Reattanza psicologica
La reazione dell’individuo di fronte alla proibizione
Con “reattanza psicologica” è possibile definire la reazione dell’individuo di fronte alla proibizione, di qualsiasi genere si tratti.
“Più me lo proibisci, più lo faccio” è un atteggiamento adottato spesso, da chiunque e in qualunque fascia d’età (una percentuale maggiore si riscontra nel periodo adolescenziale). La motivazione è semplice: sentirci dire cosa possiamo o non possiamo fare provoca più fastidio e stress, a livello psicologico, di quanto si creda.
L’esperimento di Jack Brehm
Il termine, nonché tema principale di questo articolo, deriva da uno studio condotto dallo psicologo Jack Brehm nel 1966, mediante il quale ha potuto constatare che a un’età di soli due anni tendiamo, spesso e volentieri, ad essere attratti da ciò che è proibito.
Sperimentando, Brehm ha notato come i bambini mostrassero maggiore interesse per i giocattoli nascosti dietro ad una barriera di plexiglass trasparente piuttosto che a quelli già alla loro portata.
Procedendo con lo studio, lo psicologo si è reso effettivamente conto che quando la nostra libertà viene minacciata, a prescindere dalla motivazione per cui lo sia, il nostro desiderio primordiale è quello di disobbedire, di trasgredire alle regole.
Reattanza psicologica distruttiva e costruttiva
Analizzando approfonditamente i comportamenti degli individui, lo psicologo distingue due tipologie differenti di reattanza psicologica, le stesse che associò ai termini “distruttiva” e “costruttiva”.
Nel primo caso (reattanza distruttiva), ci si riferisce ad una reazione dell’individuo di fronte alla proibizione piuttosto aggressiva che sfocia, successivamente, nel sabotaggio del tentativo di intromissione da parte di soggetti esterni.
Nel secondo, invece (reattanza costruttiva), indica un insieme di atteggiamenti volti a far evolvere, in maniera positiva, un divieto precedentemente imposto da soggetti esterni.
Chiaramente, oltre allo psicologo Brehm anche altri ricercatori hanno condotto studi in proposito, osservando come gli individui agissero oltretutto contro il proprio interesse pur di mantenere intatta la propria libertà.
È da specificare, però, che giudicare una reattanza come positiva o negativa risulta alquanto complesso, dal momento che, per un soggetto x, la propria reazione può apparire come costruttiva anziché distruttiva, e viceversa.
Aspetti di reattanza psicologica: quali sono?
Gli aspetti di reattanza psicologica sono fondamentalmente quattro e ci consentono di capire se i nostri atteggiamenti (o di chi ci circonda) possono essere identificati in essa.
- Importanza attribuita alla libertà
- Percezione della libertà
- Coinvolgimento di più libertà
- Fonte della minaccia
Importanza attribuita alla libertà
Esistono differenti tipologie di libertà e secondo un giudizio prettamente individuale, ad esse viene dato un peso più o meno considerevole. Detto ciò, tale importanza fa parte degli aspetti di reattanza psicologica in quanto la reazione dell’individuo di fronte alla proibizione è direttamente proporzionale al valore che egli attribuisce alla propria libertà.
Dunque: se per un individuo è essenziale comportarsi in un certo modo in merito a una determinata situazione, tende a dimostrare una maggiore resistenza nei confronti del divieto imposto.
Percezione della libertà
Tra gli aspetti di reattanza psicologica è presente inoltre la percezione della libertà, proprio perché – talvolta, un soggetto x tende a sentirsi libero solo nell’istante in cui trasgredisce a delle regole a lui imposte.
Non importa se la reazione dell’individuo di fronte alla proibizione risulta vincolante per altri aspetti; ciò che è fondamentale per lui è attuare un processo di evasione che gli consenta di raggiungere quel senso di libertà tanto desiderato.
Coinvolgimento di più libertà
In questo caso, un individuo tende a reagire in maniera aggressiva nei confronti di una proibizione specialmente se quest’ultima coinvolge ulteriori libertà.
Esattamente come per il secondo punto, l’intensità dell’atteggiamento del soggetto è direttamente proporzionale alla quantità di situazioni implicate.
Fonte della minaccia
Il quarto ma non meno importante tra gli aspetti di reattanza psicologica è la fonte della minaccia cui limita la libertà di uno o più individui.
Solitamente, nel momento in cui viene emesso un divieto, ad esempio, da parte di un’autorità, la resistenza viene meno e si tende, dunque, ad obbedire.
La reazione dell’individuo di fronte alla proibizione
Oltre agli aspetti di reattanza psicologica, ciò che è essenziale considerare è che la reazione dell’individuo di fronte alla proibizione possiede due componenti, ossia quella cognitiva e quella emotiva.
Il più delle volte, la privazione della libertà provoca sentimenti negativi nel soggetto coinvolto, come ostilità, rabbia, frustrazione e così via. Tale condizione, perciò, lo spinge ad agire con l’obiettivo di ostacolare chi intende imporgli un divieto.
