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Come conquistare i giovani talenti: le chiavi per un futuro di successo

Il futuro è Z: come conquistare la generazione che detta legge

Image by Naassom Azevedo on Unsplash.com


La sfida delle aziende che si proiettano nel futuro è decodificare i desideri nascosti dietro ogni scelta della generazione Z.

Cosa spinge i giovani di oggi a scegliere un lavoro, un prodotto o un’esperienza piuttosto che un altro? Le nuove generazioni hanno esigenze e valori profondamente radicati che le aziende devono comprendere e soddisfare per rimanere competitive. Le realtà che non riescono ad adeguarsi alle esigenze delle nuove generazioni, rischiano di rimanere isolate e capire cosa motiva i giovani, è fondamentale per costruire un futuro sostenibile e di successo.

Prima di addentrarci nel comprendere come I nati dopo la metà degli anni ’90 definiscono le priorità, è indispensabile fare un passo indietro di qualche decennio.

La generazione dei baby boomer (i nati dopo la Seconda Guerra Mondiale e fino a metà degli anni 60) è cresciuta in un contesto storico e sociale profondamente diverso da quello attuale. Il boom economico e la costruzione dello stato sociale, hanno plasmato profondamente la loro visione del lavoro. Era sintomo di sacrificio, di grande capacità di adattamento, un dovere civico e un mezzo per contribuire alla crescita collettiva. Il lavoro era dunque la via per migliorare la propria condizione sociale e offrire un futuro ai propri figli. Il sacrificio personale era quindi spesso visto come un valore da perseguire.

Lo scenario attuale è completamente diverso.

La Generazione Z desidera prestare il proprio tempo alle aziende che condividono i loro valori.

È profondamente preoccupata per i problemi ambientali e sociali e cerca di fare scelte consapevoli, privilegiando realtà (e prodotti) con servizi sostenibili. Crede fermamente nell’uguaglianza e nell’inclusione di tutte le persone, indipendentemente dal genere, dall’orientamento sessuale, dalla razza o dalla religione.

Questa aspirazione è il risultato di una combinazione di fattori, tra cui l’accesso all’informazione, il cambiamento climatico, l’influenza dei social media e il desiderio di creare un mondo migliore. 


La Generazione Z rivoluziona il mondo del lavoro: addio al sacrificio, benvenuto al work-life balance

I membri della Generazione Z manifestano un marcato bisogno di autodeterminazione, che si traduce in una forte aspirazione a controllare attivamente i diversi aspetti della propria vita, inclusa la sfera lavorativa. Questo assunto diviene pertanto la driving force di molte scelte aziendali sia in termini di gestione delle risorse umane, sia di ridisegno della cultura aziendale.

Sono nativi digitali che utilizzano la tecnologia in modo fluido e intuitivo a tal punto da diventare parte integrante della loro vita e questo contesto ormai consolidato, influenza profondamente il modo in cui lavorano, si relazionano e consumano.

I giovani talenti di oggi non sono più disposti a mettere in secondo piano la propria vita privata per l’ambizione professionale. Flessibilità e crescita personale sono le nuove parole d’ordine per le aziende che vogliono attrarli e trattenerli.

In questa ottica si inserisce il premio Great Place to Work, un riconoscimento prestigioso che viene assegnato alle aziende considerate i migliori luoghi di lavoro a livello nazionale e internazionale. Questo premio, basato su uno specifico metodo di valutazione non è semplicemente un titolo onorifico, ma il risultato di un’analisi approfondita del clima aziendale, della cultura organizzativa e della soddisfazione dei dipendenti.

Il 2024 è stato assegnato alla celebre catena di hotel “Hilton” (www.greatplacetowork.it)


L’importanza di una connessione emotiva

Così come accade per la scelta di un prodotto, i nuovi lavoratori cercano esperienze autentiche che magari innestino una connessine emotiva. Vogliono sentirsi parte di qualcosa di più grande, connettersi con un brand o un’azienda per creare opportunità di benessere e ricordi duraturi. Non si limitano più ad essere clienti o “operai” passivi ma vogliono instaurare relazioni significative. Cercano trasparenza nei processi produttivi, una comunicazione aperta e onesta e la possibilità di co-creare prodotti e servizi. Costruire relazioni di fiducia con i dipendenti è un investimento a doppio senso: i lavoratori si sentono più soddisfatti e l’azienda ne trae benefici in termini di produttività e fidelizzazione. Il tasso di retention, indicatore chiave di performance ormai consolidato, misura la capacità di un’azienda di trattenere i propri dipendenti, in contrapposizione al turnover ed è sempre più monitorato. Come è noto, l’attitudine rappresenta una predisposizione verso una particolare attività, ma il suo sviluppo in una capacità richiede condizioni ambientali favorevoli oltre a impegno personale e un processo di apprendimento continuo.

