
Le famiglie disfunzionali nel cinema di oggi
Come trovare del buono anche nelle situazioni più complesse
Image by kazuend on Unsplash.com
Le famiglie disfunzionali sono dappertutto e quindi le troviamo anche nei film e nei libri perché, come diceva Lev Tolstoj nell’incipit del romanzo Anna Karenina, “Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”. Quindi, inevitabilmente, i nuclei familiari problematici hanno qualcosa di più interessante da raccontare; inoltre è improbabile avere una famiglia perfetta e, dunque, questo tipo di storie ci toccano e fanno risuonare dentro di noi qualcosa che abbiamo vissuto, visto accadere vicino o magari ci fanno solo sentire tanto fortunati per averla, in qualche modo, scampata!
Che si intende con famiglie disfunzionali? Sono quelle famiglie in cui, per svariati motivi, i vari membri vengono ostacolati dal sistema familiare stesso nella loro crescita ed evoluzione. Le cause possono essere molte, a partire dalla presenza di conflitti quotidiani, problemi di comunicazione, violenza, abusi, mancanza di empatia, confusione di ruoli e molto altro.
A cosa può portare tutto questo, soprattutto se la persona non può o non vuole rivolgersi a un professionista per chiedere aiuto? Di solito porta a situazioni di blocco emotivo, relazionale e alla mancata piena realizzazione personale, il tutto declinato in varie sfumature che possono arrivare fino a patologie vere e proprie.
Lo psicologo Bowen negli anni ’70 ha elaborato la Teoria sui Sistemi Familiari in cui parlava, appunto, di famiglie disfunzionali, affermando che le forze motrici alla base di tutti i comportamenti umani provengono dalla spinta tra i membri della famiglia che cercano un equilibrio tra distanza e unione e che, quindi, la salute emotiva e psichica di un bambino è strettamente connessa al sistema familiare in cui si trova a vivere. Secondo Bowen l’obiettivo funzionale di un membro di una famiglia è la differenziazione del sé cioè la capacità di distinguersi dalla famiglia di origine a livello personale e intellettuale. Tutto questo oggi può sembrarci alquanto scontato, ma non è stato sempre così e sono proprio queste teorie che ci hanno aiutato a comprendere meglio in che modo la famiglia può influire sul benessere fisico e psicologico dei membri che ne fanno parte.
Il film bird ci parla di famiglie complicate
Oggi vi vorrei parlare di due film recenti e molto diversi anche se in entrambi ci sono dei bambini/adolescenti che si ritrovano a vivere in situazioni di violenza.
Il primo è Bird di Andrea Arnold in cui la protagonista è un’adolescente che vive con il padre e la sua compagna in una situazione di degrado totale, a contatto con la droga, che il padre stesso vende, in una condizione di povertà e igienico-sanitaria estrema e che cerca di trovare la sua strada e la sua identità. La madre vive nello stesso quartiere, in una situazione forse anche peggiore, con un compagno violento e tre bambini piccoli abbandonati a loro stessi, di cui si prende cura la protagonista come può, pur essendo solo una ragazzina.
Ma perché vi sto parlando di questo film? A parte la storia, che è molto particolare, Bird ci mette davanti una realtà cruda, senza filtri: una casa sporca, un padre/ragazzino che non è ancora cresciuto, una madre allo sbando e una protagonista forte, indurita da tutto questo, abituata allo squallore che la circonda. Una nuova conoscenza la porterà a crescere ed evolversi tanto da accantonare la rabbia e vedere un barlume di luce in quella famiglia disastrata in cui è capitata, ma che, fondamentalmente, si basa sull’amore, immaturo, istintivo, pericoloso, non capace di proteggerla sempre e sicuramente non equilibrato, ma pur sempre una forma d’amore.