In questo caso, rispetto ad una privazione, si possono osservare tre modalità di azione differenti:
- Recupero diretto
- Recupero indiretto
- Analisi approfondita della condizione imposta
Recupero diretto
Il recupero diretto viene attuato adottando un atteggiamento inverso, dunque agendo contrariamente rispetto al divieto emesso (in poche parole: “Non posso farlo? Io lo faccio lo stesso”).
Recupero indiretto
Per quanto concerne il recupero indiretto, l’obiettivo dell’individuo non è altro che l’ottenimento di un qualcosa che sostituisca, in qualche modo, ciò di cui è stato privato, sebbene tale alternativa risulti, spesso e volentieri, poco soddisfacente.
Ad esempio, ad un soggetto x è stato vietato di mangiare McDonald’s. Egli, dunque, chiederà di pranzare o cenare da Burger King oppure preparerà a casa un hamburger simile a quelli proposti dalle catene internazionali di ristorazione fast food.
In tal caso, la reazione non è né negativa né positiva bensì neutrale: la proibizione viene accolta ma a delle condizioni.
Analisi approfondita della condizione imposta
È possibile, inoltre, che la reazione dell’individuo di fronte alla proibizione sia positiva. In che modo? Semplice: egli è disposto ad analizzare in maniera approfondita la condizione imposta, accettandola e considerando gli aspetti positivi nonché valutando ulteriori punti di vista.
Reattanza psicologica alle misure anti-Covid
La pandemia condiziona ogni giorno di più la vita di ogni individuo e non solo per timore di contrarre il virus ma anche per le restrizioni imposte dal governo.
Politici, opinionisti, amministratori pubblici e persino influencers chiedono esplicitamente di rispettare le regole per facilitare il ritorno alla normalità sfruttando qualsiasi metodo di comunicazione, dalla radio alla televisione e dai giornali in versione cartacea ai social. Ma niente. Gli individui sviluppano sempre di più la reattanza psicologica, mostrandosi ostili nei confronti delle norme di sicurezza e andando contro il proprio interesse, anche a costo di essere sanzionati.
Gli individui si sentono privati della propria libertà: incontri con amici, parenti e partner non conviventi limitati, così come le uscite, le vacanze e così via. Tali abitudini hanno una grande importanza nella vita di tutti, e questo è il motivo per cui una percentuale sempre maggiore di persone tende a disobbedire agli ordini.
Effetti della reattanza psicologica
Giunti a questo punto, è stato possibile comprendere in che modo si sviluppa la reattanza psicologica. Quali sono, però, le conseguenze provocate da quest’ultima?
- Pregiudizi
- Stress psicologico
- Manipolazione reciproca
Pregiudizi
Nel momento in cui la reazione dell’individuo di fronte alla proibizione è negativa, risulta assai complicato comprendere la reale motivazione per cui la nostra libertà viene limitata. Non è necessariamente vero che ogni impedimento sia ingiusto, anzi. Come nel caso della pandemia, le restrizioni non sono altro che un mezzo per preservare la salute di tutti, senza distinzioni.
Stress psicologico
Sviluppare resistenza nei confronti di un divieto porta inevitabilmente ad un elevato dispendio di energia emotiva (stress psicologico). Così, l’individuo appare meno lucido, dunque meno in grado di riflettere con criterio sulla condizione imposta.
Manipolazione reciproca
Disobbedire ad un divieto è come un cane che si morde la coda:
- Un soggetto A limita la libertà di un soggetto B
- B oppone resistenza (reattanza psicologica)
- A cerca strategie che gli consentano di superare la resistenza di B
Tali concatenazioni di conseguenze implicano, chiaramente, maggiore stress da ambo le parti, maggior difficoltà nella gestione dei conflitti nonché un’evidente incrinatura del legame tra A e B, di qualsiasi tipologia si tratti.
Come tenere sotto controllo la reattanza psicologica?
Facendo riferimento a studi e approfondimenti inerenti alla reattanza psicologica, è possibile confermare che la maggior parte delle volte risulta limitante per la nostra effettiva libertà. Tenerla sotto controllo è possibile, però, considerando – oltre al nostro stato d’animo provocato da una determinata privazione – anche quello dell’individuo che emette un divieto, provando empatia nei suoi confronti.
Ciò che è necessario fare è attuare un processo di riflessione che ci consenta di giudicare la situazione con obiettività e maturità, anche emotiva.
Vivere di reattanza psicologica non è un bene né per noi stessi né per chi ci circonda. È consigliabile valutare con attenzione le reali motivazioni di una possibile proibizione proprio perché non sempre sono fatte per nuocere. Nel caso in cui risultasse difficile tenerla sotto controllo, potrebbe essere d’aiuto consultare uno specialista nel campo, in modo tale da raggiungere l’obiettivo.
Martina Tacchini – Graphic Designer | Content Writer | Email |