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In amore vince chi NON fugge

Amore e coraggio: il valore di chi sceglie di restare

Image by Dylan Sauerwein on Unsplash.com


Il detto ‘In amore vince chi fugge’ si basa su una visione strategica delle dinamiche relazionali, suggerendo che, per attrarre l’interesse e il desiderio dell’altro, sia più efficace mostrarsi sfuggenti, difficili da conquistare. Ma è davvero cosi?

Se questa strategia può funzionare nelle prime fasi dell’innamoramento, quando il gioco della seduzione si nutre di attese inseguimenti e mistero, risulta invece controproducente nella costruzione di un amore autentico e duraturo che richiede progettualità condivisione ed impegno reciproco.


Origine e interpretazione del detto

La sua origine è incerta – saggezza popolare, tradizioni filosofiche o riferimento agli scritti del poeta latino Ovidio? – ma l’idea di base è che il desiderio si accenda maggiormente quando l’oggetto del nostro interesse si mostra indisponibile e inaccessibile.

Questo fenomeno è ben spiegato dal principio di scarsità secondo il quale tendiamo a desiderare di più ciò che sembra difficile da ottenere, perché il valore percepito aumenta con la difficoltà della conquista (Robert Cialdini).

Nelle prime fasi dell’innamoramento questa dinamica può effettivamente generare un’intensificazione del desiderio. L’alternanza tra vicinanza e distanza, tra presenza e assenza, alimenta l’interesse e tiene viva l’attenzione dell’altro.

E’ una strategia che spesso si attiva in modo inconsapevole: chi teme di essere invischiato troppo presto in una relazione, chi ha paura di essere ferito o lasciato, di perdere la propria indipendenza, può adottare la fuga come tattica difensiva, ottenendo paradossalmente l’effetto di accendere il desiderio dell’altro.

Ma è anche vero che, se questa dinamica può generare eccitazione nella fase iniziale, diventa disfunzionale quando si tratta di costruire un rapporto stabile. Il rischio è che si inneschi una spirale perversa in cui uno dei due partner continua a fuggire e l’altro a inseguire, generando ansia, frustrazione e insicurezza.


La fuga nelle relazioni: implicazioni emotive

Le dinamiche all’interno di una relazione di coppia, vengono spesso messe a dura prova da paure inconsce, profonde e radicate insicurezze e vecchi schemi appresi nell’infanzia.

La fuga in questi casi assume molteplici forme: una distanza sia emotiva che fisica, chiusura nella razionalità, ricerca di relazioni superficiali per evitare di entrare in dinamiche più intime o la continua ricerca di nuove relazioni nel tentativo di evitare di confrontarsi con le proprie ombre.

Uno degli aspetti più rilevanti è certamente l’immaturità emotiva. Una delle caratteristiche di una persona emotivamente immatura infatti è l’incapacità di sostenere la profondità di un legame affettivo.

Chi fugge può essere anche colui che in passato ha sperimentato situazioni emotivamente impattanti come il rifiuto e l’abbandono e che, per evitare il dolore, sceglie a volte di anticipare la rottura, sottraendosi prima ancora che il legame diventi troppo profondo.

Le esperienze di rifiuto e abbandono sono tra le più dolorose che un essere umano possa provare, paradossalmente quindi è più facile che chi fugge per paura di essere lasciato preferisca assumere il ruolo di chi lascia.

Fuggire dall’amore significa evitare di confrontarsi con queste ferite e perdere un’importante opportunità di crescita interiore. Lavorare sulle ferite infatti significa poter fare delle scelte non condizionate da reazioni emotive sproporzionate, rielaborare schemi disfunzionali, acquisire fiducia in se stessi e nel proprio valore.

Al contrario, affrontare le paure, accogliere la vulnerabilità e imparare a comunicare in modo autentico rappresentano dei passi fondamentali per la costruzione di un legame stabile e appagante.

L’amore non è un rifugio sicuro dove tutto è perfetto, ma uno spazio in cui entrambi i partner possono evolvere, se scelgono di non scappare di fronte alle difficoltà.


Perché vince chi non fugge?

Se la fuga è spesso sintomo di insicurezza, chi sceglie di restare dimostra al contrario una maturità emotiva e capacità di amare in modo autentico.

In una relazione sana la vittoria non è nell’ allontanarsi ma nel restare e costruire.

L’amore vero non è un gioco di seduzione permanente, ma un cammino fatto di complicità, di accettazione, ascolto, comprensione e di crescita reciproca. Restare nonostante le difficoltà e insicurezze, significa essere disposti a costruire un legame solido.

La stabilità emotiva che ne deriva crea un ambiente sicuro in cui entrambi i partner possono esprimersi liberamente senza paura del giudizio o dell’abbandono, dove si è visti e accettati per ciò che si è davvero.

Rimanere presenti in una relazione significa anche imparare a gestire le proprie emozioni, favorire la capacità di affrontare il conflitto in modo costruttivo, imparare ad amare senza strategie difensive.

Chi fugge, al contrario, si priva della possibilità di vivere un’esperienza d’amore vera e nutriente, restando intrappolato in schemi di paura e difesa.

‘In amore vince chi NON fugge’…restare e scegliere ogni giorno di esserci è la vera vittoria.


Raffaella Lione Autrice presso La Mente Pensante Magazine
Raffaella Lione
Counselor Relazionale
Bio | Articoli | Video Intervista AIIP Aprile 2024
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