Naturalmente non auguro a nessuno di nascere e crescere in una situazione come quella narrata nel film, ma questa storia ci mostra un concetto di cui si è parlato molto, e forse anche troppo, negli ultimi anni e cioè la resilienza. Come diceva Aldo Carotenuto, celebre psicoanalista italiano, “ogni ferita è anche una feritoia” attraverso la quale una persona può osservare il proprio mondo interiore. Ogni situazione critica, infatti, ha effetti e risultati diversi in base a tanti fattori come la personalità, la resilienza, la forza interiore, la capacità o possibilità di chiedere aiuto e di capire come affrontare certe ferite… e questo lascia aperta un po’ la finestra della speranza.
Il film familia: quando la violenza è dentro casa
Una seconda pellicola di cui voglio parlarvi è un film italiano, Familia, diretto da Francesco Costabile dove si parla di un argomento tristemente attuale: la violenza sulle donne psicologica e fisica. Quando questo tipo di situazioni si ritrova all’interno di una famiglia con i figli, naturalmente non è solo la donna a esserne colpita, ma tutto il sistema familiare. Quello che il film mostra perfettamente è lo schema ricorrente di queste situazioni in cui spesso la donna subisce cose indicibili e, pur cercando aiuto dalle istituzioni, a volte si ritrova da sola, non realmente protetta e, quindi, per il terrore che la situazione possa degenerare, e per proteggere i figli, decide (dal di fuori inspiegabilmente) di portare avanti la relazione tossica cercando di incassare tutti i colpi (fisici ed emotivi) per tutelare i propri bambini. È ovvio che così, in realtà, non si tutela nessuno perché, in un modo o in un altro, la tensione, le liti, le violenze emergono sempre, sono impossibili da nascondere e, inevitabilmente, influenzeranno i figli nelle loro relazioni future, facendo passare un’idea di amore completamente disfunzionale. Sicuramente la scelta migliore è denunciare e farsi aiutare dalle tante (per fortuna negli ultimi anni!) associazioni che tutelano le donne vittime di violenza e i loro figli. È pur vero che, soprattutto fino a qualche anno fa, ma ancora oggi, non è sempre così semplice perché a volte non si riesce a essere veramente protetti e c’è anche il rischio di perdere i propri bambini e questo ha reso, e rende, la vita estremamente complicata a molte donne che tutt’ora arrivano a morire per mano di chi dice di amarle.
Familia ci parla di questo dal punto di vista dei figli, in particolar modo del più piccolo, e fa vedere come le violenze assorbite possano influire e condizionare lo sviluppo emotivo e personale di questo ragazzo. Ciò non vuol dire che sarà condannato a una vita perennemente infelice, perché, per fortuna, noi essere umani abbiamo sempre la possibilità di lavorare su noi stessi e trovare la strada giusta verso la serenità, ma naturalmente per i bambini che hanno assorbito violenza è tutto più complesso.
La storia è tratta da un fatto di cronaca vero, cioè la vita di Luigi Celeste che si è conclusa come la più estrema delle tragedie greche e cioè uccidendo il padre violento perché, messo con le spalle al muro, non ha trovato un modo diverso dalla violenza per spegnere la violenza stessa, accumulando questo enorme trauma ulteriore ai tanti assorbiti durante l’infanzia. Ma, nonostante tutto, dopo aver scontato la giusta pena è riuscito a ritrovare la sua strada e a costruirsi un futuro.
Naturalmente arrivare a un atto così estremo non può far altro che complicare ulteriormente un quadro psicologico già ricco di traumi e, quindi, rendere il tutto ancora più difficile da elaborare e superare.
Vi ho parlato di queste due storie dolorose e complicate per mostrarvi dei casi estremi di famiglie disfunzionali, che, invece, in versioni meno “forti” ci circondano quotidianamente, e per dire che da ogni trauma o situazione esasperata si può riemergere con un lavoro profondo su se stessi fatto, se si può, con l’aiuto di un professionista che possa aiutare ad elaborare il tutto anche per evitare di arrivare a tragedie ulteriori come è successo a Luigi Celeste.
Naturalmente tutto quello che ci capita di brutto e di bello crea un tassello dentro di noi che non può sparire del tutto, ma grazie alla terapia può diventare meno spigoloso e doloroso.
Dott.ssa Maristella Occhionero
Psicologa dell’età evolutiva e degli adulti
……………………………………………………………..