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Cecità
…vediamo cos’è
Photo by Amber Weir on Unsplash.com
Premetto di avere la piena consapevolezza che quanto scriverò possa non essere condiviso da tutti, soprattutto per le parti interpretative e per quelle della pertinenza delle citazioni.
Premessa che mi è utile per introdurre in più che estrema sintesi la Teoria della mente (ToM)1.
Essa riguarda la capacità di attribuire a se stessi e agli altri proprie credenze e propri stati mentali.
È un “capire introspettivo” per la consapevolezza che ogni mente interpreta la realtà e si rapporta ad essa in modo proprio.
Alcuni studi2 sull’abilità della mente dei non-vedenti dimostrano che la cecità può generare ritardo nello sviluppo della ToM.
L’applicazione del test “Falsa credenza”3 evidenzia deficit alla capacità di dare la risposta corretta ad una situazione mostrata perché quella data lo è in base alle informazioni che la propria mente possiede, ma è scorretta perché non c’è identificazione con le informazioni possedute dall’altro. Questo avviene perché si ha la “falsa credenza” che ciò che conosce la propria mente debba essere necessariamente conosciuto allo stesso modo dalla mente dell’altro.
Ma cos’è la cecità per i ciechi? questione privata tra una persona e suoi occhi.
“È come essere immersi in un mare di latte a occhi aperti” – Cecità, José Saramago4
“….Tra ciechi le diversità sono tante quante ne esistono tra persone vedenti. Non mi proclamo interprete del tuo pensiero e parlo esclusivamente a titolo personale….” – Il dono oscuro, Hull5
Affettivamente ed emotivamente ognuno la vive a sé, affrontando esperienze diverse nel “buio della notte”, nel mistero e nell’arcano con la propria intimità. È “fatto” soggettivo.
L’esperienza del sentirsi e sapersi nel mondo richiede l’appercezione sensoriale di tutto il corpo, in modo da vedere l’invisibile.
Il senso che si affina di più è quello del tatto, chiamato aptico, perché permette di percepire se stesso in rapporto agli oggetti esterni a partire dal particolare al generale e di comporre l’intero.
….e per la psicoanalisi? svelamento
“Per la luce ho un amico che mi guida e protegge il mio cammino senza deludermi…..” – Non ho occhi, Giovanni Battaglini
Quell’amico che guida e protegge il cammino può essere la psicoanalisi?
Penso di sì, insieme nel buio e nella luce, nella cecità del sintomo e nella luce dell’inconscio.
Insieme per essere il cieco Edipo e il veggente Tiresia, per svelare la cecità e trovare la luce.
Tecnicamente, significa entrare nel processo della castrazione:
“Sente un buio che si espande mentre lei diventa grande” – Grecale” Murubutu
C’è parallelismo tra il processo di castrazione psichica per l’autonomia di sé in cui si infrange il tabù del desiderio e quello della cecità psichica per la conoscenza in cui si viola il tabù del vedere.
È nel noto mito di Edipo che si evidenzia per eccellenza la coppia cecità/castrazione: dopo aver scoperto la verità, Edipo riscatta la violazione accecandosi.
Pertanto, senza svelamento non c’è violazione, senza violazione non c’è castrazione e senza castrazione non c’è “premio”, quello erotico che anticipa la punizione.
La castrazione è sì punizione ma contemporaneamente è premio erotico per il desiderio di quella cosa lì. Quella cosa lì è il desiderio di farsi vedere (scopofilia) e/o quello di guardare (voyeurismo).
L’osservazione analitica della dinamica sottostante i piaceri della vista e quelli del desiderio erotico (premio→punizione) conferma che la cecità è l’elemento comune necessario.
Così, la Castrazione è il Permesso di accedere alla libertà e la Cecità è la Custode del desiderio di…
…e per la leggenda? piacere trasgressivo
“Al desiderio niente piace di più di ciò che non è lecito” – Sentenze, Publilio Sirio
La Leggenda offre la possibilità di raccontare una storia da cui trarre significato attraverso il collegamento logico “se…..allora”, in cui i due termini sono condizione sufficiente e necessaria l’un l’altro per la veridicità dell’implicazione logica stessa.
