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I Modelli del Funzionamento Sessuale

Cosa accade durante l’attività sessuale?

Image by Quin Stevenson on Unsplash.com


Quanto oggi è noto sapere circa i modelli di funzionamento sessuale dell’essere umano è il frutto di studi scientifici pubblicati per la prima volta solo 60 anni fa, nel 1964, grazie al lavoro pionieristico sperimentale portato avanti per molti anni dal ginecologo William Masters e dalla psicologa Virginia Johnson. Spinti dal voler scoprire e studiare cosa accade al corpo umano in termini sistemici e fisiologici durante l’attività sessuale, i due studiosi e coniugi, attraverso delle osservazioni dirette di masturbazione, coito e coito artificiale avvenute in laboratorio, arrivarono a descrivere il Ciclo di Risposta Sessuale, un modello strutturale lineare che vede il susseguirsi di quattro fasi, ovvero:

  1. Fase di eccitazione;
  2. Fase di plateau;
  3. Fase di orgasmo;
  4. Fase di risoluzione.

Tale sequenzialità schematica lineare è da ritenersi utile a guidare gli esperti in una descrizione di quanto avviene durante l’attività sessuale, immaginando tale ciclo come una curva che nel momento dell’eccitazione dal basso sale verso l’alto, si erge leggermente durante il plateau, cresce repentinamente nel momento dell’orgasmo fino al suo picco e poi scende velocemente durante la risoluzione. Occorre però ricordare che le componenti soggettiva, psicologica, anatomica possono incidere su queste fasi modificandole, così come i fattori di intensità e durata della risposta sessuale (2, 4).

La fase di eccitazione viene attivata in conseguenza ad uno stimolo interno psichico o esterno somatico che provoca questo cambiamento di stato, dunque avviene un’attivazione del corpo (arousal). Tale stimolo risulta fondamentale per poter proseguire o bloccare l’eccitazione stessa, la quale se mantenuta grazie allo stimolo adeguato diviene sempre più intensa, ad un ritmo che può essere rallentato o accelerato.
A livello fisiologico ed anatomico i cambiamenti che avvengono riguardano:

  • Lubrificazione;
  • Erezione di clitoride e pene;
  • Rigonfiamento di grandi e piccole labbra, scroto e testicoli;
  • Innalzamento dell’utero;
  • Modificazioni delle pareti vaginali;
  • Erezione dei capezzoli;
  • Aumento del battito cardiaco. (2, 4, 3)

Se l’eccitazione prosegue adeguatamente per il soggetto, si passa alla fase di plateau, durante la quale avviene un’intensificazione della tensione sessuale di durata variabile e di intensità direttamente proporzionale alla qualità della stimolazione diretta ed indiretta avvenuta sino a quel momento. Tale tensione, se incrementata e compatibile con il soggetto, apre le porte al riflesso dell’orgasmo, quel punto di inevitabile non ritorno nel quale viene poi espletato il massimo del piacere, quindi l’orgasmo.
In questo caso a livello fisiologico ed anatomico si presenta:

  • Volume dell’afflusso sanguigno nel pene in aumento e pene più arrossato;
  • Innalzamento testicoli e loro accostamento al perineo;
  • Innalzamento dell’utero;
  • Rigonfiamento della parete più esterna della vagina. (2, 4)

Aperte dunque le porte al picco del piacere, si verifica la fase dell’orgasmo, che consente il rilascio della tensione sessuale accumulata durante le fasi precedenti, scaricando anche la tensione della congestione vasale e dell’ipertono dei muscoli. Dunque si verifica a livello fisiologico ed anatomico:

  • Chiusura dello sfintere della vescica urinaria;
  • Eiaculazione dello sperma;
  • Aumento tensione con contrazioni della muscolatura pelvica, dell’utero e del terzo esterno della vagina.(2, 4, 3)

Successivamente alla fase orgasmica, si avvia la fase di risoluzione che consente all’individuo di ristabilire il suo equilibrio basale, dunque con un processo inverso si torna ai livelli omeostatici. Dopo tale fase, di durata maggiore nei soggetti di sesso maschile, si verifica soprattutto in questi ultimi anche il periodo refrattario, intervallo di tempo variabile durante il quale il soggetto non risulta pronto ad una qualsiasi stimolazione sessuale, periodo quindi che sta ad indicare il lasso di tempo necessario affinché una nuova fase eccitatoria possa essere attivata. Nei soggetti di sesso femminile invece è stato visto che, se adeguatamente stimolati, si può avviare anche subito un nuovo ciclo di risposta sessuale. Attraverso i loro studi infatti Masters e Johnson hanno rilevato la presenza di orgasmi che contraddistinguono il ciclo di risposta sessuale femminile: orgasmi multipli, sequenziali durante la fase di plateau, e consecutivi, attivati in risposte sessuali una dietro l’altra (2, 4, 3).

