituita un’immagine estremamente nitida di noi, dei nostri comportamenti e delle nostre intenzioni.
Nella pratica, questo tipo di coaching consiste nello svolgere una serie di attività con un cavallo appositamente selezionato in base alle esigenze del coachee (colui che prende parte a una sessione di coaching).
Ogni cavallo ha caratteristiche uniche e un tipo di sensibilità diversa, ecco perché è importante che venga selezionato il cavallo giusto per noi.
Ovviamente, un horse assisted coach è sempre presente per interpretare i segnali trasmessi dal cavallo e tenere sotto controllo la situazione.
Non veniamo, quindi, lasciati completamente soli con il cavallo, ma siamo sempre accompagnati, in questo bellissimo e intenso viaggio alla scoperta di noi stessi, da un altro essere umano.
A volte, si lavora con più cavalli, anche in base al numero dei coachee.
L’incontro avviene generalmente in uno spazio aperto, ma può essere anche al chiuso, in un tondino, in base alle condizioni meteo, alla stagione e alle attività da affrontare.
Il coaching mediato dai cavalli non richiede che il cavallo venga montato. Al coachee può essere chiesto di condurre il cavallo per un determinato percorso, di fargli eseguire esercizi specifici (far indietreggiare o avanzare il cavallo, ad esempio), di farsi seguire o di partecipare ad alcune attività con il cavallo.
La comunicazione con il cavallo avviene esclusivamente attraverso il linguaggio del corpo e delle emozioni.
Non è possibile mentire a un cavallo senza essere scoperti, la verità verrà sempre a galla.
Se ci si avvicina a questo animale nascondendo una parte di sé, cosa che spesso facciamo quando ci troviamo al cospetto di altre persone, si viene subito smascherati con reazioni da parte del cavallo che vanno dall’indifferenza al rifiuto a vere e proprie manifestazioni di scontento.
Se vogliamo farci seguire da un cavallo, dobbiamo mostrargli cosa c’è nel nostro cuore.
E questo non significa necessariamente mettere a nudo emozioni profonde, ma semplicemente essere onesti con noi stessi su come ci sentiamo in quel preciso momento.
In questo il coaching con i cavalli rappresenta un tipo di terapia unica nel suo genere.
Molto più che una pet therapy
Quando ci troviamo a confronto con un terapeuta, un coach o un professionista della salute o della mente, questi può sicuramente capire molto di noi dalle parole che usiamo e dall’atteggiamento che abbiamo, ma ci sarà sempre qualcosa che gli sfugge e del quale potremmo non essere consapevoli nemmeno noi.
In fondo, abbiamo di fronte un altro essere umano, che non conoscerà certo le nostre emozioni più profonde, a meno che non gliele sveliamo noi.
Il cavallo, invece, è in grado di mostrarci chi siamo veramente.
Essere nervosi o impauriti di fronte a un cavallo farà sì che l’animale ci restituisca una reazione basata sul nostro comportamento.
Per il cavallo non esiste un “giusto” e uno “sbagliato”, ci mostrerà semplicemente ciò che vede, senza alcun giudizio e reagendo immediatamente a ciò che sta accadendo intorno a lui.
Per questo, in alcuni casi, il coaching con un cavallo permette di raggiungere un obiettivo specifico in tempi più brevi.
Nel branco, anche fra i cavalli esistono ruoli, compiti e responsabilità dai quali dipende l’esistenza stessa del branco. La loro sopravvivenza è direttamente proporzionale alla loro capacità di adattarsi all’ambiente circostante e ai cambiamenti e di valutare possibili opportunità e minacce.
Si tratta di dinamiche che riguardano anche gli esseri umani. L’interazione con i cavalli, infatti, presuppone le stesse qualità di leadership necessarie per guidare e motivare gli altri.
Ecco perché questo tipo di coaching, singolo o di gruppo, è utilizzato anche in ambito aziendale, sia da chi ricopre ruoli manageriali che da gruppi che fanno un lavoro di squadra, per sviluppare ulteriormente i propri talenti e conoscere eventuali punti deboli sui quali lavorare.
Nelle sessioni di gruppo emergono le dinamiche relazionali fra i membri dello stesso che permettono poi di lavorare sui punti di forza e sulle aree di miglioramento di ciascuno.
Il gruppo è come una famiglia, dove ciascuno ricopre un ruolo diverso ma di uguale importanza.
L’insegnamento dei cavalli ci aiuta a trovare più facilmente il nostro ruolo.
In particolare, il coaching con i cavalli si presta bene a:
- identificare il proprio stile di leadership e quindi a riconoscere punti di forza e aree di miglioramento;
- acquisire consapevolezza del proprio modo di relazionarsi e capire in cosa eventualmente sbagliamo e come correggerci;
- scoprire il potenziale insito in ciascuno di noi e capire come ottenere il massimo da sé stessi e dagli altri;
- accrescere il proprio senso di responsabilità e vivere il momento presente imparando a adattarsi rapidamente ai cambiamenti nell’ambiente esterno.
Insomma, si tratta di un percorso che porta sempre crescita e consapevolezza e ci permette di stare a contatto con degli animali meravigliosi.
Conclusione
L’incontro con un cavallo è l’incontro con un’anima profonda e saggia, che, se decidiamo di ascoltare, può insegnarci come superare limiti e paure.
Personalmente, è stata un’esperienza che mi ha arricchita e aiutata ad acquisire una maggiore presenza e consapevolezza del mio corpo e delle mie emozioni.
È un ottimo percorso di coaching che dura in media tre o quattro sessioni e non richiede un impegno continuativo, per cui si adatta sia a chi è amante degli animali e vorrebbe passare del tempo con queste bellissime creature, sia a chi cerca risposte a domande che con un normale percorso di coaching non arriverebbero nell’immediato.
Ti aspetta un feedback sincero e senza filtri.
Questo tipo di coaching non sostituisce, ovviamente, una terapia con un professionista o un coaching che richieda un intervento molto più mirato.
Per chi ama i cavalli e volesse approfondire la tematica, consiglio i seguenti libri:
Lead with your heart… lessons from a life with horses di Allan J. Hamilton. (English Edition) Storey Publishing LLC.
Zen mind. Zen horse. The Science and Spirituality of Working with Horses di Allan J. Hamilton. Storey Books.
Valentina Valoroso
Copywriter | Traduttrice | Insegnante di Lingue
Bio | Articoli
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