La Letteratura dei racconti leggendari è colma di: “se…. (io mi mostro)…allora…. (succede che…)” e “se….(tu guardi)….allora (succede che…)” in cui i soggetti sono l’interdetto (il tabù) e la sua infrazione (il desiderio di).
La fata Melusina6 quando fa il bagno diventa metà donna e metà serpente, perciò nessuno deve vederla: il marito non resiste …. allora succede che….
In “Amore e Psiche”7, Venere chiede a Cupido di far innamorare Psiche, della cui bellezza è gelosa, di un qualunque mortale, però è Cupido ad innamorarsene. Di notte si amano, all’alba lui scappa chiedendo di non guardalo, invece …. allora succede che……
Il pastore Gige8 dentro un cavallo trova il cadavere di un uomo il quale ha al dito un anello magico che, indossato, garantisce l’invisibilità quando se ne abbia voglia… allora succede che….
In Melusine, in Amore e Psiche e in Gige il guardare diventa voyeurismo.
Scopofilia in “I vestiti nuovi dell’imperatore”9:: un imperatore è così vanitoso che per mostrarsi ai sudditi chiede un vestito nuovo ma la stoffa è inesistente…allora succede che…
Altrettanto scopofilia in Orfeo e Euridice10: Orfeo può condurre Euridice verso la libertà dagli inferi purché non si volti per vederla, invece…. allora succede che….
Può esserci commistione tra i due piaceri, così è in Lady Godiva11 la quale cavalca nuda in città. Agli abitanti è intimato di non guardare, però un uomo guarda …. allora succede che….. Lady Godiva gode della sua scopofilia e l’uomo del suo voyeurismo.
…e per la mitologia? buio, luce
“Non sono gli occhi a vedere, ma noi a vedere attraverso gli occhi” – Platone, riferimenti al Mito della Caverna
Leggenda e mitologia si intrecciano talmente tanto che quasi si fondono.
È plausibile, però, ritenere che i miti fiabeschi offrano differenti elementi interpretativi della castrazione, un po’ come se la cecità dei miti fosse più evolutiva.
Il mito attende a priori la punizione della cecità perché il desiderio è orgasmico, è …..”diventerò cieco perché voglio godere”.
Nella leggenda i piaceri sono intrinseci più nella curiosità, qui nella libidine.
Lì c’è solo godimento erotico, qui c’è godimento erotico-sessuale, perché la cecità è sessualizzata.
Così, la cecità nella leggenda sta al desiderio di violare come la cecità nel mito sta al desiderio di godere.
…e per la filosofia? spazio mentale
“Solo chi si impadronirà del sole potrà diventare signore assoluto delle tenebre” – Pensieri spettinati, Jerzy Lec Stanislaw
Della cecità, differente concetto ha la filosofia: qui il desiderio è riferito ad altri sensi del piacere, quali quelli che implicano la conoscenza, il sapere….
Un’interpretazione particolare della cecità/conoscenza è quella offerta da Derrida in “Memorie di Cieco” che, sia pure riferita all’arte, risulta interessante per intendere la cecità come assenza/ “ritardo” rispetto alla conoscenza totale, alla quale manca un pezzo, il primo.
Per il non-vedente, cecità è non conoscere la “cosa” sin dall’inizio. È il pezzo mancante.
Al di là del pensiero di Derrida, la conoscenza e il sapere richiedono cecità, quella che fa spazio.
Democrito12 ne è esempio: si acceca per essere maggiormente concentrato sul pensare e sul sapere.
Altrettanto “Lo Zen e il tiro con l’arco”13: un filosofo vuol comprendere lo Zen nel modo più immediato possibile. Sceglie il tiro con l’arco la cui la meta è colpire un bersaglio.