Tale Ciclo di Risposta Sessuale ha assunto un’importanza essenziale in campo sessuologico, evidenziando le particolarità fra risposta sessuale maschile e femminile, mostrandone di quest’ultima le complessità, e su questi studi si è perciò basata Helen Kaplan, che nel 1974 ne ha descritto una versione trifasica lineare, aggiungendoci come prima fase a sé stante una fase ormai fondamentale:

  1. Fase di desiderio: ovvero la fase appetitiva nella quale fantasie e desideri sessuali segnalano la volontà di iniziare l’attività sessuale;
  2. Fase di reazione vasocongestizia: che corrisponde alla fase di eccitazione e plateau;
  3. Fase di contrazioni muscolari cloniche riflesse: che corrisponde alla fase di orgasmo. (2, 3)

È poi nel 2001 che Rosmary Basson descrive per la prima volta un modello di funzione sessuale circolare, evidenziando l’importanza del concetto di desiderio responsivo, oltre che spontaneo già precedentemente descritto. La Basson infatti spiega quanto il desiderio, soprattutto femminile, possa essere provocato anche dopo l’avvenuta stimolazione sessuale quindi dopo l’eccitazione, non necessariamente quindi come prima fase ed inteso solo come desiderio spontaneo. Attraverso i suoi studi vengono sottolineati diversi aspetti ormai fondamentali nel campo sessuologico, anche in virtù della teorizzazione delle disfunzioni sessuali. Viene quindi descritto quanto non sia necessario il desiderio immediato per poter iniziare l’attività sessuale, portando all’attenzione l’importanza della variabilità individuale ed evolutiva della funzione sessuale; con questi studi viene evidenziato quanto la necessità di elementi quali bisogno di intimità emotiva ed incentivi non sessuali comportino il loro ruolo per poter avviare l’attività sessuale. La Basson pone luce inoltre su elementi essenziali circa il concetto di eccitazione: si evidenzia una differenza fra eccitazione soggettiva cognitivo-emotiva (mentale) ed eccitazione oggettiva fisiologica (genitale), attraverso cui è possibile studiare e comprendere una serie di dinamiche sessuali soggettive complesse.
Mostrando le particolarità, la soggettività e la variabilità delle fasi della risposta sessuale, la Basson dunque descrive un modello circolare della funzione sessuale, nel quale ogni fase provoca ed è a sua volta provocabile da un’altra fase, con una reciproca influenza di crescita e decrescita (1, 2, 3).

Tutti e tre i modelli aiutano a spiegare cosa accade durante il funzionamento sessuale dell’essere umano quindi è utile leggerli ed utilizzarli in chiave inclusiva.


Ad ogni fase la sua possibile disfunzione

Come sopracitato, ogni fase del Ciclo di Risposta Sessuale può presentare una possibile disfunzione sessuale, ognuna delle quali viene descritta nei principali sistemi di classificazione diagnostica del campo clinico.

Alla fase di desiderio possono corrispondere disfunzioni quali:

  • Disturbo del desiderio e dell’eccitazione sessuale femminile, Disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile, descritti nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – DSM 5 (2013);
  • Disordine del desiderio/interesse sessuale femminile, specificato nella Second Consensus on Sexual Dysfunction del 2003, dove era stato in realtà distinto il concetto di desiderio da quello di eccitazione, evidenziandone la differente fenomenologia;
  • Disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile e femminile, descritti nell’International Classification of Diseases – ICD 11 (2022). (2)

Nella fase di eccitazione/plateau è possibile ritrovare disfunzioni quali:

  • Disturbo del desiderio e dell’eccitazione sessuale femminile, Disfunzione erettile descritti nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – DSM 5 (2013);
  • Disfunzione dell’eccitazione sessuale dell’International Classification of Diseases – ICD 11 (2022);
  • Disturbo dell’eccitazione genitale femminile (FGDA), Disturbo dell’eccitazione cognitiva femminile (FCAD), e poi il Disturbo dell’eccitazione persistente (PGAD), disfunzioni specificate e distinte dall’International Society for the Study of Women’s Sexual Health – ISSWSH nel 2019. (2)

