
Cambiare prospettiva: analisi di “Nonostante” il nuovo film di Valerio Mastandrea
Come il cinema può aprire la mente
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È da poco uscito nei cinema il secondo film che vede come regista Valerio Mastandrea: Nonostante.
La storia introduce delle tematiche complesse come il coma, la malattia e la morte, ma lo fa con poesia e, soprattutto, ribaltando completamente il punto di vista da cui siamo abituati a vedere questi temi.
Il protagonista, infatti, si trova in una sorta di limbo tra la vita e la morte. Il suo corpo è steso inerme su un letto di ospedale, ma la sua essenza, o anima se si preferisce definirla così, è libera di muoversi, di fare esperienze e, soprattutto, di guardare il mondo con occhi diversi.
Insieme a lui ci sono gli altri “ospiti” invisibili dell’ospedale in cui è ambientato il film, tutti bloccati lì da un coma.
Il ribaltamento è totale, tutto quello che riguarda la vita di queste persone non ha più una grande importanza per loro stessi e per lo spettatore perché in quel mondo di mezzo nascono amicizie, amori e legami importanti che prendono il sopravvento. Ci si abitua insieme a loro a quella nuova situazione e questo ci ricorda della grande capacità di adattamento dell’essere umano anche nelle situazioni più estreme.
Ci si sta così bene in quel limbo, in quel mondo sospeso, senza più grandi dolori o preoccupazioni, che l’idea di morire o anche di svegliarsi e tornare a vivere può risultare angosciante, come se si trattasse della stessa cosa. Osservare tutto questo da spettatori fa capire come sia possibile cambiare completamente il punto di vista su cose che credevamo dati di fatto, come, ad esempio, l’idea che la vita e la morte siano due estremi così diversi tra loro da non poter essere assimilabili in nessun modo. Tutti noi siamo certi che in quella condizione vorremmo fortemente svegliarci e tornare alla nostra quotidianità, oppure morire se la situazione è così grave da lasciarci bloccati in eterno in un coma profondo, ma Nonostante ci fa intravedere un’altra strada, una terza via…
L’importanza di cambiare prospettiva
Uscendo dalla questione spinosissima dell’esistenza o meno dell’anima e di una vita dopo la morte che riguarda le idee, la fede e le credenze di ognuno di noi, quello che di questo film colpisce è proprio il provare sulla propria pelle la possibilità di cambiare completamente prospettiva, di uscire da idee e concezioni rigide che ci siamo costruiti negli anni, tanto da sentirci tristi se uno dei personaggi si risveglia dal coma e abbandona gli amici, e altrettanto addolorati se uno di loro muore e, allo stesso modo, abbandona i compagni di quello strano viaggio.
Cambiare prospettiva influisce sulle emozioni e apre nuove finestre nelle nostre menti. La flessibilità è sicuramente una caratteristica che aiuta ad adattarsi, ad affrontare la vita di tutti i giorni e a migliorare il modo in cui ci relazioniamo agli altri.
Il cinema ci ha dato questi spunti in numerose occasioni (anche se Valerio Mastandrea in questo film lo fa con originalità e genialità) come ad esempio nell’invito a salire in piedi sui banchi di scuola che il professor Keating, impersonato da un bravissimo Robin Williams, fa ai suoi alunni nel film L’attimo fuggente per spronarli a guardare le cose da angolazioni diverse.
Così come ci viene spontaneo farci accompagnare da un film e ribaltare il nostro punto di vista, dovremmo provare a farlo anche nella vita di tutti i giorni, soprattutto in merito a situazioni che non ci piacciono e ci fanno star male.
Questo può voler dire allenare la nostra empatia e assumere il punto di vista dell’altro (anche se magari ci sta facendo soffrire) e così aiutarci a regolare le nostre emozioni verso di lui e decidere razionalmente come gestire la relazione; oppure può aiutarci a uscire fuori da alcuni momenti di blocco dove vediamo davanti a noi solo degli enormi muri e non notiamo che forse c’è una via diversa per superare l’ostacolo.
Cambiare prospettiva, essere flessibili, essere empatici sono alcuni degli strumenti utili da tenere nella propria cassetta degli attrezzi per fronteggiare la vita di tutti i giorni e non ditemi che è impossibile perché, se siamo riusciti a cambiare idea sulla vita e sulla morte solo guardando un film, siamo sicuramente capaci di farlo rispetto ad alcune cose che riguardano noi, gli altri e il mondo per trovare soluzioni alternative e modi di affrontare i momenti difficili.
Dott.ssa Maristella Occhionero
Psicologa dell’età evolutiva e degli adulti
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