Solo dopo anni capisce che non è “vedere” bensì “accecarsi”. Infatti, ci riesce con gli occhi bendati.
…e per la fenomenologia? Esserci, comunque
“Da nessun punto di vista è lecito essere ciechi” – Pensieri spettinati, Jerzy Lec Stanislaw
L’aspetto fenomenologico della cecità parte dall’etimologia della parola per osservare che il desiderio di coprirsi nasce dal senso di vergogna che l’invisibile porta con sé.
Nelle relazioni interpersonali, lo svelamento è reciproca evidenza all‘altro, è coscienza.
Nella cecità, invece, si è esposti senza la stessa presenza, perché l’asimmetria rende il non vedente invisibile a sé e contemporaneamente oggetto del vedente.
A differenza di altre ermeneutiche, in questo esserci l’esposizione di sé non è scopofilia perché non comporta godimento erotico volontario, così come non è trasgressione voyeuristica perché chi vede viola l’intimità altrui suo malgrado.
La vergogna però c’è ugualmente, perché chiunque sia non vedente è privo della vista e delle difese.
…e per la psicopatologia? Umana, degli uomini tutti
“E avvierò i ciechi per la strada che mai avevano conosciuta|e gl’incamminerò per i sentieri che avevano ignorato|cangerò le loro tenebre in luce|e le vie torte in istrade diritte:|queste cose farò con essi e non li abbandonerò” (Libro di Isaia)
Il coinvolgimento della sfera narcisistica può volgersi in alterazioni dei simboli e dei codici interpretativi delle relazioni, porsi in atteggiamento mentale passivo masochistico al servizio della recriminazione lesiva, oppure in quello sadico al servizio della rivendicazione del risarcimento.
L’esperienza della nudità comporta il peso insopportabile del senso di sé introiettato ed esternato, a causa della spaccatura impietosa tra l’aspirazione al Sé ideale e l’osservazione del Sé reale debole.
La vergogna che ne deriva, se incontrollata, può sfociare nell’esposizione forzata di se stesso mettendo in scena la difesa del come-se, oppure nel rendere il Super-Io pretenzioso oltre modo.
La perdita della dimensione dell’oggettività psichica provoca pochi e misurati investimenti emotivi, oppure tanti e amplificati.
La realtà può essere alterata e falsificata a causa del vivere in fantasia gli oggetti d’amore.
Introiezione e Identificazione diventano processi confusivi, allucinatori, l’Io è disperso nell’inquietudine.
La mancanza a priori del pezzo di conoscenza invisibile, rispetto a quella visibile del vedente, intrappola il sentimento della perdita nel rifugio depressivo.
Può esserci un volontario esilio psichico mortifero che causa l’interpretazione dell’esistenza non nel segno dell’erotica né in quello della spinta libidica ma nell’erotizzazione della solitudine.
…e per un vedente? ascoltare rapsodia in blue.
Note
1 Theory of Mind – ToM – David Premark,1978
2 Michael Brambring, 2003
3 Winner e Perner,1983
4 Cecità, José Saramago
5 Il dono oscuro, John Hull
6 Melusina, L’histoire de Lusignan, Jean d’Arras
7 Amore e Psiche, Metamorfosi/L’asino d’oro, Apuleio
8 L’anello di Gige, Repubblica, Platone
9 I vestiti nuovi dell’Imperatore, Hans Christian Andersen
10 Orfeo e Euridice, X libro Metamorfosi, Ovidio
11 Lady Godiva, Daniel Donoghue
12 Democrito, filosofo dell’antica Grecia
13 Lo Zen e il tiro con l’arco, Eugen Herrigel
Suggerimenti:
Letture: tutte le opere citate hanno un loro perché per essere lette
Film: Luci della città – Anna dei Miracoli – Profumo di donna – Chiudi gli occhi – ……
La suddivisione in paragrafi è voluta per una più semplice lettura.
Dott.ssa Grazia Aloi
Psicoanalista | Psicoterapeuta | Sessuologa
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