Alla fase dell’orgasmo possono corrispondere le seguenti disfunzioni:

  • L’Anorgasmia, sia maschile che femminile, l’Eiaculazione Precoce, l’Eiaculazione Ritardata, descritti nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – DSM 5 (2013);
  • Orgasmo Ipoedonico ed Orgasmo Doloroso;
  • Il Female Orgasmic Illness Syndrome ed il Pleasure Dissociative Orgasmic Disorder, disturbi ancora in via di studi e ricerche. (2)

Connessi a ciò esistono poi in letteratura e ancor di più nella realtà clinica una serie di altri disturbi che segnalano la presenza di dolore durante l’attività sessuale, ovvero Dispareunia sia femminile che maschile, Vaginismo, Vulvodinia, sindromi complesse, misconosciute, multidimensionali e multicausali, le quali meritano una loro spiegazione specifica in singola sede (2).


A livello cerebrale?

Le corrispettive aree cerebrali che governano l’appetito sessuale risultano essere l’ipotalamo ed il sistema limbico e tale fase è caratterizzata dal rilascio di dopamina. Passando nella fase dell’orgasmo le aree che vengono toccate dal acme estremo del piacere sembrano essere una trentina, interessando aree sensoriali, corteccia prefrontale, talamo, aree motorie, cervelletto, regioni corticali frontali, amigdala, ippocampo, oltre a ipotalamo e sistema limbico, tutte aree responsabili delle svariate, uniche, irripetibili ed inspiegabili sensazioni che vengono esperite durante un orgasmo, tali da far percepire (maggiormente nel soggetto di sesso femminile) fino ad una perdita di coscienza per qualche secondo, con senso alterato dello spazio e del tempo (2, 1, 5, 3).


Ruolo ormonale

Mentre nella fase di desiderio gli ormoni coinvolti sembrano essere il testosterone, ormone protagonista del desiderio sessuale, soprattutto nel soggetto di sesso maschile, l’estrogeno ed il progesterone nel soggetto di sesso femminile, il quale presenta dei picchi durante il ciclo mestruale (aumento durante l’ovulazione e successiva diminuzione), nella fase dell’orgasmo il quadro si arricchisce, vedendo l’azione dell’ossitocina, detto anche ormone dell’amore, e delle endorfine. Tali ormoni sono i responsabili delle sensazioni di appagamento, benessere, rilassamento e disconnessione dalla realtà che contraddistinguono la fase orgasmica (2, 5).

I modelli di funzionamento sessuale e le loro particolarità sono ormai ritenuti fondamentali nella sessuologia, utili agli esperti del settore specifico ed anche agli esperti dei settori affini e connessi. Occorre infatti ricordare l’importanza di un approccio bio-psico-sociale nella lettura della sessualità umana, dunque evidenziare che aldilà della schematizzazione delle varie fasi dei modelli di funzionamento sessuale, del ruolo dell’attivazione cerebrale ed ormonale, ciò che contraddistingue ed influenza la risposta sessuale stessa è la variabilità individuale, la storia di vita e familiare, la cultura e società d’appartenenza, l’educazione ricevuta, la possibile presenza di traumi, le esperienze passate, il rapporto con il proprio corpo, credenze ed ideologie, la vita relazionale, la fase del ciclo di vita personale e l’insieme dei fattori che caratterizzano la persona nella sua totalità, quegli stessi fattori che rendono la persona unica ed in continua evoluzione, così come unica ed in continua evoluzione la sua stessa sfera sessuale (1, 2, 3).


Bibliografia

1. Basson R., (2015). Chapter 2 – Human sexual response, Handbook of Clinical Neurology, Elsevier, 130, 11-18.
2. Bernorio R., Mori G., Casnici F., Polloni G. (2020). L’approccio diagnostico in sessuologia. Milano: Franco Angeli.
3. Georgiadis J.R., Kringelbach M.L., (2012). The human sexual response cycle: Brain imaging evidence linking sex to other pleasures, Progress in Neurobiology, 98 (1), 49-81.
4. https://iissweb.it/come-si-svolge-il-ciclo-della-risposta-sessuale-umana/
5. Jennings K.J, de Lecea L. (2020). Neural and Hormonal Control of Sexual Behavior, Endocrinology, 161, 10.


Dott.ssa Vanessa Nardelli Autrice presso La Mente Pensante Magazine
Dott.ssa Vanessa Nardelli
Psicologa, Dott.ssa Magistrale in Psicologia Cognitiva Applicata
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