Una motivazione per compiere scelte importanti
Lasciare delle tracce
Grazie al mio primo figlio, mi sono avvicinata alla letteratura per l’infanzia e ho letto molti libri per bambini.
Grazie alla seconda figlia, ne leggerò ancora molti altri.
Il bello dei libri è che ogni lettura non è uguale alla precedente e si arricchisce di nuovi significati, in base alla persona che li sta leggendo o ascoltando e al momento in cui ciò sta avvenendo.
Ciò vale anche per gli albi illustrati, i quali hanno anche un’altra interessante caratteristica: contengono messaggi universali, per i bambini di oggi e per quelli di ieri.
Il nostro albo preferito è “Noi siamo qui” di Oliver Jeffers (edito da Zoolibri).
Non mi stancherei mai di leggerlo per la bellezza dei suoi contenuti.
L’autore lo dedica al figlio, ponendosi un obiettivo ambizioso, esplicato nel sottotitolo: “Dritte per vivere sul pianeta Terra“.
Potrei citare diverse frasi di questo libro in cui mi riconosco appieno, ma una più di tutte mi ha colpito “Ricordati sempre di lasciare delle tracce per gli altri“.
Al contrario di altri moniti contenuti nell’albo, di facile comprensione per i bambini, questa frase non si rivolge ai piccoli, i quali non hanno certamente bisogno di “ricordarsi” di lasciare tracce.
I loro gesti spontanei disseminano ricordi indelebili nella mente dei loro genitori e di coloro che hanno la fortuna di essere al loro fianco, che siano parenti o educatori.
Si tratta, invece, di un insegnamento splendido per noi adulti, che trascorriamo gran parte delle nostre giornate a preoccuparci di incombenze e problemi di poco conto.
Eravamo bambini che amavano fantasticare sul futuro, adolescenti desiderosi di indipendenza, giovani uomini e donne affannosamente alla ricerca di uno sbocco professionale e di una relazione sentimentale degna di questo nome.
Siamo diventati adulti quando per la prima volta ci siamo guardati indietro, per fare un bilancio dei desideri realizzati e di quelli persi.
Quel consiglio – ricordati sempre di lasciare delle tracce – riecheggia dentro di noi, portandoci a chiedere se quanto fatto sinora sia abbastanza.
La risposta, inevitabilmente negativa, ci sprona a metterci in cammino verso nuove, importanti decisioni, che sia la scelta di intraprendere un nuovo percorso professionale o di creare una famiglia, o ancora il desiderio di mettersi al servizio della comunità o di tramandare le proprie esperienze e riflessioni a figli e nipoti.
Non è questa la ragione che ha spinto anche me ad avviare la collaborazione con “La Mente Pensante Magazine” e, ancora, a scrivere il mio primo romanzo “Il sole è solo“, edito da Scatole parlanti?
Costruire le tracce
Ci affanniamo a costruire le tracce della nostra presenza nel mondo per la consapevolezza di non essere eterni e la volontà di essere memorabili.
È un nobile proposito, se accompagnato dalla consapevolezza che le nostre convinzioni non sono verità assolute.
Alcune esperienze negative sul piano sentimentale potrebbero spingerci a trasmettere ai nostri figli l’idea che la realizzazione professionale debba avere la priorità nelle scelte di vita, ma ciò che diventiamo è frutto delle nostre esperienze, non dei consigli che riceviamo.
È, dunque, opportuno lasciare delle tracce, non imporre percorsi.
Chi verrà dopo di noi deve essere libero di compiere le proprie scelte e i propri sbagli.
I valori trasmessi saranno stelle sulla via che lo aiuteranno ad orientarsi qualunque strada deciderà di percorrere.
Inoltre, va detto che per lasciare tracce non sono sufficienti le dichiarazioni di intenti, bisogna calpestare per davvero un sentiero e creare dei solchi poggiandoci sopra tutto il peso delle nostre decisioni.
Non possiamo trasmettere ai nostri figli nulla che non sia veramente nostro.
Possiamo incoraggiarli ad essere ordinati, ma finché vivremo nel caos non saremo credibili.
Il nostro esempio varrà sempre più di mille parole perché è l’unico strumento educativo che produce realmente risultati.
Va considerato, infine, che le tracce che restano molto spesso non corrispondono a quelle che noi ci affatichiamo a lasciare.
Della mia infanzia, ricordo odori apparentemente banali, piccoli rituali, ricordi di giornate felici nonostante la loro apparente ordinarietà.
La mia famiglia ha costruito per me ricordi stupendi semplicemente volendosi e volendomi bene; nel tempo le passioni dei miei genitori sono diventate le mie, senza bisogno di parole o suggerimenti.
Potremo sforzarci di costruire un’immagine ideale di noi, ma le vacue parole come impronte sulla battigia saranno destinate a svanire alla prima onda; la nostra eredità sarà data dall’amore donato perché è sempre l’amore a plasmarci.
Eliana Romeo
Scrittrice | Giurista | Mediatrice familiare
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