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Bugie. Essere radicalmente onesti non è solo più giusto, ma anche più vantaggioso

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Siamo tutti un po’ Pinocchio. Questa è la prima cosa che ho pensato una volta concluso il saggio di Sam Harris. Cresciamo sentendoci ripetere che mentire è sbagliato eppure tutti noi, chi più chi meno, nell’arco della vita raccontiamo delle bugie. La seconda cosa che ho pensato è stata che un mondo senza bugie sarebbe bellissimo ma, secondo me, alquanto utopico. Penso a me stessa, a quante ne ho dette quando ero un’adolescente e volevo sgattaiolare da qualche parte ben sapendo che i miei genitori non erano d’accordo, a quando da adulta mi sono trovata, e capita tuttora, a raccontare quelle che Harris chiama le bugie bianche ad esempio esprimere non quello che è il mio reale pensiero ma quello che l’altra persona vuole sentirsi dire, a quante bugie mi sono raccontata nel tempo e che, analizzate ora a mente fredda, mi sono resa conto mi hanno portata a volte ad  auto sabotarmi e infine alle bugie che ogni tanto dico, in assoluta buona fede, alla mia bambina per edulcorare alcune situazioni. Ma veniamo al libro.

Perché mentiamo?

Secondo l’autore le persone dicono bugie per molte ragioni. Mentono per evitare l’imbarazzo, per esagerare i loro risultati e per nascondere le malefatte. Fanno promesse che non intendono mantenere. Nascondono i difetti dei loro prodotti o servizi. Ingannano i concorrenti per averne un vantaggio. Molti di noi mentono agli amici e ai famigliari per non rivelare i propri sentimenti. Sono tantissimi i motivi che ci portano a mentire e nel libro Sam Harris cerca, attraverso un’attenta analisi, di smontare ognuna di queste ragioni a favore della verità. Quello di Harris è un approccio radicale all’onestà (senza eccezioni, o quasi): infatti, secondo Harris, mentire, anche su piccole cose, danneggia i rapporti personali ed erode la fiducia. Banalmente, ogni volta che rispondiamo “bene” alla domanda più comune del mondo, “Come stai?”, omettiamo quasi sempre quella che, in quel momento, è per noi la verità: non menzioniamo delusioni o insoddisfazioni personali, stress professionali, problemi di salute. Partendo da questo esempio, il filosofo Harris definisce il confine tra inganni e menzogne, evidenziando il ruolo attivo dei soggetti nella costruzione di storie non vere o nell’occultamento di fatti importanti. Emergono così due tipi di bugie: quelle di commissione, dove il bugiardo è attivo nel suo tentativo di ingannare, e quelle di omissione, dove invece semplicemente vengono trascurati degli elementi di una storia. Oltre alle bugie di commissione, che secondo questa tesi rappresentano una violazione etica più grave, Harris si concentra sulle bugie bianche: quelle innocenti, che sembrano quasi insite nel nostro modo di agire e di pensare, e che diciamo credendo di comportarci nel modo corretto (per esempio quando riceviamo regali sgraditi), mentendo, come si suol dire, “a fin di bene”, ma che secondo l’autore sono al pari delle altre. Molto interessante anche la conversazione dell’autore con Ronald A. Howard, il professore che tenne alla Stanford University il seminario che rivoluzionò il pensiero di Sam Harris che fa chiarezza su tematiche più complesse che volgono lo sguardo oltreoceano, dall’arte del mentire nella cultura giapponese alla necessità di mentire, in alcuni paesi, sul proprio orientamento sessuale o sulle scelte religiose per preservare la propria incolumità L’ultima parte del libro raccoglie una selezione di opinioni critiche espresse dai lettori che consentono all’autore di approfondire molti temi presenti nel saggio. Tornando alla mia esperienza personale, riferita alle piccole bugie che dico alla mia bimba, un lettore ad esempio chiede proprio a Harris se mentire ai bambini sia moralmente accettabile. Dal canto suo l’autore risponde:
in quanto genitori, dobbiamo conservare la fiducia dei nostri figli; e a me pare che il modo più facile di perderla sia mentire. Naturalmente, dovremmo comunicare la verità in modi che loro siano in grado di gestire, e ciò spesso richiede di eliminare dettagli che potrebbero confonderli o turbarli inutilmente.
Harris precisa però che in alcune situazioni potrebbe sembrare necessario tranquillizzarli o motivarli con una bugia. ( e qui mi sono un po’ rassicurata)

In conclusione: mentire è davvero sbagliato?

Secondo il nostro neuroscienziato e filosofo americano assolutamente Sì. Attraverso questa lettura mi sono resa conto che mentire a volte è semplicemente la via più facile, ma che spesso le conseguenze di una “bella bugia” sono più devastanti di una ”brutta verità”. Non posso promettere che non dirò mai più una bugia, ma quantomeno cercherò di analizzare e ponderare bene le mie parole prima di rispondere. Buona lettura, Elena Galbusera

Bugie. Essere radicalmente onesti non è solo più giusto, ma anche più vantaggioso

Sam Harris
Valutazione
3/5

Autore: Sam Harris
Genere: Saggio
Editore
: ROI Edizioni – Collana “Gli Essenziali”
Pubblicazione: 20 Settembre 2023
Lingua: Italiano
Pagine
: 112
ISBN
: 978-8836201815

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