Molte aziende hanno dunque integrato o in certi casi ricostruito la propria cultura.

Quali sono le azioni che un’azienda può mettere in campo per rispondere efficacemente a queste condizioni?

Intanto tra i valori promuovere la diversità e l’inclusione creando team eterogenei valorizzando le differenze, incoraggiare l’uso di prodotti eco-sostenibili, adottare pratiche ecologiche e sostenere cause sociali.

In questo senso un ruolo cruciale è dato dalle risorse umane che dovrebbero fondare la gestione sulla flessibilità: permettere il lavoro da remoto o orari flessibili così come investire sulla crescita dei dipendenti, fornire opportunità di formazione o sviluppo continuo o ancora coinvolgere i dipendenti nelle decisioni incentivando un ambiente di lavoro collaborativo e trasparente.

In sintesi, le aziende devono diventare luoghi in cui le persone possano esprimere se stesse, crescere professionalmente per contribuire ad un futuro migliore delle due parti in gioco.

A riguardo fa però discutere la decisione di questi giorni di Amazon.

A partire da gennaio 2025, tutti i dipendenti dell’azienda saranno tenuti a lavorare in ufficio per cinque giorni a settimana. Questa decisione, annunciata dal CEO Andy Jassy, ha suscitato non poche polemiche e discussioni, sia all’interno dell’azienda che nel mondo del lavoro in generale. «Hey team, abbiamo deciso che torneremo a essere presenti in ufficio come prima dell’inizio del Covid». (www.ilsole24ore.com).

Le motivazioni addotte da Amazon sono principalmente legate alla necessità di rafforzare la collaborazione tra i dipendenti e di migliorare l’efficienza dei processi decisionali. Secondo Jassy, il lavoro in presenza favorisce la creatività, l’innovazione e la costruzione di relazioni più solide tra i colleghi. La decisione di Amazon non è stata accolta positivamente da tutti i dipendenti. Molti hanno espresso il loro disappunto sui social media e sui canali interni dell’azienda, sottolineando i vantaggi dello smart working in termini di flessibilità, benessere e produttività.

Le conseguenze di questa scelta sono ancora tutte da verificare. Alcuni esperti prevedono che questa decisione potrebbe portare a un aumento del turnover tra i dipendenti, soprattutto tra i giovani che hanno ormai fatto proprio il concetto di lavoro flessibile. Altre aziende potrebbero seguire l’esempio di Amazon, ma è altrettanto probabile che altre ancora decidano di mantenere o addirittura ampliare le possibilità di lavoro da remoto.

La decisione di Amazon riapre il dibattito sul futuro del lavoro e sui vantaggi e gli svantaggi del lavoro in presenza e del lavoro da remoto. È evidente che non esiste una soluzione unica che vada bene per tutte le aziende e per tutti i dipendenti. Ogni realtà dovrà trovare la propria strada, tenendo conto delle esigenze dei propri collaboratori e degli obiettivi strategici dell’azienda.

Il benessere in ambito lavorativo non è più un optional ma un bisogno fondamentale, soprattutto per le nuove generazioni. Le aziende che non sapranno cogliere questa evoluzione rischiano di trovarsi spiazzate, con difficoltà a reclutare e trattenere i migliori talenti. È già arrivato da un pò il momento di superare la concezione del lavoro come semplice mezzo per un fine e di investire nella creazione di ambienti lavorativi sani e stimolanti, dove le persone possano esprimere al meglio le proprie potenzialità.

Le sfide poste dalla Generazione Z rappresentano un’opportunità unica per le aziende di reinventarsi e di costruire un futuro del lavoro più equo, sostenibile e stimolante. Chi saprà cogliere questa sfida e trovare il giusto equilibrio, non solo attrarrà i migliori talenti, ma diventerà un punto di riferimento per un nuovo modo di lavorare. Forse questo è un esempio calzante in cui vale il detto: “in medio stat virtus”.


Dott. Fabio D'Armento Autore presso La Mente Pensante Magazine
Dott. Fabio D’Armento
Trainer and Retail Sales Manager – Founder of Metodo Matra
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